Successo di adesioni al pellegrinaggio in Terra Santa con il vescovo

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Transcript Successo di adesioni al pellegrinaggio in Terra Santa con il vescovo

Successo
di
adesioni
al
pellegrinaggio in Terra Santa
con il vescovo Antonio
Dal 6 al 13 marzo 2017 si svolgerà il pellegrinaggio diocesano
in Terra Santa guidato dal vescovo Antonio Napolioni. In tanti
hanno accolto con favore questa proposta, tanto che coloro che
ancora fossero intenzionati a iscriversi devono contattare al
più presto l’agenzia ProfiloTours per verificare la
possibilità di posto. Abbiamo incontrato don Roberto Rota,
responsabile del Segretariato diocesano pellegrinaggi.
Don Rota, quasi oltre le aspettative il numero delle adesioni
quest’anno?
«C’è stato un vero e proprio boom di iscrizioni in poco tempo:
ad oggi i partecipanti sono circa 180 . È stata proprio una
piacevole sorpresa. Davvero in tanti hanno accolto con
entusiasmo la proposta che come Segretariato pellegrinaggi
abbiamo fatto rispondendo a un desiderio espresso dal
Vescovo. Sicuramente il fatto che a guidare il pellegrinaggio
sarà proprio mons. Napolioni, ma anche quote di partecipazione
molto convenienti e un programma particolarmente interessante
hanno giocato un ruolo importante».
Il pellegrinaggio in Terra Santa è una esperienza consolidata
per la Chiesa cremonese…
«Si innesta nella lunga serie di esperienze che da anni la
Chiesa cremonese, attraverso il Segretariato pellegrinaggi,
porta avanti in Medio Oriente, e in particolare nella terra di
Gesù. Il vescovo Dante Lafranconi, fin dall’inizio del suo
ministero cremonese, aveva voluto proporre un ritmo biennale
per la Terra Santa, alternata con pellegrinaggi, sempre di
carattere biblico, in paesi mediorientali: sono state tutte
esperienze molto intense e partecipate vissute sempre con
entusiasmo».
Un ritmo che è continuato anche nei momenti difficili vissuti
in quella Terra?
«Questo ritmo non si è mai interrotto, anche in momenti
difficili per quei territori. L’ultimo pellegrinaggio in Terra
Santa è stato nel 2015, quando abbiamo avuto la gioia di
incontrare la comunità cattolica di Ramallah e celebrare
insieme l’Eucaristia. Per quella occasione, data la
particolare situazione che stavano attraversando le
popolazioni palestinesi, avevamo voluto un vero e proprio
gemellaggio, portando un consistente contributo per la
Parrocchia, raccolto in Diocesi nei mesi precedenti e
la sorpresa è stata grande quando a Ramallah ad accoglierci
c’era anche mons Shomali, Vescovo ausiliare di Gerusalemme, a
dirci il grazie suo e dell’intera chiesa “madre” per questo
gesto inusuale, all’interno di un pellegrinaggio.
A volere questo nuova esperienza è stato, dunque, proprio il
vescovo Napolioni?
«Il vescovo Antonio ha lanciato l’idea di un grande
pellegrinaggio diocesano in Terra Santa a pochi
giorni dall’inizio del suo ministero tra noi, anzi eravamo a
Roma, nel primo dei due pellegrinaggi dell’anno santo , quando
in modo sorprendente al termine della Messa ha lanciato
l’idea, accolta subito dai presenti con favore.
Perché farsi pellegrini nella terra di Gesù?
«Ogni pellegrinaggio è “specchio della vita”, è esperienza
profonda di ascolto della Parola che proprio in questa terra
si è fatta carne; è preghiera comunitaria con una comunità che
sa di essere un “piccolo gregge”; è ascolto del silenzio del
deserto; è mettere i piedi dove li ha messi il Signore; è
visita ai santuari che i padri francescani da secoli
custodiscono, che fanno memoria dei miracoli, dei discorsi di
Gesù, fino a Gerusalemme, la città tre volte santa, che
custodisce la roccia del sepolcro, testimonianza del
mistero centrale della nostra fede, quello della risurrezione.
Ma nella terra dove Gesù è vissuto si incontrano anche le
testimonianze della Prima Alleanza, i figli di quella
promessa, fatta ad Abramo e alla sua discendenza, i nostri
fratelli maggiori, che qui sono ritornati, non sempre
tranquillamente, dopo il dramma dell’Olocausto ed incontreremo
anche i fedeli dell’Islam che qui professano la fede nel
Dio “clemente e misericordioso”».
Un viaggio alle radici delle fede, ma dunque anche dal valore
ecumenico e di dialogo interreligioso?
«Ebrei, cristiani e musulmani vivono l’uno accanto all’altro
in questa terra e tante volte le guerre hanno stravolto la
loro coesistenza non sempre tranquilla e nemmeno scontata. Il
pellegrinaggio ai luoghi santi acquista così anche la
motivazione di conoscere sempre di più, al di la degli
stereotipi dei media, questo mondo così complesso, inquieto e
insieme affascinante».
Lei accennava anche al rapporto stretto con i cristiani di
quella terra…
«Il pellegrinaggio vuole essere anche un segno di vicinanza
alla piccola comunità cattolica, oggi guidata dall’arcivescovo
Pierbattista Pizzaballa, , già custode di Terra Santa, e un
sostegno perché questi nostri fratelli, non abbandonino questa
terra, ma restino, anche a nome nostro, a dire la gioia, pur
tra le difficoltà, di essere sempre discepoli di Gesù.
Che cosa caratterizzerà il pellegrinaggio di marzo?
«Il pellegrinaggio avrà inizio il 6 marzo a Nazaret dove i
pellegrini resteranno per tre giorni visitando i luoghi più
significativi della Galilea. Il 9 marzo il trasferimento a
Betlemme con una significativa sosta nella Valle del Giordano
dove venne battezzato Gesù e nella città di Gerico. Dal 10 al
13 marzo l’attenzione sarà catalizzata su Gerusalemme con
un’escursione nel deserto di Giuda per la visita a Qumran,
dove furono trovati antichi manoscritti, e al Wadi Qelt, un
canyon roccioso dove sorge l’antico monastero di S. Giorgio».
Dal punto di vista logistico, che cosa state predisponendo?
«Il pellegrinaggio sarà suddiviso in gruppi: ad oggi 4, ma
stiamo valutando se aumentarli a 5. Ciascuno accompagnato da
un biblista esperto, che introdurrà le visite dal punto di
vista storico e archeologico e supporterà l’approfondimento
biblico con le letture e le spiegazioni dei testi sacri. Tutto
il pellegrinaggio vivrà insieme le celebrazioni eucaristiche
presiedute dal Vescovo e qualche altro momento particolare:
abbiamo già chiesto un incontro con mons. Pizzaballa, sperando
che sia possibile. Stiamo anche lavorando per la definizione
dei tragitti, degli alloggi e di tutti gli altri elementi di
carattere logistico che necessitano di una particolare
attenzione: in questo risulta quanto mai indispensabile
il supporto tecnico di ProfiloTours».
Scarica il programma di massima del pellegrinaggio