Il salentino Antonio Gagliardi nuovo segretario generale Flai Cgil

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giovedì 1 dicembre 2016

Il salentino Antonio Gagliardi nuovo segretario generale Flai Cgil Puglia

Gagliardi, 50 anni, dal 2011 alla guida della Flai di Lecce, è il nuovo segretario generale della Federazione dei lavoratori dell'agroindustria di Puglia. Lo ha eletto l'assemblea generale della Flai regionale questa mattina a Bari. Gagliardi succede a Giuseppe Deleonardis, da questa estate segretario della Camera del Lavoro territoriale della Bat. Nel suo commiato Deleonardis ha ricordato gli otto anni di iniziative sul versante contrattuale, sul consolidamento di una struttura sindacale solida con rsa ed rsu fortemente insediati nelle aziende agroalimentari. Fondamentale è stata, ha ricordato Deleonardis, la battaglia della Flai Puglia e del movimento bracciantile contro lo sfruttamento del caporalato a partire dal completamento della legge 28 del 2006 all'approvazione a ottobre scorso, della legge nazionale contro il caporalato.

Gagliardi, originario di Salice Salentino, da sempre iscritto alla Cgil, ha iniziato il suo percorso sindacale nel 1989, quando viene eletto Rsa in una azienda locale di estrazione e raffinazione di oli vegetali. Nel 2006 ricoprirà l'incarico di componente di segreteria provinciale della FLAI Lecce, fino all'elezione a segretario generale. Nella sua relazione programmatica ha sottolineato come "Il settore agroalimentare pugliese vive una fase di modifiche strutturali, ma allo stesso tempo vede inalterati gli aspetti peculiari di un'attività economica ancorata al territorio. Lo 'sviluppo differenziato' dei diversi comparti produttivi costituiscono elementi di forte criticità che alternano sistemi agricoli sviluppati a contesti in cui permangono forme di produzione arcaiche, sia nei prodotti che nelle metodologie produttive. Ma quasi sempre, in ambo i contesti, si è in presenza di sfruttamento e sottosalario, fino ad arrivare all'uso del caporale e alla negazione dei più elementari diritti. Solo uno Stato realmente presente sul territorio, e intransigente nei confronti dell'illegalità, può sconfiggere lo sfruttamento della manodopera nel settore. Tutte le forze politiche, sociali ed economiche del Paese devono concorrere al raggiungimento del comune scopo di dare avvio a una nuova stagione dei diritti, basata sul rispetto delle regole e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del settore".

"Siamo fieri – ha proseguito - di aver riscoperto in questi anni, attraverso l'attività quotidiana, il sindacato di strada, già patrimonio dei nostri padri del sindacalismo italiano e in particolare in Puglia, grazie alla figura di Giuseppe Di Vittorio e di tanti altri compagni che hanno speso la loro vita nelle lotte sindacali. La legge sul contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento dei lavoratori in

agricoltura approvata a ottobre del 2016 è una conquista del sindacato. Ne siamo orgogliosi, ma è soltanto una tappa: ora la sfida da vincere è l'esigibilità e l'applicazione di questa legge nei luoghi di lavoro".

Continua parallelamente, senza sosta, "la lotta e l'impegno del nostro sindacato contro le illegalità nel settore, con particolare attenzione alla condizione del lavoro delle lavoratrici in agricoltura, vittime spesso di un livello ancora più pesante di sfruttamento e negazioni dei diritti".

Dal rinnovo dei contratti provinciali dei lavoratori agricoli e florovivaisti alla stabilizzazione dei lavoratori che operano nei settori della forestazione e della salvaguardia del territorio in Puglia, alcune delle scandente che vedono la Flai impegnata sul versante della contrattazione.

"Tutta la filiera dell'industria agroalimentare – ha concluso - è attraversata da condizioni di lavoro non meno gravi, frutto anche delle scelte miopi di aziende del settore che a una produzione di alta qualità non sanno far corrispondere un lavoro di qualità. Ultima, ma non per importanza, la battaglia per i diritti dei lavoratori della piccola pesca. Lavoratori che vivono le limitazioni di una legge, la 250/58, fuori da ogni lettura del contemporaneo: una legge che va rivista con urgenza perché non consente un welfare contrattuale per questa vasta platea di lavoratori che operano in un settore importantissimo nel panorama dell'economia agroalimentare della nostra regione".