Rassegna Stampa - IlGiornaledellaProtezionecivile.it

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Rassegna Stampa
28-11-2016
SUD
CITTÀ DI SALERNO
28/11/2016
14
CRONACHE DI NAPOLI
28/11/2016
15
CRONACHE DI NAPOLI
28/11/2016
18
QUOTIDIANO DELLA
CALABRIA COSENZA
28/11/2016
8
ROMA
28/11/2016
12
GAZZETTA DEL NORD
BARESE
28/11/2016
9
GAZZETTA DEL SUD
28/11/2016
15
GAZZETTA DI TARANTO
28/11/2016
29
MATTINO
28/11/2016
13
Uomo pestato, arresti confermati
2
Nn
Sicurezza stradale, evento con gli studenti
3
Redazione
AGGIORNATO Piano di Protezione civile, c`è l`Assise
4
Danio Gaeta
Il metodo "eretico" per i terremoti
5
Tonino Polistera
Miglioramento sismico, ecco come presentare le richieste
8
Gennaro D'orio
Genova, giù il muro di un palazzo costruito nel greto del torrente
9
Redazione
Colletta alimentare I numeri della bontà
10
Redazione
Strade sicure iniziative a scuola
11
Angeo Loreto
Frana e paura a Genova: decine di sfollati le fondamenta di un palazzo nel
torrente
12
Redazione
MATTINO BENEVENTO
28/11/2016
23
MATTINO SALERNO
28/11/2016
21
Piccoli Comuni: legge regionale per non morire = Piccoli Comuni in rivolta
13
Domenico Zampelli
Luci caos, vigili dalTawocato = Assalto alle Luci: parcheggi ko, i vigili
dall`avvocato
14
Gianluca Sollazzo
MATTINO SALERNO
28/11/2016
23
Addio a Umberto, t shirt e fiori bianchi = Fiori bianchi e rabbia per l`addio a
Umberto
16
Katiuscia Stio
QUOTIDIANO DELLA
BASILICATA
28/11/2016
3
QUOTIDIANO DELLA
CALABRIA CATANZARO
28/11/2016
8
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8
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28/11/2016
1
QUOTIDIANO DELLA
CALABRIA REGGIO
CALABRIA
QUOTIDIANO DELLA
CALABRIA REGGIO
CALABRIA
quotidianodipuglia.it
Freddo e vento su nord est e centro-sud
17
Redazione
Il metodo "eretico" per i terremoti
18
Tonino Polistera
Il metodo "eretico" per i terremoti
21
Tonino Polisterra
Staiti premia l`impegno dell`Arma
24
Agostino Belcastro
Lazio, allerta per il forte vento: in arrivo mareggiate e maltempo
sull'appennino
25
Redazione
primapaginamolise.it
28/11/2016
1
salernonotizie.it
28/11/2016
1
GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO BASILICATA
28/11/2016
9
Servizi di Media Monitoring
Due giorni di formazione per il personale della Protezione civile
26
Redazione
Maltempo: freddo e vento forte su nord est e centro-sud | Salernonotizie.it
27
Redazione
Genova, giù il muro di un palazzo costruito nel greto del torrente
28
Redazione
I
CITTÀ DI SALERNO
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Uomo pestato, arresti confermati
Parlano i rumeni che hanno ridotto in fin di vita il 50enne nocerino
[Nn]
Parlano i rumeni che hanno ridotto in fin di vita il 50enne nocerino MERCATO SAN SEVERING II gip del tribunale di
Nocera Inferiore, su richiesta del pm Ersilio Capone, ha convalidato i fermi dei quattro rumeni che hanno pestato il
50enne di Nocera Inferiore attirato in una trappola in una casa di Bracigliano. L'uomo è ora ricoverato in gravissime
condizioni nella Rianimazione dell' ospedale "Ruggi" di Salerno. I quattro fermati sono Michaela Laura Turca di 37
anni, loan Bilboc di 32 anni, Basko Levente di 25 anni e Roxana Nicoleta Flutur di 23 anni. Secondo gli inquirenti, il
50enne sarebbe stato attirato nella ca sa della donna, a Bracigliano, dove l'uomo, invece di ricevere le promesse
prestazioni a pagamento, si è ritrovato di fronte i due stranieri che lo hanno selvaggiamente picchiato riducendolo in
fin di vita. Tanto è vero, che gli aggressori, credendo di averlo ammazzato, lo avevano avvolto in una coperta,
trascinando il suo corpo in una vettura per poi scaricarlo lungo il ciglio di una strada di campagna in località Ciorani.
Tale ricostruzione è stata confermata anche dagli arrestati che sono stati interrogati nella giornata di sabato presso il
carcere di Fuomi, dove si trovano rinchiusi. I quattro sono accusati a vario titolo di tentato omicidio e rapina aggravata.
I due uomini si trovano rinchiusi nella casa circondariale di Fuorni, la 23enne è stata raggiunta dal provvedimento
degli arresti domiciliari, mentre la 37enne da La fortuna del 50enne di Nocera è stata quella di essere stato trovato sul
ciglio della strada da alcuni volontari della locale Protezione Civile, che hanno immediatamente allertato
un'ambulanza per trasportarlo subito in ospedale, dove ora sta lottando la sua battaglia più importante, quella per la
vita. Mario Rinaldi -tit_org-
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Volla La manifestazione con gli alunni del liceo Calamandrei
Sicurezza stradale, evento con gli studenti
[Redazione]
Voila La manifestazionegli alunni del liceo Calamandrei Sicurezza stradale, evento con gli stilanti VOLLA (m-g.) - Si è
svolto la scorsa mattina a Volla un evento per la sensibilizzazione e la conoscenza delle regole stradali. Un evento
dedicalo soprattutto ai giovani studenti del territorio. I ven protagonisti della manifestazione organizzata dal Ministero
delle Infrastnitture Direzione Sud Italia sono stati gli studenti del Liceo Piero Calamandrei. L'appuntamento, inoltre, è
stato organizzato con la collaborazione dell'amministrazione Comunale di Volla, il supporto del Comando dei vigili
urbani e l'adesione della Anta- res-Protezione civile. Tale iniziativa rientra nel progetto Strade da Amare che da più
anni il liceo Calamandrei porta avanti con i propn alunni. L'obiettivo principale della manifestazione è quello di
sensibilizzare i giovani al rispetto delle regole stradali a partire dal casco protettivo quando si viaggia in sella ad uno
scooter. All'evento era presente anche il primo cittadino di Volla Andrea Viscovo (nella foto). RIPRODUZIONE
RISERVATA -tit_org-
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28-11-2016
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AGGIORNATO Piano di Protezione civile, c`è l`Assise
[Danio Gaeta]
Torre Annunziata II regolamento è stato approvato dalla giunta, si attende il via libera del civico conses Piano di
Protezione civile, c'è l'Assisi Mercoledì mattina l'appuntamento fissato di Danio Gaeta TORRE ANNUNZIATA - Ultime
schermaglie politiche per l'amministrazione guidata dal primo cittadino Giosuè Starila. La scorsa mattina i consiglieri di
maggioranza ed i colleghi di opposizioni si sono riuniti nella conferenza dei capigroppo ed hanno fissato la seduta del
civico consesso. L'Assemblea è stata convocata dal presidente Antonio Gagliardi per mercoledì alle 9 del mattino
all'interno dell'aula consiliare di via Provinciale Schiti. Sono numerosi i punti all'ordine del giorno su cui si
confronteranno maggioranza e opposizione. Tra le discussioni più importanti c'è sicuramente quel sul piano di
Protezione Civile: uno strumento fondamentale per il territorio e di cui il Comune alle falde del Vesuvio non è dotato.
Un vulnus che l'amministrazione sta cercando di colmare. La delibera relativa al Piano di Protezione Civile è stata già
approvata da alcune settimane dall'esecutivo guidato dal sindaco Starila ed ora si attende l'ok dal civico consesso. Il
piano prevede misure di emergenza in caso di eruzione del Vesuvio e di cala mità naturali. Si tratta di un
provvedimento fondamentale per il Comune di Torre Annunziata che presenta un elevato rischio idrogeolgico e che si
trova nel cuore della zona rossa. Il piano è stato già approvato, nel corso del tempo da numerosi comuni
dell'hinterland vesuviano. Sono numerosi, però, i punti su cui i consiglieri di maggioranza ed i colleglli di opposizione
si confronteranno. Nel corso dell'Assise, infatti, si discuterà anche del regolamento per il funzionamento del Forum dei
Giovani di Torre Annunziata e di quello che disciplina il servizio di trasporto per soggetti diversamente abili. Infine
l'amministrazione comunale è chiamata ad un delicato passaggio: l'approvazione di alcuni debiti fuori bilancio. La
massa passiva dell'Ente locale è molto elevata e per lo più è legata a cause perse per incidenti stradali. Numeri alla
mano sono tantissime le richieste di risarcimento danni per danni subiti da vetture in transito su strade dissestate ed
infortuni di pedoni. Si tratta di cause che il Comune perde sistematicamente. Infine il Consiglio comunale è chiamato a
ratificare il rinvio dell'armonizzazione contabile: ovvero il riequilibrio di bilancio. L'esecutivo guidato da Starila ha
deciso di rinviare al 2017 alcuni adempimenti da fare. E' atteso un lungo botta e risposta tra maggioranza e
opposizione. Quello di mercoledì si preannuncia un consiglio comunale molto teso tra le fazioni che siedono tra i
banchi dell'Assise. RIPRODUZIONE RISERVATA ountamento fissato dal presidente Antonio Gagliardi -tit_orgAGGIORNATO Piano di Protezione civile,èAssise
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Il metodo "eretico" per i terremoti
Lo studio potrebbe aiutare a studiare sistemi di messa in sicurezza per determinati territori
[Tonino Polistera]
H Esiste un criterio scientifico per sapere dove tremerà la terra nei prossimi anr Per il professore Mantovani sì e in
Calabria non sono annunciate forti scosse II metodo "eretico" per i terremot Lo studio potrebbe aiutare a studiare
sistemi di messa in sicurezza per determinati territc SIENA - Dove colpiranno i prossimi terremoti forti in Italia? È
questa la domanda, un po' provocatoria a dire il vero, che si è posta l'equipe del dipartimento di Scienze Fisiche, della
Terra e dell'Ambiente dell'Università di Siena diretta dal professore Enzo Mantovani, nel corso di un'affollata
conferenza organizzata dall'Accademia dei Fisiocritici del capoluogo toscano. Sapere con esattezza dove un sisma
scatenerà la sua furia non è possibile, come sappiamo, ma cercare di capire, attraverso una strategia che utilizza le
conoscenze acquisite sul comportamento passato del sistema, ci aiuterà a capire - dice Mantovani - come il quadro
sismotettonioo si svilupperà nel prossimo futuro. Partendo dalla situazione attuale che è stata creata dalla recente
distribuzione di terremoti forti, vengono avanzate ipotesi su dove lo sforzo e la deformazione sono attualmente più
intensi e dove di conseguenza esistono delle condizioni più favorevoli all'attivazione sismica delle faglie rispetto alle
altre zone del sistema. In base a questa procedura, potrebbero essere messe in atto delle misure di prevenzione
efficaci per prevenire i rischi di un forte terremoto. Teoria, questa, che come vedremo, contrasta e non poco con
quella, chiamiamola "ufficiale" dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Fatta propria ialla protezione 3ivile.
Ma procediamo con ordine. È metodo, che ['equipe del professore Mantovani ha definito deterministico, ha individuato
in alcune zone dell'Appennino settentrionale, della Sicilia Orientale e parte dell'estrema punta della Calabria, le aree
dove nei prossimi decenni si potranno avere dei terremoti di forte intensità. Ma come si è giunti a questa conclusione
che in un certo senso dovrebbe infondere una certa tranquillità a gran parte delle popolazioni del Sud, da sempre
sotto la spada di Damocle di un atteso big bang che dovrebbe portare morte e distruzione? Considerato che i
terremoti sono un fenomeno deterministico strettamente legato al progressivo sviluppo dei processi tettonici, qualsiasi
tentativo di prevedere il futuro percorso della sismicità in un dato sistema può fornire risultati attendibili solo nei casi in
cui venga adottata una metodologia basata sul legame di causa-effetto e sia disponibile una profonda conoscenza
sull'assetto geodinamico/tettonico e sui meccanismi sismogenetici in atto nella zona in esame. Uno studio
approfondito, inoltre, dei terremoti avvenuti sul nostro territorio a partire dal 1400 ci fornisce ulteriori spiegazioni e ci
aiuta a capire dove e come si sono distribuite le scosse. Un campanello d'allarme per Campania, Basilica e Calabria
potrebbero essere le interazioni con altri terremoti avvenuti in luoghi non molto distanti. Faccio due esempi. Alcuni
studi ci portano ad ipotizzare che il terremoto avvenuto nel Montenegro meridionale, nella catena delle Dinaridi il 15
aprile 1979, abbia favorito il terremoto disastroso dell'Irpinia del novembre del 1980. Questo dato lo ricaviamo dopo
aver confrontato una serie di forti scosse avvenute nelle due zone negli ultimi due secoli. Stesso discorso può essere
fatto per la Calabria. La correlazione in questo caso, viene fatta con le scosse del settore ellenico, compreso tra le
isole loniche e l'Albania. Anche in questo caso la possibilità che la correlazione sopra descritta abbia un carattere
sistematico è suggerita dal confronto tra le storie sismiche delle due zone considerate, da cui emerge che le scosse
calabre con Magnitudo superiore a 6 sono state precedute, entro lOannialpiù, da almeno un evento sismico con
Magnitudo 6.5 nelle Ellenidi. Utilizzando le conoscenze così acquisite sul comportamento passato del sistema, si
cerca di capire come lo stesso quadro sismotettonico si svilupperà nel prossim
o futuro, partendo dalla situazione attuale che è stata creata dalla recente distribuzione di terremoti forti. In
particolare, vengono avanzate ipotesi su dove lo sforzo e la deformazione sono attualmente più intensi, e dove
conscguentemente esistono condizioni più favorevoli all'attivazione sismica delle faglie rispetto alle altre zone del
sistema. Premesso questo c'è da capire come si giunti alla conclusione che la Calabria, a parte l'estrema punta, così
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come la Campania, non dovrebbero subire dei forti terremoti nei prossimi decenni. È stato un evento estemo al
sistema - dice Mantovani - a portarci su questa strada. Normalmente è l'Africa che ci massacra con le sue spinte, ma
c'è anche il sistema Anatolico-Egeo che condiziona molto. In quel caso c'è stato un evento eccezionale che ha ancora
delle conseguenze sulle nostre zone. Si tratta del disaccoppiamento del cuneo turco che è separato dal1'Eurasia dalla
faglia nord anatolica. Questa faglia, che consente lo spostamento di questo blocco, parte dalla Turchia orientale e
arriva fino ali 'Egeo, e si è attivata in modo totale dal 1939 fino agli anni '50/'60. Dei grossi terremoti hanno spaccato
una faglia lunga 300 chilometri causando lo spostamento della Turchia verso l'Egeo. Questo spostamento ha
praticamente bloccato i movimenti della Calabria che è rimasta chiusa nella morsa tra il blocco della Sicilia e quello
dellEgeo. Ecco perché non abbiamo ormai dal 1947 dei terremoti di una certa intensità in questa regione, mentre i
precedenti storici ci raccontano di una sismicità importante mediamente ogni 15 anni. La Sicilia al contrario è molto
più sollecitata ad uscire da questa morsa perché è sotto pressione. La Calabria come abbiamo visto è bloccata
mentre la Sicilia spinge verso questo piastrone che ha davanti aumentando le fratture che in questi periodi causano
violenti terremoti a enormi profondità. Questo ci fa pensare che l'area orientale, da Messina fino a Siracusa e che
comprende la punta della Calabria, possa essere una delle zone più a rischio in Italia. Nonostante questo però e
senza poter fare nessuna previsione sugli sviluppi temporali, la priorità io la darei alla zona di Norcia, Gubbio, Alta Val
Tiberina fino a tutto il forlivese. Quella è una zona che è destinata ad attivarsi. Non so quando ma, anche alla luce
delle recenti attività sismiche, per alcuni mesi queste sono zone parecchio a rischio. Ecco, partendo da questi dati
sarebbe importante concentrare una parte cospicua delle risorse proprio in queste aree, per permettere la messa in
sicurezza del patrimonio edilizio e delle infrastrutture vitali, ma soprattutto per evitare quanto più possibile la perdita di
vite umane. In poche parole il professore Mantovani sostiene che se la protezione Civile oggi dispone, per esempio, di
100 milioni di euro da destinare alla prevenzione, sarebbe inutile impegnarli in tutte le zone cosiddette a rischio;
distribuirli, diciamo così, in maniera omogenea in quasi tutto il territorio nazionale. Anche se la scossa forte non si
verifica in una delle aree individuate dal nostro studio (cosa che non si può escludere, considerata la complessità del
problema), le conseguenze negative di tale insuccesso sarebbero limitate, perché il fatto di avere impiegato risorse
nelle zone previste ma non colpite, comporterebbe per la zona effettivamente colpita una differenza minima rispetto
all'impegno economico che avrebbe ricevuto. Invece, nel caso in cui il terremoto avvenisse nelle zone prioritarie
proposte, i vantaggi pratici sarebbero consistenti, in quanto gli interventi effettuati in quelle zone comporterebbero un
notevole miglioramento del livello di sicurezza, permettendo di salvare vite umane e limitare i danneggiamenti
irreversibili di molti edifici e infrastrutture di primaria importanza. Quindi, per dirla in soldoni, meglio investire tanto in
una zona dove c'è una maggiore possibilità che si verifichi un forte terremoto, che poco in tante aree. Noi sappiamo
che una larga parte del patrimonio edilizio in Italia non ha i requisiti per resistere agli scuot
imenti sismici prodotti dai terremoti del passato, che verosimilmente potranno ripetersi nel futuro. Per cui, la messa in
sicurezza degli edifici in tutto il territorio nazionale richiederebbe un impegno economico largamente superiore alle
risorse disponibili. Un modo per raggiungere questo obiettivo potrebbe essere comunque identificato contando
sull'ipotesi, molto probabile, che nelle prossime decine di anni solo poche zone italiane saranno colpite da scosse forti
e che perciò per tale periodo la necessità di mettere sicurezza il patrimonio edilizio riguarderà solo una parte molto
limitata dell'Italia. E qui entra in scena la protezione Civile che ha, come punto di riferimento scientifico in Italia,
l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Istituto che, secondo le affermazioni di Mantovani non ha alcuna
intenzione di prendere in considerazioni gli studi, i metodi di ricerca ed i risultati, che altre comunità scientifiche hanno
raggiunto. Men che meno una proposta come quella suggerita dalla comunità scientifica senese. La speranza di
vedere realizzata una così allettante prospettiva continua Mantovani - dovrebbe suscitare l'interesse dei responsabili
della protezione Civile in Italia che dovrebbero farsi promotori di pubblici confronti con gli esperti del settore. Questo
però non avviene, anzi da parte della protezione Civile c'è una vera e propria chiusura nei nostri confronti. Per loro noi
di Siena siamo dei ricercatori isolati che non meritano neanche di essere ascoltati. Alcuni loro funzionari hanno
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strettissimi contatti con lingv e tendono a considerare questo Istituto come il solo interlocutore che loro vogliono
ascoltare, oltre ad avere idee diverse che non coincidono con le nostre. Io dico parliamone, confrontiamoci e troviamo
delle soluzioni. Invece nulla, sono chiusi anche davanti all'evidenza. riferimento è a quanto avvenuto in Umbria dove
hanno sbagliato la velocità accelerometrica. Ave vano previsto negli anni scorsi eventi sismici con un massimo di 8 ed
invece abbiamo avuto un 11. Ð che significa consigliare di costruire o di ristrutturare edifici pubblici e privati, in un
modo piuttosto che in un altro. E questa è una cosa grave. E non lo dico io, dicono i fatti. Contrapposizione tra teorie e
metodi che non gioca sicuramente a favore dei luoghi e, soprattutto, delle persone che abitano e vivono le aree
maggiormente a rischio. Rimane da capire perché protezione Civile e Ingv rifiutino confronto con il dipartimento di
Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente di Siena e con altre realtà sparse sul territorio italiano. Non vorremmo si
trattasse di una sorta di discriminazione scientifica che troppo spesso in Italia e non solo, ha visto in lotta le scuole di
pensiero tradizionali contro quelle non allineate. Dunque nulla dovrebbe essere trascurato da chi ha dedicato la
propria vita allo studio di questi fenomeni e tutti dovrebbero fare la loro parte in maniera costruttiva e sinergica, per
raggiungere al più presto possibile risultati concreti e importanti, perché chi ne va di mezzo sono i milioni di italiani che
abitano le zone a rischio, oltre all'immenso patrimonio edilizio, artistico e monumentale che ha fatto la storia di questo
paese. L'idea sviluppata nell'ateneo di Siena Non possiamo prevedere, ma capire come le cose si svilupperanno nel
futuro" Soluzione fortemente osteggiata dall'Ingv -tit_org- Il metodo eretico per i terremoti
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Miglioramento sismico, ecco come presentare le richieste
Avviso pubblico del sindaco di Quarto, contributi dai 100 ai 200 euro per metro quadro
[Gennaro D'orio]
Miglioramento sismico, ecco come presentare le richiesi Avviso pubblico del sindaco di Quarto, contributi dai 100 ai
200 euro per metro quad QUARTO. Anche i residenti nella cittadina flegrea possono presentare richiesta di incentivo
per gli interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico o, eventualmente, di
demolizione/ricostruzione di edifici privati. Lo rende noto, con un apposito avviso pubblico, il sindaco di Quarto, Rosa
Capuozzo (nella foto), circa appunto i fondi per la prevenzione del rischio sismico ed in attuazione dell'ordinanza della
Protezione Civile in materia, nonché delle varie delibere di Giunta Ragionale, non ultima na numero 63 del 26
settembre scorso. Le risorse disponibili ammontano a complessi 3 milioni, 587 mila e 860 euro, comprensivi di
assistenza tecnica a favore dei Comuni, in cui sono ubicati gli edifici destinatari dei finanziamenti. Ai sensi dell'articolo
2 di detta ordinanza, i contributi possono essere erogati, nei limiti delle risorse disponibili, solo per interventi su edifici
in possesso di precisi requisiti, tra cui la residenza stabile e continuativa di nuclei familiari, per oltre due terzi dei
millesimi di proprietà. I contributi disponibili, come misura massima, sono di 100 euro per ogni metro quadro di
superficie lorda coperta (rafforzamento locale), 150 euro sempre per metro quadro (miglioramento sismico) e 200
euro (demolizione e ricostruzione). GENNARO D'ORK) -tit_org-
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LIGURIA FRAGILE SGOMBERATE PER UNA NOTTE 200 PERSONE. E OGGI LA SENTENZA SUI MORTI DELL'ALLUVIONE
Genova, giù il muro di un palazzo costruito nel greto del torrente
[Redazione]
LIGURIA SGOMBERATE PER UNA NOTTE 200 PERSONE. E OGGI LA SENTENZA SUI MORTI DEll'ALLUVIONE
Una Liguria fragile, che si sbriciola per colpa della cementifìcazione a Genova, per colpa del maltempo nell'Imperiese.
Nel capoluogo, a Quezzi, il cedimento di un muro e del terreno ha messo a nudo le fondamenta di un palazzo
edificato nel greto del rio Fereggiano, il corso d'acqua che tracimò nell'autunno del 2011 e fece sei morti (oggi ci sarà
la sentenza per quei fatti, a giudizio anche l'ex sindaco Marta Vincenzi accusata di omicidio colpo plurimo, disastro
colposo, falso e calunnia). Il palazzo è stato sgomberato nella notte, come i due prospicienti che erano minacciati da
un eventuale crollo dell'altro edificio. Sono stati 168 gli sfollati per una notte. Sono venuti giù 300 metri cubi di terreno,
finiti nell'alveo del rio. Un boato alle due ha svegliato i residenti che dalle finestre hanno visto la terra cadere e
scoprire le fondamenta del palazzo. Poi la fuga, valigie in mano e la speranza di poter tornare al più presto. A tarda
sera, dopo i sopralluoghi dei tecnici del Comune e dei vigili del fuoco, oltre che di un ingegnere strutturista incaricato
dai proprietari dei terreni e degli edifici interessati hanno fatto rientro nelle loro case. Ð palazzo non ha danni
strutturali e così anche gli altri due non sono in pericolo. Un primo segnale era arrivato venti giorni fa con un piccolo
cedimento di terreno. Quel terreno che si è sbriciolato è proprietà privata. Ð Comune aveva intimato di intervenire
senza ottenere però alcuna risposta. Era stata la stessa amministrazione allora a mettersi in moto, operando in danno
dei privati. Ma l'acqua caduta in due giorni ha, in pratica, accelerato gli eventi, seppellendo anche una ruspa deUa
municipalizzata Aster che lì stava lavorando da giorni. Ora i proprietari interverranno per mettere in sicurezza e per
ripulire l'alveo del rio. Å' colpa di come è stata costruita la città, è un episodio frut to della cementifìcazione ha detto il
sindaco Marco Doria durante il sopralluogo a Quezzi. Ipotesi confermata dall'assessore regionale alla Protezione
civile, Giacomo Giampedrone che sottolinea: II cedimento è del tutto indipendente dal maltempo dei giorni scorsi. Non
è così per la frazione Monesi di Mendatica,provincia di Imperia. Lì il monte Saccarello si muove proprio per le piogge
torrenziali. Il fronte franoso sta trascinando via le case di Monesi, tutta l'area è stata interdetta, è zona rossa, come
per il terremoto, si raggiunge solo accompagnati dai vigili del fuoco. Dopo l'ultimo sopralluogo il Comune ha fatto
sapere che molti immobili sono già fortemente danneggiati. come la viabilità, distrutta. Monesi vive di seconde case,
ha solo due abitanti che sono stati sfollati ieri. GENOVA La frana che minaccia alcuni palazzi a Quezzi -tit_org-
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Straordinaria partecipazione
Colletta alimentare I numeri della bontà
[Redazione]
Si è svolta sabato anche a Messina la XIX Giornata nazionale della Colletta alimentare, organizzata dalla Fondazione
Banco alimentare Onius, con l'impiego di circa 1500 volontari che si sono alternati nei 123 supermercati della
provincia, di cui 49 nel Comune di Messina. Nella nostra provincia sono stati donati 62.297 chili di alimenti, dicui nella
sola città di Messina 28.406, un vero miracolo - affermano i promotori dell'iniziativa - se pensiamo alla situazione
economica in cui versa il nostro Paese. Ciò sta a significare che, nonostante le difficoltà economiche generali, l'uomo
non riesce a sopprimere il desiderio di bene che lo anima. Il Banco alimentare nei prossimi giorni distribuirà il cibo
raccolto alle 67 strutture caritative convenzionate, le quali assistono complessivamente 12.489 persone di cui 887
bambini da O a 5 anni. Questo grande evento di gratuità, che ha potuto godere dell'alto patronato della presidenza
della Repubblica, è stato reso possibile -concludono i responsabili del Banco - grazie alla collaborazione e il sup porto
logistico dell'Esercito italiano, delle Poste, della Protezione civile e Autoparco della Città metropolitana, del comando
dei vigili urbani e della Protezione civile comunale, oltre che di molte strutture caritative e di aziende, deivolontari e
delle migliaia di donatori che hanno fatto la spesa. < I generi alimentari raccolti, presto distribuiti a 67 strutture
caritative In tanti hanno risposto. La generosità dei messinesi -tit_org-
Estratto da pag. 15
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L'IMPEGNO DELL'ASSOCIAZIONE RADIO SOCCORSO ROCCO FUNGOSO
Strade sicure iniziative a scuola
[Angeo Loreto]
CASTELLANETA L'IMPEGNO DELL'ASSOCIAZIONE RADIO SOCCORSO ROCCO FUNGOSO Si commemora la
Giornata mondiale delle vittime ANGEO LORETO CASTELLANETA. Incontri con le scuole per sensibilizzare gli
studenti alla sicurezza stradale e poi una messa a suffragio di tutte le stragi sull'asfalto e dei volontari morti in servizio.
Torna la Giornata mondiale delle vittime della strada, la serie di appuntamenti che, da giovedì a domenica, si
celebrerà a Castellanetaconcomitanza con la 20esima Giornata europea del volontariato e della Protezione Civile nei
centri storici. Ð tutto a cura dell'associazione di radio soccorso "Rocco Fungoso" e dell'Associazione italiana famigliari
e vittime della strada. Cuore dell'evento sarà il progetto "Precedenza alla Vita - I giovani e la sicurezza stradale", nato
in collaborazione con la Prefettura di Taranto, con il prefetto Umberto Guidato impegnato in prima persona, e con le
forze dell'ordine. L'associazione "Rocco Fungoso", che di recente ha organizzato iniziative simili presso il liceo
scientifico "Vico" di Laterza con il sindaco Gianfranco Lopane, questa volta ha coinvolto anche il sindaco di
Castellaneta Giovanni Gu- gliotti e il comandante della Polizia locale, Paolo Larizza, il quale ha voluto allestire un
laboratorio mobile con simulatori d'impatto e di ribaltamento che verrà mostrato agli studenti durante queste due
giornate dedicate alla prevenzione. Si comincia giovedì alle 10 all'istituto "Grazio Fiacco" con un dibattito al quale
parteciperanno il sindaco Gugliotti, la dirigente scolastica Maria Rosaria della Gioncada, la dirigente dell'istituto
"Mauro Perrone", Vita Surico, il capitano della compagnia dei Carabinieri, Biagio Marro, il presidente dell'Aifvs,
Cosimo Fungoso, il comandante del Nu cleo radiomobile dei Carabinieri, Daniele Pulpo, la psicoioga Grazia lenuso e
il comandante della Polizia locale, Paolo Larizza. Lo stesso incontro, con la dimostrazione a cura del laboratorio
mobile, si terrà poi venerdì al"Perrone". Domenica, a partire dalle 9, ci sarà invece la Giornata dei centri storici,
mentre alle 10 in Cattedrale il vescovo della Diocesi di Castellaneta, Claudio Maniago, celebrerà una messa per le
vittime della strada e per i volontari caduti per portare la pace nel mondo. Fino a martedì 6 verranno invece
organizzate visite nel centro storico. Partendo dallo slogan "Non c'è futuro senza solidarietà" - dice il presidente
provinciale dell'Aifvs, Fungoso - vogliamo ricordare come non a caso questi incontri sulla sicurezza stradale vengono
effettuati nella prima settimana di dicembre, periodocui tutti i volontari si incontrano per condividere un giorno difesta
conio slogan "Ð volontario si impegna un anno per gli altri e un giorno per se stesso". Ogni singolo volontario in un
momento di grande difficoltà vuole essere di grande aiuto per le istituzioni. L'associazione ha infine messo in palio
cinque opere d'arte con una lotteria abbinata all'estrazione del lotto del 31 dicembre prossimo. Il ricavato sarà
utilizzato per l'acquisto di due defibrillatori, uno per il centro storico ed un altro portatile, e per aiutare il reparto di
oncologia dell'ospedale cittadino. Chiunque volesse partecipare alla raccolta fondi per beneficenza potrà farlo in
queste giornate, oppure presso il nosocomio. Meglio fare pocoebene che fare tanto e male, conclude Fungoso. vfiiiw
MEMORIA A Castellaneta si paria di strade sicure -tit_org-
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Frana e paura a Genova: decine di sfollati le fondamenta di un palazzo nel torrente
[Redazione]
GENOVA. Una Liguria fragile, che si sbriciola per colpa della cementificazione a Genova, per colpa del maltempo
nell'Imperiese. Nel capoluogo, sabato notte, a Quezzi il cedimento di un muro e del terreno ha messo a nudo le
fondamenta di un palazzo edificato nel greto del rio Foraggiano, il corso d'acqua che tracimò nell'autunno del 2011 e
fece sei morti (oggi ci sarà la sentenza per quei fatti, a giudizio anche à ex sindaco Marta Vincenzi accusata di
omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso e calunnia). Il palazzo è stato sgomberato nella notte, comeidue
prospicienti che erano minacciati da un eventuale crollo dell' altro edificio. Sono stati 168 gli sfollati per una notte.
Sono venuti giù 300 metri cubi di terreno, finiti nell'alveo del rio. Un boato alle due havegliato i residenti che dalle
finestre hanno visto la terra cadere e scoprire le fondamenta del palazzo. Poi la fuga, Liguria a rischio Emergenza
nell'area di Imperia: dopo le piogge torrenziali il fronte in movimento minaccia le case di una frazione In piena notte il
cedimento di un muro e del terreno nel quartiere Quezzi valigie in mano e la speranza di poter tornare al più presto. A
tarda sera, dopo i sopralluoghi dei tecnici del Comune e dei vigili del fuoco, oltre che di un ingegnere strutturista
incaricato dai proprietari dei terreni e degli edifici interessati hanno fatto rientro nelle loro case. Il palazzo
nonhadannistrutturali e così anche gli altri due non sono in pericolo. Un primo segnale era arrivato ventìgiomifa con
un piccolo cedimento di terreno. Quel terreno che sie sbriciolato è proprietà privata. Il Comune aveva intimato di
intervenire senza ottenere però alcuna risposta. Era stata la stessa amministrazione allora a mettersi in moto,
operando in danno dei privati. Ma l'acqua caduta in due giorni ha, in pratica, accelerato gli eventi, seppellendo anche
una ruspa della municipalizzata Aster che II stava lavorando da giorni. Ora i proprietari interverranno per mettere in
sicurezza e ripulire l'alveo del rio. È colpa di come è stata costruita la città, è un episodio frutto della cementificazione
ha detto il sindaco Marco Doria durante il sopralluogo a Quezzi. Ipotesi confermata dall'assessore regionale alla
Protezione civile, Giacomo Giampedrone che sottolinea: II cedimento è del tutto indipendente dal maltempo dei giorni
scorsi. Non è così per la frazione Monesi di Mendatica, in provincia di Imperia. 11 il monte Saccarello si muove
proprio per le piogge torrenziali II fronte franoso sta trascinando via le case di Monesi, tutta l'area è stata interdetta, è
zona rossa, come per il terremoto, si raggiunge solo accompagnati dai vigili del fuoco. Dopo l'ultimo sopralluogo il
Comune ha fatto sapere che molti immobili sono già fortemente danneggiati. Come la viabilità, distrutta. Monesi vive
di seconde case, ha solo due abitanti che sono stati sfollati ieri. Frana Vigili del fuoco sorvegliano tefondamenta
scoperte dello stabile a Genova -tit_org-
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Piccoli Comuni: legge regionale per non morire = Piccoli Comuni in rivolta
[Domenico Zampelli]
Gli enti locali Piccoli Comuni: legge regionale per non morire Piccoli Comuni, prosegue l'iter verso l'approvazione di
una legge regionale che tenta di scongiurare l'abbandono del territorio ed afavorire le condizioni di vita nelle aree
inteme, contrastando così il grave e pericoloso decremento demografico inatto. Salvando centinaia di
minicampaniliarischio spopolamento. E la Campania potrebbe essere la prima regione a varare un simile
provvedimento, da attuare in sinergia con la legge Realacci, attualmente in discussione al Senato. > Zampelli a ðàä.
23 L'iniziativa L'Anpci sta lavorando a un legge regionale che non cancelli le identità locali PiccoU Comunirivolta^
Domenico Zam pelli Piccoli Comuni, prosegue l'iter verso l'approvazione di una legge regionale che tenta di
scongiurare l'abbandono del territorio ed afavorire le condizioni di vita nelle aree inteme, contrastando così il grave e
pericoloso decremento demografico in atto. Salvando centinaia di mini campaniliarischiospopolamento, E la
Campania potrebbe essere la prima regione a varare un simile provvedimento, da attuare in sinergia con la legge
Realacci, attualmente in discussione al Senato dopo l'approvazione da parte della Camera. Nel territorio sannita 72
centri su 78 contano meno di 5000 abitanti Un provvedimento al quale la provincia di Benevento guarda con grande
attenzione, composta com'è da 72 Comuni su 78 che contano meno di 5.000 abitand (limite per essere considerato
piccolo Comune) ma che nel contempo ospitano molto più del 50% della popolazione (circa 160.000 abitanti sui circa
280.000 complessivi). Un lavoro, quello di preparazione del disegno di legge, che vede impegnata la delegazione
regionale Anpci, guidata dal casertano Arturo Manera, già sindaco di Ailano e vicepresidente nazionale
dell'associazione, e dal sindaco di Ginestra degli Schiavoni Zaccaria Spina, componente dell'ufficio di
presidenzanazionale. Un primo punto fermo è fissato per il prossimo 7 dicembre a Napoli, con l'audizione - promossa
proprio dall'associazione che raccoglie i piccoli Comuni - davanti alla prima Commissione Consiliare permanente della
Regione, che ha competenza su Affari Istituzionali, Risorse Umane ed ðá Locali ed è presieduta dal consigliere
Alfonso Pisciteli!. Esiste la necessità - commenta Zaccaria Spina - di una attenzione particolare da parte della
Regione Campania per i tantissimi comuni fino a 5.000 abitanti che in alcune province come quella sannita sono la
stragrande maggioranza e che co prono la gran parte del territorio regionale, ospitando un considerevole numero di
abitanti. È importante - aggiunge Spina - accendere iriflettori sulla realtà dei comuni di minori dimensioni che
maggiormente sta pagando dazio rispetto ad un dibattito nazionale che ne sta mettendo a rischio la stessa
sopravvivenza, con le conseguenze sotto gli occhi di tutti. Nei precedenti incontri con il presidente Pisciteli! - afferma il
vicepresidente Manera - sono state altresì affrontate alcune problematiche che interessano le realtà comu nali minori
in riferimento alle attività e competenze in materia di protezione civile e della gestione raccolta e smaltimento dei rifiuti
solidi urbani alla luce della nuova normativa in essere. Si è ribadita altresì conclude Manera - la necessità di
prevedere vantaggi e premialità nei bandi di finanziamento e maggiore autonomia per i comuni per l'adozione di alcuni
provvedimenti che tendano, per esempio, a salvaguardare l'insediamento delle farmacie rurali e l'insediamento di altre
attività economiche. Ma quali sono le ricette immaginate per rivitalizzare la situazione dei mini campanili? Le prime
bozze del progetto prevedono di adottare i parametri dell'estensione territoriale, del merito e del disagio e non la sola
dimensione demografica come discriminante nelle politiche di contenimento della spesa, affinchè la virtuosità venga
premiata, nonché l'introduzione di una fiscalità di vantaggio per gli abitanti, ma anche in particolare per le attività
economiche, come pure per quelle commerc
ialie produttive dei piccoli comuni. San Nazzaro Conta poco più di 800 abitanti ed è uno dei centri sanniti che potrebbe
perdere l'autonomia -tit_org- Piccoli Comuni: legge regionale per non morire - Piccoli Comuni in rivolta
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Record di visitatori e 450 bus granturismo: i parcheggi non bastano, traffico in tilt e sosta selvaggia
Luci caos, vigili dalTawocato = Assalto alle Luci: parcheggi ko, i vigili dall`avvocato
E sulle visite mediche i caschi bianchi si affidano ad un ledale: Sono illegittime >*r j^w. Record di visitatori e caos
traffico: non bastano i posti per 450 bus granturismo, trionfa sosta selvaggia
[Gianluca Sollazzo]
Record di visitatori e 450 bus granturismo: i parcheggi non bastano, traffico in tilt e sosta selvaggia Luci caos, vigili
dall'avvocate E sulle visite mediche i caschi bianchi si affidano ad un legale: Sono illegittime Glanluca
Sollazzoroppopochiiparche^i per contenere i flussi di visitatori. Tra mari arrivi di pullman granturismo, camper e
fiumane di gente, è caos traffico in entrata e uscita dalla città nella prima domenica di afflusso da record di visitatori.
Un'ora e mezza per raggiungere il capoluogo da Vietri sul Mare sulla strada provinciale, rallentamenti in tangenziale
da Pontecagnano e incolonnamentilungo il raccordo Salemo-Avellino. >Apag.21 L'evento, i disagi Assalto alle Luci:
parcheggi ko, i vigili dalTawocat Record di visitatori e caos traffico: non bastano i posti per 450 bus granturismo,
trionfa sosta selvagg Gianluca Sollazzo Troppo pochi i parcheggiper contenere i flussi di visitatori. Tra maxi arrivi di
pullman granturismo, camper e fiumane di gente, è caos traffico ï entrata e uscita dalla città nella prima dome di
afflusso da record di visitatori. Un'ora e mezza per raggiungere il capoluogoda Vietri sulMare sulla strada provinciale,
rallentamenti in tangenziale da Pontecagnano e incolonnamenti lungo il raccordo Salerno-Avellino. Alle 18 per
raggiungere il centro da Torrione si impiegano in auto 50 minuti, passando per una cintura di auto che arriva a
strozzarsi nel tratto via Tomone-piazzaMazzini, dove vengono chiuse al transito via Vicinanza e altre strade di
collegamento con piazza della Concordiaper limitare l'effetto imbuto. Una serata di fuoco con oltre 450 pullman in
entrata - 400 autorizzati, glialtrino - che costringeal super lavoro tutte le forze dell'ordine. Intanto sul primo fine
settimana di bollino rosso piomba l'incalzare della protesta della polizia municipale che, in vista di una infuocata
assemblea programmata per domani, alza il tiro. Le rsu della Cgil sono in rotta di collisione sia sul fronte utilizzo degli
agenti nel giorno di riposo settimanale sia sul fronte visite mediche collegiali fissate per 117 agenti con limitazioni
mediche acclarate. Pronti ad adire le vie legali per farci tutelare, annunciano le rsu Cgil che nel corso dell'assemblea
di domani chiederanno un parere ad un avvocato. Non si esclude che dalle parole e dai pareri si possa passare alle
denunce contro il Comune per quanto riguarda la decisione di portare a visita di commissione di sorveglianza
sanitariai 117 caschibianchicon prescrizioni mediche riconosciute dall'ex medico aziendale, Giuseppe Caturano. Dal
fronte infuocato dei vigili, a quello degli arrivi in città di turisti. Le presenze a perdita d'occhio di persone in auto
trasformano il pomeriggio di ieri in una caccia chimerica al posto auto. Tante le proteste e le segnalazioni di persone
in trappola nel traffico. E per i pedoni le cose non vanno meglio. Anzi. Nel centro storico e nella villa comunale, la
ressa dei visitatori a piedi richiede in diverse occasioni gli interventi delle squadre di volontari della protezione civile
mentre i vigili in strada, tra ordinari e stagionali, possono poco di fronte all'ondata di passanti sul Corso. Al teatro
Verdi, ï sera ta, una turista inciampa e cade. Soccorsa, non è stato necessario portarla in ospedale. Attraversamenti
pedonali selvaggi, calca tra i vicoli del centro storico, invasione incontrollata di auto per le strade della city, bus privati
che riempiono i piazzali di stadio Arechi, viaVinciprova e via Ligea: in scena una domenica sera bestiale. Incroci di
fuoco quelli tra via Garibaldi e via DeiPrincipatì, tra via Vicinanzae piazza della Concordia, su via Trieste e via Martiri
Salernitani. Avia Lista l'inversione del senso di marcia per facilitare il deflusso dei pulhnan turistici funziona, ma a
fatica. Mentreauto i visitatori restano bloccati anche per un'ora e mezza, perché trovare un posto auto è una chimera.
E non mancano i litìgi. Agente, ma dove parcheggiamo? Questo è un inferno, si sbraccia dal finestrino un
automobilista con famiglia prove
niente da Napoli, rivolgendosi a una vigile nei pressi delle Poste centrali. Tra via Trieste e piazza della Concordia si
incrociano flussi di auto fuori controllo. Dopo le 19,30 diventano off limits le aree di parcheggio di piazza della
Concordia, piazza Mazzini e foce Imo. E con i posti auto polverizzati, non resta che dirottare il flusso di arrivi allo
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stadio Arechi, doveinserata si contano 1.200 vetture in sosta. È ressa anche per salire e scendere dalle navette del
Cstp che fanno andirivienida via Allende a piazza della Concordia tracimanti digente che si accalca agli imbarchi per
guadagnare il primo posto a sedere. E così nella calca si alza qualche lamentela e protesta. È allarme sosta
selvaggia: avvistati sulla Lungoirno e nei pessi della cittadella giudiziaria parcheggi di fortuna dei pullman di comitive a
fronte dei parcheggi autorizzati ormai al collasso già dalle 17. Il caos raggiunge l'apice dopole 18,40 quando il traffico
si blocca su Corso Garibaldi fino all'altezza delle poste centrali dove resta imbottigliata anche un'ambulanza del 118 a
sirene spiegate; stesse scene su piazza San Francesco e via Dei Principati. Purtroppo troppe auto hanno invaso il
centro in assenza di disponibilità di parcheggi. Tutto questo nonostante lo sforzo impagabile di vigili ordinari e
stagionali, affiancati dalla protezione civile. E sullo sfondo l'agitazione dei vigili che annunciano ilpugno diferro.
Colleghi sfruttati nel giorno di riposo per qualche euro in più - denuncia Enzo Acconciagioco, rsu Cgil - ci consultere
mo con un legale invece per le convocazioni di 117 colleghi a visita collegiale sanitaria, si tratta di convocazioni
illegaliperchè l'unico responsabile è il medico competente che aveva accertato le prescrizioni mediche. e
RIPRODUZIONE RISERVATA I nodi Proteste e I iti tra le auto bloccate File di pedoni una donna soccorsa nella calca
La protesta I caschi bianchi: illegali le convocazioni per le visite sanitarie pronti ad adire le vie legali I pullman La
carica dei 450 Domenica di fuoco: oltre 350 pullman a Salemo, i parcheggi dedicati non bastano Le auto All'Arechi
1.200 vetture Esauriti anche i parcheggi per le auto, in serata all'Arechi il record di 1.200 mezzi in sosta I pedoni
Fiumana incentro Calca nel centro storico e al Corso, al teatro Verdi lieve incidente per una visitati ce Le navette
Ressaperltrasfer Ressa per le navette Cstp che fanno la spola da via Allende a piazza della Concordia -tit_org- Luci
caos, vigili dalTawocato - Assalto alle Luci: parcheggi ko, i vigili dall'avvocato
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Addio a Umberto, t shirt e fiori bianchi = Fiori bianchi e rabbia per l`addio a Umberto
[Katiuscia Stio]
Addio a Umberto, t-shirt e fiori bianchi Fiori bianchi, lasciati cadere da sottili cesti di vimini, formavano un candido
tappeto che passo dopo passo ha accompagnato la bara del giovane Umberto Mirarchi fino a raggiungere la chiesa di
San Gennaro. Migliaia le persone che hanno partecipato al rito funebre per dare un ultimo saluto al diciottenne, figlio
del vicesindaco. >Stloapag 23 Katiuscia Stio ALBANELLA. Fiori bianchi, lasciati cadere da sottili cesti divinimi,
formavano un candido tappeto che passo dopo passo ha accompagnato la bara del giovane Umberto Mirarchi fino a
raggiungere la chiesa di San Gennaro. Migliaia le persone che hanno partecipato al rito funebre per dare un ultimo
saluto al diciottenne, figlio del vicesindaco Pasquale Mirarchi, che sabato 26, intorno alle 2.30, ha perso la vita a
causa di un incidente stradale sul- Fìori bianchi e rabbia per Faddio a Umberto Gli amici lo salutano con un video che
lo riprende felice la Statale 18. Familiari, amici, forze dell'ordine, autorità civili, protezione civile, croce azzurra,
cittadini delle vicine contrade e paesi limitrofi, tutti in corteo, con il cuore gonfio di tristezza, silenziosamente, hanno
partecipato al giorno di dolore. Alcuni amici di Umberto, precedendo la salma, con indosso una maglietta bianca a
mezze maniche sulla quale era stampata la sua foto e la scritta Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore
dichiresta, lasciavano cadere a terra dei fiori mentre altri trasportavano la bianca cassa ricoperta da orchidee e
nebbioline. Candore, semplicità e purezza, espressi in simboli, sono i valori che rendevano grande Umberto. Umberto
ha saputo esprimere la propria umanità e sensibilità esistenziale. E lo ha fatto riuscendo ad abbracciare anche le note
stonate della vita, come tristezza, fatica, limiti e dolori. Le ha abbracciate con infinito amore, lo stesso che ha donato
aquantilo hanno conosciuto. Un ragazzo di soli diciotto anni che conprofondi tà d'animo e lucidità di giudizio guardava
all'infinito. Questi è Umberto ed ora, questo abbraccio, lui lo vive in Cristo ricorda don Carlo Ciocca, parroco di
Matinella ed Albanella, a cui, Maria e Fabiola, sorelle di Umberto, hanno affidato unalette- ãà che il ragazzo aveva
scritto per una di loro, da cui traspare amore fraterno, protezione, accoglienza. Mamma Lina, inginocchio ai piedi della
bara, durante tutto il rito fùnebre e nel mentre un video, realizzato dai compagni e proiettato sulle pareti della chiesa di
San Gennaro, ripercorre i momenti gioiosi ed intensi condivisi con lui RIPRODUZIONE RISERVATA -tit_org- Addio a
Umberto,shirt e fiori bianchi - Fiori bianchi e rabbia per l'addio a Umberto
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PREVISIONI L'avviso del Dipartimento della Protezione Civile
Freddo e vento su nord est e centro-sud
[Redazione]
LE PREVISIONI L'avviso del Dipartimento della Protezione Civile ROMA - L'arrivo di aria fredda dall'Europa
settentrionale determinerà da oggi, forti venti, inizialmente sul nord-est e poi in rapida estensione a tutte le regioni
centro-meridionali. La fase di maltempo sarà caratterizzata anche da un deciso calo delle temperature. Il Dipartimento
della Protezione Civile ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. Dalle prime ore di domani si
prevedono venti di burrasca anche forte provenienti da nord-est dapprima su Emilia-Romagna e Toscana, e poi su
Veneto, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Molise e Puglia. Sono possibili mareggiate lungo le coste esposte. Sulla
base dei fenomeni previsti è stata valutata per domani allerta gialla sul settore appenninico delle Marche, sui settori
costieri dell'Abruzzo, su tutto il Molise, sulla Calabria meridionale e centrale versante ionico e sulla Sicilia
settentrionale. In considerazione della piena in corso sull'asta del Po permane inoltre, ancora per domani, allerta
rossa per rischio idraulico in Emilia. Romagna sulle pianure di Piacenza-Parma e di Modena-Reggio Emilia, e in
Lombardia nella bassa pianura orientale. Allerta arancione sulla bassa pianura occidentale della Lombardia e sul
Veneto meridionale; allerta gialla su Emilia Romagna nella pianura di Bologna e Fer- -tit_org-
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Il metodo "eretico" per i terremoti
Lo studio potrebbe aiutare a studiare sistemi di messa in sicurezza per determinati territori
[Tonino Polistera]
H Esiste un criterio scientifico per sapere dove tremerà la terra nei prossimi anr Per il professore Mantovani sì e in
Calabria non sono annunciate forti scosse II metodo "eretico" per i terremot Lo studio potrebbe aiutare a studiare
sistemi di messa in sicurezza per determinati territc HTBreraiiSTEHa SIENA - Dove colpiranno i prossimi terremoti
forti in Italia? È questa la domanda, un po' provocatoria a dire ü vero, che si è posta l'equipe del dipartimento di
Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Siena diretta dal professore Enzo Mantovani, nel corso
di un'affollata conferenza organizzata dall'Accademia dei Fisiocritici del oapoluogo toscano. Sapere con esattezza
dove un sisma scatenerà la sua furia non è possibile, come sappiamo, ma cercare di capire, attraverso una strategia
che utilizza le conoscenze acquisite sul comportamento passato del sistema, ci aiuterà a capire - dice Mantovani come il quadro sismotettonico si svilupperà nel prossimo futuro. Partendo dalla situazione attuale che è stata creata
dalla recente distribuzione di terremoti forti, vengono avanzate ipotesi su dove lo sforzo e la deformazione sono
attualmente più intensi e dove di conseguenza esistono delle condizioni più favorevoli all'attivazione sismica delle
faglie rispetto alle altre zone del sistema. In base a questa procedura, potrebbero essere messe in atto delle misure di
prevenzione efficaci per prevenire i rischi di un forte terremoto. Teoria, questa, che come vedremo, contrasta e non
poco con quella, chiamiamola "ufficiale" dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia fatta propria dalla
protezione Civile. Ma procediamo con ordine. Ð metodo, che l'equipe del professore Mantovani ha definito
deterministico, ha individuato in alcune zone dell'Appennino settentrionale, della Sicilia Orientale e parte dell'estrema
punta della Calabria, le aree dove nei prossimi decenni si potranno avere dei terremoti di forte intensità. Ma come si è
giunti a questa conclusione che in un certo senso dovrebbe infondere una certa tranquillità a gran parte delle
popolazioni del Sud, da sempre sotto la spada di Damocle di un atteso big bang che dovrebbe portare morte e
distruzione? Considerato che i terremoti sono un fenomeno deterministico strettamente legato al progressivo sviluppo
dei processi tettonici, qualsiasi tentativo di prevedere il futuro percorso della sismicità in un dato sistema può fornire
risultati attendibili solo nei casi in cui venga adottata una metodologia basata sul legame di causa-effetto e sia
disponibile una profonda conoscenza sull'assetto geodinamico/tettonico e sui meccanismi sismogenetici in atto nella
zona in esame. Uno studio approfondito, inoltre, dei terremoti avvenuti sul nostro territorio a partire dal 1400 ci
fornisce ulteriori spiegazioni e ci aiuta a capire dove e come si sono distribuite le scosse. Un campanello d'allarme per
Campania, Basilica e Calabria potrebbero essere le interazioni con altri terremoti avvenuti in luoghi non molto distanti.
Faccio due esempi. Alcuni studi ci portano ad ipotizzare che il terremoto avvenuto nel Montenegro meridionale, nella
catena delle Dinaridi il 15 aprile 1979, abbia favorito il terremoto disastroso dell'Irpinia del novembre del 1980. Questo
dato lo ricaviamo dopo aver confrontato una serie di forti scosse avvenute nelle due zone negli ultimi due secoli.
Stesso discorso può essere fatto per la Calabria. La correlazione in questo caso, viene fatta con le scosse del settore
ellenico, compreso tra le isole toniche e l'Albania. Anche in questo caso la possibilità che la correlazione sopra
descritta abbia un carattere sistematico è suggerita dal confronto tra le storie sismiche delle due zone considerate, da
cui emerge che le scosse calabre con Magnitudo superiore a 6 sono state precedute, entro 10 anni al più, da almeno
un evento sismico con Magnitudo 6.5 nelle Ellenidi. Utilizzando le conoscenze così acquisite sul comportamento
passato del sistema, si cerca di capire come lo stesso quadro sismotettonico si svilupperà nel prossimo futuro,
partendo dalla situazione attuale che è stata creata dalla recente distribuzione di terremoti forti. In particolare,
vengono avanzate ipotesi su dove lo sforzo e la deformazione sono attualmente più intensi, e dove
conseguentemente esistono condizioni più favorevoli all'attivazione sismica delle faglie rispetto alle altre zone del
sistema. Premesso questo c'è da capire come si giunti alla conclusione che la Calabria, a parte l'estrema punta, così
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come la Campania, non dovrebbero subire dei forti terremoti nei prossimi decenni. È stato un evento esterno al
sistema - dice Mantovani - a portarci su questa strada. Normalmente è l'Africa che ci massacra con le sue spinte, ma
c'è anche il sistema Anatolico-Egeo che condiziona molto. In quel caso c'è stato un evento eccezionale che ha ancora
delle conseguenze sulle nostre zone. Si tratta del disaccoppiamento del cuneo turco che è separato dall'Eurasia dalla
faglia nord anatolica. Questa faglia, che consente lo spostamento di questo blocco, parte dalla Turchia orientale e
arriva fino all'Egeo, e si è attivata in modo totale dal 1939 fino agli anni '50/'60. Dei grossi terremoti hanno spaccato
una faglia lunga 300 chilometri causando lo spostamento della Turchia verso l'Egeo. Questo spostamento ha praticamente bloccato i movimenti della Calabria che è riinasta chiusa nella morsa tra il blocco della Sicilia e quello
dell'Egeo. Ecco perché non abbiamo ormai dal 1947 dei terremoti di una certa intensità in questa regione, mentre i
precedenti storici ci raccontano di una sismicità importante mediamente ogni 15 anni. La Sicilia al contrario è molto
più sollecitata ad uscire da questa morsa perché è sotto pressione. La Calabria come abbiamo visto è bloccata
mentre la Sicilia spinge verso questo piastrone ohe ha davanti aumentando le fratture chequesti periodi causano
violenti terremoti a enormi profondità. Questo ci fa pensare che l'area orientale, da Messina fino a Siracusa e che
comprende la punta della Calabria, possa essere una delle zone più a rischio in Italia. Nonostante questo però e
senza poter fare nessuna previsione sugli sviluppi temporali, la priorità io la darei alla zona di Norcia, Gubbio, Alta Val
Tiberina fino a tutto il forlivese. Quella è una zona che è destinata ad attivarsi. Non so quando ma, anche alla luce
delle recenti attività sismiche, per alcuni mesi queste sono zone parecchio a rischio. Ecco, partendo da questi dati
sarebbe importante concentrare una parte cospicua delle risorse proprio in queste aree, per permettere la messa in
sicurezza del patrimonio edilizio e delle infrastrutture vitali, ma soprattutto per evitare quanto più possibile la perdita di
vite umane. In poche parole il professore Mantovani sostiene che se la protezione Civile oggi dispone, per esempio, di
100 milioni di euro da destinare alla prevenzione, sarebbe mutile impegnarli tutte le zone cosiddette a rischio;
distribuirli, diciamo così, in maniera omogenea in quasi tutto il territorio nazionale. Anche se la scossa forte non si
verifica in una delle aree individuate dal nostro studio (cosa che non si può escludere, considerata la complessità del
problema), le conseguenze negative di tale insuccesso sarebbero limitate, perché il fatto di avere impiegato risorse
nelle zone previste ma non colpite, comporterebbe per la zona effettivamente colpita una differenza minima rispetto
ali 'impegno economico che avrebbe ricevuto. Invece, nel caso in cui il terremoto avvenisse nelle zone prioritarie
proposte, i vantaggi pratici sarebbero consistenti, in quanto gli interventi effettuati in quelle zone comporterebbero un
notevole miglioramento del livello di sicurezza, permettendo di salvare vite umane e limitare i danneggiamenti
irreversibili di molti edifici e infrastrutture di primaria importanza. Quindi, per dirlasoldoni, meglio investire tanto in una
zona dove c'è una maggiore possibilità che si verifichi un forte terremoto, che poco in tante aree. Noi sappiamo che
una larga parte del patrimonio edilizio in Italia non ha i requisiti per resistere agli scuotimenti sismici prodotti dai
terremoti del passato, che verosimilmente potranno ripetersi nel futuro. Per cui, la messa in sicurezza degli edifici in
tutto U territorio nazionale richiederebbe un impegno economico largamente superiore alle risorse disponibili. Un
modo per raggiungere questo obiettivo potrebbe essere comunque identificato contando sull'ipotesi, molto probabile,
che nelle prossime decine di anni solo poche zone italiane saranno colpite da scosse forti e che perciò per tale
periodo la necessità di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio riguarderà solo una parte molto limitata dell'Italia. E
qui entra in scena la protezione Civile che ha, come punto di riferimento scientifico in Italia, l'Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia. Istituto che, secondo le affermazioni di Mantovani non ha alcuna intenzione di prendere in
considerazioni gli studi, i metodi di ricerca ed i risultati, che altre comunità scientifiche hanno raggiunto. Men che
meno una proposta come quella suggerita dalla comunità scientifica senese. La speranza di vedere realizzata una
così allettante prospettiva continua Mantovani - dovrebbe suscitare l'interesse dei responsabili della protezione Civile
in Italia che dovrebbero farsi promotori di pubblici confronti con gli esperti del settore. Questo però non avviene, anzi
daparte della protezione Civile c'è una vera e propria chiusura nei nostri confronti. Per loro noi di Siena siamo dei
ricercatori isolati che non meritano neanche di essere ascoltati. Alcuni loro funzionari hanno strettissimi contatti con
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lingv e tendono a considerare questo Istituto come il solo interlocutore che loro vogliono ascoltare, oltre ad avere idee
diverse che non coincidono con le nostre. Io dico parliamone, confrontiamoci e troviamo delle soluzioni. Invece nulla,
sono chiusi anche davanti all'evidenza. Ð riferimento è a quanto avvenuto in Umbria dove hanno sbagliato la velocità
accelerometrica. Avevano previsto negli anni scorsi eventi sismici con un massimo di 8 ed invece abbiamo avuto un
11. Ð che significa consigliare di costruire o di ristrutturare edifici pubblici e privati, in un modo piuttosto che in un
altro. E questa è una cosa grave. E non lo dico io, dicono i fatti. Contrapposizione tra teorie e metodi che non gioca
sicuramente a favore dei luoghi e, soprattutto, delle persone che abitano e vivono le aree maggiormente a rischio.
Rimane da capire perché protezione Civile e Ingv rifiutino confronto con il dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra
e dell'Ambiente di Siena e con altre realtà sparse sul territorio italiano. Non vorremmo si trattasse di una sorta di
discriminazione scientifica che troppo spesso in Italia e non solo, ha visto in lotta le scuole di pensiero tradizionali
contro quelle non allineate. Dunque nulla dovrebbe essere trascurato da chi ha dedicato la propria vita allo studio di
questi fenomeni e tutti dovrebbero fare la loro parte in maniera costruttiva e sinergica, per raggiungere al più presto
possibile risultati concreti e importanti, perché chi ne va di mezzo sono i milioni di italiani che abitano le zone a rischio,
oltre all'immenso patrimonio edilizio, artistico e monumentale che ha fatto la storia di questo paese. L'idea sviluppata
nell'ateneo di Siena Non possiamo prevedere, ma capire come le cose si svilupperanno nel futuro' Soluzione
fortemente osteggiata dall'Ingv -tit_org- Il metodo eretico per i terremoti
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Il metodo "eretico" per i terremoti
Lo studio potrebbe aiutare a studiare sistemi di messa in sicurezza per determinati territori
[Tonino Polisterra]
H Esiste un criterio scientifico per sapere dove tremerà la terra nei prossimi anr Per il professore Mantovani sì e in
Calabria non sono annunciate forti scosse II metodo "eretico" per i terremot Lo studio potrebbe aiutare a studiare
sistemi di messa in sicurezza per determinati territc SIENA - Dove colpiranno i prossimi terremoti fortiItalia? È questa
la domanda, un po' provocatoria a dire il vero, che si è posta l'equipe del dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e
dell'Ambiente dell'Università di Siena diretta dal professore Enzo Mantovani, nel corso di un'affollata conferenza
organizzata dall'Accademia dei Fisiocritici del capoluogo toscano. Sapere con esattezza dove un sisma scatenerà la
sua furia non è possibile, come sappiamo, ma cercare di capire, attraverso una strategia che utilizza le conoscenze
acquisite sul comportamento passato del sistema, ci aiuterà a capire - dice Mantovani - come il quadro sismotettonico
si svilupperà nel prossimo futuro. Partendo dalla situazione attuale che è stata creata dalla recente distribuzione di
terremoti forti, vengono avanzate ipotesi su dove lo sforzo e la deformazione sono attualmente più intensi e dove di
conseguenza esistono delle condizioni più favorevoli all'attivazione sismica delle faglie rispetto alle altre zone del
sistema. In base a questa procedura, potrebbero essere messe in atto delle misure di prevenzione efficaci per
prevenire i rischi di un forte terremoto. Teoria, questa, che come vedremo, contrasta e non poco con quella,
chiamiamola "ufficiale" dell'I_________ stituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia fatta propria dalla protezione
Civile. Ma procediamo con ordine. Ð metodo, che l'equipe del professore Mantovani ha definito deterministico, ha
individuato in alcune zone dell'Appennino settentrionale, della Sicilia Orientale e parte dell'estrema punta della
Calabria, le aree dove nei prossimi decenni si potranno avere dei terremoti di forte intensità. Ma come si è giunti a
questa conclusione che in un certo senso dovrebbe infondere una certa tranquillità a gran parte delle popolazioni del
Sud, da sempre sotto la spada di Damocle di un atteso big bang che dovrebbe portare morte e distruzione?
Considerato che i terremoti sono un fenomeno deterministico strettamente legato al progressivo sviluppo dei processi
tettonici, qualsiasi tentativo di prevedere il futuro percorso della sismicità in un dato sistema può fornire risultati
attendibili solo nei casi in cui venga adottata una metodologia basata sul legame di causa-effetto e sia disponibile una
profonda conoscenza sull'assetto geodinamico/tettonico e sui meccanismi sismogenetici in atto nella zona in esame.
Uno studio approfondito, inoltre, dei terremoti avvenuti sul nostro territorio a partire dal 1400 ci fornisce ulteriori
spiegazioni e ci aiuta a capire dove e come si sono distribuite le scosse. Un campanello d'allarme per Campania,
Basilica e Calabria potrebbero essere le interazioni con altri terremoti avvenuti in luoghi non molto distanti. Faccio due
esempi. Alcuni studi ci portano ad ipotizzare che il terremoto avvenuto nel Montenegro meridionale, nella catena delle
Dinaridi il 15 aprile 1979, abbia favorito il terremoto disastroso delTIrpinia del novembre del 1980. Questo dato lo
ricaviamo dopo aver confrontato una serie di forti scosse avvenute nelle due zone negli ultimi due secoli. Stesso
discorso può essere fatto per la Calabria. La correlazione in questo caso, viene fatta con le scosse del settore
ellenico, compreso tra le isole loniche e l'Albania. Anche in questo caso la possibilità che la correlazione sopra
descritta abbia un carattere sistematico è suggerita dal confronto tra le storie sismiche delle due zone considerate, da
cui emerge che le scosse calabre con Magnitudo superiore a 6 sono state precedute, entro 10 aniii al più, da almeno
un evento sismico con Magnitudo 6.5 nelle Ellenidi. Utilizzando le conoscenze così acquisite sul comportamento
passato del sistema, si cerea di capire come lo stesso quadro sismotettonico si sviluppe
rà nel prossimo futuro, partendo dalla situazione attuale che è stata creata dalla recente distribuzione di terremoti forti.
In particolare, vengono avanzate ipotesi su dove lo sforzo e la deformazione sono attualmente più intensi, e dove
conseguentemente esistono condizioni più favorevoli all'attivazione sismica delle faglie rispetto alle altre zone del
sistema. Premesso questo c'è da capire come si giunti alla conclusione che la Calabria, a parte l'estrema punta, così
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come la Campania, non dovrebbero subire dei forti terremoti nei prossimi decenni. È stato un evento estemo al
sistema - dice Mantovani - a portarci su questa strada. Normalmente è l'Africa che ci massacra con le sue spinte, ma
c'è anche il sistema Anatolico-Egeo che condiziona molto. In quel caso c'è stato un evento eccezionale che ha ancora
delle conseguenze sulle nostre zone. Si tratta del disaccoppiamento del cuneo turco che è separato dall'Eurasia dalla
faglia nord anatolica. Questa faglia, che consente lo spostamento di questo blocco, parte dalla Turchia orientale e
arriva fino all'Egeo, e si è attivata in modo totale dal 1939 fino agli anni '50/'60. Dei grossi terremoti hanno spaccato
una faglia lunga 300 chilometri causando lo spostamento della Turchia verso l'Egeo. Questo spostamento ha
praticamente bloccato i movimenti della Calabria che è rimasta chiu- sa nella morsa tra ü blocco della Sicilia e quello
dell Egeo. Ecco perché non abbiamo ormai dal 1947 dei terremoti di una certa intensitàquesta regione, mentre i
precedenti storici ci raccontano di una sismicità importante mediamente ogni 15 anni. La Sicilia al contrario è molto
più sollecitata ad uscire da questa morsa perché è sotto pressione. La Calabria come abbiamo visto è bloccata
mentre la Sicilia spinge verso questo piastrone che ha davanti aumentando le fratture che in questi periodi causano
violenti terremoti a enormi profondità. Questo ci fa pensare che l'area orientale, da Messina fino a Siracusa e che
comprende la punta della Calabria, possa essere una delle zone più a rischio in Italia. Nonostante questo però e
senza poter fare nessuna previsione sugli sviluppi temporali, la priorità io la darei alla zona di Norcia, Gubbio, Alta Val
Tiberina fino a tutto il forlivese. Quella è una zona che è destinata ad attivarsi. Non so quando ma, anche alla luce
delle recenti attività sismiche, per alcuni mesi queste sono zone parecchio a rischio. Ecco, partendo da questi dati
sarebbe importante concentrare una parte cospicua delle risorse proprio in queste aree, per permettere la messa in
sicurezza del patrimonio edilizio e delle infrastrutture vitali, ma soprattutto per evitare quanto più possibile la perdita di
vite umane. In poche parole il professore Mantovani sostiene che se la protezione Civile oggi dispone, per esempio, di
100 milioni di euro da destinare alla prevenzione, sarebbe inutile impegnarli in tutte le zone cosiddette a rischio;
distribuirli, diciamo così, in maniera omogenea in quasi tutto il territorio nazionale. Anche se la scossa forte non si
verifica in una delle aree individuate dal nostro studio (cosa che non si può escludere, considerata la complessità del
problema), le conseguenze negative di tale insuccesso sarebbero limitate, perché il fatto di avere impiegato risorse
nelle zone previste ma non colpite, comporterebbe per la zona effettivamente colpita una differenza minima rispetto
ali 'impegno economico che avrebbe ricevuto, Invece, nel caso in cui il terremoto avvenisse nelle zone prioritarie
proposte, i vantaggi pratici sarebbero consistenti, in quanto gli interventi effettuati in quelle zone comporterebbero un
notevole miglioramento del livello di sicurezza, permettendo di salvare vite umane e limitare i danneggiamenti
irreversibili di molti edifici e infrastrutture di primaria importanza. Quindi, per dirla in soldoni, meglio investire tanto in
una zona dove c'è una maggiore possibilità che si verifichi un forte terremoto, che poco in tante aree. Noi sappiamo
che una larga parte del patrimonio edilizio in Italia non ha i requisiti per resis
tere agli scuotimenti sismici prodotti dai terremoti del passato, che verosimilmente potranno ripetersi nel futuro. Per
cui, la messa in sicurezza degli edificitutto il territorio nazionale richiederebbe un impegno economico largamente
superiore alle risorse disponibili. Un modo per raggiungere questo obiettivo potrebbe essere comunque identificato
contando sull'ipotesi, molto probabile, che nelle prossime decine di anni solo poche zone italiane saranno colpite da
scosse forti e che perciò per tale periodo la necessità di metteresicurezza il patrimonio edilizio riguarderà solo una
parte molto limitata dell'Italia. E qui entra in scena la protezione Civile che ha, come punto di riferimento scientifico in
Italia, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Istituto che, secondo le affermazioni di Mantovani non ha alcuna
intenzione di prendereconsiderazioni gli studi, i metodi di ricerca ed i risultati, che altre comunità scientifiche hanno
raggiunto. Men che meno una proposta come quella suggerita dalla comunità scientifica senese. La speranza di
vedere realizzata una così allettante prospettiva continua Mantovani - dovrebbe suscitare l'interesse dei responsabili
della protezione Civile in Italia che dovrebbero farsi promotori di pubblici confronti con gli esperti del settore. Questo
però non avviene, anzi da parte della protezione Civile c'è una vera e propria chiusura nei nostri confronti. Per loro noi
di Siena siamo dei ricercatori isolati che non meritano neanche di essere ascoltati. Alcuni loro funzionari hanno
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strettissimi contatti con lingv e tendono a considerare questo Istituto come il solo interlocutore che loro vogliono
ascoltare, oltre ad avere idee diverse che non coincidono con le nostre. Io dico parliamone, confrontiamoci e troviamo
delle soluzioni. Invece nulla, sono chiusi anche davanti all'evidenza.riferimento è a quanto avvenuto in Umbria dove
hanno sbagliato la velocità accelerometrica. Avevano previsto negli anni scorsi eventi sismici con un massimo di 8 ed
invece abbiamo avuto un 11. Il che significa consigliare di costruire o di ristrutturare edifici pubblici e privati, in un
modo piuttosto cheun altro. E questa è una cosa grave. E non lo dico io, dicono i fatti. Contrapposizione tra teorie e
metodi che non gioca sicuramente a favore dei luoghi e, soprattutto, delle persone che abitano e vivono le aree
maggiormente a rischio. Rimane da capire perché protezione Civile e Ingv rifiutino confronto con il dipartimento di
Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente di Siena e con altre realtà sparse sul territorio italiano. Non vorremmo si
trattasse di una sorta di "discriminazione scientifica che troppo spesso in Italia e non solo, ha visto in lotta le scuole di
pensiero tradizionali contro quelle non allineate. Dunque nulla dovrebbe essere trascurato da chi ha dedicato la
propria vita allo studio di questi fenomeni e tutti dovrebbero fare la loro parte in maniera costruttiva e sinergica, per
raggiungere al più presto possibile risultati concreti e importanti, perché chi ne va di mezzo sono i milioni di italiani che
abitano le zone a rischio, oltre all'immenso patrimonio edilizio, artistico e monumentale che ha fatto la storia di questo
paese. "Non possiamo prevedere, ma capire come le cose si svilupperanno nel futuro L'idea sviluppata nell'ateneo di
Siena Soluzione fortemente osteggiata dall'Ingv Nelle foto: il professore dell'Università di Siena Enzo Mantovani e il
pubblico che ha partecipato all'incontro "Dove colpiranno i prossimi terremoti?' -tit_org- Il metodo eretico per i
terremoti
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Staiti premia l`impegno dell`Arma
Alla Stazione dei carabinieri l'attestato di merito per il contributo post-alluvione 2015
[Agostino Belcastro]
Presenti il colonnello Toscani e il capitano Soriani Staiti premia l'impegno dell'Armi Alla Stazione dei carabinierì
l'attestato di merito per il contributo post-alluvione 201 ðiABnSTtMnBElCASTBB STAITI - Conferito dal Comune di
Staiti un attestato di Benemerenza alla locale Stazione dei Carabinieri per essersi distintaoccasione dell'alluvione che
ha colpito il paese dal 2 9 ottobre al 3 novembre 2015. E' un riconoscimento sentito e sincero che l'Amministrazione
Comunale di Staiti, guidata dal Sindaco Antonio Domenico Principato, ha inteso conferire ad un'istituzione che da
oltre 200 anni è a presidio della legalità e della sicurezza. In occasione dell'evento erano presenti il Colonnello
Comandante del Gruppo Territoriale di Locri, Pasqualino Toscani ed il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di
Bianco, Ermanno Soriano i quali, nel corso dei loro interventi,hanno ringraziato il Sindaco per il nobile gesto
sottolineando che quanto hanno fatto i militari della Stazione di Staiti, al Comando del Maresciallo Ordinario Vincenzo
Franco rientra nella normalità del ruolo insito nei compiti istituzionali dell'Arma. Presenti alla manifestazione i
consiglieri della Città Metropolitana di Reggio Calabria Antonino Castorina e Pierpaolo Zavettieri nonché il Sindaco del
Comune di Brancaleone Francesco Moio. Gli invitati, nel corso dei loro interventi, hanno posto l'accento sulla bontà
dell'iniziativa intrapresa dal Sindaco Principato e dalla sua Amministrazione non mancando di svidenziare che nei aasi
di criticità, çîòå l'alluvione o altro, l'Arma dei Carabinieri è sempre presente dando il suo supporto logistico e umano a
360 gradi. "L'Arma dei Carabinieri Stazione di Staiti- ha esordito il Primo cittadino durante il suo intervento -in
particolare durante l'evento alluvionale she ha attanagliato il nostro territorio e non solo anche in altre circostanze, ha
rappresentato il baluardo dell'ordine e della sicurezza pubblica perché i militari sono stati vigili e testimoni delle
vicende politiche ed amministrative del particolare momento, non come mera azione di controllo e/o corpi estranei alla
vita sociale e programmatica ma come ente istituzionale integrato ed integrante. A tale proposito vorrei ricordare a
tutti noi - ha sottolineato il Sindaco e soprattutto far conoscere alle cariche Gerarchiche presenti e non il ruolo del Gli
uomini guidati da Franco sempre in prima linea Maresciallo Ordinario Vincenzo Fran con quanta attenzione, sagacia,
forzanimo, spirito collaborativo attacoamer al Borgo, senso dell'istituzione, amc verso la divisa che indossa e senso di:
sponsabilità nelle azioni che quotidiar mente si svolgevano perché partecipa non come supervisore ma soprattutto ñ
laborando e affiancando il sottoscritte tutto il personale impegnato nelle azic di protezione civile quali il soccorso e
pristino delle condizioni minime di vivi lita. Carissimi, - ha rimarcato ancora ilpò della Civica Amministrazione- ho àø
ãà vivi e presenti quei momenti di terrò: panico, ma anche vivo nei ricordi, l'atte zione che anche tutti i militari
compone ti la Stazione di Staiti, dall'App. Caloge Ognibene, al carabiniere scelto Massir Uano Grasso e voglio ancora
sottolinea il Maresciallo Vincenzo Franco che que dianamente rassicurava con la vicinan le persone anziane del
nostro Borgo E rantendo anche calma e tranquillità". Ã questi motivi il Capo della Civica Animi strazione ha conferito
l'attestato di Bei inerenza costituito da una targa ricor con impressa la relativa motivazione. sua volta il Maresciallo
Franco ha fatto ñ no al Sindaco di uno stemma raffigurar l'emblema dell'Arma dei Carabinieri. 14 -tit_org- Staiti
premiaimpegno dell Arma
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quotidianodipuglia.it
28-11-2016
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Lazio, allerta per il forte vento: in arrivo mareggiate e maltempo sull&#39;appennino
[Redazione]
In arrivo due giorni con forte vento sul Lazio, previste burrasche sul litoralee maltempo sull'appennino. Il Centro
Funzionale Regionale rende noto che ilDipartimento della Protezione Civile ha emesso un avviso di
condizionimeteorologiche avverse con indicazione che dal primo mattino di lunedì 28novembre e per le successive
24-36 ore si prevedono sul Lazio: venti diburrasca o burrasca forte nord-orientali. Sono possibili mareggiate lungo
lecoste esposte. Il Centro Funzionale Regionale ha emesso così un allertamentoper vento su tutte le zone di allerta
del Lazio: Bacini Costieri Nord, BacinoMedio Tevere, Appennino di Rieti, Roma, Aniene, Bacini Costieri Sud e
Bacinodel Liri. La Sala Operativa Permanente ha emesso pertanto l'allertamento delSistema di Protezione Civile
Regionale e invitato tutte le strutture adadottare tutti gli adempimenti di competenza. Si ricorda che per ogni
emergenzaè possibile fare riferimento alla Sala Operativa Permanente al numero 803.555. RIPRODUZIONE
RISERVATADomenica 27 Novembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 19:31
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primapaginamolise.it
28-11-2016
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Due giorni di formazione per il personale della Protezione civile
[Redazione]
Due giorni di stage formativo per volontari della Protezione Civile: incinquanta, in rappresentanza di quaranta
associazioni, stanno partecipando allostage tenuto dai formatori dell'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco delLazio
e del Molise, quest'ultimo guidato dal responsabile tecnico GianlucaMaroncelli."Ieri mattina, assieme al direttore
regionale dei Vigili del Fuoco, ing.Antonio Barone, abbiamo accolto gli stagisti nella struttura di Campochiarodove
anche oggi si tiene il corso di formazione", afferma Salvatore Ciocca cheprosegue: "Non posso che essere soddisfatto
dell'organizzazione, dellaprofessionalità e della numerosa partecipazione. E, ancora una volta, non sipuò non
sottolineare l'importanza del polo didattico della Protezione Civiledel Molise, non nuovo a giornate di formazione per
volontari che arrivano dafuori regione e che vengono in Molise per rinforzare, con un nuovo bagaglio diconoscenze, le
associazioni delle altre regioni. I nostri formatori e le nostrestrutture sono un'eccellenza dei quali essere orgogliosi".Il
delegato regionale, infine, rivolge "un ringraziamento ai funzionari dellaProtezione Civile del Molise, all'ingegnere
Antonio Cardillo e a Enzo Piacciper la professionalità e le consuete disponibilità e collaborazione dimostrateanche
questa volta".
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salernonotizie.it
28-11-2016
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Maltempo: freddo e vento forte su nord est e centro-sud | Salernonotizie.it
[Redazione]
salerno-freddo-meteo-maltempoL arrivo di aria fredda dall Europa settentrionaledeterminerà da domani, lunedì 28
novembre, forti venti, inizialmente sulnord-est e poi in rapida estensione a tutte le regioni centro-meridionali.La fase di
maltempo sarà caratterizzata anche da un deciso calo delletemperature.Il Dipartimento della Protezione Civile ha
emesso un avviso di condizionimeteorologiche avverse.Dalle prime ore di domani si prevedono venti di burrasca
anche forteprovenienti da nord-est dapprima su Emilia-Romagna e Toscana, e poi su Veneto,Marche, Umbria,
Abruzzo, Lazio, Molise e Puglia. Sono possibili mareggiatelungo le coste esposte. Sulla base dei fenomeni previsti è
stata valutata perdomani allerta gialla sul settore appenninico delle Marche, sui settoricostieri dell Abruzzo, su tutto il
Molise, sulla Calabria meridionale ecentrale versante ionico e sulla Sicilia settentrionale.In considerazione della piena
in corso sull asta del Po permane inoltre, ancoraper domani, allerta rossa per rischio idraulico in Emilia Romagna sulle
pianuredi Piacenza-Parma e di Modena-Reggio Emilia, e in Lombardia nella bassa pianuraorientale. Allerta arancione
sulla bassa pianura occidentale della Lombardia esul Veneto meridionale; allerta gialla su Emilia Romagna nella
pianura diBologna e Ferrara.27 novembre 20160 CommentiLeggi TuttoSalerno Notizie
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GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO BASILICATA
28-11-2016
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LIGURIA FRAGILE SGOMBERATE PER UNA NOTTE 200 PERSONE. E OGGI LA SENTENZA SUI MORTI DELL'ALLUVIONE
Genova, giù il muro di un palazzo costruito nel greto del torrente
[Redazione]
LIGURIA SGOMBERATE PER UNA NOTTE 200 PERSONE. E OGGI LA SENTENZA SUI MORTI DEll'ALLUVIONE
Una Liguria fragile, che si sbriciola per colpa della cementifìcazione a Genova, per colpa del maltempo nell'Imperiese.
Nel capoluogo, a Quezzi, il cedimento di un muro e del terreno ha messo a nudo le fondamenta di un palazzo
edificato nel greto del rio Fereggiano, il corso d'acqua che tracimò nell'autunno del 2011 e fece sei morti (oggi ci sarà
la sentenza per quei fatti, a giudizio anche l'ex sindaco Marta Vincenzi accusata di omicidio colpo plurimo, disastro
colposo, falso e calunnia). Il palazzo è stato sgomberato nella notte, come i due prospicienti che erano minacciati da
un eventuale crollo dell'altro edificio. Sono stati 168 gli sfollati per una notte. Sono venuti giù 300 metri cubi di terreno,
finiti nell'alveo del rio. Un boato alle due ha svegliato i residenti che dalle finestre hanno visto la terra cadere e
scoprire le fondamenta del palazzo. Poi la fuga, valigie in mano e la speranza di poter tornare al più presto. A tarda
sera, dopo i sopralluoghi dei tecnici del Comune e dei vigili del fuoco, oltre che di un ingegnere strutturista incaricato
dai proprietari dei terreni e degli edifici interessati hanno fatto rientro nelle loro case. Ð palazzo non ha danni
strutturali e così anche gli altri due non sono in pericolo. Un primo segnale era arrivato venti giorni fa con un piccolo
cedimento di terreno. Quel terreno che si è sbriciolato è proprietà privata. Ð Comune aveva intimato di intervenire
senza ottenere però alcuna risposta. Era stata la stessa amministrazione allora a mettersi in moto, operando in danno
dei privati. Ma l'acqua caduta in due giorni ha, in pratica, accelerato gli eventi, seppellendo anche una ruspa deUa
municipalizzata Aster che lì stava lavorando da giorni. Ora i proprietari interverranno per mettere in sicurezza e per
ripulire l'alveo del rio. Å' colpa di come è stata costruita la città, è un episodio frut to della cementifìcazione ha detto il
sindaco Marco Doria durante il sopralluogo a Quezzi. Ipotesi confermata dall'assessore regionale alla Protezione
civile, Giacomo Giampedrone che sottolinea: II cedimento è del tutto indipendente dal maltempo dei giorni scorsi. Non
è così per la frazione Monesi di Mendatica,provincia di Imperia. Lì il monte Saccarello si muove proprio per le piogge
torrenziali. Il fronte franoso sta trascinando via le case di Monesi, tutta l'area è stata interdetta, è zona rossa, come
per il terremoto, si raggiunge solo accompagnati dai vigili del fuoco. Dopo l'ultimo sopralluogo il Comune ha fatto
sapere che molti immobili sono già fortemente danneggiati. come la viabilità, distrutta. Monesi vive di seconde case,
ha solo due abitanti che sono stati sfollati ieri. GENOVA La frana che minaccia alcuni palazzi a Quezzi -tit_org-
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