stato-di-agitazione-pesca-2016-comunicato-stampa

Download Report

Transcript stato-di-agitazione-pesca-2016-comunicato-stampa

La pesca sarda si allea e dichiara lo 'stato di agitazione' del settore. Le Cooperative
sarde unite per non morire di burocrazia. Previste iniziative diffuse nelle marinerie di
tutta l'isola
COMUNICATO STAMPA
Cagliari 28 novembre 2016 - Il settore pesca isolano reagisce per difendere la propria esistenza. Per
questo i dipartimenti pesca della Sardegna di AGCI, Confcooperative, Legacoop e l'Associazione
Armatori motopescherecci sardi, di concerto con il coordinamento dell'Alleanza delle Cooperative
Italiane, di cui fanno parte le centrali nazionali delle stesse cooperative, sottoscrivono lo 'Stato di
agitazione della pesca Italiana'. L'agitazione, che proseguirà nei prossimi mesi con iniziative diffuse
in tutte le marinerie isolane, oppone il comparto ad una situazione ormai diventata insostenibile che,
come si legge nel documento unitario dell'Alleanza, mette 'l'intero settore di fronte ad una vera e propria
emergenza che rischia di avere contraccolpi socioeconomici e occupazionali devastanti'.
Il settore pesca in Sardegna si compone di una flotta di oltre 1300 imbarcazioni, operanti nei
compartimenti marittimi di Cagliari, Oristano, Porto Torres, La Maddalena e Olbia. La maggior parte di
queste (1176 vale a dire l’88%) sono impegnate nell’attività di pesca artigianale. Sono generalmente
barche di piccole dimensioni (stazza lorda media TSL di circa 5 tonnellate) che effettuano diversi tipi di
pesca quali tramagli, reti fini, palamiti, nasse e attrezzi multipli in genere. La restante parte è costituita
da pescherecci a strascico con 161 unità (12 %) che rappresenta però circa il 78% della stazza totale in
GT. Gli equipaggi della flotta sarda sono costituiti da quasi 2000 operatori la maggior parte dei quali
sono imbarcati nei pescherecci della piccola pesca artigianale.
Le organizzazioni regionali Federcoopesca, Legacoop dipartimento pesca e Agci Agrital,
accomunati nell’Alleanza delle Cooperative, unitamente all’Associazione Armatori Sardi,
condividendo il malcontento che anima gli operatori del comparto, proclamano l'adesione della pesca
sarda allo stato di agitazione per richiamare con forza l’attenzione del Governo, del Parlamento e delle
istituzioni regionali sulla necessità di interventi urgenti per il settore. Le Associazioni puntano il dito
contro burocrazia e pregiudizi che stanno frenando le possibilità di sviluppo di un settore, quello della
pesca, che con una gestione accorta da parte delle istituzioni nazionali e comunitarie potrebbe giovarsi
di un innovazione strutturale in grado di valorizzare una filiera potenzialmente in grado di incidere
positivamente nello sviluppo del Paese.
La battaglia che le Associazioni sarde della pesca sostengono per la salvaguardia del settore presenta
degli aspetti comuni a tutte le marinerie italiane, alle quali si aggiungono quelle specifiche dei pescatori
dell'Isola. La revisione del sistema sanzionatorio (multe fino a 150.000 euro) introdotto di recente con
la Legge 154, che inizialmente doveva contenere norme per lo sviluppo si di fatto trasformato in un
regolamento repressivo, penalizzante e punitivo per tutte le marinerie italiane, ma particolarmente
pesante per la Sardegna che anche in questo settore patisce i problemi tipici dell'insularità. E’ necessario
la messa a punto di un nuovo sistema di ammortizzatori sociali; il ripristino a costo zero per la Pubblica
Amministrazione, della Commissione Consultiva Centrale della Pesca marittima e dell’Acquacoltura
quale indispensabile organismo di confronto e consultazione per la categoria; la semplificazione delle
pratiche amministrative e la diminuzione dei costi burocratici che gravano pesantemente sulla redditività
delle imprese ittiche.
La gestione delle lagune sarde. Sulle concessioni demaniali è necessario costruire una visione
strategica di medio - lungo periodo. Le concessioni a fini di pesca e acquacoltura sono attualmente
prorogate al 31 dicembre 2020. E' importante utilizzare questo tempo per attuare politiche serie di
gestione e sviluppo delle aree demaniali
I danni creati dalla fauna selvatica. I delfini in mare e i cormorani nelle lagune creano un problema
enorme ai nostri pescatori. Servono soluzioni efficaci per indennizzare l'attività economica degli
operatori.
Accesso al credito. Rendere più accessibili i mercati finanziari e creditizi, per garantire un reale
sostegno alle imprese e dare forza al processo di razionalizzazione e consolidamento, anche alla luce
dei prossimi bandi FEAMP.
La pesca abusiva e “pseudo sportiva”. Ai frequenti controlli per i pescatori professionali non fa
seguito un altrettanto pressante l'attenzione nei confronti della pesca abusiva. La crisi economica sta
spingendo sempre più persone ad esercitare la pesca senza autorizzazioni, regole, né limiti, innescando
problemi serissimi da un punto di vista sociale ed economico.
La riduzione delle aree di pesca. Quasi il 90% della flotta peschereccia isolana pratica la pesca
artigianale con imbarcazioni di basso tonnellaggio, costrette a concentrare lo sforzo di pesca in poche
aree molto frequentate a causa della conformazione dei fondali attorno alla Sardegna. Le servitù militari
accentuano questo problema precludendo l'accesso a vaste aree di pesca: costa sud occidentale (Capo
Teulada), costa di Oristano (Capo Frasca) e costa orientale (Capo san Lorenzo). Oltre 103.000 ettari di
mare precluso o quasi a circa 540 imbarcazioni con oltre 1.000 imbarcati. Altri 76.000 ettari, di cui 2,600
di divieto assoluto sono sotto tutela delle sei Aree Marine Protette e Parchi con aree a mare
Quote tonno e pesce spada. La recente assemblea ICCAT (Commissione internazionale per i grandi
pelagici), nonostante il parere fortemente contrario delle Associazioni della pesca, ha approvato
l’introduzione di un sistema di quote per il pesce spada, che rischia di mettere in ginocchio la flotta
sarda. Dall’Alleanza arriva anche un invito a battersi per ottenere un più marcato aumento del TAC
(Totale ammissibile catture) per il tonno rosso per i prossimi anni, ridefinendo i criteri di assegnazione
delle quote verso le imbarcazioni della pesca artigianale, così come indicato dalle recenti prescrizioni
comunitarie. Solo così la pesca artigianale avrà maggiori possibilità di sfruttare una risorsa tornata
abbondante da alcuni anni, ma che paradossalmente rischia di penalizzare decine di imprese terrorizzate
dalle nuove pesanti sanzioni previste in caso di catture accessorie o involontarie.
Sul fronte internazionale, i rappresentanti delle organizzazioni chiedono di metter fine agli eccessi del
regolamento sui controlli ed alla condizionalità, che rischia di chiudere le porte del FEAMP
(Finanziamenti europei) in faccia alle imprese per infrazioni gravi solo sulla carta ma lievi nella
sostanza, come sbagliare a segnare un pesce nel logbook.
AGCI AGRITAL
Sardegna
Giovanni Angelo Loi
ASSOCIAZIONE
ARMATORI
Sardegna
Renato Murgia
CONFCOOPERATIVE
FEDERCOOPESCA
Sardegna
Roberto Savarino
LEGA COOP
Agroalimentare
Dipartimento Pesca
Gabriele Chessa