Finestre Aperte 4/2016 - Centro Beata Maria Bolognesi

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Transcript Finestre Aperte 4/2016 - Centro Beata Maria Bolognesi

Finestre aperte
Periodico del Centro Beata Maria Bolognesi Onlus attore
della causa di canonizzazione della Beata Maria Bolognesi
Anno XXV n. 4 / 2016
E-mail: [email protected]
SITO internet: www.mariabolognesi.com
Pagina Facebook: Beata Maria Bolognesi
dedicato a
Maria Bolognesi
di Giuseppina
Giacomini
Ho cercato il tuo
volto
tra la folla
ma tu non eri
folla.
Ho cercato il tuo
sguardo
tra i fiori
ma tu non eri
fiore.
Ho cercato il tuo
sorriso
tra le stelle
ma tu non eri
stella.
Dipinto della Beata, 1977.
Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Quadrimestrale.
In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta.
“Ho cercato …”
Eppure io so che
vivi
e fiore e stelle sei
e tra la folla poi ti
troverò.
S
ommario
Finestre aperte
Periodico del Centro Beata Maria Bolognesi Onlus attore
della causa di canonizzazione della Beata Maria Bolognesi
n. 4 / 2016
Anno XXV n. 4 / 2016
E-mail: [email protected]
SITO internet: www.mariabolognesi.com
Pagina Facebook: Beata Maria Bolognesi
dedicato a
Maria Bolognesi
di Giuseppina
Giacomini
Ho cercato il tuo
sguardo
tra i fiori
ma tu non eri
fiore.
Ho cercato il tuo
sorriso
tra le stelle
ma tu non eri
stella.
DIPInto DeLLA BeAtA, 1977.
Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Quadrimestrale.
In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta.
“Ho cercato …”
Ho cercato il tuo
volto
tra la folla
ma tu non eri
folla.
Eppure io so che
vivi
e fiore e stelle sei
e tra la folla poi ti
troverò.
1 Dedicato a Maria Bolognesi
di Giuseppina Giacomini
3Editoriale
di Maria Bertilla Franchetti
3Agenda
a cura della Redazione
4 Ideale dell’anima
di padre Tito M. Sartori
7 Una parola dimenticata
di Giuseppina Giacomini
8 Maria beata continua la sua opera
di Luciano Faraon
10 Gli attributi di Dio
di Silvana Gullo
12 Alcuni pensieri
a cura della Redazione
C
ari lettori,
questo numero speciale del periodico si contraddistingue anche per l’assenza del bollettino del nostro
c.c.p. di cui riporto il n. 26145458, intestato a Centro
Maria Bolognesi.
Non è che “improvvisamente” siamo diventati “ricchi”
per cui non bussiamo e non busseremo più alla porta del
vostro buon cuore.
Ricordatevi che avremo sempre bisogno del vostro
sostegno per:
1) far partire il Processo di Canonizzazione;
2) aiutare i poveri;
3)rispondere in modo adeguato a quanti ci chiedono –
soprattutto dall’estero – relequie di prima e/o di seconda classe, possibilmente in teca, di Maria Beata;
4)stampare e diffondere: immaginette con preghiera
per la sua glorificazione, dépliants e piccole monografie sulla sua vita;
5)tradurre quanto sopra citato, almeno in tre lingue
straniere: inglese, spagnolo e portoghese, essendo
queste le più usate nella corrispondenza.
Ritornando ai bollettini postali, vi informiamo che
non siamo riusciti in tempo a far si che le Poste ce li consegnassero con la nuova dicitura: Centro Beata Maria Bolognesi Onlus.
Confidiamo comunque in un vostro aiuto, anche
solo nell’invio di qualche francobollo.
Nel salutarvi tutti con profonda gratitudine, rinnoviamo gli auguri più belli per le imminenti Festività Natalizie.
La redazione
13 In attesa della nascita
di Súscipe
14Canto dolcissimo
a cura della Redazione
15 Sms - Mails - Lettere in redazione
a cura della Redazione
Direttore Responsabile: Maria Bertilla Franchetti
Direttore: Giuseppina Giacomini
In redazione: Luciano Faraon, Maria Bertilla Franchetti, Silvana Gullo,
Pierandrea Gusella, Maria Rosetta Menarello, Paola Munaro
Sede e Redazione: Centro Beata Maria Bolognesi Onlus - Via G. Tasso, 49
45100 Rovigo - Telefono e fax: 0425.27931
Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992
Grafica: Roberto Chillon
Stampa: Papergraf.it S.r.l. - Piazzola sul Brenta (Pd)
Per offerte: Conto corrente postale 26145458
2 – Finestre aperte n. 4
Il presepe costruito dalla nostra Beata nella sede del nostro Centro.
EDITORIALE
a cura di Maria
Bertilla Franchetti
Vigilare,
un atto di amore
C
’è una Grandezza, disattesa o parzialmente accolta, che invoca attenzione, rispetto. L’universo stesso, quella “stanza smisurata e superba”
(per citare Leopardi) reca l’orma del suo Creatore, eppure l’occhio corre
“tiepido”, quasi assuefatto a troppa bellezza e grazia.
Occorre vigilare per sentire il “respiro” di Dio, avvertire la sua luce e la sua
promessa di futuro. E ciò implica un vegliare, alla stessa stregua di Maria e
Giuseppe a Betlemme, quando accarezzano il Mistero nella carne dell’Unigenito... e prolungano il loro “Sì”, il loro “Amen”.
Si legge nel “Catechismo della Chiesa cattolica”: «Positivamente, la lotta
contro il nostro io possessivo e dominatore è la vigilanza, la sobrietà del cuore.
Quando Gesù insiste sulla vigilanza, essa è sempre relativa a lui, alla sua venuta nell’ultimo giorno ed ogni giorno: “Oggi”. Lo Sposo viene a mezzanotte;
la luce che non deve spegnersi è quella della fede: “Di te ha detto il mio cuore:
- Cercate il suo volto” (Sal 27,8)».
«Non abbiamo bisogno di nient’altro che di uno spirito vigilante». Questo
apoftegma di abba Poemen, un padre del deserto, esprime l’essenzialità che
la vigilanza riveste nella vita spirituale cristiana. Osserva al riguardo Enzo
Bianchi: «Poiché lo scopo da conseguire per un cristiano è la relazione con
Dio attraverso Gesù Cristo, la vigilanza cristiana è totalmente relativa alla
persona di Cristo che è venuto e che verrà. Basilio di Cesarea termina le
sue Regole morali affermando che lo “specifico” del cristiano consiste proprio nella vigilanza in ordine alla persona di Cristo: “Che cosa è proprio del
cristiano? Vigilare ogni giorno e ogni ora ed essere pronto nel compiere perfettamente ciò che è gradito a Dio, sapendo che nell’ora che non pensiamo il
Signore viene”». E continua: «La vigilanza è lucidità interiore, intelligenza,
capacità critica, presenza alla storia, non distrazione e non dissipazione.
Unificato dall’ascolto della Parola di Dio, interiormente attento alle sue esigenze, l’uomo vigilante diviene responsabile, cioè radicalmente non indifferente, cosciente di doversi prendere cura di tutto e, in particolare, capace
di vigilare su altri uomini e di custodirli. È, la vigilanza, una qualità che
richiede grande forza interiore e produce equilibrio: si tratta di attivare la
vigilanza non solo sulla storia e sugli altri, ma anche su di sé (...). Affinché su
tutto regni la signoria di Cristo. La difficoltà della vigilanza consiste proprio
nel fatto che anzitutto è su di sé che occorre vigilare: il nemico del cristiano è
in lui stesso, non fuori di lui».
San Padre Pio ammonisce in proposito: «Il tuo studio e la tua vigilanza siano rivolti alla rettitudine d’intenzioni che devi tenere nell’operare e nel combattere sempre valorosamente e generosamente le arti maligne del cattivo spirito».
E Blaise Pascal sembra sussurrare ancora adesso: «Cristo è in agonia fino
alla fine del mondo. I suoi discepoli, pertanto, sappiano riascoltare l’ordine del
Maestro: “Rimanete qui e vegliate con me”».
B u o n N a t a l e !
Agenda
22 del mese
ore 16.30 Santo Rosario
al Centro Beata
Maria Bolognesi
(C.B.M.B.)
30 del mese
ore 10.30 (solo se festivo):
S. Messa al Tempio cittadino
“Beata Vergine del Soccorso”
giovedì
20 ottobre
ore 16.30 Santo Rosario
ore 17.00 Santa Messa celebra
don M. Gallian nella Cappella
del Centro
venerdì
21 ottobre
92° anniversario della nascita della Beata
ore 15.30 Santa Messa nella
chiesa parrocchiale di Bosaro
domenica
23 ottobre
ore 16.00 incontro al Centro
con don Daniele Donegà
e i ragazzi della Cresima
di Melara
martedì
25 ottobre
ore 15.30 Santo Rosario
ore 16.00 Santa Messa
celebra padre Alfonso
nella Cappella del Centro
mercoledì
9 novembre
ore 15.30 Santo Rosario
ore 16.00 Santa Messa
celebra don Sante Babolin
nella Cappella del Centro
Informiamo i lettori che al momento
di andare in stampa, non ci sono
ancora pervenuti gli appuntamenti
di novembre e dicembre prossimi.
■
Settembre-Dicembre 2016 – 3
L
a fede
Cullot Valera,
Il grande
Crocefisso
(particolare),
1931, scultura
lignea policroma,
Santuario del
Crocifisso,
Collevalenza.
L’umanità di Cristo Crocifisso
Ideale dell’anima
di padre
Tito M. Sartori
presentazione
Semel in anno licet insanire
F
acciamo nostro questo detto latino, che traduciamo: “Una
volta all’anno è lecito perdere la testa”.
In perfetta armonia con il direttore responsabile, la Redazione e i vari collaboratori, si è deciso di uscire con un numero
speciale del nostro periodico, che si presenta “privo” di alcune
rubriche abituali.
La rivista è completamente dedicata alla beata Maria Bolognesi, intorno alla quale ci siamo “stretti” pregandola di intercedere per il Popolo di Dio, sia il 7 settembre (3° anniversario della
sua Beatificazione), sia il 21 ottobre (92° anniversario della sua
nascita).
Qualcuno si potrebbe chiedere il perché di tale scelta, per cui
rispondiamo così: la nostra Beata è poco conosciuta nel territorio
diocesano!
Riteniamo che una dovuta immersione nella sua figura sotto
gli aspetti più vari, delicati e complessi possa essere un elemen-
L
a Serva di Dio, Maria Bolognesi, pur avendo scritto un diario, oggi dattiloscritto su 1800
pagine, non elaborò alcuna dottrina
spirituale. Lo stile da lei adottato,
comprese le tante lettere inviate agli
amici, è scarno, abitualmente alieno
da qualsiasi forma poetica (qualche
eccezione affiora negli anni 196780), sempre concreto e lucido, senza parole inutili o concetti astratti.
Così era pure la sua vita. Non si
trattava comunque d’incapacità a
contemplare: i suoi quadri, il desi-
Dipinto della beata Maria Bolognesi, 1980.
4 – Finestre aperte n. 4
to forte, non solo per scuotere le coscienze ma anche motivo
stimolante per cercare di conoscere tutta la verità intorno a questa grande mistica del XX secolo; solo allora tanti cuori potranno
aprirsi alla conversione.
Dopo la lettura di questo “fiume” (leggasi Finestre Aperte)
ricco di acque chiare, limpide e pulite, Maria non sarà più considerata in modo poco caritatevole. Siamo certi che Maria, sarà
allora riconosciuta da tutti per quello che lei è sempre stata: una
creatura buona, generosa, sensibile, sempre pronta a donarsi, avendo vissuto in modo eroico tutte le virtù cristiane.
Ricordiamo ai lettori che il suo cuore è sempre stato “immerso” in quello di Dio, di Gesù, della nostra Madre Santa e dei fratelli
tutti senza alcuna distinzione: buoni - cattivi, amici - nemici.
A questo punto contiamo che il procedere della lettura avvenga in modo tranquillo, così da favorire la memorizzazione dei
vari temi e le relative riflessioni che potrebbero essere determinanti per la crescita interiore.
Affidiamo questo compito a padre Tito M. Sartori che all’epoca del Processo informativo diocesano ci offrì i seguenti spunti.
La Redazione
derio di “godere” dei fiori coltivati
da lei nel giardino di casa, l’amore
al silenzio, la gioia della solitudine,
l’ammirazione estatica della bellezza della campagna nel suo rigoglioso fiorire, rivelano la sua sensibilità
acuta. Quando però scrive, tale lato
della sua personalità rimane come
trascurato.
Questo comportamento emerge
anche a livello di vita spirituale. La
poesia, che è la trasfigurazione del
reale, è assente; domina la concretezza. Anche nei momenti mistici, il
diario si limita a sottolineare l’incredibile potenza della luce o i lunghi
viali dell’al di là, appena sommariamente delineati. Null’altro.
La sua vita spirituale è come dominata da una presenza invisibile,
sovrana, intensa e costante: la presenza dell’Umanità di Cristo.
Lei ha dei direttori spirituali, ma
non ha maestri. Confessa, sia a mons.
Adelino Marega, sia a mons. Aldo
Balduin, di non aver mai letto un libro. Sarà quest’ultimo direttore, per
tutta la vita bibliotecario nel semina-
Giovan Battista Tiepolo, Salita al
Calvario, 1740, Venezia, Chiesa di
sant’Alvise.
rio vescovile, a costringerla a leggere
e a meditare su dei libri: allora, però,
correva l’anno 1967, un’epoca nella
quale la personalità di Maria Bolognesi era completamente formata.
Il suo maestro è Gesù. Ma non il
Gesù risorto; il suo è il Gesù della
Passione, flagellato, umiliato, offeso,
scarnificato. Lei lo guarda nei momenti estatici, ma poi lo pensa lungo
la giornata. Ne rivive i patimenti, Lo
invoca e Gli offre sé stessa.
D’altronde questa è la sua vocazione. Vi era stata preparata dalle
stesse situazioni difficili sofferte fin
da piccina.
La mamma la trattava male fin
da quando la bimba vìveva in casa
dei nonni Samiolo. Solo la nonna la
consolava, intenerita dalla nipotina,
cui era colpa l’essere nata senza nome di padre. Per la mamma lei era
il continuo ricordo, il segno vivente di un errore commesso. Nonna
Cesira se la coccolava, le insegnava
a pregare Gesù, che voleva bene ai
bambini, e le indicava, nelle meraviglie della natura, il segno della
divina Presenza, ossia di quel Padre
che tale era anche per lei.
Poi ci fu il trasferimento in casa
Bolognesi. Prima era lei ad essere
colpita dalla madre, ora è la madre
ad essere colpita dal marito geloso
e la bimba soffre, al punto che l’eco delle botte paterne risuona nella
sua mente anche dentro le aule scolastiche. E poi i patimenti della miseria più cruda: niente vestiti o cibo sufficienti, niente gioie di bimbi
lieti per giungere di feste. Quando
lo squillo delle campane si distende
per i campi innevati o lussureggianti, per la piccola Maria continua la
tristezza monotona della povertà
solita, della minestra che non c’è
nemmeno il giorno della prima comunione.
A tutto questo si aggiungano le
umiliazioni dei compagni: lei era
l’ultima della classe, la ripetente,
quella senza libro e senza quaderni, che non sapeva mai la lezione.
Eppure nel suo cuore c’era sempre
un posto per l’ospite: era il posto
occupato dall’amico Gesù. Tutte le
mattine, prima di andare a scuola
digiuna, Maria si recava nella grande chiesa semibuia di Crespino,
s’inginocchiava sui banchi e pregava l’Amico, Gli diceva le tante parole che salivano su su, da un cuore
triste, ma sempre fiducioso in Lui,
Emmanouil Tzanes Bounialìs, La
guarigione del cieco nato, 1686,
Venezia, Museo delle Icone.
Settembre-Dicembre 2016 – 5
nell’Amico, al Quale chiedeva aiuto, protezione, forza per tirare avanti. E così ogni giorno, ogni mattina.
Questo fu come il substrato della
sua personalità. Gesù era per lei quello che pativa per gli altri. Lo trovava
perciò così vicino a lei. Lei pure pativa, senza colpa, a causa della mamma, del papà, e anche lei si sacrificava
per aiutare i fratellini, affinché non
soffrissero le amarezze patite da lei e
trovassero un impatto migliore con la
pesantezza dei giorni.
Nel 1942, superata la parentesi
della possessione diabolica, il Gesù
amato e pensato sofferente, se lo
ritrova vivo dinanzi agli occhi della fede: è sempre il Gesù dell’Orto
degli ulivi, il Gesù triste per il continuo peccare degli uomini. Maria
ne sente profondamente il dolore al
punto che desidera vedere spuntare
su quel volto divino il tratto di un
sorriso. Non vi riesce.
Allora ricorre alle uniche armi che
La Beata, a letto, scrive alcuni pensieri
nel suo diario.
6 – Finestre aperte n. 4
le rimangono: soffrire lei per allietare
Gesù. Glielo dice. Ma Lui risponde a
modo Suo. Nella scia dei grandi santi, anche per la Bolognesi l’amore e
il dolore si scambiano l’uno con l’altro. La sofferenza diviene un modo
per testificare il proprio amore al Signore. E questa sofferenza prende le
connotazioni delle sofferenze vissute
dagli altri: gli ammalati, i poveri, le
desolazioni conseguenti alla colpa o
alle incomprensioni familiari, la solitudine, le cattiverie, le ingiustizie
le presentano i luoghi spirituali, per
così dire, dove incontrare il Signore
per condividerne misteriosamente la
Passione.
In tal modo la presenza di Gesù
diventa per lei un continuo punto
di riferimento. Con Lui il colloquio
non conosce le divagazioni poetiche, ma il comunicare del cuore
appesantito dai problemi della vita.
La sua è una preghiera nella quale
si snodano, come in processione, le
sofferenze dei fratelli, che lei presenta al Suo Maestro implorandone
aiuto, misericordia, divino e onnipotente intervento.
E quando vede che non riesce
ad ottenere con certezza quanto le
sta a cuore, ricorre al ricatto: offre
a Gesù se stessa come vittima. Offre
un anno di letto, offre addirittura
anche la vita. Lo fa più volte questo
gesto estremo.
Questo è l’eroismo della carità di
Maria Bolognesi. È un eroismo silenzioso, sconosciuto, che noi leggiamo,
meravigliati, nelle pagine del diario.
A questo gesto è legata talvolta la vita
fisica, talvolta la vita spirituale, ossia
la conversione di una persona. Ciò
che colpisce in lei è il proprio concentrare tutta la ttività e il lavoro nel
Cuore del divino Maestro.
È la riduzione all’unità, la scelta
di una fedeltà totale all’Amato. La
sua spiritualità è pertanto la spiritualità dell’amore vissuto nella
concretezza e nell’asprezza della
vita, immedesimato nelle persone
tribolate o nei propri patimenti vissuti come oblazione segreta a Dio.
È l’amore delle anime vigorose e
generose, per le quali il patire e il
morire rimangono modi espressivi
della stessa divina carità.
■
PRegare in chies
Una provocazione per tener desta l’attenzione
Una parola dimenticata
di Giuseppina Giacomini
I
Ritratto di monsignor Giovanni
Della Casa; sopra, frontespizio
del volume “Galateo”.
n questo clima di grandi “perturbazioni” non solo atmosferiche, ma anche antropologiche,
sociali e strutturali, all’insegna
del “fai da te” e della libertà, mi è
spontaneo chiedere ai nostri lettori
se qualcuno ricorda il nome di un
personaggio di grande prestigio,
vissuto nel corso del XVI secolo:
Giovanni Della Casa, più conosciuto come mons. Della Casa.
È stato un letterato, scrittore
e arcivescovo cattolico italiano,
noto soprattutto come autore del
manuale IL GALATEO. Tale testo “si richiama ai dettami rina-
S
enza presunzione alcuna, provo ad indicare 10 consigli per quanti si
recano in Chiesa e vi si trattengono:
 1)Entra con calma e raccoglimento.
 2)Prendi l’acqua benedetta e fai
la genuflessione.
 3) Cammina con modestia senza
volgere lo sguardo verso i presenti.
 4) Rivolgi lo sguardo al Santo Tabernacolo o al tuo libro di preghiere.
 5) Non temere il giudizio di coloro che ti osservano.
 6)Ogni preghiera sia preferibilmente presentata a Gesù con il
cuore.
 7) ParlaGli con confidenza, semplicità, fiducia e amore.
 8) Dopo la visita al SS. Sacramento, puoi visitare anche gli altri
altari.
 9) Soffermati a pregare Maria, la
Madre di Gesù.
10) Uscendo di chiesa, ripeti con
tanto rispetto la genuflessione.
■
Zoe Mantovani, la “sorella” di
Maria Beata, ripresa recentemente
nella chiesa di Bosaro.
scimentali e propone una serie di
consigli e regole tali da consentire
una vita armoniosa e semplice”
(Wikipedia), ed io aggiungo: in
ogni contesto ambientale (imperatori - principi - marchesi - conti
- visconti - professionisti - commercianti - contadini … si potrebbe prolungare la lista).
Nel caso specifico, utilizzando
Internet, non è stato facile orientarmi e scegliere l’argomento che
maggiormente mi interessa, ovvero sapere se Mons. Della Casa
abbia formulato qualche consiglio
per le persone che quotidianamente entrano in un “AMBIENTE” del tutto speciale, perché nel
suo interno dimora la SS.ma Trinità, ovvero la Casa del Signore!
Di fronte a tante incertezze e
comportamenti non sempre rispettosi, in cui io stessa riconosco di
essere incorsa non solo da bambina, ma anche da adulta, vorrei
provare – sulla falsariga di quanto
riportato sul libretto “TUTTO PER
GESù” (VI, 1899) – a stendere un
promemoria, inerente il comportamento del cristiano quando questi
entra in una chiesa, al fine di non
cadere in mancanze più o meno
gravi.
Ringraziando l’autore del libretto sopra citato, di cui si ignora il nome, procedo per gradi, usando un linguaggio in sintonia con quello in uso nel XXI
secolo e con quella semplicità
che il Padre Celeste ha usato, quando consegnò a Mosè il
DECALOGO.
■
Settembre-Dicembre 2016 – 7
A
L
a fede
Sulle orme del Vangelo
Maria beata continua la sua opera
di Luciano Faraon
Ed ora diamo la parola al Presidente
avv. Luciano Faraon, che ci offre molti
spunti importanti inerenti il Centro e la
vita della Beata.
Il seguente articolo, con alcune varianti, è apparso anche sul settimanale
diocesano di domenica 25 settembre
2016 a pag. 5.
M
i è spontaneo ricordare a
tutti i lettori questo assioma: “La verità è sempre sostenibile”; subito dopo – onde evitare fraintendimenti, ovvero quelle
incomprensioni che il nemico per
eccellenza semina sulla nostra strada
– riporto due frasi di Gesù dal Vangelo di Luca “Date a Cesare quel che
è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”
(20,25) e dal Vangelo di Matteo “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio
del tuo fratello e non ti accorgi della
trave che è nel tuo?” (73,5).
Lasciando al lettore uno spazio
di tempo sufficiente per riflettere
su questi argomenti, bisognerebbe
farsi sempre più consapevoli del
valore della solidarietà, intesa come sentimento sociale “che deve esprimersi con la socialità dello Stato”.
(Roberto Albanesi).
Solidarietà che nella Costituzione italiana è statuita dall’art. 2.
Sento anche il dovere di affermare
che il Centro Beata Maria Bolognesi
Onlus ha fatto fatica a decollare nel
corso del 2015 a causa di vari ostacoli e fraintendimenti: era impensabile
che una Associazione di ispirazione
cattolica divenisse ONLUS.
Circostanze che non discuto e
non voglio mettere in piazza, dal
momento che ognuno è libero di
La scultura con incise
le parole della Beata.
8 – Finestre aperte n. 4
dissentire, purché ciò avvenga nel
rispetto delle persone e delle loro
coscienze.
In questo senso sono oltremodo
vicino a Maria Bolognesi, che nel
giorno della sua Prima Comunione
chiese anche questa “grazia” al Signore: “amare tutti, anche i nemici”.
Se noi sapessimo veramente essere imitatori di Maria, si potrebbe
arrivare in tempi brevi a fare nostro
anche il suo distintivo di donna impegnata nel sociale, che è stato impresso sul marmo di una scultura ideata da Venerino Tosini e collocata
a Bosaro, nel piazzale antistante la
Chiesa di San Sebastiano.
Ecco, infatti, le parole prese dal
suo Diario, alla data del 16 0ttobre
del 1952: “Voglio lavorare sempre per
il bene delle anime, lavorare per i poveri, cercare l’ufficio che più pesa per
farne un fioretto ed offrirlo a Gesù in
riparazione per tutta l’umanità”.
Tale scritto si colloca un anno
dopo l’alluvione del Polesine nel
novembre 1951, che arrecò ulteriore povertà a questa terra, al punto
da costringere molti a dover emigrare in altre regioni.
Maria fin da giovane aveva capito che al primo posto dobbiamo
mettere Gesù e subito dopo il “fratello bisognoso” a qualunque ceto
sociale Egli appartenga, credente o
non credente.
Senza tema di smentita, possiamo ben dire che Maria seppe sempre intuire e anticipare l’aiuto al suo
prossimo perché nata poverissima,
vissuta poveramente secondo l’insegnamento di Cristo nel Vangelo.
Basterebbe soffermarsi sul suo
ricco epistolario per capire quanto
Maria abbia pregato per tante persone al fine di toglierle dall’indigenza, ma ancor prima per portare loro
molti favori spirituali e materiali.
Anche il nostro Centro, nel nome della Beata, ha promosso e partecipato nel corso del 2015 a un’iniziativa di aiuto umanitario alla
parrocchia di Rodi (in Grecia) ed è
in procinto di partecipare ad un’altra, organizzata in Lombardia dal
prof. Alessio Varisco.
Ciò ci conferma un dato importante: la devozione a Maria Bolognesi si sta sempre più diffondendo
in Italia e all’estero: ne è conferma
la continua richiesta di sue reliquie,
ma anche la prossima costituzione
della prima “Agape Beata Maria Bolognesi” in Africa attraverso la collaborazione della suora missionaria
Liliana Borille.
Tante altre iniziative si stanno
concretizzando per favorire la conoscenza e la devozione alla Beata
nella nostra Diocesi: è confortante
sapere che nel terzo anniversario
della sua beatificazione (7 settembre 2013) ben tre sante messe sono
state celebrate con il concorso di
tanti sacerdoti e laici, in primis il
vescovo Pierantonio Pavanello, che
caldamente ringraziamo.
Ora, da queste pagine lanciamo
un appello pressante a sacerdoti e
laici: il prossimo 21 ottobre ricorrerà il 92° anniversario della nascita
della Beata Maria Bolognesi
Facciamo in modo di dare visibilità a questo evento, che dovrebbe favorire la presenza, nella chiesa
parrocchiale di Bosaro, di tante persone provenienti da varie località
del Veneto, dell’Emilia Romagna
e del Lazio; tale esperienza, che si
Il Vescovo Pierantonio Pavanello.
Sotto: mons. Martino Gomiero.
sta ripetendo annualmente a partire
dal 1989, ovvero da quando il Centro nominò – come da prassi canonica – il Postulatore della Causa di
Maria Bolognesi, porta sempre tanti
frutti di bene e di solidarietà.
Tre anni dopo, il 21 ottobre
1992, il vescovo Martino Gomiero
– “dopo maturata riflessione e preghiera” – decise di aprire il Processo informativo diocesano per dare
inizio alla Causa di Beatificazione
dell’allora Serva di Dio, per la quale
auspichiamo anche la Canonizzazione in tempi brevi.
Ora, nella mia lunga esperienza
di avvocato e criminologo, apro una importante parentesi sulla vita di
Maria, risalente al 1948.
Prossimi alle votazioni politiche,
Maria, a seguito di un’aggressione
da parte di tre balordi, che volevano sapere di quale partito fosse, rispose con prontezza: “Io non sono
di nessun partito, sono cristiana”. E
loro, di rimando: “Te lo daremo noi
il Cristo”.
Accusata di “simulazione di reato”, Maria dovette subire un processo ingiusto: fu assolta, infatti,
“con formula piena” per non aver
commesso il fatto. È più che lecito chiedersi che fine abbiano fatto
i colpevoli. A distanza di quasi 70
anni, perché nessuno più ne parla?
Eppure il fatto è di rilevanza storica
inoppugnabile! E può anche aiutarci a capire meglio la sofferenza
di chi, ingiustamente condannato,
sconta nel carcere una pena.
Non tutti i carcerati innocenti
hanno la forza di sopravvivere alla
sentenza del giudice e molti di loro
si tolgono la vita.
Nel contempo è doveroso chiedersi ed approfondire cosa subentra nella coscienza della persona
che con la sua menzogna ha provocato un suicidio.
Ho in merito un’esperieza straordinaria dal punta di vista umano,
che coinvolge un serial killer tunisino, di cui riporto sole le iniziali S.E.
Costui si pente, chiede una
perizia psichiatrica che
conferma la sua malattia … ed infine
mi chiede anche la
Bibbia, affermando:
“Solo i cristiani mi
hanno aiutato!”.
Involontario assassino, S.E. è morto assassinato in carcere, ricevendo in articulo
mortis il sacramento del Battesimo.
Questo fatto nasce dalla prova
che la carità cristiana è contagiosa
e può cambiare il mondo!
Il Signore assista e dia la forza
a tutti noi di continuare a lavorare fino in fondo per adempiere ad
un ruolo non cercato, né voluto, e
comunque non privo di sacrifici,
illuminati ed accettati sull’esempio
della Beata, che “ci invita a ricostruire nel nostro cuore e nella nostra
storia la Casa di Dio. Là dove Dio è
di casa, lì abita la nostra vera gioia e
la nostra pace”.
■
Settembre-Dicembre 2016 – 9
d
ove nasce l’arcobaleno
Vegliare e vigilare
Gli attributi di Dio
di
Silvana Gullo
michelangelo, Genesi: creazione di eva,
Cappella Sistina, Città del Vaticano.
L
’ONNIPOTENTE, nel momento in cui decise di creare l’universo, con le miriadi di bellezze e ogni specie di creatura e di delizie, vigilava sulla terra e sul mare e le montagne,
sui fiori e le stelle e gli animali, usando tenerezza paterna e
materna sconfinate; principalmente poneva un’attenzione e
una commozione più grandi nei confronti dell’uomo e la
donna, plasmati a sua immagine e somiglianza.
Il Padre attendeva i suoi figli ed ha voluto soffiare nella
carne appena sbocciata alla luce, gli attributi più belli, lo spirito buono e vero!
Dio ci ha forgiati perfetti, come il suo cuore. L’artista mirabile creando gli uomini, i gioielli risplendenti e unici, ha riversato
sulla vita un oceano di meraviglie e l’anelito alla gioia: la spinta
a vivere della dolcezza e della tenerezza amorevole, originaria
della fonte da cui tutti gli esseri sono scaturiti: l’AMORE!
E l’opera ineffabile del Creatore, che è l’uomo, è stata ampiamente invidiata dagli angeli di luce, in prima istanza dalle
presenze che abitano la tenebra e combattono DIO.
Il nostro accorto e previdente Padre, conoscendo le trame insidiose del malvagio che attua nei circuiti sotterranei la
perdizione, lo smarrimento e la confusione senza fine dell’umana fragilità, ha soffiato in un piccolo e possente seme il
soffio dell’INFINITO SUO BENE! .
Andrea Verocchio, Leonardo da Vinci, Battesimo di Gesù Cristo,
1475 ca., Galleria degli Uffizi, Firenze.
10 – Finestre aperte n. 4
E quel germoglio cresce dentro
il cuore umano, formando rami e
foglie, una chioma folta e odorosa.
Il fiore dell’albero della vita prende
nome VIGILANZA ed ha petali rosa
e pistilli infiammati di coraggio e
di dedizione; i frutti si propagano a
grappoli iridescenti. Il divino soffio
prende forma e consistenza nel giorno del Battesimo.
Ed è svelato alla nostra consapevolezza di figli amati, che sin dal
principio delle ere, vi è stato un Dio
amico che vigilava, tremando solo
all’idea di incontrare lo sguardo della Sua creatura e avendo in serbo il
progetto di riunire in armonia cielo e terra: un unico amplesso di luce e di amore.
L’albero della vigilanza è possente, come la roccia del deserto, da cui è scaturita acqua zampillante, per l’arsura del po-
polo ebreo in cammino verso la terra promessa.
È anche un arbusto sensibile, teme le correnti fredde e
indifferenti e non si piega ai venti ostili. Sotto le sue fronde,
all’ombra del sole accecante, si raccolgono gli uccelli e gli
esseri dell’universo: un vortice esilarante di intonazioni melodiose, per onorare il Signore, artefice del capolavoro senza
confronti.
L’opera divina è inconcepibile agli occhi di chi non
crede, ma scruta e giudica, attendendo un segno convincente per cambiare rotta e pensiero! Un esempio: Colui
che si è allontanato dalla sorgente primaria, causa un inciampo o una caduta e non riesce a rialzarsi, poiché non
trova una parola indulgente, così da riprendere vigore e
direzione; colui che non crede di meritare tanta bontà illimitata e gratuita; chi ha smarrito per negligenza e poca costanza la via, la verità e la vita. E ancora: è chi si sente perennemente in colpa e agisce nell’affanno che miete il riscatto e
la conversione; chi si ritiene il depositario della verità e viaggia infallibile ed orgoglioso, cinico; è chi crede che i mali del
mondo siano da attribuire a Dio, padre padrone e spietato
dominatore, il quale esige l’obbedienza che nega all’uomo la
libertà interiore. Infine: è colui che non ha conosciuto Dio e
non si è nutrito della Sua parola e della Sua vicinanza. Colui
che pensa che Dio si sia dimenticato delle sue creature, perché affaccendato in altre mansioni o missioni, divagazioni
■
inutili!
ITINERARIO DI PERCORSO E MEDITAZIONE
RIVOLTO A CHI LEGGE
V
“
C
aro/a amico/a che leggi,
in questo preciso momento dell’esistenza, se veramente freme il tuo essere interiore nel constatare
che navighi in acque non limpide e calme, attaccati a
MARIA, “la donna dell’attesa, della vigilanza, della riservatezza, della custodia e dell’attenzione fidente, della
prudenza e della cura!” Lei è la sola ancòra di salvataggio
ed assume una dolce e forte, sicura e vittoriosa connotazione per la tua fede. Così potrai superare le scogliere del
male e dell’inquietudine, gli strati di livore che separano
e feriscono il puro amore.
igilate, vigilate, non sapete né l’ora e né il tempo,
in cui il Figlio dell’Uomo verrà!”... (MC 13,33-37).
Cerca nella Bibbia del Nuovo e Antico testamento le
figure che, per eccellenza, hanno esercitato la virtù della
vigilanza, sollecitudine, cura e controllo accorto e intelligente, rispetto ai fatti della storia del popolo di Dio e al
viaggio di Cristo tra gli uomini.
Quali e quante sono?
Fermati su di esse e rifletti; poi scegli uno o più esempi che ti rappresentano e in cui ti identifichi.
Se vuoi, liberamente, lascia un commento scrivendo a:
[email protected] oppure al [email protected]
Sull’esempio della MADRE CELESTE, tu potrai
vigilare e respirare la vita gioiosa, nel mistero che vede
un raggio di sole rinascere ad ogni alba all’orizzonte
radioso di infinite primavere: tu sei la rinascita e il
tuo cuore!
Afferrala, fratello e sorella, questa tiepida luce bionda, che porta il nome di vigilanza cosciente e risvegliati!
Vai fiducioso per tutte le strade del mondo!
E sorriderai in ogni tempo e luogo. E sarai luce! ■
Settembre-Dicembre 2016 – 11
D
al diario di Maria
Scritti di M. Bolognesi
Alcuni pensieri
a cura della Redazione
U
na sequenza di frasi ricavate dal Diario della Beata e riportate in ordine di tempo, senza commento alcuno.
1926 – Emarginata dai bambini perché figlia di N.N.,
Maria dice: “Oh! Se Gesù avesse messo anche a me le alette…,
volerei via più in fretta”.
1927 – A papà Amedeo che le chiede di avvicinarsi per
ritirare un dono, Maria replica: “No, non vengo, se mi vuoi bene
me lo porti tu, così vorresti bene anche a mamma”.
1930 – In casa Bolognesi davanti a tanta miseria, Maria
pensa a Gesù: “Lui era il padrone di tutto il mondo e si è fatto
mettere in croce per tutti noi”.
Osservando la gelosia immotivata del papà adottivo Giuseppe nei
confronti della mamma, Maria riflette:
“Il mio calvario! Quanto mi sentivo sola!… Tutte quelle botte mi sembrava di
riceverle io sul mio cuore…”.
“La casa della nonna Cesira, dove
sono nata, non la posso dimenticare;
qui dove mi trovo manca tutto, non
c’è nulla, anche il mangiare è scarsissimo”.
1931 – Frequentando la dottrina, si scopre ignorante in tutto per
cui si rivolge a Gesù Bambino, dicendogli: “Ti dono tutto il mio cuore,
voglio crescere buona, pazienza se
sono ignorante, ma Tu vuoi bene a
tutti vero? Questa è la preghiera di ogni giorno”.
Dopo il trasferimento in località Santa Maura, Maria scrive:
“La nostra casa era ricca di malattie e miseria… si passava due,
tre giorni senza vedere il fuoco acceso e spesso delle 24 ore senza
mangiare… finchè qualche buona persona ti portava come oro
una polentina da fare”.
1932 – Prima di andare a scuola, Maria entrava in chiesa
per fare una preghiera: “Tanti pensieri d’amore a Gesù e alla Madonnina del Buon Consiglio”.
Fortemente preoccupata per la grave malattia che ha
colpito mamma Giuseppa, Maria rivolge queste parole a
Gesù: “Gesù, mamma è tanto ammalata, io sono piccola poi
c’è la sorellina e papà: Tu puoi Gesù guarire la mamma vero? Tu
sei tanto grande, hai risuscitato i morti, aiuta anche mamma,
12 – Finestre aperte n. 4
grazie. Gesù, aspetto la guarigione, me la darai vero? Io sarò
sempre buona in cambio, Te lo prometto”.
Il giorno della sua prima Comunione Maria ricorda: “La
strada era lunga, il tempo non passava mai, ero quasi impaziente. In chiesa ero la bambina più povera ma anch’io avevo il cuore
pieno di gioia come tutti i bambini, in più sono stata vestita con
due colombini bianchi… […]”.
Dopo aver ricevuto Gesù Eucarestia, Maria Gli chiede:
“Tante, tante grazie, di amare tutti, anche i nemici”.
Estate 1932 nuovo trasloco; Maria scrive: “In due mesi papà ha perso lo zio Antonio e la zia Nina… quanto mi faceva pena… che famiglia sfortunata, con tutto quel male che mamma
e papà avevano avuto…”.
1932. Maria (cerchiata) a scuola con i suoi compagni.
In quell’anno Maria non si allontana mai da casa, dovendo
accudire la sorellina Teresina ed anche il fratellino Antonio,
mentre i genitori lavoravano nei campi. Annota Maria: “Papà
non voleva che andassi a chiedere l’elemosina, ma io ci sarei andata con tutto il cuore”.
1933 – Seguono altri due decessi: la morte del piccolo
Antonio e nonno Luigi, mentre la mamma è ricoverata in
ospedale. Maria commenta: “Sono tanti quattro funerali in 10
mesi in casa nostra, che vuoto! Chissà mamma quando saprà
della morte del fratellino di pochi mesi …”. ■
La sequenza cronologica continuerà nei prossimi numeri.
piccole riflession
Avvento
In attesa della nascita
di
L
a Redazione – fra le tante riflessioni pervenute, su propria richiesta, dall’amico SUSCIPE – ne ha scelta una,
che presentiamo, accompagnata da un’introduzione necessaria: si ritiene, infatti, opportuno precisarne il perché.
Il quarto numero del periodico Finestre Aperte 2016
arriverà nelle case dei lettori verso la fine del mese di novembre, ovvero all’inizio o durante l’Avvento, che termina
con la nascita del Bambino Gesù.
Nel contesto natalizio, che ci riporta a Betlemme e che
ci fa incontrare – dopo i Pastori – anche i Magi, lo scritto di
Suscipe ci sembra quanto mai provvidenziale ed utile per
prepararci interiormente al grande EVENTO, che ha cambiato le sorti dell’umanità intera.
I
“
bravi sacerdoti scrivono le loro
Omelie presso il Tabernacolo.
I bravi genitori scrivono la loro
vita alla luce che promana il Tabernacolo.
I bravi religiosi e le brave religiose
scrivono la loro continua consacrazione accanto al Tabernacolo, presso Dio,
e la rinnovano ogni giorno.
La nostra vita di cristiani la scriviamo con caratteri d’oro
se la scriveremo presso il Divin Prigioniero, presso l’Amore
più grande!
Quello che scriviamo nel libro della vita con le nostre
opere, con i nostri pianti, con le nostre gioie, lo legge nell’eternità Dio in persona. Vogliamo usare i caratteri d’oro della
più profonda preghiera e l’inchiostro indelebile della sofferenza.
* * *
La luce che eternamente sgorga da ogni Tabernacolo e
inonda il mondo, è la stessa luce in cui si trovarono immersi
i Magi, quando, giunti a Betlemme, si prostrarono davanti al
Dio Bambino e a sua Madre!
La crisi delle fede, la crisi di cui soffre la Chiesa oggi più
che in passato, la crisi di valori che investe il mondo, tutte le
crisi che ci sovrastano trovano origine in un’assenza: l’assenza
prolungata presso il Tabernacolo!
Le grandissime cose che l’Immacolata e il Signore nostro
Gesù Cristo hanno fatto attraverso San Massimiliano M. Kolbe
– come pure attraverso tutti i santi – sono state possibili per le
Súscipe
lunghe ore trascorse dal santo presso il Tabernacolo!
Il Signore si rivela non solo a chi è ben disposto verso
di Lui; Egli si rivela completamente SOLO a chi con umile
costanza rimane in adorazione accanto a Lui, come fecero
i Magi!
* * *
L’illuminazione interiore (ma anche esteriore) che ha guidato i Magi a Betlemme trova compimento e pienezza nell’adorazione, in quel “… e prostratisi lo adorarono”.
Quando i Magi adorarono Gesù Bambino, erano ancora
pagani! Narra una tradizione che furono istruiti e battezzati
da San Tommaso, che poi pure li consacrò Vescovi. Divennero
Santi. Se un solo atto di vera e sincera adorazione favorì la
santità in questi potenti e dotti notabili dell’antichità, tanto
più l’adorazione eucaristica, che noi tutti – soprattutto sacerdoti, religiosi, religiose e laici consacrati – dobbiamo il più indistintamente prolungare! Tale azione ci farà santi!
La santità, ciò per cui tutti noi siamo stati chiamati all’atto
della nascita, è di sicuro la nostra meta!”.
[…]
La tutta santa, l’Immacolata, ci benedica. ■
Giotto, Adorazione dei magi, Padova,
Cappella degli Scrovegni.
Settembre-Dicembre 2016 – 13
i
P
oesia
Filo diretto con i nostri poeti
Canto dolcissimo
a cura della
Redazione
I
l 30 settembre si è concluso il Concorso avente per tema “Il Perdono”. Si è cercato che l’argomento da proporre ai nostri poeti – in verità
alquanto difficile – fosse in armonia con i temi
precedenti, presentati nel corso del 2016, quali
la Pace e il Ponte. Si è compiuto così un percorso particolare, che ha dato luogo ad un “trittico”
con tre argomenti tenuti insieme da un filo d’oro, che vogliamo chiamare con il suo vero nome:
MISERICORDIA.
Durante l’estate 2016 la nostra Redazione si è vista arrivare alcune poesie di vario spessore e con l’inizio dell’autunno
ha visto il moltiplicarsi di questi “arrivi”, che piacevolmente
hanno ricoperto il nostro tavolo di lavoro.
Di ogni poesia sono state fatte cinque copie perché cinque sono i membri della Giuria, che di recente hanno comunicato al coordinatore il loro giudizio espresso in voti, per
cui la Redazione è in grado di presentare il nome dei sette
vincitori, tutti ex aequo.
Eccoli, in ordine strettamente alfabetico:
Stefano Caranti - Franco Casadei - Alessandra Ferrari - Elena Gabrielli - Carla Gatto - Anna Lavarini - Claudia
Ruscitti.
Il volume pubblicato l’anno scorso con la raccolta delle
poesie dei concorsi precedenti.
■P
er il 2017 niente più concorsi con
poesie a tema!
Ecco alcune indicazioni, da leggere con la
massima attenzione:
Le poesie a tema libero non superino possibilmente i 20
versi, siano presentate come documento in file.doc, oppure
via mail o per posta e siano corredate dal rispettivo indirizzo e
numero telefonico; le migliori saranno pubblicate su Finestre
Aperte in due pagine dedicate alla Poesia, ma potrebbero essere anche "scelte" a supporto di alcune Rubriche: tale scelta,
non certamente facile, sarebbe per il poeta più stimolante e
gratificante.
Essendo il nostro periodico un trimestrale, mettiamo in
evidenza alcune date per il poeta che desidera collaborare
con noi in questa iniziativa:
a) poesie arrivate entro il 20 febbraio;
b) poesie arrivate entro il 20 maggio;
c) poesie arrivate entro il 5 agosto;
d) poesie arrivate entro il 21 ottobre.
■
Desideriamo, inoltre, ricordare ai poeti e ai lettori che
la premiazione dovrebbe
aver luogo – secondo la
MESSAGGIO DI SPERANZA
consueta prassi – durante
Non occorre fare grandi cose,
la Giornata Mondiale deloccorre piuttosto una carità creativa,
la Poesia 2017.
un amore che inventa come e dove
Questo il nostro intenservire meglio:
to, che speriamo di portare
un amore che sa raggiungere
a buon fine con il consenchi è solo, soffre
so del Consiglio Direttivo,
e non è amato;
che lo sponsorizza in toto!
un amore che ascolta
la Voce di Dio,
■E
d ora una
dei poveri, dei malati,
informazione
e la fa sua!
ai poeti
Questo messaggio di speranza
non ci renderà la vita comoda,
In un clima particolarma piena d’amore e di letizia,
mente difficile, di grandi
come lo è stato sempre
sofferenze e di povertà
nella vita della nostra
inaudite, anche noi vogliaBeata Maria Bolognesi.
mo dare a tutti un esempio di sobrietà e, al conPoesia del nostro amico Pio
tempo, di austerità.
14 – Finestre aperte n. 4
Papa Francesco durante la visita ai piccoli ricoverati
nell’ospedale Bambino Gesù di Roma.
sms - mail - letter
La chiamata
Sia fatta la tua volontà
a cura della
C
arissimi, non potete sapere quanto sia felice di aver finalmente ottenuto il vostro indirizzo via e-mail.
Mi chiamo Maria Angela e vivo nella città di Granada nel
sud della Spagna. Sono madre di tre figli: Ramon, Giuliano e
Fermin, rispettivamente di 19, 22, 27 anni.
Otto anni fa il mio primogenito, espresse la volontà di
entrare in seminario per diventare sacerdote; mi è stato difficile assecondare questa sua scelta di vita, ma ho deciso di
accettare il progetto di Dio. Fermin nel mese di ottobre 2016,
sarà ordinato sacerdote ed inviato in Asia come missionario.
Se da un lato mi rattrista la lontananza che ci sarà tra noi,
dall’altro provo una grande gioia nel saperlo messaggero
della parola del
Dio vivente, in
un continente come l’Asia così difficile e diverso
dal nostro.
Se fosse
possibile per
favore, vorrei
M
i chiamo Marco Placentino, ho 25 anni e studio Sacra
Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica della
Sardegna. Sono particolarmente devoto alla straordinaria
figura di santità della Beata Maria Bolognesi e a tal riguardo
vorrei chiedervi se fosse possibile poter ricevere una sua
reliquia ex corpore.
Spero possiate accogliere questo mio desiderio.
Vi avevo contattato tempo fa ma mi avevate detto di
farvi la stessa richiesta qualche mese dopo.
Fraternamente nei cuori di Gesù e Maria.
(Marco Placentino)
Poiché la Segreteria del Centro ha ringraziato e risposto
in modo esaustivo al richiedente, nel mese di ottobre lo
stesso ha replicato e si è espresso in questi termini sulla
potenza della reliquia e sulla figura della Beata:
vi ringrazio di cuore per l’esaustiva risposta. Mi dispiace
che purtroppo ancora ci siano questi problemi per le reliquie.
Posso chiedervi la grazia appena saranno disponibili di avvisarmi quanto prima per favore o di inviarla direttamente? In
ogni caso mi farò risentire a primavera, sperando che questi
Redazione
chiedere una reliquia di prima o seconda classe in teca della
Beata Maria Bolognesi da donare a mio figlio nel giorno della
sua ordinazione sacerdotale.
Abbiamo conosciuto la vostra Beata quando fu dichiarata
Venerabile tramite un Vescovo della Diocesi di Granada e da
quel momento siamo diventati suoi devoti.
(Maria Angela)
M
aria, dolcissima Beata che effondi ovunque il Tuo profumo di Santità, aiutami a non chiederti troppo per lasciare il molto ai tanti sofferenti nel corpo e nello spirito.
Aiuta mio marito a sopportare le mie reiterate richieste
di aiuto, affinché non si stanchi di starmi accanto, i nostri nipotini ci amano e vogliono vederci sereni; aiutali a diventar
sempre più bravi e fa’ che la loro strada di vita sia sempre illuminata dalla lampada dell’amore, dalla misericordia, dallo
spirito di solidarietà.
Grazie, dolcissimo Angelo, e abbracciami infondendomi
l’effluvio della Speranza.
(Ninine)
problemi siano risolti e che finalmente potrò ricevere la tanto desiderata e preziosa reliquia “di prima classe” di questa
grandissima Beata. Quando si tratta di bene puro, di frutti di
santità evidenti e del beneficio che potrebbero arrecare a
tutto il popolo di Dio, il demonio mette sempre lo zampino,
ma poiché Cristo, con la sua testimonianza e la sua parola,
ha dato prova che le potenze degli inferi non preverranno
mai sulla Chiesa, sono certo che prima o poi tutto si risolverà
e tantissime anime potranno beneficare ancora di più attraverso le reliquie della sublime vita di fede della Beata Maria
Bolognesi, che dalle prove quotidiane attraverso cui è stata
tentata è riuscita a ricavare limpidissime e fruttuose gemme
di santità, che poi sono fiorite e hanno irradiato sulla Chiesa
un soavissimo profumo, segno autentico che il Signore non
ci lascia mai soli e che offre sempre la sua grazia per andare
avanti, e i santi con le loro semplici ma al contempo eroiche
esistenze sono la prova certa di ciò. Dobbiamo davvero ringraziare il Buon Dio per averci dato la Beata Bolognesi! Spero
di avere vostre notizie appena tutto si sarà risolto.
Uniti nella preghiera e nell’amore dei Cuori di Gesù e
Maria.
(Marco Placentino)
Settembre-Dicembre 2016 – 15
E
Buon Natale a tutti Voi!
Dipinto di Maria, 1975.
dal Centro Beata Maria Bolognesi
Maria beata ci introduca nell’atmosfera natalizia e ci inviti a cogliere in essa
i colori della carità evangelica, del perdono e della condivisione fraterna,
elementi fondanti del suo carisma e della sua spiritualità.