Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale

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Transcript Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale

Stagione
2016
— 2017
Musica classica,
cultura per tutti.
Auditorium Rai, Torino
7
30/11–1/12
2016
Mercoledì 20.00 – Giovedì 20.30
Direttore Juraj Valčuha
Mezzosoprano Katharina Kammerloher
Strauss figlio
Webern - Dall’Ongaro
Berg
Strauss
7°
MERCOLEDÌ 30 NOVEMBRE 2016
ore 20.00
GIOVEDÌ 1 DICEMBRE 2016
ore 20.30
Direttore Juraj Valčuha
Mezzosoprano Katharina Kammerloher
__________
Johann Strauss figlio (1825-1899)
Kaiser-Walzer op. 437 (1890)
durata: 9’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino:
14 luglio 2016, Juraj Valčuha (piazza San Carlo)
__________
Anton Webern (1883-1945)
Michele dall’Ongaro (1957)
Cinque Lieder op. 3 da Der siebente Ring
di Stefan George (1908/09)
(trascrizione per orchestra
di Michele dall’Ongaro, 2010/11)
Dies ist ein Lied für dich allein
Im Windesweben
An Bachesraft
Im Morgentaun
Kahl reckt der Baum
durata: 5’ 30’’ ca.
Prima esecuzione italiana
Alban Berg (1885-1935)
Sette Lieder giovanili per voce e orchestra
(Sieben frühe Lieder) (1905/08)
Nacht (Carl Hauptmann)
Schilflied (Nikolaus Lenau)
Die Nachtigall (Theodor Storm)
Traumgekrönt (Rainer Maria Rilke)
Im Zimmer (Johannes Schlaf)
Liebesode (Otto Erich Hartleben)
Sommertage (Paul Hohenberg)
durata: 17’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino:
18 gennaio 2002, Mikko Franck,
Elina Garanca
_______________
__________
Richard Strauss (1864-1949)
Also sprach Zarathustra, poema sinfonico op. 30
(da Nietzsche) (1896)
Introduzione – Degli abitatori di mondi reconditi –
Del grande anelito – Dei piaceri e delle passioni –
Il canto dei sepolcri – Della scienza –
Il convalescente – La canzone a ballo –
Il canto di un viandante notturno
durata: 34’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino
22 novembre 2013, Juraj Valčuha
Il concerto
di giovedì 1 dicembre
è trasmesso in
collegamento diretto
su Radio 3
per il programma
“Radio 3 Suite”.
Johann Strauss figlio
Kaiser-Walzer op. 437
Nella storiografia musicale la Vienna di fine ‘800 e soprattutto di inizio ‘‘900 viene dominata dai nomi che costituiscono la
cosiddetta seconda Scuola di Vienna: Schönberg, Webern e
Berg, nonché dalla figura di Mahler. Una rappresentazione di
un prossimo disfacimento di un mondo con troppe certezze,
di una civiltà in crisi. Ma in quegli anni o poco prima turbinava
ancora nella capitale imperiale la musica della dinastia degli
Strauss e compagni e non era certo un caso che sia Schönberg che Webern, maestro e discepolo, abbiano trascritto diversi valzer per salon-orchester e per formazioni da camera abbastanza curiose. Vienna insomma è la musica stessa, con le sue
radici e le sue evoluzioni.
Il Valzer dell’imperarore è celebre pagina e immancabile presenza nel concerto viennese, e non solo, di capodanno. Prima
della pubblicazione del 1890 era intitolata Hand in Hand, non
nel senso di gesto tenero e amoroso, ma con il significato di
stretta di mano. Il brano infatti era beneaugurante in occasione
di un incontro di Francesco Giuseppe con l'imperatore di Germania Guglielmo II. L'editore Simrock,– lo stesso di Brahms,–
convinse Strauss a modificare il titolo per rendere più esplicita
la destinazione: con il termine Kaiser infatti non si faceva torto
a nessuno dei due monarchi e anzi li si identificava con una
parola sola.
Musicalmente si tratta di un’estesa composizione, quasi poema sinfonico, che nell’introduzione esprime serenità e attesa
pacifica; i toni a mano a mano si invigoriscono fino a sfociare
in una marcia solenne; ma l'atmosfera abbandona l'andamento marziale, evocante azioni bellicose più che pacifiche e riporta alla sana mitezza dell’Austria felix. Un solo di violoncello
prepara il tempo di valzer vero e proprio che prende forma e
si sviluppa magistralmente in episodi successivi, secondo la
convenzione formale del genere; ma, prima della chiusa festosa e trionfalistica, ritornano le sensazioni quasi nostalgiche di
un paesaggio senza eserciti e senza battaglie.
(Redaz.)
Anton Webern – Michele dall’Ongaro
Cinque Lieder op. 3
Ho sempre avuto, sin da giovanissimo, una insolita dimestichezza con la musica di Schönberg, di Berg e di Anton Webern. Mio nonno, Giuseppe Savagnone era un compositore
molto legato all’esperienza dodecafonica e passava interi pomeriggi a spiegarmene i segreti e le bellezze nascoste. Intorno
ai 18 anni suonavo spesso i pochi titoli di musica da camera
con pianoforte di Webern (compresi i meravigliosi Lieder op.
3) con il gruppo “Spettro Sonoro” che, con alcuni compagni
del Conservatorio avevamo fondato a Roma frequentando poi
le geniali lezioni di analisi e composizione di Aldo Clementi
che ci hanno spalancato le porte di quel mondo arcano e meravigliosamente rarefatto. La mia voracità seriale era arrivata
al punto di progettare l’unico volume della rivista Quaderni di
Nuova Consonanza, pubblicato nel 1991, dedicato interamente alla traduzione italiana di importanti analisi dell’opera del
compositore (e, a distanza di tanti anni, ancora l’unico titolo
disponibile in italiano dedicato a questo specifico tema).1
Mi sono quindi sentito sufficientemente attrezzato quando nel
2010 Oleg Caetani mi commissionò la trascrizione per orchestra di questi Lieder per un concerto che si è tenuto a Berlino
il 13 novembre del 2011 proprio con Katharina Kammerloher
e la Konzerthausorchester Berlin. Per quanto duri poco più di
5 minuti questa raccolta di Lieder pone problemi di analisi e
quindi di sintesi molto delicati. La rinuncia alla tonalità, sebbene ancora non corroborata da una matura consapevolezza
seriale, spingeva già Webern a strutturare le sue composizioni attraverso una rete di relazioni motiviche rigorosissima.
L'intreccio quindi di riferimenti all'interno delle figure principali e secondarie, di sfondo o di figura, di voce e pianoforte
è polidirezionale e qualifica tutto il tessuto sonoro: dal timbro
alle altezze, dalla dinamica alle durate fino alla texture. L’unico modo per capire come “orchestrarle” (secondo un inadeguato lessico romantico) ovvero di inserire una modulazione
timbrica, una mutazione di colore, all’interno della partitura
è di partire dall’analisi di questo intreccio che include (e qui
sta il bello) il testo musicato, di tale pregnanza e chirurgica
“Quaderni di Nuova Consonanza”, n. 1 Anton Webern - Spunti analitici: interpretazioni e metodologie (testi di Claudio Annibaldi, Henri Pousseur, Heinz-Klaus Metzger,
Leopold Spinner, Armin Klammer, Herbert Eimert, György Ligeti, Bernadette Lespinard, Nicholas Cook) Nuova Consonanza - Roma 1991.
1
esattezza da diventare, esso stesso, parametro ineludibile. Il
lavoro più impegnativo quindi è stato proprio quello di esaminare minuziosamente queste relazioni, talvolta anche per
il gusto di contrastare qualche suggerimento implicito della
partitura: non credo che Webern approverebbe un segmento
così lungo affidato all'arpa alla fine del primo Lied o del corno inglese a chiusura dell’ultimo. Sembrerà questione di lana
caprina spaccarsi la testa su una manciata di secondi di musica, ma è proprio questo il compito che ci si prefigge, quello
cioè di cercare di aggiungere uno strato di relazioni possibili,
di aumentare la disponibilità di significati di un lavoro perfetto
e prezioso come questa raccolta. Solo dopo è venuta la scelta dell’organico (non dissimile da quello usato da Webern in
quegli anni) cercando al tempo stesso di non fare un calco
del suo stile ovvero di non trascrivere come avrebbe fatto lui
(un esercizio utile ma scolastico). Che poi il tutto suoni come
Webern” è fatale ma alfine le note, tutte le note (tranne una: un
“soffio “del flauto al quale non ho potuto resistere per aprire
uno spiraglio su mondi “altri) sono sue e quindi dare a Webern
quel che è di Webern non è parsa la più colpevole delle scelte.
Buon ascolto.
Michele dall’Ongaro
da Il Settimo anello di Stefan George
Questo è un canto
solo per te:
un canto di desiderio infantile
e di lacrime innocenti...
Di mattina, attraverso il giardino
risuona leggero, alato.
Tu sei il solo
che questo canto
debba toccare.
Nel mormorio del vento,
la mia domanda
non era che un sogno.
Tu non mi avevi dato
altro che un sorriso.
Nella notte umida
splendeva un bagliore –
ora è il mese di maggio,
ora devo vivere
tutto il giorno nell’attesa
dei tuoi occhi e dei tuoi capelli.
Sull’argine del ruscello
fioriscono i primi noccioli.
Un uccello fischia
nell’erba fresca.
Una luce ci accarezza,
ci riscalda dolcemente,
poi palpita e sparisce.
Il campo è ancora incolto,
l’albero ancora grigio...…
Forse la primavera
ci coprirà di fiori.
Nella rugiada del mattino
vieni con me
a vedere il ciliegio
che germoglia,
ad assaporare
il profumo dell’erba.
Il polline dei fiori svolazza lontano…
La natura non ha dato
ancora né foglie né frutti – –
Intorno a noi
null’altro che fiori…
Il vento spira dal sud.
L’albero spoglio
protende la sua vita infreddolita
nella nebbia d’inverno.
Lascia il tuo sogno
che vagabonda quieto
ergersi davanti ad esso!
Lui protende le sue braccia –
Pensalo spesso
con l’auspicio che
negli stenti
come nel gelo
speri la primavera!
Alban Berg
Sette Lieder giovanili
Tra il 1901 e il 1907 Alban Berg, poco più che adolescente, compose oltre cento liriche con accompagnamento di pianoforte,
fatto ancora più straordinario, se si considera che soltanto nel
1908 la Sonata per pianoforte assumeva ufficialmente la posizione di opus 1. Dal vasto corpo di queste melodie, nate come
esercitazioni negli anni di apprendistato presso il severo ed
esigente Schönberg, o realizzate per il puro diletto “estivo”,
l’autore estrarrà sette Lieder per voce e pianoforte, mentre le
altre pagine rimarranno nell’ombra, in parte custodite da qualche amico o collezionista, e in seguito molto probabilmente
andate perdute, a testimoniare la poca importanza che lo stesso Berg attribuiva a quei lavori.
Del gruppo dei Sieben frühe Lieder tre furono presentati al
pubblico il 7 novembre 1907 durante un saggio della classe
di Schönberg nella Sala Consigliare del centro amministrativo
commerciale di Vienna (tra gli ospiti Alma Mahler e Alexander
Zemlinsky). In quella occasione si eseguirono composizioni di
Erwin Stein, Anton Webern, Karl Horwitz e Wilma von Webenau. Oltre ai Lieder Die Nachtigall (di Theodor Storm), Traumgekrönt (di Rainer Maria Rilke) e Liebesode (di Otto Erich Hartleben), Berg presentò la Doppia fuga per quartetto d’archi con
pianoforte, al quale sedette egli stesso. I Lieder furono interpretati da Eisa Pazeller accompagnata da Horwitz.
La critica ebbe parole di elogio e di incoraggiamento tanto
per il talento degli allievi quanto per la bontà del maestro, ma
Berg non era per nulla soddisfatto. I Lieder, che egli riteneva
migliori, nati dal bisogno impetuoso di tradurre musicalmente
le emozioni provate per i versi dei “suoi poeti”, erano in qualche modo stati scavalcati dalla Doppia fuga, pur sempre una
composizione di studio.
Anche il pubblico, che aveva dimostrato di apprezzare i Lieder,
conferì maggior plauso a quello fra i tre che Berg considerava il
meno meritevole, Die Nachtigall, a scapito del suo preferito Traumgekrönt. Nel 1949, a quattordici anni dalla morte, Schönberg
dichiarò a proposito del suo giovane allievo: «Quando lessi le
sue composizioni, Lieder in uno stile tra Wolf e Brahms, riconobbi subito che era dotato di un vero talento».
Dedicati a Helene Karoline Nahowski, da Berg amatissima,
quelle intense pagine giovanili risorsero come una fenice nel
1928 quando il compositore, impegnato corpo e anima nella
stesura di Lulu, considerò opportuno, prima di portare sulle
scene quest’ultima, offrire al pubblico qualcosa di più legato
alla tradizione. Perché fosse davvero un evento Berg decise di
orchestrare i sette Lieder con un ampio organico, ricco di diverse combinazioni strumentali e se nella versione pianistica i
modelli erano stati Brahms e Wolf, nella nuova possente veste
sinfonica il richiamo era diretto a Mahler e a Strauss. Alle tre liriche presentate vent’anni prima si aggiunsero in apertura Nacht
(su testo di Carl Hauptmann) e Schilflied (su testo di Nikolaus
Lenau), come quinto Lied il brevissimo Im Zimmer (di Johannes
Schlaf) e in chiusura Sommertage (di Paul Hohenberg).
Il primo, Nacht, caratterizzato nelle armonie da un certo impressionismo, sembra dischiudere orizzonti onirici il cui tessuto sonoro è in stretta simbiosi con il testo: «Nuvole incombono sulla notte e sulla valle»; poi la situazione armonica si
fa meno incerta per approdare ad un luminoso la maggiore:
«ma all’improvviso tutto si svela / Attento! Attento! Si spalanca un prodigioso paesaggio!», cesellando in poche battute il
suadente mistero, l’oscuro presentimento e la meraviglia. Il secondo brano, Schilflied, rivela una scrittura orchestrale dotata
di maggiori trasparenze e nitidezza nei colori, con timbriche
separate in modo mahleriano, che ben si prestano ad accompagnare i malinconici versi d’amore di Lenau. Un’avvenente
linea melodica, “tenera e violenta” definì Adorno, rispecchia i
versi: «E mi sembra di sentir fremere dolcemente il suono della
tua voce». Nel brano dedicato al canto notturno dell’usignolo, Die Nachtigall, tanto il testo quanto la trama musicale assumono la forma più tradizionale del Lied, a-b-a, dove le tinte
calde dei violoncelli e l’appassionato squarcio lirico sul verso
«Die Rosen aufgesprungen» conferiscono al Lied quel tanto di
nobiltà e profondità espressiva che allora lo fece considerare
sovrano all’interno della raccolta. Un alone di mistero e un’atmosfera lirico-visionaria, con stretta adesione al testo, creano
il rarefatto tessuto orchestrale del quarto brano, Traumgekrönt,
la nota poesia di Rilke «Era il giorno dei crisantemi bianchi, / il
loro splendore quasi mi intimoriva... », la cui melodia procede
dal registro grave per allargarsi su incerte tonalità e rischiararsi appena sulle parole «e tu venisti dolce e gentile». Una timbrica ancora più cristallina unita ad un sapientissimo uso dei
colori orchestrali, dai legni ai corni, dall’arpa, alle percussioni e
naturalmente agli archi, fanno del quinto Lied, Im Zimmer, il più
breve della raccolta, un raro gioiello, la cui scrittura mostra intima familiarità con i più raffinati modi della musica di Strauss.
D’ambientazione notturna («e portava via la pace dei nostri respiri nel chiaro della notte di luna...») il sesto brano, Liebesode,
sviluppa, nel breve spazio di un minuto e mezzo, un impianto
melodico estremamente incisivo e una profondità drammatica
in cui avvertiamo ancora l’ombra di Mahler e quella del maestro Schönberg. Chiude i sette Lieder una pagina prepotentemente romantica, Sommertage, dotata di una sicura scrittura
contrappuntistica e di una trionfale cadenza finale («Ogni parola svanisce ove un’immagine dopo l’altra / ti viene incontro
e ti incanta») che dimostra tutto l’impeto drammatico di Berg.
Monica Luccisano
(dal programma di sala del 17 gennaio 2001)
Alban Berg
Sette Lieder giovanili per voce e orchestra
Notte
Nuvole incombono sulla notte e sulla valle,
fluttuano nebbie e acque dolcemente mormorano,
ma all’improvviso tutto si rivela:
Attento! Attento!
Si spalanca un prodigioso paesaggio;
s’ergono montagne argentee, come un sogno,
taciti sentieri cosparsi di luce d’argento
risalgono la valle da un grembo segreto;
un mondo di sublime e puro sogno.
Un faggio silenzioso si leva lungo il sentiero,
un’oscura ombra; un soffio di selva lontana
spira, sommesso e solitario.
E dai foschi e più profondi recessi
scintillano le luci della notte silenziosa.
Bevi, anima, bevi la solitudine!
Oh attenta! Attenta!
Canto del canneto
Nel chiaro della sera mi piace inoltrarmi
attraverso i sentieri segreti del bosco,
verso la riva deserta del canneto,
mia cara fanciulla, e penso a te.
Ma quando la macchia s’imbruna
le canne frusciano misteriosamente;
s’odono lamenti e sussurri
che mi invitano al pianto, al pianto.
Allora mi sembra di sentire fremere
dolcemente il suono della tua voce,
e tramontare nello stagno
il tuo soave canto.
L’usignolo
È colpa dell’usignolo
che ha cantato tutta la notte;
per il dolce richiamo del suo canto,
nel rimbalzare della sua eco,
le rose sono sbocciate.
Ella era sempre stata irrequieta,
e ora cammina assorta nei suoi pensieri,
reca in mano il suo cappello estivo,
e silenziosa sopporta l’ardente sole,
e proprio non sa che fare.
È colpa dell’usignolo
Che ha cantato tutta la notte;
per il dolce richiamo del suo canto,
nel rimbalzare della sua eco,
le rose sono sbocciate.
Incoronato da un sogno
Era il giorno dei crisantemi bianchi,
il loro splendore quasi mi intimoriva.
Poi giungesti tu a rapirmi l'anima
nella notte fonda.
Ero ansioso, e tu venisti dolce e gentile,
mentre in sogno ti avevo appena pensato.
Venisti e lieve come un motivo di fiaba
risuonò la notte.
Nella stanza
Sole d'autunno.
Quieto è lo sguardo della sera.
Una piccola fiamma rossa
crepita e arde nella stufa.
Così! Con il capo chino sulle tue ginocchia,
sono felice. Quando i miei occhi incontrano i tuoi,
come soavemente trascorrono i minuti.
Ode all'amore
Tra le braccia dell'amore beati dormivamo.
Alla finestra aperta origliava il vento d'estate,
e portava via la pace dei nostri respiri
nel chiaro della notte di luna.
Su dal giardino un profumo di rose trepido
si avvicinava al nostro giaciglio d'amore,
e ci donava sogni meravigliosi,
pieni di ebbrezza, pieni di desiderio.
Giorni d'estate
Ecco i giorni trascorrono sopra il mondo,
messaggeri di un'azzurra eternità,
il tempo nel vento estivo si disperde.
Ecco il Signore intreccerà nella notte,
con mano beata, corone di stelle,
meravigliosi sentieri del mondo.
Oh mio cuore, come potrà in questi giorni
il più gioioso dei tuoi canti di viandante
esprimere questo profondo anelito?
Nel canto dei prati ammutolisce il cuore,
ogni parola svanisce e un'immagine dopo l'altra
ti viene incontro e ti incanta.
Traduzione di Monica Luccisano
Richard Strauss
Also sprach Zarathustra, poema sinfonico op. 30 (da Nietzsche)
Da Nietzsche a Strauss
La prima esecuzione assoluta di Also sprach Zarathustra avvenne il 27 novembre del 1896 a Francoforte. Strauss aveva
trentadue anni, dopo lo spirito goliardico di Till Eulenspiegel,
sentiva l’esigenza di riflettere su temi esistenziali con un approccio meno superficiale di Tod und Verklärung. Fu così che il
suo occhio cadde su Nietzsche, l’autore che già aveva affascinato Richard Wagner qualche decennio prima. Gli scritti dedicati a Zarathustra e al tema dell’Oltreuomo erano una risorsa
preziosa per un compositore che stava cercando nella musica
sinfonica uno strumento di riflessione filosofica.
La vicenda è quella del profeta persiano di Ormazd, che, dopo
un lungo periodo di ritiro dalle occupazioni mondane, torna
tra la sua gente per liberare l’uomo dalla prigionia della morale. Le idee della rivelazione e del progresso furono gli aspetti
della filosofia nietzschiana che più appassionarono Strauss:
Zarathustra come emblema di un dramma eroico in cui l’uomo
si batte per perseguire la sua opera di avanzamento civile, al di
fuori delle costrizioni morali. Ma laddove Nietzsche vedeva nichilismo e rassegnazione, Strauss, invece, vedeva un virile incitamento alla rinascita della coscienza umana. Gli argomenti
del poema sinfonico elaborano liberamente otto capitoli del
testo; soggetti stimolanti non solo sotto il profilo filosofico,
ma anche visivo e uditivo: abitatori di mondi reconditi, grande
anelito alla libertà, piaceri e passioni, canti dei sepolcri, nascita dello spirito scientifico, ritorno alla vita di Zarathustra, canto
di danza, canto del viandante notturno e relativa elevazione
dello spirito umano al di sopra del mondo. Tutto materiale perfetto per soddisfare le esigenze narrative della musica, secondo un percorso che privilegia la capacità dell’uomo di evolvere dall’oscurità degli stadi primitivi alla luce dell’era civilizzata.
Ed è difatti dagli abissi delle tenebre che parte la composizione di Strauss, con una delle più celebri apparizioni della luce
che sia mai stata scritta: un passaggio da minore a maggiore
che si abbatte, con la violenza di una rivelazione accecante,
sulle palpebre ancora chiuse dell’uomo. Strauss introduce un
cammino che avanza nella direzione della saggezza, passando attraverso i conflitti laceranti delle passioni (Dei piaceri e
delle passioni, nemiche della volontà di potenza, e le forze
dissolutrici della morte (Il canto dei sepolcri). L’emblema del
progresso si manifesta in una grandiosa fuga centrale, simbolo dell’organizzazione concettuale e dei progressi della scienza (Della scienza). Mentre l’impulso dionisiaco prende forma
nel turbinio danzante della Canzone a ballo, quando l’elegante
ritmo della danza viennese si sfibra nella voce gaudente del
violino solo. Solo nel Canto di un viandante notturno appare tutto lo spirito apollineo della filosofia nietzschiana, con i
suoi timbri rarefatti al confine con la dimensione immateriale
del trascendente: l’uomo ha raggiunto la saggezza, ormai si è
elevato al di sopra della morale, e può osservare l’immanente
sospeso in un’atmosfera che si è definitivamente liberata dal
peso delle forze terrene.
Lo Zarathustra di Kubrick
Spesso Stanley Kubrick sembra partire dalla musica per ideare
alcune sequenze dei suoi film. È il caso di 2001: Odissea nello
spazio (1968), dove l’incipit dello Zarathustra straussiano torna
più volte: in apertura, quando un sole luminoso sorge accanto
al logo della Metro Goldwin Mayer; nel prologo, quando una
scimmia antropoide scopre che le ossa possono essere usate
come armi da combattimento; e nel finale, quando l’astronauta si trasforma in un feto luminoso che vaga nello spazio. Tre
grandi momenti di nascita e superamento: un’alba, che si può
intendere come la creazione dell’universo; una scoperta che
farà avere a una scimmia la meglio sugli altri animali e avvierà
il passaggio dallo stadio primitivo verso quello umano; e il superamento della vita terrena alla ricerca di una condizione al di
là dell’esperienza immanente. L’inno all’Oltreuomo di Strauss
concorre in modo determinante a definire l’enfasi e il significato di queste immagini cinematografiche.
Andrea Malvano
(dal programma di sala del 29 ottobre 2009)
Juraj Valčuha
Nato nel 1976 a Bratislava vi studia composizione e direzione,
prosegue gli studi a San Pietroburgo con Ilya Musin e a Parigi.
Dall’ottobre 2016 svolge l´incarico di Direttore Musicale Principale del Teatro San Carlo di Napoli. A partire del 2017 sarà Primo
Direttore ospite della Konzerthaus Orchester di Berlino. Juraj
Valčuha è stato Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dal 2009 all’autunno 2016.
Nel 2006 inizia la carriera italiana al Comunale di Bologna con La
bohème. Seguono debutti con le maggiori compagini internazionali quali i Münchner Philharmoniker, la Gewandhaus di Lipsia, la
Staatskapelle di Dresda, le orchestre americane di Pittsburg, Los
Angeles, San Francisco, la National Symphony di Washington, la
New York Philharmonic, la Filarmonica di Berlino, l’Orchestra del
Concertgebouw di Amsterdam. Con l’OSN Rai effettua tournée al
Musikverein di Vienna, alla Philharmonie di Berlino, nella stagione di Abu Dhabi Classics e al Festival Enescu di Bucarest.
Nella stagione 2013/2014 dirige l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, la Filarmonica della Scala, i Münchner Philharmoniker, la
Philharmonia di Londra, la Pittsburgh Symphony, le Orchestre delle Radio NDR di Amburgo, WDR di Colonia, della Radio Svedese e
della NHK a Tokyo. Dirige inoltre Madama Butterfly e una produzione de L’amore delle tre melarance di Prokof’ev al Teatro di Firenze.
La stagione 2014/2015 lo impegna in una tournée con l’OSN Rai
che tocca Monaco, Colonia, Zurigo, Basilea e Düsseldorf con Arcadi Volodos. Dirige Turandot al San Carlo di Napoli e Jenůfa al Comunale di Bologna oltre ai concerti con le orchestre sinfoniche di
San Francisco, Pittsburgh, Washington e la Los Angeles Philharmonic, con l’Accademia di Santa Cecilia, la Konzerthaus di Berlino
e i Wiener Symphoniker.
Nella stagione 2015/2016 ritrova la New York Philharmonic, la
Pittsburgh e la San Francisco Symphony, la Philharmonia, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra del Maggio
Musicale Fiorentino, le orchestre della Radio di Francoforte e di
Amburgo e i Münchner Philharmoniker. Dirige Parsifal all’Opera
di Budapest.
Nel 2017 effettuerà il suo debutto con la Chicago Symphony e la
Cleveland Orchestra, e raggiunggerà le orchestre di San Francisco,
Pittsburgh, Montréal, nonché l’Orchestre National de France, l’Orchestre de Paris, NDR Amburgo, Konzerthaus Berlin, Philharmonia di
Londra e Santa Cecilia. In campo operistico dirigerà Faust a Firenze,
Peter Grimes a Bologna, Elektra e Carmen al San Carlo di Napoli.
Katharina
Kammerloher
Nata a Monaco, il mezzosoprano Katharina Kammerloher ha
studiato canto con Mechthild Böhme a Detmold ed ha ricevuto
numerosi premi in diversi concorsi di canto. Dal 1993 è membro
della Deutsche Staatsoper Berlin dove ha interpretato ruoli quali Rosina in Il barbiere di Siviglia, Cherubino in Le nozze di Figaro,
Annio in La clemenza di Tito (direttore Philippe Jordan), Octavian
in Der Rosenkavalier (direttore Philippe Jordan), Costanza in L’isola disabitata, Meg Page in Falstaff (direttore Claudio Abbado),
Mélisande in Pelléas et Mélisande (direttore Michael Gielen), Lola
in Cavalleria rusticana (direttore Antonio Pappano), Varvara in
Kát’a Kabanová, Il compositore in Ariadne auf Naxos (direttore Fabio Luisi).
È stata ospite al Festival di Salisburgo, al Festival Operistico di
Monaco, ai BBC Proms e in numerosi altri eventi quali i Festival
di Edimburgo, Madrid, Siviglia, Helsinki, Tokyo, solo per citarne
alcuni. Ha collaborato con prestigiosi direttori quali Zubin Mehta,
Pierre Boulez, Kent Nagano, René Jacobs, Bertrand de Billy, Peter
Schneider, Thomas Hengelbrock ed Iván Fischer.
Oltre agli impegni in campo operistico Katharina Kammerloher
ha una intensa attività concertistica ed è stata invitata a collaborare con i Berliner Philharmoniker, la Staatskapelle Berlin, la
London Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra,
la MDR Sinfonieorchester di Lipsia, l’Akademie für Alte Musik di
Berlino, la Deutsche Sinfonie-Orchester Berlin ed altre importanti
orchestre.
Nel dicembre 2006 Katharina Kammerloher è stata ospite dell'OSN Rai diretra da Rafael Frühbeck de Burgos per la Messa dell'Incoronazione di Mozart.
Partecipano al concerto
Violini primi
*Roberto Ranfaldi
(di spalla)
°Marco Lamberti
Antonio Bassi
Constantin Beschieru
Lorenzo Brufatto
Irene Cardo
Aldo Sebastián Cicchini
Patricia Greer
Valerio Iaccio
Martina Mazzon
Enxhi Nini
Sara Pastine
Fulvia Petruzzelli
Francesco Punturo
Matteo Ruffo
Lynn Westerberg
Violini secondi
*Paolo Giolo
Valentina Busso
Pietro Bernardin
Roberto D’Auria
Michal Ďuriš
Carmine Evangelista
Jeffrey Fabisiak
Rodolfo Girelli
Paolo Lambardi
Alessandro Mancuso
Francesco Sanna
Isabella Tarchetti
Carola Zosi
Paola Diamanti
Vladimir Mari Lyn
Elisa Papandrea
Viole
*Ula Ulijona
Geri Brown
Giovanni Matteo
Brasciolu
Federico Maria Fabbris
Riccardo Freguglia
Alberto Giolo
Agostino Mattioni
Davide Ortalli
Margherita Sarchini
Clara Trullén Sáez
Lizabeta Soppi
Francesco Tosco
Violoncelli
*Pierpaolo Toso
Marco Dell’Acqua
Giacomo Berutti
Stefano Blanc
Eduardo dell’Oglio
Pietro Di Somma
Michelangiolo Mafucci
Carlo Pezzati
Stefano Pezzi
Fabio Storino
Valerio Cassano
Amedeo Fenoglio
Contrabbassi
*Gabriele Carpani
Silvio Albesiano
Antonello Labanca
Alessandro Belli
Luigi Defonte
Pamela Massa
Virgilio Sarro
Vincenzo Venneri
Corni
*Stefano Aprile
Valerio Maini
Marco Panella
Emilio Mencoboni
Marco Tosello
Fabrizio Giannitelli
Trombe
*Roberto Rossi
Ercole Ceretta
Daniele Greco D’Alceo
Roberto Rivellini
Tromboni
*Diego Di Mario
Devid Ceste
Trombone Basso
Gianfranco Marchesi
Flauti
*Giampaolo Pretto
Luigi Arciuli
Paolo Fratini
Tube
Matteo Magli
Fabio Pagani
Ottavini
Fiorella Andriani
Paolo Fratini
Timpani
*Claudio Romano
Oboi
*Carlo Romano
Sandro Mastrangeli
Franco Tangari
Corno inglese
Teresa Vicentini
Clarinetti
*Enrico Maria Baroni
Graziano Mancini
Clarinetto piccolo
Franco Da Ronco
Percussioni
Carmelo Giuliano Gullotto
Alberto Occhiena
Emiliano Rossi
Arpe
*Margherita Bassani
Matthieu Martin
Celeste
*Vittorio Rabagliati
Organo
*Luca Benedicti
Clarinetto basso
Salvatore Passalacqua
Fagotti
*Andrea Corsi
Cristian Crevena
Mauro Monguzzi
Controfagotto
Bruno Giudice
*prime parti
°concertini
Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere
sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.
Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite e iscrivetevi subito!
Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili su www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected].
La Segreteria degli Amici dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium; il martedì e il giovedì dalle 10 alle 12
telefonando al +39.335 6944539, oppure al +39.340 5258075.
CONVENZIONE OSN RAI – VITTORIO PARK
Tutti gli abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2016-2017 che utilizzeranno il VITTORIO PARK di PIAZZA
VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta
nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto
allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria.
Per informazioni rivolgersi al personale di sala o in biglietteria
Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione “riduzioni”.
8°
SABATO 10 DICEMBRE 2016 ORE 20.30 - Turno rosso
DOMENICA 11 DICEMBRE 2016 ORE 20.00 - Turno Blu
Direttore James Conlon Soprano Aga Mikolaj
Mezzosoprano Elena Manistina
Tenore Brandon Jovanovich
Baritono-Basso Paul Gay
Coro della Radio Svedese
Maestro del coro Peter Dijkstra
Ludwig van Beethoven
Leonore n. 3, Ouverture in do maggiore op. 72b
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 € a 15,00 € (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 € a 9,00 € (ridotto giovani)
Le domeniche dell’Auditorium
DOMENICA 4 DICEMBRE 2016 ORE 10.30
Quartetto con pianoforte dell’OSN Rai
Roberto Righetti violino
Ula Ulijona viola
Massimo Macrì violoncello
Giacomo Fuga pianoforte
Gustav Mahler
Quartettsatz in la minore per pianoforte e archi
Johannes Brahms
Quartetto n. 1 in sol minore op. 25 per pianoforte e archi
Poltrona numerata in ogni settore
Under 30 poltrona numerata in ogni settore
BIGLIETTERIA
via Rossini – 011.8104653/4961
[email protected] - www.osn.rai.it
 instagram.com/orchestrasinfonicarai
 @OrchestraRai
 www.facebook.com/osnrai
5,00 €
3,00 €