Italiani all`estero: papà Tremaglia dai loro tanta pazienza!

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giovedì 24 novembre 2016, 16:30
Referendum
Italiani all’estero: papà Tremaglia dai loro tanta
pazienza!
Ipocrisia e faccia tosta nell'attuale polverone sul voto italiano all'estero
di Maria Margherita Peracchino
Le agenzie specializzate al servizio della stampa italiana all’estero si stanno spellando le mani: 'attacco generalizzato al
voto degli italiani all’estero'. E giù quintalate di dichiarazioni di quelli che dovrebbero essere opinion leader di quei circa
5 milioni di connazionali sparsi nei cinque continenti (parlamentari eletti all’estero e responsabili delle associazioni e
degli organismi). Ovviamente, al centro di tutto la ‘promessa’ di Alessandro Pace, Presidente del comitato del No: se
vince il SI pronti al ricorso. «Nel voto degli italiani all’estero, non è garantito il requisito della segretezza e se il voto degli
italiani all’estero fosse decisivo ai fini del risultato e determinasse la vittoria del Sì al referendum del 4 dicembre, potremmo
decidere di impugnare il risultato». Come stabilisce la Costituzione, l’esercizio del voto, ha ricordato il giurista, deve
essere «personale, libero e segreto», requisiti che non sono garantiti dal meccanismo di voto adottato per gli
italiani residenti all’estero. Nella quintalata, che ovviamente prosegue, una dichiarazione tra tutte, quella di Aldo di
Biagio, parlamentare eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione Europa: «Il Professor Pace si accorge solo oggi della
mancanza di segretezza nell'espressione del voto dei nostri concittadini all'estero, elemento che a suo dire consentirebbe un
possibile ricorso nel caso di una vittoria del Sì». Ecco, appunto, il Professor Pace e i suoi colleghi costituzionalisti che
si sono affrettati a sottoscrivere tale dichiarazione, dal 2001 ad oggi sono stati sulla luna? Un buon amico mi ha
obbiettato: “…. Eh ma il Comitato mica c’era al tempo”; ah ecco! Il buon Mirko Tremaglia, papà della legge del voto degli
italiani all’estero, probabilmente sta fremendo nella tomba. Si perché Tremaglia aveva un sacco di difetti, ma un pregio
che li riscattava tutti: era intellettualmente onesto e schietto al punto di non saper usare l’ipocrisia nemmeno
come arma politica. E come non bastasse, era un uomo che sapeva amare gli uomini. Uno che ha messo a
disposizione la sua vita (il lavoro prima, poi anche la salute), per far ritrovare soggettività politica e dignità di ‘cittadini’ ad
alcuni milioni di persone sparse nel mondo che i professoroni avevano sepolto nell’oblio e ritornerebbero a seppellire oggi.
Ecco, in quel che sta andando in scena non vedo amore -non dico per gli italiani all’estero, ma per l’Italia- , vedo solo
tanta ipocrisia e faccia tosta. L’ipocrisia di chi sta usando gli italiani all’estero per conquistare qualche titolo di
giornale in mancanza di meglio -ragioni, fatti, dati, tanto che si preferiscono le veline alle interviste- e l’ipocrisia di chi fa
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su
http://www.lindro.it/italiani-allestero-papa-tremaglia-dai-loro-tanta-pazienza/
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finta di ignorare che sì, il voto per corrispondenza, che Tremaglia ha voluto e saputo ottenere (Mirko era di quella
generazione di politici che non twittavano, nè diffondevano il ‘verbo’ e gli insulti via blog, ma le cose le sapevano FARE, i
sogni, gli ideali li sapevano prima difendere e poi concretizzare), è piano di insidie, è stato al centro di brogli fin dal 2006,
primo anno in cui andò in scena. Mi chiedo perché le agenzie stampa specializzate -finanziate dalla Farnesina- non si
sentano in dovere di fare servizi che ricostruiscano la storia dei brogli, magari chi si sta mobilitando al capezzale di questa
'povera Repubblica' scoprirebbe che se il voto è potenzialmente non libero, il problema non è nella lettera inviata da Matteo
Renzi ai votanti all’estero o nel percorso del plico elettorale e poi della busta che contiene la scheda elettorale votata -che
sicuramente ha una serie di potenziali limiti e insidie. I brogli stanno là dove si consuma il processo di voto. Capisco
che il Comitato sia sorto di recente, ma se volesse studiare e applicarsi per 10 minuti scoprirebbe le compravendite del
voto in America Latina piuttosto che nel Nord Europa, scoprirebbe come ricchi commercialisti, che l’Italia all’estero
manco sanno bene che sia, sono riusciti candidarsi e con opportuni ‘acquisti’ di voti -sostenuti dai capi bastone di certe
comunità del Nord Europa- sono riusciti farsi votare, gente che poi è finita in galera, e manco per quel reato. Se poi, il
Comitato, si applicasse ancora per altri 15 minuti eviterebbe di dire castronerie del tipo: «Si dovevano organizzare
sedi elettorali presso ambasciate e consolati per far esprimere gli elettori nel segreto dell’urna». Si presume che un
costituzionalista sia informato del fatto che esiste una legge che regola il voto e che tale legge, la legge Tremaglia, non
prevede la possibilità di voto in loco, ovvero, «di organizzare sedi elettorali presso ambasciate e consolati». Roba che riesce
convincere qualsiasi sincero sostenitore del NO a votare SI, anche due volte, ad averne la possibilità. Per dare lavoro ai
giornalisti della stampa italiana all’estero e pochi altri, ancora per qualche giorno su questo voto all’estero che, c’è da
giurarci, il 5 dicembre ritornerà nel dimenticatoio, ecco il fuoco d’artificio, l’ultimo, (si spera) il più bello: tagliamo la testa al
toro e cancelliamo il voto degli italiani all’estero. La proposta è di Massimo Luciani, professore alla Sapienza e
Presidente dei costituzionalisti italiani: «È una questione complessa, personalmente non sono mai stato favorevole al voto
all'estero», afferma in una intervista a ‘La Repubblica’, «È una questione complessa, personalmente non sono mai stato
favorevole al voto all'esterol'ho detto sin dalla sua introduzione e posso ribadirlo ora. I problemi riguardano soprattutto le
politiche. Innanzitutto gli italiani all'estero votano solo altri italiani residenti all'estero mentre quelli residenti in Italia non
possono essere votati da fuori. Il che tocca l'universalità della rappresentanza. E poi ci sono solo quattro ripartizioni e si può
ben immaginare quanto possa essere flebile il rapporto di vicinanza territoriale tra un candidato di Sidney e un elettore di
Città del Capo». Sul voto per il referendum, spiega poi che «la legge costituzionale che lo ha introdotto nel 2000 parla solo
del voto per le politiche, quello per i referendum è stato esteso con la legge attuativa del 2001: sarebbe stata opportuna
maggiore attenzione per una materia che pone tanti problemi». Niente di nuovo sotto il sole: già tutta ‘roba’ già vista
negli anni scorsi, con relative proposte di legge, tutte sepolte. Gli italiani all’estero dovevano terminare di votare oggi, e
proprio oggi la Farnesina ha diramato una nota nella quale si comunica che «se è pur vero che la legge dispone che
l'elettore debba spedire la busta con la scheda votata ''non oltre il decimo giorno precedente la data stabilita per le votazioni
in Italia'', in questo caso, non oltre il 24 novembre, tale termine è puramente ordinatorio e non perentorio, come chiarito
anche dalla successiva disposizione che prevede che gli uffici consolari devono inviare in Italia ''le buste comunque
pervenute non oltre le ore 16, ora locale, del giovedì antecedente la data stabilita per le votazioni in Italia». Insomma, il voto
può proseguire. Gli analisti sostengono che il loro voto varrà circa il 5% dei votanti complessivi (ipotizzando che
all’estero votino poco meno di 1,5 milioni di persone sul totale di 25 a 30 milioni di votanti globali auspicati); sarà il voto di
quel pezzo di Paese che ha fatto grande l’Italia nel mondo, che magari vota in condizioni difficili -starebbe agli
esperti sostenere la politica e le istituzioni per migliorare queste condizioni- ma che dovremmo ritenerlo un onore -uno
grande grande- che si prenda il disturbo di andare a votare per il futuro della Costituzione. Buon voto! cari
Italiani all'estero E che papà Mirko, da lassù tra i Giusti, vi dia la pazienza di sopportare scrofe, costituzionalisti, opinion
leader …. e tutti coloro che non si sciacquano la bocca e il cervello prima di parlare di voi.
di Maria Margherita Peracchino
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