Neoneli ricorda il poeta secentesco Bonaventura Licheri.

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Transcript Neoneli ricorda il poeta secentesco Bonaventura Licheri.

Neoneli ricorda il poeta secentesco
Bonaventura Licheri.
Neoneli ricorda il poeta secentesco
Bonaventura Licheri.
Si terrà a Neoneli venerdì (25 novembre) una serata
di interventi, letture e canti dedicata al poeta
vissuto tra Sei e Settecento.
Neoneli (OR): venerdì (25 novembre) nel paese del Barigadu una serata di
interventi, letture e canti dedicata al poeta vissuto tra Sei e
Settecento autore di “No mi giamedas Maria” e “Sette ispadas de dolore”. Si
comincia alle 17 nella chiesa parrocchiale di San Pietro
Neoneli ricorda e rende omaggio al suo più illustre cittadino del passato,
Bonaventura Licheri. Questo venerdì (25 novembre), il paese nel Barigadu, in
provincia di Oristano, dedica una serata di interventi, riflessioni, letture
e canti al poeta vissuto a cavallo tra Sei e Settecento, famoso per la sua
vasta produzione di componimenti sacri, e in particolare di “No mi giamedas
Maria” e “Sette ispadas de dolore”.
Al centro dell’appuntamento, in programma nella chiesa parrocchiale di San
Pietro a partire dalle 17, la presentazione di “Gaudia. Gosos e lodi sacre”,
una raccolta di settantaquattro testi di Bonaventura Licheri pubblicata di
recente dalla editrice Ilisso di Nuoro, nella collana Bibliotheca Sarda,
grazie all’impegno dell’amministrazione comunale neonelese. Intervengono il
curatore dell’opera, Mario Cubeddu, insegnante e studioso di storia e
tradizioni popolari della Sardegna, l’autore della prefazione Maurizio
Virdis, professore di filologia romanza e lingua sarda, Graziano Fois,
docente di lettere nei licei, e Giuliana Portas, archivista e operatore
linguistico-culturale.
Introdotto dal sindaco di Neoneli Salvatore Cau, l’incontro sarà arricchito
dalle letture di versi di Bonaventura Licheri affidate all’attrice e cantante
Simonetta Soro, e da un concerto del coro Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santu
Lussurgiu.
La pubblicazione di “Gaudia. Gosos e lodi sacre” corona un percorso
intrapreso nel 2011 dal comune di Neoneli, impegnato nella salvaguardia e
nella valorizzazione dell’identità e della memoria storica del paese (anche
con iniziative come “Licanìas de Barigadu“, la manifestazione enogastronomica
e culturale giunta alla settima edizione tra la fine di settembre e i primi
di ottobre scorsi), che ha deciso di investire energie e fondi per fare
chiarezza sulla figura e l’opera di Bonaventura Licheri: “celebre, dotto e
distintissimo poeta”, come lo definì a metà dell’Ottocento il canonico
Giovanni Spano in “Canzoni popolari della Sardegna”, dove scriveva altresì
che “la maggior parte di lodi di santi che si cantano nel popolo sono
composte da lui”; un poeta, ciononostante, poco studiato, e in modo
frammentario quando non addirittura errato, sia sotto il profilo biografico
che della produzione poetica. A gettare luce sull’uno e sull’altro aspetto,
ecco ora le 321 pagine di “Gaudia. Gosos e lodi sacre”.
Nato il 18 gennaio 1668, Sebastiano Antonio Bonaventura Licheri “entra
adolescente nel collegio gesuitico di San Michele a Cagliari e qui segue il
corso di studi con buoni risultati, sino alla pronuncia dei voti nel 1687”,
scrive Mario Cubeddu nelle note che accompagnano il libro. “Nel 1692 è nel
Collegio di Sassari, quando decide di lasciare la Compagnia, di tornare a
Neoneli e di sposare la giovane Cipriana Polla (…). All’origine
dell’abbandono ci sono probabilmente ragioni familiari, dalla perdita della
madre amata, nel 1684, alla morte del fratello. Il Licheri vivrà a Neoneli il
resto della vita come notabile di paese, stimato e apprezzato come tutore
degli orfani e proprietario benestante. Nell’anno 1700 trascrive in un
quaderno tutti i testi poetici, gosos, letras, sequenze, litanie, composti
sino a quella data. Dal 1714 al 1717, negli anni in cui anche la Sardegna è
coinvolta nelle guerre di successione spagnola, ricopre la carica di
Ufficiale di Giustizia e Giudice Ordinario del Barigadu de susu. Muore a
Neoneli nel 1733”.
Bonaventura Licheri ebbe in vita ampia fama di poeta sacro e i suoi
componimenti si diffusero presto in tutta la Sardegna. “Da Sinnai a Bitti, da
Cabras a Sedilo, nel corso del Settecento le confraternite e le parrocchie
adottano i testi composti dal Licheri per il canto paraliturgico,
riconoscendone la superiorità sul piano della poesia, della morale, della
teologia”. Le sue composizioni “si pongono all’interno di una attività molto
intensa, in Sardegna, in un settore della produzione letteraria di tematica e
argomento religioso”, sottolinea Maurizio Virdis nella sua prefazione:
“Questo tipo di scrittura ha una consolidata tradizione dietro di sé, e la
lingua sarda mostra una ormai acquisita capacità stilistica che, qui,
Bonaventura Licheri mostra di usare in maniera certamente consumata ed
esemplare”. Le sue “sono composizioni poetico paraliturgiche che lodano il
Signore o la Vergine o i Santi; ma il loro schema compositivo può variare di
volta in volta, così come lo schema e il genere metrico, e la loro
impostazione tesa alla ricezione da parte dei fruitori”.
“È il primo autore espresso dalla Sardegna moderna capace di ottenere
l’apprezzamento del ceto colto e semicolto dell’isola, rappresentato in
sostanza dal clero”, scrive Cubeddu: “Perché i gosos del Licheri sono l’opera
di un poeta colto (…) formatosi alla scuola di una poesia religiosa che aveva
una lunga storia, strumento usato soprattutto dai Gesuiti nella loro attività
missionaria”. L’attività poetica di Bonaventura Licheri è quella di “un uomo
di cultura il cui scopo è quello di avvicinare al popolo il messaggio
evangelico. E il popolo fece proprio questo messaggio al punto da cancellarne
l’autore”, mentre “le vicende della vita si confondono presto con elementi
leggendari. Per questo è assente da tutti gli studi sulla letteratura della
Sardegna, dalla Storia dell’Alziator (…) ai più recenti saggi di Pirodda (…)
e Salvatore Tola (…)”. Ecco perché “una raccolta organica di tutti i testi
che, con sufficiente fondamento, gli possono essere attribuiti come autore, o
traduttore, può aiutare a definire ancora meglio la sua figura e a inserire
la sua opera nel suo tempo e nella vicenda della poesia in Sardegna”,
sottolinea infine Mario Cubeddu nelle note introduttive di “Gaudia. Gosos e
lodi sacre”.
Ma a gettare luce sulla vita e l’opera del poeta neonelese contribuisce anche
un’altra recente pubblicazione, “Bonaventura Licheri raccontato dalle fonti
archivistiche”: un opuscolo che raccoglie in una settantina di pagine gli
esiti del lavoro di un gruppo di esperti – Mariantonietta Piga, Giuliana
Portas e Mario Antioco Sanna – con specifiche competenze in materia
filologica, glottologica, paleografica e archivistica, appositamente
incaricato dal Comune di Neoneli, “per eseguire tutte le ricerche necessarie
a chiarire i lati ancora misteriosi di questo personaggio”, come scrive nella
prefazione il sindaco Salvatore Cau. Il primo cittadino spiega bene anche il
senso dell’operazione e i motivi che hanno spinto l’amministrazione comunale
a investire energie e risorse finanziare nello studio della figura e
dell’opera di Bonaventura Licheri: “Ogni paese, anche il più piccolo, anche
quello che sembrerebbe il più insignificante, è unico e irripetibile grazie
al proprio sostrato culturale e identitario, e acquisire la consapevolezza di
essere tali è il primo atto di amore che bisogna avere verso noi stessi. (…)
Una frase tratta da una famosa poesia di Martin Luther King recita: ‘Se non
puoi essere una via maestra sii un sentiero, ma sii sempre il meglio di ciò
che sei’: ecco, io sono consapevole che Neoneli non sia una via maestra, ma
di certo è un sentiero dalle molte attrattive. Ognuno di noi dovrebbe essere
consapevole di tale fascino, mantenerlo vivo e armonioso curando e coltivando
tutti gli aspetti che contribuiscono a renderlo speciale, senza nessun
complesso di inferiorità nei confronti di ciò che non ci appartiene”.