“Il sacco di abitanti” detto dal Premier non viene letto come uno

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Transcript “Il sacco di abitanti” detto dal Premier non viene letto come uno

anno i - n° 0 sabato 26 novembre 2016
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Di Niro - Di Renzo
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Corrado Di Niro e Gino Di
Renzo rispettivamente presidente
e direttore dell’Acem, l’Associazione costruttori del Molise. Sono
riusciti a fare approvare dalla Camera dei deputati il provvedimento che evita alle imprese di
pagare la tassa per i licenziamenti.
L’Ardire
Campobasso,
nove assessori
e nel pantano
di Giuseppe Saluppo
C
ampobasso: città in bilico
tra l’essere sulla carta un
capoluogo di regione e
nella realtà un accrocco
indistinto di palazzi, di uffici, di negozi, di botteghe, di banche, di industrie, di concessionarie, di bar,
night-club, di palestre sportive, di
scuole, dell’università (marginalmente), e di tantissime altre cose che
traducono un assieme qualunquistico che la rende indecifrabile, malamente vivibile, inqualificabile
urbanisticamente. Una città alla
mercé di chiunque abbia qualcosa
da toglierle e/o da cogliere. La deriva è data dalle strade dissestate, dai
servizi pubblici insufficienti e inefficienti, dal qualunquismo edilizio,
dal caos del traffico, dall’anarchica
invasione di tabelle e tabelloni pubblicitari, dalla progressiva distruzione degli spazi verdi attrezzati,
dall’abbandono di ogni forma di
estetica (e di etica estetica), dal disconoscimento sistematico dei valori culturali a fondamento della vita
pubblica, e dalla episodicità delle
manifestazioni dell’arte. E dal ristagno economico che sta portando via
i più giovani lasciando la città in un
pantano. Ora, si apre una crisi a distanza all’interno della maggioranza
dopo la scelta dei nove assessori da
parte del sindaco Battista. Era, per
davvero, necessario? Motivi impellenti, quindi, per una tempestiva reazione da parte del sistema
amministrativo per fronteggiare la
complessità della gestione del territorio, della qualificazione ambientale, della valorizzazione dei beni
culturali, della crescita democratica
e culturale. Qualcuno, sarà capace di
scrollarsi di dosso il torpore e procedere alla luce del sole?
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Marco Di Biase
Il Tapiro del giorno lo diamo a Marco Di
Biase sindaco di Bojano. La cittadina
matesina sta soffrendo, e non poco, a
causa del crollo economico delle aziende
e del Nucleo industriale e per l’assenza
di prospettive future. Il silenzio, però,
che si registra da parte dell’amministrazione comunale, non depone certamente
bene ed è a sfavore dei cittadini.
“Il sacco di abitanti” detto dal Premier
non viene letto come uno sberleffo
ma come uno slogan turistico
Meno male che a difendere il Molise
ci ha pensato il presidente Cotugno
IL FATTO
pagina 2
Grazie all’Acem le imprese edili
non pagheranno la tassa sui licenziamenti
Un passaggio fondamentale per le imprese del settore edile
quello che si è avuto grazie all'Aniem e all'Acem, l'associazione
costruttori del Molise. Bloccato il pagamento di una tassa sui licenziamenti che una legge prevedeva per le imprese edili.
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“Evitata la tassa sui licenziamenti”
CAMPOBASSO. Un passaggio fondamentale per le imprese del settore
edile quello che si è avuto grazie all’Aniem e all’Acem, l’associazione
costruttori del Molise. Bloccato il pagamento di una tassa sui licenziamenti
che una legge prevedeva per le imprese edili che avessero chiuso i cantieri
oppure
avessero
perso
gli appalti ma i cui lavoratori non fossero, di fatto, stati licenziati, perché
interamente riassorbiti dall’impresa
subentrante nell’appalto, avrebbero
dovuto pagare il predetto contributo.
La Camera dei Deputati, infatti, ha approvato un emendamento alla Legge di
Bilancio, proposto e fortemente sostenuto dall’ACEM a livello locale e dall’ANIEM CONFIMI
a livello
nazionale. L’emendamento prevede
l’esenzione per il settore delle costruzioni della “tassa sui licenziamenti”,
meglio conosciuta come “ticket sui li-
Grazie all’impegno dell’Acem e dell’Aniem, il settore edile
risparmierà qualcosa come 38 milioni di euro
cenziamenti”, non solo nei casi di
cambi d’appalto, ma anche per i licenziamenti operati per il fine cantiere.
“Augurandoci che l’emendamento
possa essere approvato nella versione
definitiva della legge di bilancio, cosa
che a Roma danno per certo trattandosi di un pacchetto blindato – dichiara il Presidente dell’ACEM
Corrado Di Niro - vogliamo sottolineare che se non ci fossimo impegnati
assiduamente con l’Associazione nazionale ANIEM, con il Ministero del
Lavoro e con Palazzo Chigi, le imprese avrebbero dovuto pagare dal 1°
gennaio per ogni lavoratore licenziato
ben 489,95 euro per ogni anno di lavoro prestato, fino ad un massimo di 3
anni, invece in questo modo avremo
un risparmio complessivo per il settore stimato in circa 38 milioni di euro
l’anno, in tutta Italia”. “Spiace che a
livello regionale non veniamo ascoltati
allo stesso modo per il bene della categoria” conclude il Presidente Di
Niro.
Sulla carta sarebbe uno strumento conoscitivo e programmatico per l’utilizzo sostenibile della risorsa idrica
E’ proprio il caso di dire: “Piano
regionale di tutela delle acque
(Pta)”, questo sconosciuto. Eppure è uno dei rarissimi Piani
adottati dal governo regionale nei
suoi circa tre anni di amministrazione.
Quindi c’è, ma dove sia, chi lo interpreti e lo applichi, cosa abbia
determinato nella gestione sostenibile della risorsa idrica molisana, nessuno è in grado di
valutarlo. Intanto c’è. Per molta
parte dell’amministrazione regionale è sufficiente, per ritenersi
soddisfatta di quanto sta facendo.
Infatti ne può parlare, dire che
l’attenzione posta al territorio è
una costante, tant’è che nel Molise non ci sono pale eoliche, né
cave e né discariche a cielo
aperto, che l’aria è purissima, che
le acque sono limpide, che gli
sky-line sono liberi e suggestivi
in tutta la loro intonsa bellezza.
Che adesso c’è anche un Ente che
si occupa dell’organizzazione del
servizio idrico integrato (captazione, adduzione e distribuzione
di acqua a usi civili, fognatura e
depurazione delle acque reflue),
con esclusione dei servizi di captazione e adduzione delle risorse
idriche regionali attualmente gestite dall’Azienda Speciale regionale “Molise Acque”, in quanto di
rilevanza strategica anche in relazione alla fornitura di milioni di
metri cubi d’acqua ad altre regioni. Cioè, un Ente quintessenza
di democrazia, che obbliga i comuni a prendervi parte e che nella
sua missione (recondita) alligna
Piano regionale di tutela delle
acque: questo sconosciuto
Dove sia, chi lo interpreti e lo applichi, cosa abbia determinato nella gestione
sostenibile della risorsa idrica molisana, nessuno è in grado di valutarlo
la progressiva privatizzazione del
servizio e, quindi, una lauta mancia al capitale privato che sull’acqua sta organizzando forse il più
grande business del secolo, più
del petrolio. Stando alle finalità e
alla competenze del Piano di tutela delle acque, esso sarebbe uno
strumento conoscitivo e programmatico che si pone come obiettivo l’utilizzo sostenibile della
risorsa idrica. Quindi un Piano
sovrastante la competenza e la finalità dello stesso Egam e, soprattutto, lo strumento destinato
ad acquisire fino in fondo l’entità
e la dimensione dell’intero patrimonio idrico regionale, per stabi-
lire come ripartirlo, a chi assegnarlo e, soprattutto, con quali
costi e con quali benefici. L’ingresso del Piano di tutela delle
acque nella disponibilità operativa e programmatica della Regione, in penuria di altro, non ha
evitato espressioni di compiacimento da parte di coloro che
sanno e vedono come la ricchezza
idrica molisana venga malamente
considerata, disastrosamente gestita e stupidamente regalata all’Abruzzo, alla Campania e alla
Puglia. Indotti, costoro, a ritenere
che dopo tanta dabbenaggine,
tanto spreco e tanta mala gestione, col Piano molte cose sa-
rebbero cambiate. Cambiate le
misure e gli interventi destinati a
salvaguardare dall’inquinamento
le acque non inquinate; cambiato
il sistema di risanamento dei
corpi idrici inquinati, “con particolare attenzione per quelli destinati a particolari utilizzazioni”;
cambiato il sistema per garantire
il deflusso minimo vitale dei corsi
d’acqua; cambiato il modo per ottenere un uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, “con
priorità per quelle potabili”; cambiata la preservazione della capacità naturale di autodepurazione
delle acque, “nonché la capacità
di sostenere comunità animali e
vegetali ampie e ben diversificate”.
Ebbene, il Piano c’è, ma gli effetti
che avrebbe dovuto determinare
non sono riscontrabili né, pur
avendo dignità di legge, ha esercitato la sua supremazia nella pianificazione (autarchica e di fatto)
del territorio, inducendo i piani
ed i programmi regionali e degli
enti locali, in materia di sviluppo
economico, di uso del suolo e
della tutela ambientale, a coordinarsi e a conformarsi. Anarchia
c’ere, ed anarchia c’è. Pertanto,
suonano vuote e falsamente accreditabili le dichiarazioni che all’indomani dell’approvazione del
Piano sono state dettate ai taccuini della stampa e ai microfoni
delle radio e delle televisioni locali: “La valenza del Piano è
maggiore se si pensa che tale approvazione arriva dopo quella del
Piano regionale dei nitrati, del
Piano regionale dei rifiuti e sulla
ormai prossima approvazione
della legge forestale regionale e
della legge regionale sulla qualità
dell’aria, allineando così la Regione Molise alle più efficienti regioni d’Europa”. Boom!
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26 novembre 2016
Matteo Renzi in campagna elettorale ha dichiarato piu' volte che nel Molise, la maggior parte dei consiglieri regionali del PD
avrebbero votato contro la riforma. Cosa ne
pensa il Governatore del Molise Paolo Di
Laura Frattura? Ospite di Rai Radio1, a Un
Giorno da Pecora, Di Laura Frattura ha fatto
chiarezza sulla vicenda, spiegando: “in consiglio regionale siamo in cinque del PD, io,
Facciolla e Di Nunzio votiamo SI. I consigliere 'renziani' del PD votano convintamente SI. Solo due votano contro, e sono i
due che fanno parte della minoranza del partito”. Forse – gli hanno fatto notare i conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari –
Renzi non ne è a conoscenza: continuare a
dire che votate tutti contro. “Per la verità
glielo ho detto diverse volte”. I molisani
sono rimasti male dalle ultime frasi di
Renzi? “La pubblicità e la conoscenza del
Molise in questi ultimi tempi è straordinaria: oggi tutti hanno conoscenza della mia
regione!”, ha concluso a Rai Radio1 Frattura. Evidentemente, per il presidente Frattura, sostenere che "Promozione del turismo
nel mondo: se sei la Toscana puoi anche andare in Cina a dire 'venite da noi'. Ma se sei
il Molise non puoi fare campagna turistica
all'estero"; "Il Molise, nota regione con un
sacco di abitanti..", significa promuovere il
Frattura giustifica Renzi
“Pubblicità per il Molise straordinaria”
Molise e rappresentarci nella maniera migliore. Complimenti. Ben diversa era stata
la reazione del presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno. " Il Molise è
una regione dove vivono degli Italiani, questo particolare forse a qualcuno è sfuggito
più volte, come è sfuggito che la nostra Costituzione dà uguale dignità a tutte le regioni
d'Italia! Sin dal primo discorso d'insediamento ho dichiarato di voler difendere l'autonomia regionale, impegnandomi con forza
nel rispetto di chi a suo tempo ha saputo
conquistare l'indipendenza. Ma ancor più mi
spenderò per difendere la nostra identità e la
nostra dignità. "Il Molise, nota regione con
un sacco di abitanti..." una frase che non ho
particolarmente apprezzato, non avendo
ascoltato stesse considerazioni per regioni
più o meno simili alla nostra, e che comunque non avrebbero meritato, loro e i propri
cittadini, tali provocazioni in ordine di considerazione da parte di Istituzioni dello
Stato". Basta sberleffi perché, argomenta
Cotugno, "quando nasce un bambino in
Molise, non ha nessun tipo di peccato o vergogna legata al non esser nato nel Lazio
piuttosto che in Lombardia: ha l'orgoglio e la
fierezza di qualsiasi cittadino italiano...sarebbe bene ricordarlo! Dopo lo "scivolone"
in merito alle capacità più o meno fattive
della nostra regione di potersi promuovere
all'estero, il Premier venne in Molise scusandosi per essere stato frainteso. Se Renzi
tornerà in Molise sarà accolto con la proverbiale accoglienza che i molisani riservano a qualsiasi rappresentante dello
Stato...sarà accolto da italiani fieri e orgogliosi di essere molisani", conclude il presidente.
Del Molise dei poveri e delle famiglie in difficoltà chi se ne cura?
Dietro la facciata lucida del Molise dei colletti bianchi, dei politici
in
macchine
di
rappresentanza, dei consiglieri regionali ridondanti di prebende e
benefit, di una borghesia professionale che si autocompiace di esserlo
e
di
esercitarsi,
arricchendosi, sulla massa che le
sta dietro, delle statistiche dello
0,001 per cento di crescita del
prodotto interno lordo, dietro
tutto questo c’è un altro Molise.
Al quale anche la stampa non presta attenzione, al quale si riserva,
se tutto gli va bene, qualche briciolo d’assistenza sociale.
C’è il Molise delle famiglie che
vivono sotto la soglia di povertà;
degli appartenenti al quinto di
reddito più povero. pari al 35,9
per cento, e un’altra branca a rischio povertà, che si aggira intorno al
32,6 per cento. Diciamola tutta: ci
sono 101mila cittadini molisani
che non fanno cronaca, che non
hanno rilievo e visibilità, sostanzialmente sommersi da una governace regionale che li ha
condannati ad essere perennemente in retroguardia, pur disponendo degli strumenti per
“soccorrerli”, non trova di meglio
che dilazionare gli interventi e gli
atti delle politiche cosiddette sociali, che la Regione ha ritenuto
debbano essere allegati agli atti
delle politiche sanitarie, col risultato che entrambe sono irriducibilmente inefficaci. Dietro la
Dietro la facciata lucida del Molise dei presidenti,
degli assessori e dei consiglieri regionali, c’è un
quadro strutturale e organizzativo da brividi
Ormai l’informazione critica e rilevatrice di colpe e difetti della maggioranza
regionale la si deve unicamente al consigliere ex Pd Michele Petraroia
facciata lucida del Molise dei presidenti, degli assessori e dei consiglieri regionali, c’è un quadro
strutturale e organizzativo da brividi. Che per coglierlo nella sua
statica rappresentazione, ci vorrebbe il grimaldello o uno mezzo
di penetrazione per scardinare gli
strati di complicità e di tolleranza
che lo copre. Dinanzi ad una situazione siffatta, il cittadino immagina che nelle istituzioni alle
maggioranze inerti, inefficaci o
prevaricatrici, ci sia un’opposizione in grado di contrastarla, di
manifestarla all’opinione pubblica, di impalcarla alle proprie
responsabilità. Alla Regione Molise l’opposizione è formale. Per
cui sono i dissidenti della maggioranza il veicolo di una informazione critica e rivelatrice di
colpe e difetti. Nel caso che ci apprestiamo a scrivere, il veicolo
dell’informazione critica e rilevatrice di colpe e difetti della maggioranza regionale, è di nuovo
Michele Petraroia (ex Pd), il
quale, dopo aver argomentato e
dimostrato, dati alla mano, i ri-
tardi e le carenze gestionali del sistema sociale e assistenziale, ha
posto in una interrogazione al
presidente del consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, l’urgenza di conoscere quali
iniziative istituzionali si intendano intraprendere per il contrasto alla povertà in Molise che
vede coinvolte il 21,5% delle famiglie pari 70mila cittadini, a cui
si aggiungono ulteriori 31 mila
persone a rischio povertà; di essere informato sulle ragioni che
hanno indotto il direttore del dipartimento del Bilancio a non
presentarsi all’audizione della
Commissione affari sociali del 3
novembre per illustrare la situazione finanziaria complessiva del
settore relativamente ai quesiti
posti nella mozione consiliare a
mia firma del 21 giugno 2016,
trattata nella seduta del consiglio
regionale del 20 settembre 2016
poi rinviata all’esame di merito
proprio in Quarta commissione;
di sapere quando saranno pubblicati i bandi del Programma ope-
rativo regionale (Por) del Fondo
sociale europeo (Fse) 2014/2020
per 12 milioni di euro per borse
lavoro, reddito di inclusione sociale e altre misure di contrasto
alla povertà; di conoscere inoltre
quando saranno definite e superate le criticità dei Centri per
l’impiego che bloccano le procedure per i pagamenti di 4,8 milioni
del
Sostegno
per
l’inclusione attiva (Sia) a 1800
soggetti svantaggiati del Molise,
e per quali ragioni non vengono
rispettate le disposizioni della
legge regionale 13/2014, del regolamento attuativo 1/2015 e del
Piano sociale triennale 2016/2018
adottato dal consiglio regionale
nella seduta del 1 dicembre 2015.
Avrà risposta?. Dubitiamo, sulla
scorta di ripetuti precedenti. Sempre che il presidente della giunta
regionale sia disposto a fornire al
presidente del consiglio gli elementi necessari.
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26 novembre 2016
E’ CasaPound a Isernia a puntare l’indice dopo che gli immigrati hanno inscenato
una manifestazione sotto la Prefettura di Isernia
ISERNIA. E’ un durissimo attacco quello rivolto da CasaPound Italia al Prefetto di Isernia
ed a tutto il sistema dell’accoglienza degli immigrati, identificati dal movimento come i primi
responsabili della grave situazione di tensione in città a causa
dell’emergenza clandestini, dopo
la manifestazione non autorizzata
da questi tenuta lo scorso mercoledì sotto la Prefettura per protestare contro le condizioni in cui
sarebbero alloggiati nei centri.
“Quanto accaduto ad Isernia è
gravissimo. Il fatto che decine di
clandestini abbiano inscenato una
manifestazione non autorizzata di
fronte alla Prefettura senza che le
forze dell’ordine intervenissero
non va in alcun modo sottovalutato, perché di fatto legittima il ricorso all’azione violenta ed
illegale come mezzo di espressione” così Agostino Di Giacomo, responsabile CasaPound
Italia per la provincia di Isernia,
in una nota.
“Le ragioni della protesta, la richiesta di vitto e condizioni di alloggio migliori - prosegue Di
Giacomo- sono poi ancor più
(tratto da La Notizia)
di Carmine Gazzanni
“Protesta clandestini,
la situazione
è fuori controllo”
Per Di Giacomo: “Evidenti le responsabilità di chi non governa il flusso dei migranti”
inaccettabili della modalità con
cui si è svolta, mentre monta il risentimento degli isernini, costretti
a pagare sulla loro pelle le conseguenze della crisi economica ed a
vedere persone ospitate in Italia a
spese dei contribuenti arrivare a
lamentarsi nonostante ricevano
gratis più di quanto abbiano a disposizione la maggior parte degli
italiani”.
“Ma i veri colpevoli di tutto que-
sto - prosegue il responsabile isernino CPI - sono tutti coloro, dal
Prefetto alle associazioni ed ai
privati attratti dalla prospettiva di
lauti guadagni che hanno permesso che Isernia si riempisse di
clandestini, che ormai costituiscono il 2% della popolazione, un
numero 10 volte superiore al tetto
massimo stabilito dall’accordo tra
l’Anci e il Ministero dell’Interno
. È evidente come la situazione risulti assolutamente ingestibile, e
se davvero i gestori delle strutture
ricettive, che non vengono pagati
da mesi, dovessero sfrattare i loro
ospiti, in città si scatenerà il caos.
La soluzione per impedire una simile disastrosa evenienza è solo
una: l’immediata chiusura dei
centri di accoglienza ed il rimpatrio di tutti gli immigrati finora
ospitativi che dovessero risultare
privi dei requisiti per l’asilo umanitario”.
I rimborsi universitari sono un’illusione
Quando Giacomo Leopardi scriveva, nel
lontano 1818, di “studio matto e disperatissimo”, non poteva immaginare che
oggi quelle parole avrebbero avuto un
fondo di verità. E non per i sette anni trascorsi nella biblioteca paterna (com’è
stato per il poeta di Recanati), ma perché
oggi non sono pochi gli studenti “disperatissimi”. E non per una questione di ore
di studio, ma molto più cinicamente per
una questione di soldi. Che pure spetterebbero loro. Parrebbe assurdo, ma nonostante quanto previsto dalla Costituzione
(“I capaci e meritevoli, anche se privi di
mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi
più alti degli studi”) e nonostante la legge
affidi tale compito pure alle Regioni (l’ultima norma è del 2012), oggi assistiamo a
una situazione per cui gli idonei a rimborsi delle tasse universitarie restano da
anni a secco. Esattamente come capita per
coloro che dovrebbero ricevere borse di
studio o rimborsi per la mensa.
Piccolo cattivo Molise – Un caso emblematico arriva direttamente dal Molise.
Qui, ci raccontano gli studenti, è dal 2010
che la Regione Molise non rimborsa i ragazzi. Sei anni, durante i quali si sono
succedute due amministrazioni, una targata Michele Iorio (centrodestra) e l’altra
targata Paolo Di Laura Frattura (centrosinistra). Insomma, la prova provata che
l’istruzione non è un vessillo per nessuno.
Semplicemente non interessa, a prescindere dal colore politico. Eppure, ci rac-
Il caso Molise è rimbalzato a livello nazionale
conta Giovanni Fielli, coordinatore dell’associazione Target UniMol, non parliamo di spese eclatanti: “i rimborsi – ci
spiega – ammontavano a 70 euro per studente annui nel 2010, poi sono stati alzati
a 140 euro a partire dal 2011”. Cifre irrisorie, dunque. Ma mai pagate, tanto che
la fetta è cresciuta negli anni a dismisura,
essendo la platea degli aventi diritto
molto vasta, arrivando alla cifra, secondo
calcoli degli studenti e mai smentiti dalla
stessa Regione, a 556mila euro cui si devono aggiungere i rimborsi per il 2016.
Le storie che abbiamo raccolto sono a dir
poco surreali. Pasquale, 27 anni, ormai
avvocato praticante, non percepisce il
rimborso dal 2010. Neanche Alessandro,
24 anni e quinto anno di Giurisprudenza,
ha mai percepito il rimborso. “Quei soldi
a me servirebbero – ci confessa – vorrei
andare a visitare la Germania per approfondire il loro sistema di Handelsrecht
(diritto commerciale) e per fare una tesi
in diritto internazionale comparato”.
Dovrà aspettare. Esattamente come Piergiorgio, al terzo anno di Economia: per
ora si arrangia facendo il cameriere il sabato sera. Inevitabile con i rimborsi che
gli mancano dal 2012.
Eppure – ecco la ciliegina sulla torta – il
governatore Di Laura Frattura aveva garantito, a maggio scorso, finanziamenti
per coprire i buchi nei rimborsi. Parole e
nulla più. È lo stesso Esu (Ente per il Diritto allo Studio Universitario) a confer-
marcelo (per inciso: presidente è Candido
Paglione, quota Pd) in una nota. Solo il
18 ottobre, ci fanno sapere, il Servizio di
Ragioneria ha disposto il trasferimento di
439mila euro, che “consentirà di rimborsare in parte le annualità
pregresse”. Ecco, in parte. A oggi, però,
manca il decreto dell’Esu per dare il via ai
pagamenti. “Lo adotteremo nel prossimo
cda”, ci dice il direttore Alessandro Altopiedi che, da quando è arrivato, si è impegnato a risolvere i ritardi del passato
(inviando già due note alla Regione chiedendo di accelerare la pratica). Ma non finisce qui. Secondo la denuncia degli
studenti anche il rimborso delle messe,
cui dovrebbero avere accesso i non idonei alla borsa di studio, è fermo da anni.
“E qui la fetta di quanto si deve restituire
– ci dice ancora Fielli – è ancora più sostanziosa”. Dall’Esu ci fanno sapere, a ri-
guardo, che l’Ente “ha
già provveduto a rimborsare le annualità
2008/2009, 2009/2010
e 2010/2011”. E il
resto? L’Esu “provvederà a rimborsare le restanti annualità con la
prossima adozione dei
relativi
provvedimenti”. Come dire,
l’importante è saper
aspettare.
Dalle Alpi alle Ande –
L’esempio molisano,
peraltro, è solo l’ultimo di una serie. Tra
Miur e Regioni i ritardi si accumulano a
causa di lungaggini che tengono bloccati
fondi regionali o ministeriali. Con la conseguenza che in moltissime realtà l’assegnazione delle borse di studio e, quindi,
il loro invio agli studenti, non è ancora
avvenuto. Non è un caso, ad esempio, che
proprio due giorni fa a Palermo c’è stato
un incontro tra Ente e studenti per affrontare la problematica. A Catania i versamenti delle borse di studio spesso
ritardano anche di 3 mesi. Esattamente
come capita a Bari. Il punto, ci dicono
anche dall’Ente per il diritto allo studio
universitario del Piemonte (che invece è
formalmente in regola coi pagamenti), è
che “le percentuali di copertura dipendono sempre dagli stanziamenti”.
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26 novembre 2016
Il consigliere regionale, Massimiliano Scarabeo, ha presentato un’interrogazione
“La Regione Molise in riferimento alle leggi 949/52 e 240/81
che hanno rappresentato uno strumento importante per il credito
alle Imprese al fine di agevolarle
nel rapporto con il sistema bancario, ha istruito e finanziato,
negli anni, quasi duemila richieste“. Così, in un’interrogazione al
presidente della Giunta, Paolo
Frattura, il consigliere regionale
Massimiliano Scarabeo. “Un intervento importante per aiutare
l’economia regionale in difficoltà, gestito con l’ausilio di Artigiancassa che ha curato
l’istruttoria delle pratiche e tutto
quanto scaturiva dall’assegnazione dei finanziamenti. Molte di
queste istanze, però, ancora oggi,
risultano “appese ad un filo” in
quanto, dalla scadenza della convenzione con Artigiancassa, nessuna di queste è stata più
finanziata. Nel mese di dicembre
2015, la stessa Artigiancassa ha
restitutito tutte le pratiche in suo
possesso, non rivestendo più alcuna veste giuridica per rappresentare la Regione Molise nel
rapporto tra istituzione e imprese.
Nell’ ultimo anno non si è mosso
nulla su questo fronte e, pertanto,
chi si era visto accettare la propria
istanza, seppure con riserva di finanziamento, oggi pensa che la
questione sia finita come si dice a
tarallucci e vino. Personalmente
ritengo ingiusta una simile situa-
“Commercio, ma i fondi
che fine hanno fatto?”
Gam, spiraglio per la Cassa
integrazione straordinaria
zione, posto che, trattandosi di
fondi cosiddetti rotativi, una certa
disponibilità finanziaria vi è sempre, e per questo sarebbe opportuno metterla a disposizione del
sistema produttivo locale. A tal
proposito ho voluto rappresentare
le lamentele di molti dei degli
aventi diritto, attraverso una interrogazione diretta al Presidente
Frattura e all’Assessore Veneziale, proprio per conoscere lo
stato dell’opera e le eventuali iniziative che si potranno e/o vorranno intraprendere. Negli anni
passati, la Regione si è impegnata
a investire il più possibile nel
comparto artigianale, commerciale e delle piccole imprese
anche attraverso la ricerca di
nuovi finanziamenti necessari a
dare una spinta l’’economia locale. Al Presidente Frattura dico
che sono informato sulle difficoltà che il bilancio regionale sta
registrando ma sono altresì certo
della difficile situazione economica regionale che, purtroppo,
non accenna a migliorare. Il tessuto produttivo molisano risente
della crisi in atto e chiede maggiore attenzione proprio alla Regione che non può e non deve
tirarsi indietro.”
“Passo importante e decisivo con il Ministero del lavoro
e il Ministero dello sviluppo economico per la concessione
della cassa integrazione straordinaria ai lavoratori della
Gam. Oggi a Roma l’esame congiunto terminato con esito
positivo”, lo riferiscono il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, e l’assessore Carlo Veneziale.
Alla riunione hanno partecipato anche l’amministratore
unico di Gam, Giulio Berchicci, e le sigle sindacali nazionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil.
“Ministeri e Organizzazioni sindacali hanno condiviso le
condizioni che abbiamo costruito per la realizzazione del
Piano di recupero occupazionale degli operatori della filiera avicola, collegato ad appositi percorsi di politiche attive del lavoro concordati e previsti per la nostra area di
crisi complessa. Questo – spiegano nel merito il presidente
e l’assessore –, consentirà alla Gam, azienda in concordato preventivo, di presentare istanza per un ulteriore trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di
280 dipendenti per 12 mesi, così da perfezionare nel mentre il rilancio della filiera anche attraverso il riassorbimento
organico
da
parte
dell’imprenditore
aggiudicatario”.
“Il percorso individuato garantirà, come ci auguriamo con
la prossima firma del decreto ministeriale per la cigs, le
necessarie forme di accompagnamento ai lavoratori coinvolti”, concludono Frattura e Veneziale.
AVVENTO
Avvento, adventus in latino significa
venuta, arrivo. E' una parola profana che
designava la venuta annuale della divinità pagan al tempio, per fare visita ai
suoi adoratori. Si credeva che il dio, la
cui statua era lì oggetto di culto, rimanesse in mezzo a loro durante la solennità.
Nel
linguaggio
corrente,
denominava anche la prima visita ufficiale di un personaggio importante, una
volta assunto un alto incarico. Così, alcune monete di Corinto perpetuano il ricordo dell'adventus augusti, ed un
cronista dell'epoca qualifica con l'espressione adventus divi il giorno dell'arrivo
dell'imperatore Costantino. Nelle opere
cristiane dei primi tempi della Chiesa,
specialmente nella Vulgata , adventus si
trasformò nel termine classico per designare la venuta di Cristo sulla terra, ossia
l' Incarnazione, inaugurando l'era messianica e, dopo, la sua venuta gloriosa
alla fine dei tempi. Le prime tracce dell'esistenza di un periodo di preparazione
al Natale appaiono nel V secolo, quanto
San Perpetuo, Vescovo di Tours, stabilì
un digiuno di tre giorni, prima della nascita del Signore. E' sempre della fine di
questo secolo la “Quaresima di San Mar-
tino”, che consisteva in un digiuno di 40
giorni, a partire dal giorno dopo la festa
di San Martino. San Gregorio Magno
(590-604) fu il primo Papa a redigere un
ufficio per l'Avvento ed il Sacramento
gregoriano è il più antico nel predisporre
messe specifiche per le domeniche di
questo tempo liturgico. Nel secolo IX, la
durata dell'Avvento si ridusse a quattro
settimane, come si legge in una lettera
del Papa San Nicola I (858-867) ai bulgari. Nel XII secolo il digiuno era stato
sostituito da una semplice astinenza.
Malgrado il carattere penitenziale del digiuno o astinenza, l'intenzione del papi,
nell'alto Medioevo, era quella di provocare nei fedeli una grande aspettativa per
la venuta del Salvatore, orientandoli in
vista del suo ritorno glorioso alla fine dei
tempi. Da qui il fatto che tanti mosaici
rappresentavano vuoto il trono del Cristo
Pantocrator. Il vecchio vocabolo pagano
adventus si intende anche nel senso biblico ed escatologico di “parusia”. Nei
diversi riti orientali, il ciclo di preparazione per il grande giorno della nascita
di Gesù si è formato con caratteristiche
accentuatamente ascetiche, non abbraccia tutta l'ampiezza dell'attesa messianica
che caratterizza l'Avvento nella liturgia
romana. Nella liturgia bizantina si distingue, nella Domenica precedente al
Natale, la commemorazione di tutti i patriarchi, da Adamo a Giuseppe, sposo
della Santissima Vergine Maria. Nel rito
siriaco, le settimane che precedono il Natale si chiamano “settimane delle annunciazioni”. Esse evocano l'annuncio fatto
a Zaccaria, l'Annunciazione dell'Angelo
a Maria, seguita dalla Visitazione, la nascita di Giovanni Battista e l'annuncio a
Giuseppe. E' nella liturgia romana che
l'Avvento assume il suo significato più
ampio. Maria, la stella del mattino, annuncia l'arrivo del vero Sole di Giustizia,
per illuminare tutti gli uomini. Chi, meglio di Lei, per condurci a Gesù? La Santissima Vergine, nostra avvocata,
riconcilia i peccatori con Dio, addolcisce
i nostri dolori e santifica le nostre gioie.
E' Maria la più sublime preparazione al
Natale. Con questo breve tempo di preparazione, la Chiesa vuole insegnarci che
la vita in questa valle di lacrime è un immenso avvento e, se viviamo bene, in
accordo con la Legge di Dio, Gesù Cristo
sarà la nostra ricompensa.
Monsignor Gabriele TETI
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