Il Polo Civico, i Cinque Stelle, i consiglieri di maggioranza che

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Transcript Il Polo Civico, i Cinque Stelle, i consiglieri di maggioranza che

anno i - n° 0 giovedì 24 novembre 2016
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Salvatore Colagiovanni
L'Oscar del giorno lo assegniamo a
Salvatore Colagiovanni. L'assessore
ha organizzato, al Mercato coperto,
sabato, i momenti di confronto con le
scuole dal tema “Chi copia copiasse
all’esame non si passa” e “Il valore
delle donne nello sviluppo socio-economico di un Paese” e l’inaugurazione della mostra fotografica, curata
dal fotografo Gino Calabrese.
L’Ardire
Le parole di fuoco
si tramuteranno
in firme per la sfiducia?
di Giuseppe Saluppo
I
l bello, al Comune di Campobasso, viene ora. L'allargamento
della Giunta comunale a 9 assessori ha prodotto, giustamente, un
forte risentimento politico. Di conseguenza, dinanzi ad una scelta politica
tanto scellerata, sarebbe d'uopo presentare un atto politico di chiarezza: la
mozione di sfiducia. Solo, così, la città
conoscerebbe, alla luce del sole, verità,
comportamenti e atti. Sul piano politico ma, anche, su quello amministrativo visto e considerato che gli attacchi
da parte di consiglieri della stessa maggioranza sottolineano l'assenza programmatica e il venire meno degli
impegni elettorali da parte del sindaco
Battista. L'atto politico, dunque, non
può che essere la mozione di sfiducia.
Altrimenti, battersi il petto, parlare di
opposizione propositiva, fare la maddalena pentita o, peggio, continuare a
ripetere che si può lavorare in commissione è il peggio della politica.
Anche, perchè, pur sbagliando il sindaco Battista ha nominato ieri, un assessore in più, e oggi ne ha aggiunti
altri due. Si è assunto una responsabilità. E chi grida ai quattro venti lo
scandalo, l'insensatezza della decisione, l'indecenza della scelta, cosa fa?
Tra l'altro, avendo dinanzi una città che
sta morendo? Già, cosa succederà?
Sono questi gli interrogativi dei cittadini di Campobasso che attendono
chiarezza e posizioni nette. Nascondersi, giocare a nascondino, rivestire il
ruolo di assaltatori e finire, poi, con la
pacca sulla spalla o, perchè no, spunta
un posticino alla Sea o abbiamo famiglia, non funziona più. Sono state prese
decisioni, assunte posizioni, utilizzate
le terminologie più pesanti ora non
resta che attendere gli atti consequenziali Attendiamo di conoscere la mozione di sfiducia. C’è un peccato
(politico) e un peccatore (il Sindaco).
Chi ha battuto i pugni sul tavolo deve
agire. Perchè davvero non c'è peggior
peccato che non stupirsi più di niente.
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IL NOSTRO
TAPIRO
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Pietro Maio
Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro
Maio. Proprio nel giorno della presentazione dei nuovi assessori, i Lavori Pubblici al comune di Campobasso
continuano a fare acqua da tutte le parti.
Non sarebbe stato il caso di procedere
con la sostituzione dell’assessore per
cercare di dare una smossa a un settore
vitale per la città?
Il Polo Civico, i Cinque Stelle, i consiglieri
di maggioranza che hanno ‘sparato a zero”
sull’allargamento della Giunta, ora
non hanno altra alternativa
servizio a pagina 3
IL FATTO
pagina 5
Mobilità in deroga,
ricorso ai Prefetti?
Il 30 novembre è vicino ed è stato sollecitato un intervento dei Prefetti teso a sbloccare le indennità di mobilità in deroga relative all’annualità 2015 per 1744 lavoratori del Molise agendo in raccordo con il
ministero del Lavoro per non perdere i fondi.
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Segnalazione e suggerimento dell’Autorità nazionale anticorruzione
Se le leggi venissero applicate
avremmo certamente maggiore
ordine, comprensibilità dei ruoli
e delle responsabilità, insomma
un quadro definito, la cui lettura
aiuterebbe tutti a muoverci con
scioltezza nella rete dei presidi
territoriali e, soprattutto, a rispettarli i ruoli e le responsabilità. Per
aiutare i cittadini ad avere fiducia
nelle leggi, è stata costituita l’Autorità nazionale anticorruzione
che, difatti si muove, indaga, verifica e segnala. Segnala al Governo
ciò
che
appaiono
sostanziali distorsioni o inopportunità, perché vengano corrette.
Tra queste, la segnalazione al Governo e al Parlamento sul conferimento di incarichi o cariche di
vertice ai segretari di partito (o
sindacato) in enti pubblici e in
enti sotto il controllo pubblico. Si
dirà e, infatti dicono, “ma non c’è
alcuna disposizione che lo vieti”.
Ebbene, al riguardo, l’Anac, nella
consapevolezza del fatto che la titolarità di cariche politiche e sindacali può dar luogo ad
interferenze negative, di tipo
clientelare, nella vita delle amministrazioni pubbliche, con pregiudizio del principio di imparzialità
e del buon andamento, ha posto in
evidenza la necessità di evitarle.
No a incarichi dirigenziali e a cariche di vertice
ai segretari di partito e del sindacato in enti
pubblici e in enti sotto il controllo pubblico
Nel Molise la segnalazione dell’Anac andrebbe stampiglia all’ingresso della
Regione Molise a lettere cubitali, sperando che ogni qualvolta gli amministratori varcano la soglia prendano nota e si facciano un esame di coscienza
Quindi, le interferenze che via via
hanno assunto una diffusione e un
peso tali da giustificare l’adozione di misure preventive che
mantengano una relativa distanza
tra le cariche politiche e sindacali,
e le cariche amministrative di particolare delicatezza, posto che le
cariche partitiche e sindacali, non
diversamente da quelle politico-
L’intervento
di Massimo Dalla Torre
Sicuramente molti di voi, si domanderanno perché abbiamo voluto titolare
questachiacchierata mattutina con una sequenza numerica. Una successione di
segni aritmeticiche apparentemente non
ha alcun significato, anche se i numeri inventati dagli arabi primadell’anno mille,
almeno quelli che usiamo nella vita di
tutti i giorni, ha un ruolo importantein
moltissimi campi che spaziano dall’economia alla scuola, dalla finanza al mondo
dellavoro e non ultimi nella politica, dove
fanno la differenza. La quale, mai come
questa volta, “c’azzecca” come direbbe
l’ex pm di mani pulite Antonio di Pietro.
Differenza che dacirca quarantottore è
entrata ancora di più prepotentemente
nelle stanze del potere tantoda scatenare
una vera e propria bagarre soprattutto in
casa PD, almeno questo è quelloche pubblicano i quotidiani locali. Bagarre accentuata dallo stato di fibrillazione che da
qualche tempo ha attanagliato chi a tutti i
costi cerca di far quadrare il cerchio, senzasapere che la regola che vuole il raggio
parte preponderante delle soluzioni legate
proprio al cerchio, è inapplicabile. Inapplicabilità che però è divenuta applicabile
tramite un atto“motu proprio” che ha accentuato a dismisura l’allontanamento di
Palazzo San Giorgio, dai cittadini e di
istituzionali, possono procurare
un ingiusto vantaggio nella competizione per l’ottenimento della
carica e possono far temere condotte disancorate rispetto al principio di imparzialità. Pesa,
incarta, e porta a casa. Al di là
delle leggi, esiste inoltre il concetto basilare di opportunità, trasparenza e moralità. Ma se nel
nostro Paese le leggi non trovano
applicazione, figurarsi le segnalazioni e le raccomandazioni, seppure dell’Anac.
Incarichi e cariche ai segretari di
partito e di sindacato, per ribadire
l’osservazione dell’Anac, se ne
vedono in continuazione, spesso
come ostentazione di un potere
che milita apertamente nel campo
dei favoritismi e delle clientele,
da cui trae spessore e prestigio.
Un potere che non pratica l’etica
(nella politica), la morale (nei
partiti), la lungimiranza (nell’amministrazione), il rispetto (nelle
istituzioni), la dignità (delle persone). Un potere che afferma se
stesso, indipendentemente dalla
qualità di colui che temporaneamente lo detiene e lo esercita. Nel
Molise la segnalazione dell’Anac
andrebbe stampiglia all’ingresso
della Regione Molise a lettere cubitali, sperando che ogni qual-
volta gli amministratori varcano
la soglia prendano nota e si facciano un esame di coscienza. Ricordino innanzitutto a se stessi
quante volte e con quali motivazioni hanno assegnato cariche e
incarichi di vertici lautamente remunerati e potentemente condizionanti ad esponenti di partito e
del sindacato, in particolare, in
aggiunta a personaggi interconnessi con la politica mediante in
base al potenziale clientelare di
cui sono attuatori oppure mallevadori. Ci asteniamo dal fare
nomi, ma non sono lontani gli
anni in cui alle Case popolari o
alla Finmolise ai vertici era prassi
vi fosse l’uomo di partito a simboleggiarne il peso e la prevalenza della politica. E con
qualche annacquamento, l’andazzo è continuato anche a Molise Acque.
Dardo
Da 7 a 9 il passo è breve
conseguenza dalla realtà. Allontanamento
scatenato dall’allargamento da 7 a9 dei
componenti della Giunta del palazzo di
città. Allargamento che ha smosso letteralmente le acque ma soprattutto registra
il dissenso dei partiti stessi che, una volta
tanto, sono dalla parte dei collettività locale. Fin qui nulla di strano, si potrebbe
obiettare,perché di sommovimenti politici e di rafforzamenti pur di consolidare
le posizioni acquisitese ne registrano tutti
i giorni. La cosa che invece lascia attoniti
e perplessi è la spesa chesi dovrà sostenere. Spesa che, conti alla mano, appesantisce enormemente le casse del
Palazzo di città che, a quanto è dato sapere, ha “la scarsella in bolletta”. Per dignità di cittadini che, se non fossimo
attaccati a Campobasso abbandoneremo
molto volentieri,prendiamo atto delle
cose e non facciamo ulteriori commenti
ma lasciamo parlare ilrumorosissimo tintinnio delle migliaia di “euro” che servono per questa operazione direstyling
politica. Maquillage che cozza con un
piccolo particolare, che piccolo non èaffatto: “il tempo delle vacche magre” è
quanto mai imperante e di conseguenza
ogni“spreco” è fuori luogo. Un qualcosa
dettato dalle innumerevoli esigenze cui
Campobasso necessita. Senza voler accusare nessuno né tanto meno gridare
“dagli all’untore” perchéle persone che
entrano in Giunta sono cittadini e amministratori di provata esperienza cuinon si
può imputare nulla, vorremo far notare
un altra cosa che l’anno in corso, che sta
perfinire, è caratterizzato da moltissime
vicissitudini: abbandono della città, rincari del costo della vita, crisi d’identità e
di credibilità soprattutto politica; tutti elementi in caduta liberache certamente
sono in netta antitesi con le operazioni di
allargamento. Un anno che gliscaramantici non esiterebbero a contraddistinguere
con il “17” che, nella smorfia, è sinonimo
di disgrazia, iella, malaugurio. Numero
che si sposa appieno con i commenti certamente non entusiastici della gente, di
questo siamo più che certi, che si sono
posti ladomanda: ma tutto questo ha un
senso? Si ha un senso ma politico null’altro. Un qualcosa che purtroppo mostra
ancora una volta il volto deleterio della
questione che, nell’assurditàdei fatti, è
sempre più sfigurata da chi inequivocabilmente vuole imporre una propria lineapolitico/amministrativa, senza sapere
che gli schemi basati sul “personalismo
politico”legato alle vecchie ed obsolete
logiche di partito, serve a poco se non ad
accentuare gli scontenti della comunità
locale che ha capito, purtroppo in ritardo
che “le nozze non si possono fare con i
fichi” che, mai come adesso, sono assolutamente immangiabili.
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L’atto politico di nomina di due nuovi assessori, ha generato non pochi distinguo
CAMPOBASSO. E' bagarre
politica al Comune di Campobasso dopo la nomina di due
nuovi assessori da parte del
sindaco, Antonio Battista.
L'opposizione rappresentata
dal Polo Civico ha già tuonato
in conferenza stampa parlando
di scelta "indecente sul piano
politico e amministrativo". Il
gruppo del Movimento Cinque
Stelle ancora non si esprime
pubblicamente. Ci sono, poi,
consiglieri di maggioranza che
hanno già fatto sentire la propria voce ed anche in maniera
dura. Lello Bucci, in primis.
Mentre ci sono stati quelli che
avevano lanciato idee diverse
per l'allargamento della Giunta
a partire da Segnale Civico,
con Gianluca Maroncelli e del
Centro Democratico, con Elio
Madonna che aveva indicato
Michele Coralbo. Poi, ci sono
le posizioni di Michele Ambrosio, da sempre critico rispetto
all'azione della maggioranza e
di Sabino Iafigliola. A conti
fatti, se l'intera opposizione e i
consiglieri di maggioranza che
Bagarre in Comune
Manca la mozione di sfiducia
L’atto politico consequenziale da parte delle opposizioni e dei consiglieri
di maggioranza che non hanno gradito le nomine, è proprio la richiesta di sfiducia
si sono battuti il petto dovessero decidere di presentare una
mozione di sfiducia, potrebbero contare su 17 voti. Quelli,
Conferenza Stampa della Coalizione Civica in merito all’allargamento della
Giunta Comunale a 9 Assessori. I Consiglieri Comunali Francesco PILONE, Marialaura CANCELLARIO, Michele
SCASSERRA e Alberto TRAMONTANO hanno denunciato con forza i Decreti di nomina assessorile del Sindaco
Battista che non solo smentisce se stesso
e tutti i buoni propositi di “sobrietà”
avanzati in campagna elettorale, ma che
conferma quell’atteggiamento spartitorio,
dimostrato sin dall’inizio del suo mandato, per mettere a tacere malumori e divisioni all’interno della stessa compagine
di governo comunale giunta al “giro di
boa”.
E’ assolutamente vergognoso – hanno asserito i Consiglieri Pilone, Cancellario,
Scassera e Tramontano – che una città
come Campobasso, di circa 50mila abitanti, possa avere una giunta a 9 membri,
con un Consiglio Comunale composto da
32 unità, una sproporzione esagerata che
non coincide con quella capacità amministrativa che invece andava dimostrata
ed implementata sul tessuto urbano del
Capoluogo. Si pensi a Bologna che con
più di 370 mila abitanti ha gli stessi assessori di Campobasso. Si pensi a Firenze
che con circa 360 mila abitanti ha 10 assessori, così come Venezia…
Il fatto stesso che le deleghe non vengano
ancora assegnate, inoltre, la dice tutta su
come il presupposto di fondo non sia
quello di un’evidente riorganizzazione
programmatica necessaria ad uno svi-
cioè, necessari a determinare
l'azione di sfiducia. La storia,
naturalmente, non si fa con i se.
Occorrono ben altre idee e po-
sizioni. Se il sindaco Battista
non dovesse recedere dall'iniziativa così come assunta, ovvero revocando gli assessori
nominati, cosa faranno quanti
hanno manifestato, in pratica,
la propria sfiducia all'operato
del primo cittadino? Raccoglieranno il loro dissenso formalizzato in una mozione di
sfiducia, atto politico consequenziale, oppure ci sarà chi si
farà blandire da promesse e accordi sotto banco? Interrogativi
che corrono sulla bocca dei cittadini di Campobasso che attendono chiarezza da tutta
questa operazione. Battersi il
petto, far vedere di essere contrariati, denunciare politicamente quanto messo in pratica
evolverebbero nel solito chiacchiericcio. Il bivio è prossimo.
Bisogna decidere. Altrimenti,
tutto le lagnanze, le lamentele,
le recriminazioni avrebbero il
senso di un teatrino.
“Allargamento della Giunta,
un’operazione politica e amministrativa”
I consiglieri Civici denunciano la situazione a Palazzo San Giorgio
anche se non si sono espressi sulla sfiducia
luppo della città capoluogo, soprattutto
dopo il flop di parecchi settori (si pensi
all’edilizia scolastica, all’urbanistica, alla
mobilità cittadina, alla raccolta differenziata ancora al palo, al bando dei trasporti, allo sviluppo economico, alle
politiche cimiteriali, all’impiantistica
sportiva, al commercio fermo,…) ma sia
legato ad una vera e propria logica spartitoria frutto di un’accozzaglia di partiti
che hanno configurato la compagine di
sostegno al candidato sindaco Battista!
Soprattutto in questa delicata fase, difficile e complessa per ciò che concerne, ad
esempio, l’edilizia scolastica cittadina, è
risultato inopportuno e insensato (come
oltretutto sostenuto da altri esponenti
della stessa coalizione di maggioranza)
preoccuparsi dell’allargamento della
giunta, quando sarebbe stato giusto, invece, dare risposte certe e concrete alle
tante famiglie che aspettano interventi risolutivi per quanto riguarda la “Don Milani”, ed altri istituti… risposte che
ancora non giungono e tarderanno, ne
siamo convinti, ad arrivare.
Come Coalizione Civica – hanno proseguito i Consiglieri di opposizione - denunciamo con forza questo atteggiamento
poco rispettoso nei confronti dei cittadini
di Campobasso che hanno ben compreso
che questa vergognosa operazione comporterà dei costi per le casse comunali di
circa 70.000 €uro in più all’anno!!! E
seppur il Sindaco ha asserito che l’effetto
“maquillage” sarà a spesa zero (aspettiamo al più presto la delibera di giunta
che rimoduli i costi mensili degli assessori) e cioè che il costo complessivo della
giunta rimarrà invariato, aspettiamo che
gli altri Assessori restituiscano i soldi percepiti finora in più…senza alcun risultato. Come già abbiamo denunciato in
passato – concludono i consiglieri di opposizione - siamo disgustati da queste logiche spartitorie che non ci appartengo e
proseguiremo il nostro lavoro attraverso
un’opposizione di denuncia, ma anche e
soprattutto di proposta, cosa questa che
ha sempre caratterizzato la nostra azione
per l’amore nei confronti di Campobasso
e dei suoi cittadini.
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24 novembre 2016
Nella pubblica amministrazione la confusione e il permissivismo regnano sovrani
Il caso dei lavori di miglioramento della
rete d’illuminazione di Ripabottoni
La rendicontazione dei lavori tassativamente prevista entro il 31 dicembre 2015, redatta 6 mesi e 7 giorni dopo
La Regione Molise ha investito
parecchi soldi destinati alle amministrazioni locali perché migliorassero le reti elettriche e
riducessero i consumi energetici.
Un programma sostanziale, indubbiamente, sul quale però, a
dispetto del voler fare luce, più
luce, non mancano punti oscuri.
Casualmente, del tutto casualmente, abbiamo avuto tra le
mani la deliberazione del comune di Ripabottoni con la quale
il sindaco Orazio Civetta ha approvato la contabilità finale del
progetto di efficientamento energetico della pubblica illuminazione del paese per un importo di
200mila euro. Ripabottoni è uno
dei tanti comuni molisani che si
sono avvalsi del finanziamento
regionale la cui caratteristica, tra
l’altro, è stata quella di pretendere che i lavori finanziati con
fondi europei della settennio
2007/2013, fossero eseguiti tempestivamente, e rendicontati
entro il 31 dicembre 2015. Ripabottoni, stando alle disposizioni
regionali, avendo appaltato i lavori e avendoli consegnati all’impresa aggiudicataria il 24
novembre 2015, avrebbe dovuto
realizzarli in 25 giorni e rendicontarli alla Regione entro il 31
dicembre. Ma, come abbiamo
di Cristiano Di Pietro
accennato, nella premesse della
deliberazione 32 del sette luglio
2016 si legge, perché è scritto e
sottoscritto, che il verbale di
consegna dei lavori è del 14 gennaio 2015. Primo strabuzzamento. A Ripabattoni sarebbero
in grado di riavvolgere i giorni e
i mesi e, se necessario, forse
anche gli anni. Stando così le
cose i lavori sarebbero dovuti essere realizzati in 25 giorni a partire dal 14 gennaio e
rendicontatati comunque alla
Regione entro il 31 dicembre
dell’anno. Il secondo strabuzzamento, alla lettura del disposi-
tivo della delibera comunale al
punto in cui viene detto che il
sindaco “prende atto e approva
lo stato finale dei lavori, la relazione sul conto finale e il certificato di regolare esecuzione
relativi ai lavori di <Riqualificazione immobile in casa protetta
per anziani>, redatti dalla direzione dei lavori Spm srl ed acquisiti al protocollo comunale in
data 7 luglio 2016 al numero
3164, le cui copie, anche se non
materialmente allegate alla presente, ne costituiscono parte integrante e sostanziale”. Come
possa accadere che nella delibera
relativa alla contabilità finale
dei lavori di efficientamento
energetico della rete pubblica
d’illuminazione di Ripabottoni,
nel dispositivo si faccia invece
riferimento allo stato finale dei
lavori, alla relazione sul conto finale e al certificato di regolare
esecuzione dei lavori di “Riqualificazione immobile in casa protetta per anziani”, è davvero un
arcano. Il bello è che la direzione
dei lavori, ovvero Spm srl, poi,
nel corpo della delibera, la si ritrova riferita ai lavori della rete
pubblica d’illuminazione, per il
quadro economico e lo stato finale dei lavori della rete elettrica.
Confusione di date e di progetti.
Può accadere. Certamente. Gli
errori sono nella natura umana,
anche se redigendo un atto amministrativo si assumono precise
responsabilità. Ma non è questo
forse il lato più rimarchevole in
questa faccenda tecnico/amministrativa in cui sono oggetto lavori di pubblico interesse e soldi
pubblici astretti a precise condizioni. La condizione, ad esempio, che la rendicontazione del
finanziamento regionale fosse
tassativamente fatta entro il 31
dicembre 2015. Senza la quale,
probabilmente, in assenza di una
proroga richiesta ed approvata,
la Regione sarebbe tenuta a non
prenderla in considerazione. Al
di là degli strabuzzamenti che
abbiamo evidenziato, la rendicontazione dei lavori della rete
d’illuminazione di Ripabottoni è
ufficialmente datata 7 luglio
2016, ovvero 6 mesi e 7 giorni
oltre i termini previsti. Nonostante il responsabile dell’ufficio
tecnico, ancorché responsabile
del procedimento, l’ingegnere
Miche Coralbo, il 10 novembre
2015, nella determinazione con
cui ha approvato la graduatoria
definitiva della gara d’appalto,
ha autorizzato la direzione dei
lavori all’immediata consegna
dei lavori “per l’avvio d’urgenza
degli stessi, in considerazione
dei tempi ristretti di esecuzione
delle opere”. Se poi la Regione,
anche dinanzi a situazioni del
genere, chiuda o meno gli occhi
e paghi, è altra faccenda, altra
questione, altra condizione di
caos e d’indeterminatezza. Per la
serie, particolarmente cara alla
giunta regionale, le leggi, le
norme, le disposizioni ci sono,
ma le interpretiamo noi, a modo
nostro.
Dardo
Cinghiali, attivare la caccia di selezione
per evitare la distruzione dei raccolti
Con l’incontro tenutosi a Larino, si
chiude il ciclo di appuntamenti organizzato sul nostro territorio per discutere a 360 gradi di caccia e del mondo
venatorio regionale con coloro che ne
sono parte attiva e costruttiva. Due mesi
intensi che hanno visto il Consigliere delegato alla caccia, Cristiano Di Pietro illustrare il lungo lavoro svolto per
riorganizzare e rivitalizzare un settore
troppo a lungo trascurato. Partendo proprio dalle esigenze e dai problemi riscontrati sul territorio, in quest’ultimo anno
particolare attenzione è stata prestata all’emergenza legata alla massiccia presenza di cinghiali che sta producendo
inevitabili danni al nostro patrimonio
agricolo e zootecnico. Un vero e proprio
pericolo anche sul profilo sanitario nonché della sicurezza stradale, come testimoniato dagli innumerevoli incidenti
causati
dagli
ungulati.
Da un lato si è reso necessario ricorrere a
misure straordinarie come la richiesta
dello Stato di calamità naturale presso il
Governo nazionale con ampliamento dei
termini del periodo di abbattimento, non
ricevendo peraltro alcuna risposta. Dall’altro, è proseguito il dialogo costante
con l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale, per
sviluppare un adeguato piano di prelievo
e contenimento gettando, al contempo, le
basi per l’attivazione della caccia di selezione. Attraverso questa modalità sarà
possibile formare, tramite dei corsi ad hoc
aperti a tutti e organizzati dagli ATC, un
numero di selecacciatori abilitati al prelievo dei cinghiali anche nei periodi di
chiusura, unicamente con carabina munita di ottica di precisazione, senza l’ausilio del cane e nei luoghi dove è
consentito il prelievo venatorio, come da
calendario. Il numero di capi che ciascun
selecacciatore potrà abbattere sarà indicato dall’ISPRA sulla base dei dati indi-
cati dalla regione Molise che tengono
conto delle ultime stime e degli ingenti
danni
causati
dagli
ungulati.
A tal proposito, da sottolineare l’esito dell’ultima seduta della Consulta regionale
della caccia che ha avviato le procedure
per l’adozione della caccia di selezione
tramite i selecacciatori anche in Molise e
che ha licenziato, con parere favorevole e
a maggioranza, la proposta di modifica
della L.R. 19 del 10 agosto 1993 che, per
effetto della riforma del ministro Delrìo,
riordina e trasferisce alle regioni le funzioni precedentemente ricoperte dalle
province. Notizie positive anche per il
Piano faunistico venatorio regionale che,
dopo l’approvazione in Giunta lo scorso
mese di maggio, ha ottenuto il via libera
in Commissione e sarà portato all’attenzione del Consiglio nella prossima seduta
utile. Con la definitiva approvazione del
Piano doteremo il Molise di uno strumento indispensabile per la gestione e
conservazione del suo patrimonio faunistico, nel rispetto delle normative internazionali, nazionali e regionali. Con
l’ausilio dei selecacciatori, invece, diamo
una risposta alle tante emergenze legate
al sovrannumero di cinghiali, portando
allo stesso tempo innovazione all’interno
del mondo venatorio molisano
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Per garantire l’indennità di mobilità in deroga 2015
Almeno nel Molise il coacervo di
leggi, decreti legislativi, circolari
ministeriali e determinazioni dirigenziali hanno reso fin qui inestricabile il diritto dei lavoratori
che hanno perduto il lavoro, ad
avere pienamente gli ammortizzatori sociali. Situazione kafkiana.
Né il ricorso all’opera di chiarificazione dei prefetti di Campobasso e d’Isernia la rende meno
oscura. Giustificate quindi le preoccupazioni di coloro, e sono
centinaia di soggetti già bollati
dalla sfortuna, che ne potrebbero
patire le conseguenze. Il coacervo, dicevamo. Lo determinano
la legge 183/2014, i decreti legislativi 148, 149, 150 e 151 del
2015, il decreto legislativo 185
del 24 settembre 2016 e la circolare del ministero del Lavoro numero 34 del 4 novembre 2016 che
al punto 2 lettera G, sancisce che
le Regioni sono tenute ad adottare
“i decreti di concessione degli
ammortizzatori sociali in deroga
per le annualità precedenti al
2016, entro e non oltre il 30 novembre 2016 comunicando le relative
autorizzazioni
al
pagamento alle preposte sedi territoriali Inps”. Il 30 novembre è
vicino e in corrispondenza della
scadenza ai prefetti sopra indicati,
è stato sollecitato un intervento
teso a sbloccare le indennità di
Strana democrazia, però, strano mondo, se
per annotare l’esercizio di un diritto sancito sono costretti a ricorrere ai prefetti
mobilità in deroga relative all’annualità 2015 per 1744 lavoratori
del Molise agendo in raccordo
con il ministero del Lavoro, in
considerazione che dalle schede
finanziare allegate alla circolare
ministeriale 34 del 4 novembre
2016, alla Regione Molise risultano attribuiti 52 milioni di euro
a copertura del triennio 2014-
L’intervento
Egregio Direttore,
ho letto lo scritto del consigliere regionale Petraroia riguardante " il
feudo" molisano. Ha fatto un bel excursus storico non troppo rispondente
perché manca dell'humus del Molise.
Ma lasciamo perdere. Vorrei solo ricordare a Petraroia che fa ancora
parte del consiglio regionale e che e'
stato assessore e sindacalista. E' facile tacciare di "codardia" in generale una parte del popolo. Ma vorrei
solo rammentare che il PIL non e'
solo quello 0 virgola di "crescita" - mi
sembra la favola di biancaneve - ma
soprattutto il contorno che incide
sulla vita delle persone che insieme
formano un popolo. La cultura, la
scuola, gli ospedali, gli anziani da curare e non gettare in un fosso,e tante
altre cose che vorrei elencare sommariamente: -un paese in cui sia abolita la doppiezza, dove come
Zavattini, buon giorno si intende
buon giorno e basta. Un paese dove
funzionino le scuole, dove entrare in
corsia e vedere quelli che pagano e
quelli che non pagana -un paese
2016. Che strana democrazia,
però, che strano mondo quello
che si vede costretto a ricorrere
ad un’autorità governativa per annotare l’esercizio di un diritto
sancito. Promotore di questo ennesimo tentativo di accorpare in
un unico contesto un problema
particolarmente composito (gli
ammortizzatori sociali in deroga),
è ancora il consigliere ex Pd Michele Petraroia. E’ lui, infatti,
l’autore della sollecitazione ai
prefetti d’intervenire, fornendo
loro notizie e riferimenti tecnici e
normativi. Quale quello della determinazione dirigenziale 5507
del 9 novembre 2016 con cui
sono stati sbloccati i pagamenti
della mobilità in deroga 2015
La politica molisana non faccia
scaricabarile sulla gente
dove i treni arrivino in orario
-con una politica normale che non
contempli il trasformismo e che non
cambia "gabbana"
-un paese dove non bisogna permettere che i divi televisivi infestino con
le loro "parole"
un paese in cui l'unico punto di riferimento non e' la geografia ma la
legge uguale per tutti
-infine un paese dal quale non emi-
grino piu' i giovani migliori perché
non trovano un lavoro retribuito dignitosamente. In ultimo -potrei continuare ma,....- rammento, visto che
si e' rievocata la storia,- che la rovina
dell'impero romano fu facilitato dal
clientelismo amministrativo e dal
caos delle leggi e non come si dice
dalle orge del Satyricon. Un saluto al
Molise.
AA
solo per 5 mensilità a poco più di
720 lavoratori, lasciando irrisolti
i rimanenti 934 aventi diritto solo
per aver riscosso parte delle mensilità riferite al 2015 con la determina dirigenziale 545 del 22
febbraio 2016. Stando così le
cose, gli sviluppi sono tutti incentrati sulla data del 30 novembre, termine di scadenza per
l’emanazione dei decreti di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga per le annualità
precedenti al 2016.
Dovessero fallire l’appuntamento, 1744 lavoratori perderebbero sia il saldo della mobilità
2015 che il pagamento dell’annualità 2016, “con la deprecabile
ipotesi di non impegnare i 52 milioni di euro trasferiti dallo Stato
per tali necessità”. Questa eventualità a sua volta aprirebbe una
voragine tra i lavoratori, le
aziende da cui dipendono, gli uffici e il governo regionali e, perché, i ministeri romani.
Dardo
Iorio: “Zuccherificio,
il ministro ha dato ragione
al mio governo”
“Provo una certa soddisfazione nel leggere le parole del ministro Martina che a Termoli assicura che
il governo farà il possibile per salvare lo Zuccherificio del Molise”. Lo sostiene il consigliereregionale, Michele Iorio. “Una soddisfazione che deriva
da pressioni che noi del
centrodestra abbiamo
sempre fatto sull’attuale
governo regionale affinchè si percorresse la
strada della salvaguardia
della filiera saccarifera,
come da noi percorsa.
Ma ahimè, noi siamo rimasti inascoltati. Oggi
le parole del ministro
dell’Agricoltura ricalcano le nostre intenzioni. Restiamo ora in trepida
attesa del ritorno di Renzi con la speranza che, una
volta in Molise, si rivolga al governo regionale del
Pd parlando del rilancio anche della filiera avicola
e del settore tessile. E perché no? Anche della costruzione dell’Autostrada. Sarebbe un mirabile ritorno al passato nel segno della continuità delle
azioni del mio governo che, a quanto pare, lavorava bene per il Molise e per i molisani.
6
TAaglio
lto
24 novembre 2016
A conclusione dell’incontro del rettore e di una delegazione di Ateneo con gli amministratori locali
Ieri ad Agnone il rettore dell’università del Molise, Palmieri, e una delegazione
dell’Ateneo composta da docenti e dirigenti, accolti dal
sindaco e dagli amministratori locali, insieme hanno valutato la possibilità di
realizzare iniziative nel
campo della Formazione,
delle attività culturali e di
orientamento
economico.
L’Unimol infatti s’è detta disposta ad aprire un ufficio di
rappresentanza con compiti
anche di “front office” per gli
studenti dell’Alto Molise.
Una mossa strategica con indubbie finalità d’incontro tra
l’università e il territorio,
specie quello più lontano e,
nel caso di Agnone, con una
forte propensione a sviluppare le risorse locali, i progetti
di
sviluppo,
la
valorizzazione dell’ambiente
e della produzione artigianale. Nel corso dell’estate ad
Agnone sono stati annunciati
L’università del Molise
potrebbe aprire un
“front office” ad Agnone
progetti e sviluppate occasioni di confronto intorno
alle potenzialità del luogo,
cui ha fatto seguito l’adesione al Gal dell’Alto Molise.
Una realtà, quindi, che opera
e si mette in discussione.
Darle un punto alto di riferimento scientifico, è ampiamente opportuno. Segno
anche che l’università del
Molise ha superato le difficoltà che l’avevano portata a
ridurre la presenza sul territorio e a riaccorparsi nelle
sede centrale di Campobasso.
Il consigliere regionale Massimiliano
Scarabeo non molla e non arretra di
un centimetro sulla faccenda che
vede il Consorzio per lo sviluppo industriale di Pozzilli riconfermato
nella mani del sindaco del Paese, Stefania Passarelli, nella quale il presidente
della
Regione
Molise
evidentemente ripone il massimo della
fiducia avendola nominata commissario straordinario e ad ogni scadenza dell’incarico puntualmente riconfermata.
Scarabeo, come abbiano riportato ieri su
queste colonne, ne fa una questione di
moralità, trasparenza e opportunità. A sostenere la sua presa di pozione pone il parere
dell’Autorità
nazionale
anticorruzione Raffaele Cantone che
sulla faccenda Passarelli ha avallato
l’ipotesi di un conflitto di interessi. Stato
di fatto, questo, che appellerebbe una rimozione che però non viene. Per cui sarebbero le parole, purtroppo anche le sue,
ad avere la meglio. Un bla bla bla che
non cambia la sostanza delle cose. Qualcuno pare abbia detto che si tratta di
Se non ci può neanche
Cantone stiamo freschi!
Il contestato commissariamento del Consorzio industriale di Pozzilli
Il secondo conflitto mondiale per fortuna è
terminato da tempo, ma a Venafro si rischia
di veder esplodere una nuova guerra anche
se solo parolaia. E’ quella che si appresta a
vedere sul quadrato da una parte i promotori
di “Winterline”, museo storico di reperti,
munizioni, armi, divise ect. del secondo conflitto mondiale in prevalenza rinvenuti nel
Venafrano, e dall’altra Comune di Venafro e
Iacp d’Isernia, Istituto proprietario dei 250
mq. nel centro storico di Venafro, esattamente nei fondaci di Palazzo de Utris, dove
un’ipotesi di conflitto d’interesse, mai
verificato nel concretò. “Ci mancherebbe
altro!” ribatte Scarabeo, “ e per fortuna.
Ma ciò non toglie l’esistenza della situazione oggettiva di conflitto. Non toglie
la certa ed attuale violazione del codice
etico regionale. E chiedo: ma la signora
Passarelli è l’unica cittadina molisana
dotata delle competenze necessarie per
ricoprire quel ruolo? Vista la situazione
di conflitto, anche se potenziale, non sarebbe più corretto verso i cittadini dare
quella sedia ad un qualsiasi altro molisano dotato dei requisiti professionali per
occuparlo? Non credo che su quella poltrona sia inciso il nome Passarelli. Largo
a chi non è neanche potenzialmente in
conflitto di interessi! E ce ne sono tanti!”.
Il Codice etico. Che sarà mai per gente
che non teme il Codice civile e quello penale? Che pur stante la legge che vieta
che la nomina di un commissario straor-
dinario possa essere prorogata, ma per
una sola volte e per motivi di assoluta eccezionalità, se ne frega?
Dardo
Winterline, il museo rischia di chiudere
ha sede appunto “Winterline”. “Dal prossimo primo gennaio -spiega Bucci, presidente del Museo- staremo in mezzo ad una
strada, in quanto costretti a lasciare l’attuale
sede museale non avendo i fondi per corrispondere il mensile di € 250,00 richiestoci
dall’Iacp. In effetti sin’ora eravamo a Palazzo De Utris grazie all’ospitalità gratuita
del Parco Regionale dell’Olivo di Venafro,
fittuario dell’immobile in questione, che ci
aveva permesso di accedere nei locali a pian
terreno. Il Parco però, non arrivando i fondi
regionali per far fronte ad impegni ed attività, ha preannunciato che dal nuovo anno
lascerà ogni cosa, Palazzo de Utris compreso, se le carenze finanziarie persiste-
ranno. Conseguentemente “Winterline” si
ritroverà in mezzo ad una strada, in quanto
non siamo nelle condizioni di pagare un fitto
all’Iacp. Abbiamo chiesto più volte una soluzione ai nostri problemi logistici anche al
Comune di Venafro, ma dall’amministrazione municipale non sono arrivate le risposte attese.
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