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24 novembre 2016 delle ore 05:05
Scudi d’artista
In un periodo storico in cui le proteste dal basso
trovano nuovo slancio, soprattutto negli Stati
Uniti, sempre più artisti decidono di
abbandonare la sicurezza dei loro atelier e di
schierarsi per le cause in cui credono, usando
l’arte come strumento di difesa oltre che di
dialogo. Cannupa Hanska Luger, spinto dal
desiderio di partecipare attivamente alle
proteste contro il Dakota Access Pipeline, ha
realizzato dei veri e propri scudi da usare negli
scontri tra polizia e nativi americani. Il progetto
prevede la costruzione di un oleodotto lungo
oltre mille miglia che attraversa quattro stati
americani passando vicino a un’area in cui vive
una comunità Sioux e sotto un lago. Alla
protesta stanno partecipando appartenenti alla
comunità nativa, ma anche molti altri
statunitensi, indignati dal pericolo che
l’oleodotto costituirebbe in caso di perdite o
guasti, con il rischio di contaminare le fonti
acquifere della zona. Gli scudi realizzati
dall’artista sono rivestiti da una superficie
specchiata, per far sì che gli agenti in tenuta
antisommossa si vedano riflessi mentre sono
schierati davanti ai manifestanti. Luger, che ha
anche origini native americane, si è ispirato agli
scudi usati durante le proteste di Maidan in
Ucraina, avvalendosi per la loro realizzazione
degli studenti dell’Institute of American Indian
Arts (IAIA) di Santa Fe, in New Mexico, dove
è artista residente. L’idea è quella di ricordare
ai poliziotti che sono innanzitutto esseri umani,
cercando di far scattare nelle forze dell’ordine
un senso di identificazione con i manifestanti.
(GT)
Fonte: The Art Newspaper
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