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24 novembre 2016 delle ore 08:05
Fino al 27.XI.2016
Taiyr. Fatima Bianchi Nicola Lorini
San Pietro in Atrio, Como
Taiyr in arabo significa tortora e per traslato è
ciò che collega, il ponte pacificatore tra mondi,
ma anche il viaggio. È proprio il viaggio la
chiave di lettura del progetto espositivo di
Fatima Bianchi (Como, 1981) e Nicola Lorini
(Como, 1990), curato da Davide Giannella per
i suggestivi spazi di San Pietro in Atrio. Il
viaggio è l'origine dei lavori dei due artisti che
hanno trascorso un periodo di residenza in
parallelo a Nablus, nell’ambito del gemellaggio
promosso dall’Assessorato alla Cultura del
Comune di Como con la città palestinese. Il
viaggio è la ricerca identitaria sulle tracce del
nome Fatima da cui è partita Fatima Bianchi. Il
viaggio, in perenne bilico tra reale e virtuale,
passato e presente, verità storica e finzione
poetica, è il metodo di lavoro di Nicola Lorini.
Ma il viaggio è anche la cartina di tornasole di
una realtà contemporanea sgretolata, labile che
ci sfugge di continuo nelle ridefinizioni
estemporanee di un senso nomade e interattivo.
Con il video Onomanzia (2016), Fatima
Bianchi ci propone un toccante collage di storie
lontane di donne diverse unite dal nome Fatima
quale esito di una ricerca di qualcosa di sé in un
nome, un segno sentito non proprio, come un
abito esistenziale cucito troppo stretto. Un
percorso disegnato inseguendo i racconti di
donne di nome Fatima partendo da Como, suo
luogo di origine, per arrivare prima a Marsiglia,
crocevia multietnico del bacino mediterraneo,
poi a Nablus fino a giungere a Fatima, la città
portoghese celebre nella cultura cattolica per la
presunta apparizione della Vergine, facendosi a
poco a poco attraversare, assorbire da queste
microstorie distanti per ritrovarsi in ognuna e
ricomporre così un’immagine di sé grazie ad un
nome con cui finalmente riconoscersi e fare
pace, almeno un po', confessa l’artista durante
la presentazione al pubblico del progetto. La
presa di distanza da sé, dalla propria cultura, dal
proprio nome, spesso dati per scontati, non
scelti, non è che l’inizio di un viaggio per
scucirsi di dosso questo fardello esistenziale
imposto come un destino infallibile (onomanzia
è la pratica di predire il futuro fondata
sull'interpretazione del nome, appunto) e che ha
nell’incontro con l’altro, il diverso che si scopre
così simile l’opportunità unica, che l’artista ci
regala, di riconoscersi lì, in una delle infinite
declinazioni possibili di un stesso nome
anonimo, di una stessa storia che non fa che
ripetersi in ognuno di noi come colonna sonora
in loop (ecco il senso ultimo del vibrante
soundtrack del video) di trame parallele.
Per Nicola Lorini il nomadismo reale e virtuale
che caratterizza il contemporaneo si trasforma
nello strumento creativo per interpretarlo,
costruendo delle visioni parziali e sempre
rivedibili in grado di adattarsi a questa realtà
liquida e sfuggente. Le istallazioni esposte sono
l’esito dell’assemblaggio di pezzi di vissuti
personali e frammenti di storie, di oggetti, di
vite altrui reali o presunte ingoiati quasi in modo
compulsivo e inconscio durante i dieci giorni
trascorsi a Nablus e le successive ricerche in
rete nel tentativo di approfondirli. L’artista ci
racconta, per esempio, dei due quadri di tessuto
jacquard, frutto del sovrapporsi di un’esperienza
reale, la propria presso il Caffè Blu di Nablus,
a una scoperta sul web che proprio lì nel 1939
si era esibita una cantante egiziana considerata
negli anni ‘30 e ‘40 la Callas mediorientale. Da
qui, poi, la decisione di materializzare questo
imprevedibile intreccio di attimi così distanti
realizzando i tessuti dei quadri proprio sulla
base della partitura musicale di due brani della
cantante. Questi, e altri, i curiosi retroscena
delle opere di Nicola Lorini che, se talvolta
paiono un po' forzate, hanno il merito di
incarnare nelle loro architetture fragili e
incomplete le dinamiche attuali della
costruzione quasi casuale del senso. E ci
troviamo anche qui a fare i conti con
quell’accavallarsi inestricabile di verità ibride,
tra vissuto e immaginato, proprio e altro,
incessantemente riconfigurate a colpi di click
che a ogni ora assillano il nostro quotidiano
bilico tra reale e virtuale.
Martina Piumatti mostra visitata l’11 novembre
Dal 5 novembre al 27 novembre 2016 Taiyr.
Fatima Bianchi Nicola Lorini San Pietro in
Atrio Via Odescalchi – 20139 Como Orari: da
martedì a domenica 14.30-18.30 Info: www.
visitcomo.eu; [email protected]
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