In Senato passa l`emendamento che stanzia 90 milioni di euro per

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anno i - n° 0 venerdì 25 novembre 2016
www.gazzettamolisana.com
E-mail: [email protected]
Cristiano Di Pietro
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Cristiano Di Pietro. Il consigliere delegato alla Caccia ha
svolto una capillare azione sul territorio molisano riuscendo a garantire
un
percorso
programmatico per giungere alla
definizione di un vero e proprio
Piano venatorio.
L’Ardire
Economia stagnante,
uscire dal circolo
vizioso
di Giuseppe Saluppo
L
a crisi continua a mordere le
imprese e a cadere sono i posti
di lavoro. In verità, bisogna
fare un passo indietro per vedere che la questione si pone diversamente, e per fare questo è necessario
porre un quesito fondamentale: gli incentivi sono stati effettivamente progettati come strumenti di politiche
finalizzate ad incidere e orientare le
scelte delle imprese verso obiettivi economicamente e socialmente rilevanti? I
fatti mettono in luce come ciò non sia
accaduto e come, piuttosto, l’orientamento delle politiche che si sono andate
affermando sia stato di fatto quello di
non intervenire a modifica delle caratteristiche del sistema produttivo a cui
erano rivolte. Guardando al Molise, le
insufficienze del sistema industriale e
dell’intervento pubblico per le imprese
assumono, infatti, proporzioni ancor più
rilevanti. Il circolo vizioso si è ormai
però innescato: l’incapacità delle politiche industriali di agire per quello che
ora sono, lascia gioco facile nel dimostrare che ogni euro in più speso dallo
Stato è un euro sprecato e che, per questo, bisogna “lasciar fare” al mercato. In
questi ultimi anni la politica ha fallito,
non perché non abbia messo risorse e
buona volontà, ma perché è mancata la
capacità di analisi e di monitoraggio del
contesto e, quindi, di porvi rimedio attraverso una programmazione, una strategia industriale, un Piano. Stesso
discorso vale, anche, per tutti gli altri
comparti. Ora, laRegione ha le tasche
piene per i fondi europei, nazionali e risorse proprie e straordinarie. Dovrà
avere la capacità di pianificazione e
programmazione. Di sapiente strategia
e di un piano di interventi capace di
mettere benzina in quei motori capaci di
sviluppare impresa e occupazione. Per
un nuovo modello di sviluppo del Molise che è, ancora, possibile. E’ questa
la sfida che non si può perdere. Altrimenti, siamo per davvero ai titoli di
coda.
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Angelo Sbrocca
Il tapiro del giorno lo diamo adAngelo
Sbrocca. Il sindaco di Termoli, per seguire impassibile la strada del tunnel, sta
dimenticando i problemi di una città che
sta perdendo quanto raggiunto nel corso
degli anni precedenti. Una caduta in verticale della cittadina adriatica che finisce con il riversarsi sull’intero territorio
regionale.
In Senato passa l’emendamento
che stanzia 90 milioni di euro
per sanare il debito maturato
con Trenitalia
servizio a pagina 3
IL FATTO
pagina 5
Sono 48 le unità operative
istituite alla Regione Molise
Alla Regione istituite 48 nuove unita operative organiche.
Incarichi di vertice, dirigenti, e direttivi sono la materia
umana su cui la politica e il clientelismo regionali operano
a piacimento.
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Il Nucleo di valutazione e verifica degli investi pubblici sta diventando un caso alla Sherlock Holmes
Nella determinazione 91 della direttrice del Primo dipartimento
regionale Mariolga Mogavero abbiamo letto di nuovo che, con la
deliberazione 354 del 14 luglio
2016, l’esecutivo regionale ha disposto di nominare la dottoressa
Marilina Di Domenico quale direttore del Nucleo di valutazione
e verifica degli investimenti pubblici; la dottoressa Lucia Murgolo
e la dottoressa Valentina Tagliaferri componenti. Con la stessa
determinazione, la Mogavero ha
ravvisato la necessità di disporre
in favore del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti
pubblici della Regione Molise, il
pagamento dell’importo lordo
pari 13.161,80 euro comprensivo
di tutti gli oneri riflessi e l’Irap, a
titolo di compenso relativo al
mese di ottobre 2016, imputando
l’onere sul capitolo 12545 esercizio 2016 giusto impegno 590 del
17 marzo 2016. Su queste premesse, in favore del Nucleo, ha
poi disposto il pagamento dell’importo lordo mensile e di liquidare il pagamento delle quote
ai componenti, così di seguito
specificate: 6666,60 euro relativo
al compenso di Marilina Di Domenico, e 3.750 euro relativo al
compenso di Valentina Tagliaferri. Rieccola la Mogavero, e
riecco la stranezza che abbiamo
già avuto modo di mettere in risalto in altra occasione, e cioè,
che mentre si dice che il Nucleo
è formato da Di Domenico, Murgolo e Tagliaferri, quando si passa
alla liquidazione mensile dei
Il Molise di tutti, la nuova frontiera morale, la nuova genia politica e la partecipazione popolare sono un terribile bluff
Rieccola la Mogavero, e riecco la stranezza che mentre si dice che il Nucleo
è formato da Di Domenico, Murgolo e Tagliaferri, quando si passa alla
liquidazione dei compensi la Murgolo scompare
compensi la Murgolo scompare.
Per poi ritrovarla successivamente, a parte, come è successo
con la liquidazione dei mesi di
agosto e settembre scorsi. Compare sì, ma l’atto con cui viene ristorata di ciò che le si deve, non è
reso accessibile. E chi avesse
l’uzzolo di conoscere l’entità del
compenso mensile e del perché il
suo trattamento economico non
venga saldato insieme alla altre
due componenti il Nucleo, ma
fatto oggetto di un provvedi-
mento separato e inaccessibile,
sarebbe costretto a recarsi alla segreteria della giunta regionale in
Via Genova, in altri termini dalla
Mogavero che, oltre ad essere responsabile del Primo dipartimento e segretaria della giunta, è
anche capo di Gabinetto del presidente Frattura: un accrocco di
poteri senza precedenti che, come
nel caso che stiamo trattando, si
risolvono, quei poteri, spesso
nella negazione del diritto del cittadino di prendere visione inte-
grale degli atti amministrativi.
Cosa abbia di segreto la Murgolo
e il perché, sta diventando un
motivo serio di mancata trasparenza e, quindi, un preciso addebito al responsabile regionale che
deve sorvegliare su casi del genere e fornire una spiegazione.
Diversamente, si ha il sospetto
che ci sia un circolo vizioso di carattere gestionale che mette al riparo dalla curiosità della gente
ciò che gli amministratori di Palazzo Vitale e i direttori di dipar-
timento ritengono sia opportuno
non si sappia, in barba alla legge
sulla trasparenza e la legalità.
Non si può impunemente scrivere
in determina che il Nucleo è formato da tre persone, delle quali
due vengono mensilmente ristorate, e la terza scompare. Per ritrovarla successivamente in un
altro provvedimento direttoriale
inaccessibile, se non al prezzo di
una passeggiata in Via Genova,
sottoporsi ai procedimenti identificativi da parte della sorveglianza, attendere il via libera
dalla segreteria, sopportare una
estenuante anticamera e disporsi
a dichiarare il motivo, e per quale
specifico interesse, si vuole sapere perché la Murgolo venga pagata a parte, l’entità dell’importo,
ed eventualmente la natura del
rapporto contrattuale.
La Regione del Molise di tutti,
della nuova frontiera morale,
della nuova genia politica e della
partecipazione popolare è un terribile bluff.
Dardo
Battista presenta i due nuovi assessori
Nonostante i venti di guerra dentro e
fuori la maggioranza, il sindaco di
Campobasso, Antonio Battista, ha proceduto alla presentazione dei 2 nuovi
assessori: l'esterna, Maria Rubino e
Francesco De Bernardo. "A me non
importa che abbiamo lo stesso numero
degli assessori di grandi città come Bologna, la norma ne prevede nove e il
nostro statuto addirittura dieci, quindi
siamo in regola. Io credo che ai cittadini interessi sapere ciò che è stato
fatto per loro e per la città, non quanti
assessori ci siano voluti. Inoltre abbiamo rispettato almeno il 40% delle
quote rose in giunta”. Sui costi. “Abbiamo ritenuto di dover aumentare di
una indennità il costo della giunta che
erano ferme a sei, quindi saranno distribuite sette indennità a nove assessori. Non credo che questo possa
fermare la macchina amministrative, il
totale è di gran lunga inferiore di
Rubino e De Bernardo portano la Giunta a nove
Fibrillazioni in seno alla maggioranza. Le opposizioni? Tacciono
quanto vogliano far credere le opposizioni. La spending review è stata applicata non solo per legge, con la
riduzione dei consiglieri, ma ci abbiamo messo del nostro con la riduzione delle commissioni, che comporta
sia meno gettoni di presenza sia meno
rimborsi ai datori di lavoro”. Sulla
questione scuole. “L’amministrazione
Battista è stata costretta a chiudere
sette scuole, nonostante era già avvenuto per dieci istituti negli ultimi anni,
quindi il problema viene da lontano.
Ma nelle prossime ore sarà pronto un
piano complessivo di ricostruzione
delle scuole con fondi riservati allo
scopo e con quelli che ricaveremo dalla
dismissione di proprietà comunali”.
Ora, si attende la questione politica. Il
malessere all'interno della maggioranza è forte mentre le opposizioni
sono chiamate a dare seguito agli
'strilli' delle ultime ore. Per farlo, però,
non hanno altro strumento che la mozione di sfiducia. Altrimenti, sono state
solo chiacchiere.
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L’atto è passato in sede di varo del Decreto legge fiscale grazie all’intervento del senatore Ruta
“Dopo aver raggiunto il risultato della conferma della fermata
a Termoli
del
Frecciarossa, questa mattina è
stato convertito in legge dal Senato il D.L. Fiscale, con il contributo straordinario di 90
milioni di euro in favore della
Regione Molise per estinguere
il debito vantato da Trenitalia
Spa“. Lo sostiene il senatore
Roberto Ruta. “ Ora non ci
sono più alibi per Trenitalia:
pretendiamo come molisani
che venga garantito un servizio
affidabile e competitivo, senza
le troppo frequenti soste forzate per guasti, con ritardi intollerabili per l’utenza. Ora che
è stata estinta la posizione debitoria, ci sono i presupposti
per la Regione Molise per poter
stipulare il contratto con Trenitalia, per la mobilità su rotaie,
ponendo condizioni precise, a
partire da quella minima ed irrinunciabile dell’immediata
fornitura di nuovi treni moderni, confortevoli ed adeguati
a percorrere le tratte ferroviarie
per raggiungere la nostra regione, per muoversi all’interno
e per uscire dal Molise“.
In fondo la Regione è un ente
che un minimo di rispetto e di
credibilità se lo meriti, nonostante, come abbiamo appreso,
sia un cattivo pagatore. Ma è
altrettanto vero che Trenitalia,
“90 milioni di euro al Molise
per pagare i debiti con Trenitalia”
Per l’esponente politico molisano, ora l’azienda ferroviaria non “ha più alibi
per garantire un servizio affidabile e competitivo”
stando alla centinaia di proteste
che ogni anno si accumulano
sul tavolo regionale per le carenze che presentano le carrozze, per i ritardi con cui
spesso si viaggia, per i guasti
alle macchine, sia una erogatrice di servizi chiaramente insufficiente e inadeguata a
soddisfare le esigenze di mobilità su rotaia dei molisani. Ora
capiamo anche perché poi la
Regione non abbia mai appli-
cato a carico di Trenitalia alcuna sanzione di fronte all’evidenza delle proteste e delle
denunce da parte dei viaggiatori. Essa per prima era inadempiente. Ora si spiegano i
treni rotti, i disservizi sulle
linee ferroviarie molisane e
l'assenza, fino a rasentare il
menefreghismo, dei politici
molisani. La Regione Molise
non pagava Trenitalia e il debito è schizzato a 90 milioni di
euro. Ecco perchè Trenitalia
non ha messo in linea i nuovi
Vivalto anche per il Molise, ha
evitato nuovi investimenti e noi
abbiamo continuato a viaggiare
sulle vecchie Automotrici. Scusate, però, visto e considerato
che lo Stato i soldi destinati al
trasporto pubblico li ha versati
perchè la Regione non ha provveduto a pagare nei tempi?
Come sono stati, allora, utilizzati? Qualcuno si è reso conto
che a fronte dei mancati pagamenti a Trenitalia i cittadini
molisani hanno beneficiato di
un servizio pessimo e, a tratti,
pericoloso? “C’è una situazione di “luci ed ombre” nel
panorama de trasporto ferroviario regionale”. Lo scrive
l’Ansa ma a rilevarlo è l’a.d. di
Trenitalia (Gruppo Fs) Vincenzo Soprano, spiegando che
in alcune regioni sono state
“già firmate delle intese propedeutiche” per i nuovi contratti
di servizio, “tutte con investimenti”, ma “su altre regioni
siamo in difficoltà”.
I campobassani e la cabala
di Massimo Dalla Torre
Consentiteci di tornare a scrivere su
quanto sta accadendo nei palazzi della
politica cittadina. Un argomento che,
visto i recenti accadimenti, leggasi
scambi di opinioni al vetriolo sul prossimo referendum del 4 dicembre ma soprattutto l’allargamento della giunta di
Palazzo San Giorgio, fa pensare che la
“iella” si è accanita sul capoluogo di regione. Una realtà che Luigi Pirandello
vestirebbe molto volentieri, se fosse
possibile, con i panni di Rosario Chiarchiaro, protagonista della novella “La
patente” in cui, il personaggio listato di
nero si presenta alle autorità cittadine
del paese dove vive e dove è allontanato da tutti a causa la nomea di “iettatore”, per ottenere la patente di
“menagramo”. Una professione che a
Campobasso non si addice giacché, a
differenza del singolare personaggio
Pirandelliano, non è portatore di “malocchio” bensì è colpito dal quest’ultimo. Una città in cui impera la
desertificazione sia morale che materiale e che fa pensare seriamente che è
stata segnata da una “fattura”, non
quella contabile tanto per intenderci,
ma da un “singolare artefizio” confezionato da uno dei tanti maghi che
opera e prospera in questa malandata
realtà. Una “fattura a morte”, lanciata
per far soccombere i punti nevralgici
del sistema che retrocede sempre più,
nonostante ci sia qualcuno che cerchi di
far credere il contrario. Una retrocessione a trecentosessanta gradi che, alla
luce dei fatti alquanto preoccupanti,
giustifica a tutti gli effetti, i gesti fatti
da chi è sensibile agli argomenti legati
al mondo dei “corni” e degli “scongiuri”. Mezzi usati contro gli influssi
negativi tanto da “toccarsi” dove non
“batte mai il sole”. Gesti che, nella tragicomicità della questione, fanno da
“pendant” con l’ironia e il dileggio che
molti usano per sdrammatizzare la situazione in cui, nostro malgrado, si è
precipitati. Strumenti che quelli che occupano i piani alti dei palazzi del potere
non gradiscono tant’è che spesso e volentieri siamo accusati di qualunquismo
e faciloneria nel commentare gli accadimenti. Eppure, la questione è incontrovertibile, anche se a breve il vento
potrebbe cambiare, nonostante gli strumenti a disposizione sono “arcaici” ma
non deboli. Una condizione che spiega
l’atteggiamento di molte persone che,
pur di allontanare la “mala sorte”, si
reca presso le lottomatiche per giocare
i numeri che contraddistinguono i punti
nevralgici di una realtà segnata dalla
malasorte. Una situazione che molti
giudicano irrazionale senza sapere che
irrazionali sono quelli che ci hanno ridotto in questo stato. Per chi ci crede,
vorremo indicarvi tre numeri da giocare
il”4” testimonial della giornata referendaria il “7 e il 9” allargamento in seno
alla Giunta di Palazzo San Giorgio. Numeri che, se uscissero, permetterebbero
di allontanare il maleficio anche se
prima di giocarli sarebbe il caso impugnare il “corno” rigorosamente “rosso”
con la speranza che gli influssi negativi
si ripercuotano su chi ha “affatturato”
il capoluogo di regione indiscutibile
vittima della malasorte.
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25 novembre 2016
In un sol giorno, quattro decreti del presidente della giunta per autorizzare la derivazione di
acqua dai fiumi e dai torrenti molisani ai fini idroelettrici in favore di ditte del Centro/Nord
In un sol giorno, il 27 ottobre
2016, ben quattro decreti del presidente della giunta regionale per
autorizzare la derivazione di
acqua ai fini idroelettrici dai
fiumi e dai torrenti molisani.
Fiumi e torrenti molisani sono nel
mirino delle aziende del Nord e
del Centro in maggioranza, che
hanno scelto il Molise per produrre energia elettrica, favorevolmente accolti e largamente
favoriti dai bassi costi che gli
viene richiesto. La Regione Molise è nota per gli eccessi di generosità che, nella gestione delle
risorse idriche, sfiorano la dabbenaggine. Basta leggere i termini
contrattuali che regolano la cessione di milioni di metri cubi
d’acqua per uso potabile (che poi
vanno anche per scopi irrigui e industriali) alla Campania, al Lazio,
alla Puglia e all’Abruzzo. Concessioni di trenta/quarant’anni fa
mai aggiornate, mai riviste e ricontrattate:
dimostrazione di impotenza amministrativa e politica dei governi
regionali dalla nascita della Regione ad oggi. Il danno economico che ne viene ai molisani è
notevole; andrebbe quantificato
su basi analitiche per farlo pesare
sulla irresponsabile politica energetica praticata dalla parti di Palazzo Vitale e d’intorno.
Vogliamo ammettere che l’oppositore Michele Iorio si tenga a distanza dal problema, avendolo
evitato quanto ha governato, ma
il silenzio dei Grillini che nascono e sono stati eletti per essere
L’acqua viene data agli altri
a costi stracciati
e senza alcuna contropartita
Il silenzio dei consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle che nascono e sono
stati eletti per essere la spina nel fianco della maggioranza, la specola sulle malefatte
e il malgoverno regionali, non trova commento adeguato al disinteresse
la spina nel fianco della maggioranza, la specola sulle malefatte e
il malgoverno regionali, non
trova commento adeguato al disinteresse fin qui mostrato.
Diamo acqua a profusione, fino al
limite di mettere a rischio le necessità locali, derivandola dalle
sorgenti del Volturno, del Biferno, del San Bartolomeo, per citare i corsi d’acqua più attinti,
dalle dighe del Liscione, di Occhito e di Civitanova, e ciò che ne
viene è un risibile ristoro economico e nessuna contropartita programmatica.
Il
Molise
“concessorio” è una entità dilettantesca, che, dobbiamo presumere, non consoce il valore delle
risorse naturali di cui dispone, o
altrimenti è da considerare una
entità compromessa e per questo
impedita a farsi valere. Dalla
grandi concessioni alle piccole, il
governo regionale si accontenta
delle briciole, e le ditte che derivano acqua dai fiumi e dai torrenti producono centinaia di
Kw: energia elettrica che non
vendono al Molise, che ha un surplus di produzione, ma al mercato
energetico del Centro/Nord. In un
sol giorno, il 27 ottobre 2016, il
presidente della giunta regionale
Paolo di Laura Frattura ha autorizzato la Energy srl di Roma a
derivare acqua pubblica per uso
idroelettrico dal Fosso Tartalussa
in località “Acquabona” , in agro
del comune di Longano, per un
impianto della potenza di 135 kw;
la Italbon srl di Pontedera a deri-
vare acqua pubblica dal Torrente
Lorda in località “Giovannone”,
in agro di Castelpizzuto, per un
impianto della potenza di 49,83
kw; la Sea srl di Milano a derivare acqua pubblica dal Volturno
in località “Petrara”, in agro di
Cerro al Volturno, per alimentare
un impianto della potenza di 368
Kw, e la Dp3 srl di Pescara a derivare acqua pubblica dal Torrente Acqua Santa, in località
“Colle delle castagne”, in agro di
San Massimo, per alimentare un
impianto della potenza di 112,81
Kw. Sono ormai decine e decine
le centrali e le centraline idroelettriche alimentate dalle risorse
idriche molisane, ma a leggere le
ditte che ne hanno fatto richiesta
si rimane basiti:
gli impianti gestiti da ditte molisane si contano sulle dita di una
sola mano. Più che noi, dovrebbe
essere la Regione Molise a porsi
la domanda come mai tanto
scarso interesse, e a darsi una risposta, avendo poi il buongusto di
fare mente locale e chiedersi se
non sia giunto il momento di intessere con la Campania, il Lazio,
la Puglia e l’Abruzzo un diverso
rapporto. per regolare con maggiore equità il patrimonio idrico,
affinché la comunità molisana ne
ricavi il dovuto e giusto compenso da reinvestire nel miglioramento delle reti idriche di
adduzione e di distribuzione, e
per contenere il costo delle bollette.
Dardo
Il nostro avversario di domenica rappresenta un modello organizzativo
di GENNARO VENTRESCA
Ecco spiegato il “fenomeno” Matelica
Una città piccola e soave. Dico Matelica, per farla conoscere meglio a chi
l’ha solo sentita nominare tra le formazioni più accreditate del nostro girone.
Una città di appena 10.000 abitanti, in
provincia di Macerata. A due passi da Fabriano, la patria della carta.
Va famosa Matelica soprattutto per i vini.
Il suo delicato Verdicchio è certamente
meno conosciuto di quello delle cantine
di Jesi, ma non meno pregiato. E poi c’è
da tenere conto che fa parte dei borghi più
belli d’Italia. Per non parlare del verde,
dell’aria fine e della gente, gentile e ospitale. E’ il caso, una volta tanto, di seguire
in trasferta il nostro Campobasso, almeno
per
una
avventura
turistica.
In passato la gente sotto il Monforte approfittava, per la domenica in cui i nostri
ragazzi giocavano fuori, a seguirli per
scoprire posti nuovi, mangiare e bere
bene, prima di andare allo stadio, per sostenere i rossoblù.
I nostri avversari di domenica, da diversi
anni, sono in D, dove pian pianino hanno
Su 10 mila abitanti 1.200 sono tesserati per società sportive
iniziato a occupare con puntualità le zone
alte della classifica. Nel campionato in
corso, nonostante il rumoroso ruzzolone
di Agnone, restano i principali aspiranti a
salire in Lega Pro. Un lusso per una piccola comunità, solo a prima vista. Se si
legge bene dentro le pieghe emerge che le
ambizioni dei marchigiani sono più che
legittime.
Tanto per avere un’idea di che cosa
stiamo parlando basti pensare che oltre un
decimo della popolazione è tesserata per
una società sportiva. Il presidente del
Coni Malagò ne è rimasto affascinato,
tanto da rimarcare il fenomeno nell’amara conferenza stampa, nella quale
annunciava la rinuncia di Roma a candidarsi
a organizzare le Olimpiadi.
Da poco Matelica che non possiede uno
stadio, ma solo un semplice campo sportivo, ha ristrutturato, a regola d’arte, l’impianto. Partendo dal rifacimento del
tessuto sintetico, bello come quello del
Milan, a Milanello.
Il presidente Mauro Canil che ha contribuito con la sua impresa a ristrutturare il
campo, assieme agli altri imprenditori del
ramo assicura un contributo stagionale
alla squadra, alla cui gestione concorrono
decine di aziende locali, oltre ad agiati
professionisti. Così si spiega il “fenomeno Matelica”. Che non vuole smettere
di
stupire.
C’è anche da aggiungere che l’amministrazione, oltre ad aver concesso l’impianto in comodato d’uso alla società, le
corrisponde anche un interessante contributo economico annuo. Attraverso vari
affluenti il Matelica riesce a far fronte ai
costi gestionali e può permettersi giocatori di rango, tra i quali primeggia il nostro conterraneo Vittorio Esposito.
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25 novembre 2016
Alla Regione istituite 48 nuove unita operative organiche
Per cominciare a dare sostanza e
attuazione al Programma operativo regionale relativamente ai
Fondi Fesr e Fse del settennio2014/2020, sono stati mobilitati 48 dipendenti ed istituite
altrettante unità operative organiche a supporto dell’Autorità di
gestione in materia di aiuti, e
delle procedure di appalto e di
altri macroprocessi diversi dagli
aiuti (rendicontazione, controllo e
vigilanza). Un vero sommovimento, una raccolta di energie e
di professionalità sulla cui procedura sarebbe il caso di stendere
un velo, oppure aprire un capitolo
che non escluderebbe certo polemiche, contrasti e malcontenti.
All’avviso di mobilità volontaria
esteso a tutto il personale del cosiddetto sistema Regione (dipendenti regionali, delle Comunità
montane e dell’Arem) , hanno risposto solo in 4. Gli altri 44 sono
stati scelti sulla base dei curriculum e … delle simpatie. Ciò che
s’è verificato è stato determinato
dalla natura, della vastità e complessità dell’organizzazione cui è
stata posta mano. Dal 2010 alla
Regione si parla (a vanvera) della
organizzazione dell’Ente su basi
definite e non più mobili; dal
2010 si compongo e scompongo
invece servizi e uffici e si danno
attribuzioni di responsabilità “ad
personam”: un lavoro di
cuci/scuci non sempre fatto da
mani abili e competenti. Incarichi
di vertice, dirigenti, e direttivi
sono la materia umana su cui la
politica e il clientelismo regionali
operano a piacimento. Il settennio
di programmazione dei fondi eu-
Incarichi di vertice, dirigenti, e direttivi sono la
materia umana su cui la politica e il clientelismo
regionali operano a piacimento
La mancata funzionalità di specifiche unità operative organiche dedicate alle attività di attuazione
della nuova programmazione comunitaria avrebbe generato gravi disfunzioni nella corretta gestione del processo di programmazione delle risorse dei fondi strutturali disponibili
ropei che va dal 2014 al 2020,
come abbiamo accennato, è in
fase di allestimento.
Un proceso organizzativo e funzionale che gli amministratori regionali stanno dosando e
calibrando per fare in modo che
in prossimità delle rinnovo del
consiglio regionale nel 2018, possano presentare una ricca offerta
di occasioni d’investimenti e di
Da inizio anno le imprese femminili sono
aumentate di 80 unità, andando a rappresentare circa il 20% dell’intero saldo regionale in questi primi nove mesi del
2016. tasso-femminilizzazioneA livello
di stock, al 30 settembre 2016, si contano
in Molise quasi 10mila imprese “rosa”
(9.977 unità), di cui 9.175 dichiarate attive. I dati presentati dall’Ufficio Studi e
ricerche di Unioncamere Molise mostrano, quindi, segni di vitalità per le imprese rosa in Molise, dato importante alla
luce del fatto che proprio la nostra regione presenta il più elevato tasso di
femminilizzazione del tessuto imprenditoriale. Circa il 28,3% delle imprese totali, infatti, ha alla guida una donna. La
distribuzione geografica delle imprese
femminili nel 2016 si conferma concentrata nel Sud e Isole. Dopo il Molise, infatti, nella classifica per tasso di
femminilizzazione seguono la Basilicata
con il 26,8% e l’Abruzzo con il 25,9%.
lavoro. A poco meno di due anni
dall’appuntamento, è la fase preparatoria ad essere l’impegno calendarizzato e i 48 dipendenti
mobilitati sono la punta dell’iceberg. Per darsi una giustificazione, hanno argomentato che la
mancata funzionalità di specifiche unità operative organiche dedicate alle attività di attuazione
della nuova programmazione co-
munitaria 2014 – 2020 avrebbe
generato gravi disfunzioni nella
corretta gestione del processo di
programmazione delle risorse dei
fondi strutturali disponibili.
Quantunque coscienti che l’operazione mobilitazione sia un ripiego determinato dal mancato
processo di riorganizzazione dell’apparato burocratico dell’Amministrazione regionale, al
conferimento delle responsabilità
delle unità operative organiche
appositamente istituite mediante
l’adozione di iniziative organizzative urgenti finalizzate a dotare
le strutture di personale limitatamente ad alcune figure professionali, si sarebbe fatto ricorso a
funzionari attualmente dedicati
all’espletamento delle attività inerenti la programmazione comunitaria. Destinati alla riconoscenza
del popolo molisano, sono, in
questa prima fase, della definizione della struttura di governance del Por Fesr Fse: Giulia
Anna Centracchio; Sergio Di
Stasi; Pasquale Iannetta; Gaetano
Di Bartolomeo; Stefano Di Frangia; Giuseppe Baranello; Giuseppe Del Colle; Pasquale Di
Fabio; Filomena Niro; Tonio Ferocino; Antonio Giuliano; Maria
Rosaria D’Elisiis; Antonio Perrino; Maria Ruscitto; Giuseppina
Sallustio; Alberto Caterina; Raffaele Malatesta; Fernando Antoniani; Emilio Leccese; Ivana
Cima.
Dardo
In Molise continuano a crescere le imprese rosa
Ora rappresentano il 20% di quelle operanti
Chiudono la classifica le regioni del
nord, dove le donne sono più restie a
mettersi in proprio: agli ultimi tre posti
troviamo rispettivamente il Veneto
(19,7%), la Lombardia (18,4%) e il Trentino Alto Adige (17,6%). Dal punto di
vista dell’organizzazione d’impresa, il
tessuto imprenditoriale femminile molisano continua ad essere caratterizzato
dalla prevalenza di ditte individuali (il
78,4%); le società di capitali, invece, pur
dimostrando una forte dinamica positiva
(+1,38% il tasso di crescita nel terzo trimestre 2016) incidono solo per il 13,2%
sul totale delle imprese femminili registrate.tasso-femminilizzazione-2La maggiore dinamicità delle società di capitale
nasce dalla consapevolezza da parte delle
imprenditrici molisane che per affrontare
il mercato occorrono strumenti giuridici
robusti e capaci di limitare i danni connessi all’attività imprenditoriale. Questa
consapevolezza trova riscontro anche nei
numeri: 22 nuove imprese, nel terzo trimestre del 2016 (110 da inizio anno) all’atto della costituzione hanno scelto tale
forma societaria: le cessate, di contro,
sono state solo 4 nel terzo trimestre e
solo 16 da inizio anno. Tale scelta è stata
fatta, magari, a scapito della più semplice, ma più fragile, impresa individuale: nel terzo trimestre sono nate 91
nuove imprese con tale forma societaria
(461 da gennaio 2016), ma hanno chiuso
i battenti 107 unità (464 da inizio anno).
Osservando l’economia al femminile dal
punto di vista dei settori, da inizio anno,
torna finalmente positivo il saldo per le
imprese del settore agricolo (+5 unità),
risultato numericamente poco significativo ma che assume maggiore rilevanza
soprattutto alla luce dell’importanza, in
termini di incidenza, che tale settore riveste in regione. Difficoltà continuano a
segnalarsi per il settore del commercio (77 le unità da inizio anno), per il turismo
(-16 unità) e per le attività manifatturiere
(-8 unità). Quanto ad incidenza, le imprese femminili in Molise sono maggiormente concentrate negli altri settori
di servizi (in particolare nei servizi alle
persone) dove rappresentano il 47,1%
del totale delle imprese, in agricoltura (il
38,9% delle imprese è a guida femminile) e nel turismo (il 32,3%).
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