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PROVINCIA DI UDINE
NOTIZIE PER LA STAMPA
------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 24 novembre 2016
L’archeologia subacquea entra nelle scuole
400 studenti allo Zanon per la presentazione del progetto Anaxum
Sei campagne di scavi; oltre 1600 reperti rinvenuti sui fondali del fiume Stella per oltre
8 mila chilogrammi di materiale recuperato; collaborazioni accademiche internazionali
di primo livello; impiego (nella campagna 2016) di sistemi di rilevamento innovativi per
ambienti subacquei in condizioni di scarsa visibilità in collaborazione con l’università
tedesca di Kiel; la progettazione di un Parco ecostorico (il primo nel suo genere in Italia)
insieme alle amministrazioni comunali coinvolte per condividere con la comunità locale
e valorizzare i risultati della ricerca scientifica. Ecco i principali contenuti della
missione di archeologia subacquea “Anaxum”, condotta dal 2011 dall’Università di Udine
in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, beni culturali e paesaggio del Friuli
Venezia Giulia e con il sostegno della Provincia di Udine, svelati oggi a 400 studenti delle
scuole superiori che hanno affollato l’auditorium Zanon. A raccontare il lavoro svolto, le
scoperte, le difficoltà, il fascino della ricerca in ambiente subacqueo, il professor
Massimo Capulli che coordina l’equipe di ricerca. Anaxum (l’antico nome latino dello
Stella) è l’unico progetto e cantiere di archeologia fluviale in Italia, al quale partecipano
studenti e laureati provenienti da università italiane, tedesche e americane. Dopo le
campagne di scavi, il lavoro di studio prosegue nei laboratori del Dipartimento di Studi
Umanistici e del Patrimonio Culturale. “L’obiettivo di questo incontro – ha spiegato in
apertura l’assessore all’istruzione della Provincia di Udine Beppino Govetto – è far
conoscere ai ragazzi i risultati fin qui ottenuti dall’unico scavo archeologico didattico in
ambiente fluviale a livello nazionale e internazionale. Si tratta, infatti, di una
progettualità molto prestigiosa in quanto, oltre alla portata scientifica dello stesso e al
ruolo di primo piano a livello internazionale rivestito dall’Ateneo di Udine, apre al
nostro territorio e a quello della Bassa Friulana importanti prospettive sotto l’aspetto
culturale, storico e di valorizzazione turistica. Un’attività che vede la sinergia, insieme
ai partner scientifici, anche di alcune amministrazioni comunali che, in questa iniziativa,
ripongono grandi attese per lo sviluppo locale”. “La Provincia di Udine – ha aggiunto
Govetto – ha appoggiato con convinzione queste campagne di scavi poiché si prefiggono
di approfondire la nostra storia, di far riaffiorare le radici della nostra civiltà. Questo
progetto rappresenta una delle collaborazioni siglate dal nostro ente con l’Università del
Friuli, accordi che nel corso degli ultimi anni hanno permesso di sostenere diversi
dottorati di ricerca in svariati settori, dalle scienze motorie alla ricerca in ambito
agrario alla valorizzazione della lingua friulana”. “Un’aula gremita di futuro per
ascoltare le ricerche sul passato – ha rilevato al termine il prof. Capulli –: i 400 ragazzi
hanno ascoltato temi per loro inusuali e hanno dato prova di una sana e intelligente
curiosità con una lunga serie di domande pertinenti. Chissà se dietro quegli occhi si celi
qualche collega di domani a cui passare il testimone, perché le pagine di storia sepolte
nelle terre e nelle acque del Friuli sono ancora tantissime”.
La campagna 2016 si è svolta nel periodo compreso tra fine giugno e luglio, per un totale
di 5 settimane. Le attività si sono suddivise in due fasi. Nella prima, oltre al prof.
Capulli e al dott. Dario Innocenti, hanno preso parte sei studenti che si sono concentrati
sul sito Stella 1, dove è proseguito il lavoro di rilievo e recupero documentato dei
reperti di età romana, comprendo un’area di 16 mq. Nella seconda fase, tre archeologi
dell’Università di Kiel hanno preso il posto degli studenti per condurre insieme agli
archeologi dell’ateneo friulano sperimentazioni di rilievo video-foto grammetrico 3D con
condizioni di scarsa visibilità nell’area del ponte della via Annia.