candidatura-membro interno 24.10

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Transcript candidatura-membro interno 24.10

Patrizia Cecchi
CANDIDATURA A MEMBRO
DELL’ATENEO FIORENTINO
INTERNO DEL
CONSIGLIO
DI AMMINISTRAZIONE
Ho scelto di riproporre la mia candidatura quale membro interno nell’organo politico di
Ateneo in questa tornata elettorale 2017-2020.
L’esperienza fatta in questi ultimi quattro anni ha maggiormente radicato in me la
convinzione che per cambiare, per migliorare ed ottenere risultati, ancorché a piccoli passi , ci
si debba impegnare dentro gli organi e le organizzazioni rappresentativi, cosi come dentro la
società civile, attraverso l’impegno politico-sociale, anche se questo costa in termini di studio
e sacrificio personale.
So che una parte significativa delle persone nel nostro Paese non crede più nell’impegno
sociale. Certo è più facile e forse più consono ai tempi rinchiudersi nel proprio privato o agire
solo per interessi personali.
Io invece vorrei, insieme ad altri, ancora dedicare parte del mio tempo e della mia vita a
questa Istituzione Pubblica di fondamentale importanza per l’evoluzione della società e dove
si formano i nostri giovani che rappresentano il futuro del paese.
Istituzione a cui sono legata oramai da 36 anni e nella quale lavoro e vivo anche una parte
importante della mia vita personale, in quanto intessuta di una molteplicità di rapporti, di
conoscenze e di reciproco rispetto e stima con una larga parte del personale che vi opera e
con il quale mi confronto quotidianamente.
Lo vorrei fare ancora una volta per mettermi a servizio della collettività con la passione e lo
spirito che mi guida giornalmente nel cercare di ascoltare e risolvere i vari problemi che
vengono sollevati da tutte le varie anime che compongono la realtà del nostro Ateneo.
Il curriculum che allego può certamente testimoniare che, sul piano professionale, non è
venuto meno il mio impegno di lavoro in questi anni, ma per chi non mi ha conosciuto
personalmente cercherò di spiegare i valori e le convinzioni che muovono le mie azioni
quotidiane.
Sulla natura pubblica delle Università non ho alcun dubbio. Cosi come non ne ho
sull’importanza e l’esigenza di investire in ricerca e conoscenza formativa di qualità per uscire
dalla crisi economica che purtroppo in questi anni ancora attanaglia il nostro Paese.
Comunque, nonostante il pesante sotto-finanziamento del sistema dell’istruzione e in
particolare di quello universitario, che fonda le sue radici nella convinzione politica di alcuni
che le Università, come altre istituzioni pubbliche, rappresentino solo un centro di spesa o di
spreco, ritengo che, grazie ai sacrifici fatti e all’oculata gestione delle risorse guidata dal
precedente Rettore, Prof. Tesi (che colgo l’occasione per ringraziare), la situazione dell’Ateneo
fiorentino – rispetto al resto del mondo accademico italiano – sia decisamente migliore.
Il bilancio UNIFI è infatti da anni stabilmente positivo e ciò apre la possibilità di porre in
essere politiche di crescita di un Ateneo generalista, come quello Fiorentino, con maggiore
agevolezza.
Occorre tuttavia una maggiore capacità di ascolto delle varie anime dell’Ateneo e coraggio
nella individuazione di politiche di investimento che esaltino le differenze presenti senza
tuttavia perdere di vista l’unitarietà dell’Ateneo.
Politiche che ad esempio vadano nella direzione di fare scelte virtuose come incentivare
collaborazioni sinergiche a livello di ricerca scientifica o mettano insieme strumentazioni che
le singole strutture non sono in grado né di acquisire né di gestire successivamente, o che
infine supportino integralmente quelle aree di ricerca che difficilmente trovano sponda sul
territorio e in modo differenziato quelle che invece sono in grado di attrarre finanziamenti
dalle imprese o da altre istituzioni.
Politiche volte a far leva sui valori che ci accomunano (o che ci dovrebbero accomunare) in
modo da concorrere tutti coesi al raggiungimento degli obiettivi strategici, ad incentivare il
senso di appartenenza e dunque volte a superare quel disimpegno dilagante nella società e
che colpisce anche il nostro contesto lavorativo.
Solo così potremmo far fare alla nostra Istituzione, nei prossimi anni, un balzo in avanti in
termini di attrattività studentesca, cosi come di diminuzione degli abbandoni, di ricerche
avanzate, ma anche di equilibri di crescita interna.
Certo ci stiamo ancora scontrando con alcune tematiche, non esaustive, che provo ad elencare:
- Criticità legate all’inquadramento nel ruolo di personale docente e ricercatore abilitati,
poiché i piani straordinari attivati non sono stati sufficienti;
- La sottovalutazione dell’apporto che deriva dai rapporti con il territorio;
- L’allungamento dell’età pensionabile del personale contrattualizzato e la limitatezza
del turn over, i pochi punti organico a disposizione per questa categoria, il CCNL
ancora in fase di negoziazione dopo 7 anni di blocco; la ripresa degli accordi decentrati
non legati o almeno non solo a scorrimenti economici ma anche ad idee innovative con
diverse prospettive di qualità del lavoro (e.g. telelavoro);
- La questione ancora irrisolta dei problemi previdenziali dei Lettori/CEL;
- Le difficoltà di assunzioni dei giovani che permangono nel limbo del precariato di
assegni o borse, per molto tempo;
- I pesanti iter procedurali burocratici, l’eccesso di regolamentazione interna, la carenza
di efficienza e di efficacia.
Peraltro tengo a sottolineare, anche con un certo orgoglio, come questi ultimi anni siano stati
caratterizzati da un agire connotato da una maggiore trasparenza, rispetto al passato:
- L’assegnazione delle risorse alle strutture, in termini di punti organico, è stata definita
attraverso modelli condivisi ancorché perfettibili;
- I rapporti con gli studenti sono stati caratterizzati da estrema disponibilità negli organi
e a vari livelli e sono stati raggiunti insieme obiettivi di notevole interesse (come la
diversificata tassazione delle tasse universitarie).
- È stata imboccata la strada della valorizzazione del personale tecnico-amministrativo,
che riveste un ruolo determinante nella erogazione dei servizi a supporto delle attività
istituzionali;
- Si sta implementando una riorganizzazione che dovrebbe andare nella direzione del
superamento delle barriere e gli steccati che per anni hanno caratterizzato i rapporti
fra la sede centrale e le strutture decentrate.
Quindi proprio per effetto della positiva congiuntura che nasce dalle possibilità economiche e
da un agire più trasparente e orientato dal piano strategico, sono convinta che, con lo sprone
ed un attento monitoraggio da parte degli organi, compreso il prossimo Consiglio di
Amministrazione, potremo superare molti degli ostacoli che si frappongono attualmente ad
una crescita armonica della nostra Università.
Concludo richiamando soltanto due aspetti importanti.
Diversamente da quanto avvenuto per il Senato Accademico, non si vota per categoria di
personale, bensì senza distinzione alcuna. Tanto che un docente può votare sia per un
ricercatore quanto per una unità di personale tecnico-amministrativo o lettore/CEL e
viceversa, senza tuttavia dimenticare che il voto espresso da questi ultimi vale un quinto di
quello del restante personale, creando di fatto notevoli ostacoli all’elezione di una unità di
personale t/a o lettore. La questione a mio avviso è un altro dei punti su cui agire attraverso
una modifica statutaria che dia pari dignità al personale, se non tout court sul voto, allora
quantomeno nella possibilità offerta di una rappresentanza stabile in Consiglio di
Amministrazione cosi come avviene in altri Atenei.
In ogni caso spero che si sia compreso, da quanto sopra esposto, che la mia candidatura
si fonda sul convincimento che gli eletti non vadano a rappresentare se stessi, uno
schieramento o una categoria, ma rappresentano il personale, strutturati e non, di
Ateneo nella sua totalità, nell’ottica di una certa visione dell’Università e del ruolo della
ricerca pubblica nella nostra società.
La mia visione si fonda sull’idea della conoscenza come bene comune, dell’Università quale
bene pubblico strategico, indispensabile tassello per la crescita equosolidale di ogni Paese.
Idea che, del resto, affonda le sue radici nella nostra Carta Costituzionale, che definisce la
natura pubblica dell’istruzione universitaria e del lavoro didattico, scientifico, tecnico e
amministrativo che la sostengono, e che rappresenta il mio faro, la mia Politica da praticare, in
sinergia con altri, quotidianamente con la passione, la curiosità e l’entusiasmo che da sempre
mi contraddistinguono nonostante il passare degli anni.
E’ chiaro dunque, che nel caso fossi rieletta, l’ascolto di tutti coloro che vorranno contattarmi
sarà massimo, come del resto l’attenzione alle problematiche proposte, cosi come l’impegno
alla informazione come ho cercato di fare in questo quadriennio che sta per concludersi;
continuerò ad essere e sarò dunque grata della collaborazione di quanti vorranno
consigliarmi in merito usando liberamente la mia email: [email protected].
Grazie