Sorrento parcheggio Rota su bocciatura al Parco "Antonetti

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24/11/2016
Sorrento parcheggio Rota su bocciatura al Parco "Antonetti" intervento del WWF
Sorrento parcheggio Rota su bocciatura al Parco "Antonetti" intervento del WWF che ha cominciato e portato
avanti le battaglie contro Boxlandia ed in particolare sulla vicenda del Parcheggio Rota che è stato fermato grazie alle
denunce circostanziate che hanno portato anche ai provvedimenti di ripristino ( La redazione di Positanonews )
Apprendiamo con dispiacere che l’iniziativa dell’amico Renato Antonetti, fratello del compianto Giovanni,per
trasformare in un parco pubblico attrezzato per bambini l’area di Vico III Rota, dove sarebbe dovuto sorgere
l’ennesimo parcheggio interrato (bloccato dopo la sentenza di condanna in 1° grado a seguito della denuncia del WWF
e dei VAS), è stata bocciata dal Consiglio comunale di Sorrento. Circa 3mila persone avevano firmato la petizione per
realizzare un parco a verde pubblico al posto dei box. Tuttavia il comune, se da un lato ha giustificato la bocciatura
con la mancanza di una adeguata copertura finanziaria, dall’altro, non ha potuto non prendere in considerazione la
precisa richiesta formulata dal WWF per ottenere l’immediato ripristino dello stato dei luoghi col reimpianto di tutte le
alberature eliminate. Col WWF abbiamo denunciato sin dal primo momento la distruzione del polmone verde
quando,in una notte piovosa del 29 novembre 2010, le ruspe e le motoseghe in un blitz senza precedenti
disboscarono 3200 mq. diun fondo agricolo, con agrumi, noci, ciliegi e ulivi secolari.
Il processo contro gli artefici della distruzione del fondo agricolo, durato oltre tre anni e ventidue udienze (iniziato il 9
ottobre 2012 e terminato il 26 gennaio 2016), pieno di colpi di scena, con una agguerrita difesa degli imputati che ha
tentato in tutti i modi di avvallare continui pretesti e opporsi, per prendere tempo, producendo rinvii su rinvii, si è
concluso con una sentenza esemplare che, forte delle recenti pronunce del Consiglio di Stato e della Corte di
Cassazione, ha chiarito che in quell’area il PUT non è possibile realizzare box privati, condannando tutti gli imputati e
chiedendo un congruo risarcimento per le associazioni ambientaliste costituitesi parte civile. Continueremo a seguire
fino in fondo questa triste vicenda, senza farci intimorire da nessuno, e a batterci per far tornare gli alberi al posto del
cemento … anche perché, se si crede nelle proprie convinzioni … non bisogna mai fermarsi!!!
Claudio d’Esposito - Presidente del WWF Terre del Tirreno