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Consiglio dell'Unione europea Bruxelles, 21 novembre 2016 (OR. en) 14395/1/16 REV 1 PROCIV 76 JAI 942 NOTA PUNTO "I/A" Origine: Destinatario: presidenza Comitato dei rappresentanti permanenti/Consiglio n. doc. prec.: 13879/16 Oggetto: Relazione della presidenza slovacca sui principali risultati conseguiti a livello dell’UE nell’ambito della protezione civile 1. Si allega per le delegazioni una relazione della presidenza sui principali risultati conseguiti a livello dell'UE nell'ambito della protezione civile. 2. Si consiglia al Coreper di invitare il Consiglio a prendere atto della relazione. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 1 IT ALLEGATO RELAZIONE della PRESIDENZA SLOVACCA sui principali risultati conseguiti a livello dell'UE nell'ambito della protezione civile La presente relazione illustra i principali risultati conseguiti dall'UE nell'ambito della protezione civile durante la presidenza slovacca del Consiglio dell'Unione europea. Durante la presidenza slovacca, le discussioni nel gruppo "Protezione civile" (PROCIV) si sono concentrate su due temi legati tra loro: le connessioni tra la resilienza delle infrastrutture critiche e la protezione civile, e le alluvioni improvvise. Il rafforzamento della cooperazione tra le strutture proposte alla protezione delle infrastrutture critiche e quelle responsabili della protezione civile consente di creare sinergie grazie alla messa in comune di conoscenze e competenze, soprattutto nei settori della valutazione dei rischi, della mappatura e della gestione dei rischi. Il tema delle alluvioni improvvise è stato oggetto di ricerche al fine di aumentare la resilienza delle comunità attraverso una migliore diffusione delle conoscenze e lo sviluppo di orientamenti tecnici. La protezione civile è stata fortemente coinvolta nella risposta a situazioni di crisi e catastrofi, ai livelli sia nazionale che dell'UE. Dal luglio 2016 il meccanismo unionale di protezione civile è stato attivato undici volte. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 2 IT 1. Rafforzamento della resilienza delle infrastrutture critiche Riconoscendo la necessità di rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche, la presidenza slovacca ha proseguito i lavori intesi a migliorare i collegamenti tra la protezione civile e la protezione delle infrastrutture critiche, dal momento che si prevede un brusco aumento dei danni alle infrastrutture critiche connessi con i rischi idrometeorologici e il clima 1. Tale tema era stato già affrontato nel corso del primo semestre del 2016 dalla presidenza dei Paesi Bassi, la quale aveva sottolineato l'esigenza di una più stretta cooperazione tra le autorità della protezione civile e quelle responsabili delle infrastrutture critiche per migliorare la prevenzione, la preparazione e la resilienza in caso di catastrofi. Nel corso del suo mandato, la presidenza slovacca, affrontando tale tema da una diversa angolazione, si è concentrata sull'individuazione di sinergie tra le strutture della protezione civile e quelle delle infrastrutture critiche nei settori in cui risulterebbero più efficaci. La cooperazione nel settore delle valutazioni dei rischi e dello scambio di informazioni a livello di esperti è stata riconosciuta come la più realizzabile. La presidenza slovacca ha inoltre pubblicato un quadro d'insieme delle connessioni tra le infrastrutture critiche e la protezione civile negli Stati membri, che si fonde sui risultati di un questionario e sulle discussioni nel gruppo PROCIV. Revisione dell'approccio alle infrastrutture critiche resilienti Il 13 e 14 luglio 2016 la presidenza slovacca ha organizzato, a Bratislava, un seminario di esperti intitolato "Rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche", cui hanno partecipato più di 60 esperti delle infrastrutture critiche e della protezione civile. Obiettivo del seminario era promuovere la comprensione reciproca e la cooperazione tra la comunità della protezione civile e quella per la protezione delle infrastrutture critiche nei settori della gestione dei rischi e della gestione delle emergenze. Gli esperti sono stati invitati a valutare congiuntamente gli strumenti analitici e operativi esistenti per la gestione del rischio di catastrofi che colpiscono infrastrutture critiche e a presentare raccomandazioni intese a colmare le lacune e valorizzare le sinergie reali o potenziali. 1 Centro comune di ricerca, Resilienza degli investimenti ingenti e delle infrastrutture critiche in Europa ai cambiamenti climatici, giugno 2016. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 3 IT Le infrastrutture critiche svolgono un ruolo cruciale durante e dopo una catastrofe, fornendo i servizi vitali alla popolazione colpita e avviando la ripresa in una vasta gamma di ambiti socioeconomici. In settori quali la sicurezza pubblica, la fornitura di servizi vitali e la protezione civile, la comprensione reciproca riveste fondamentale importanza. Durante le discussioni degli esperti è emerso che, dal punto di vista della protezione civile, la definizione di "infrastruttura critica" è ampia e può essere applicata a molteplici livelli (europeo/transnazionale, nazionale, subnazionale, o nell'ambito di singole comunità). Inoltre, è stato proposto un possibile approccio innovativo alla gestione dei rischi delle infrastrutture critiche incentrato sul concetto di obiettivi di prestazione . Tale approccio esamina l'interazione di uno o molteplici rischi, la vulnerabilità e il loro impatto sulle prestazioni del sistema, ossia la capacità di fornire, a seguito di una catastrofe, un livello predeterminato di servizi essenziali alla comunità. La valutazione dei rischi per le infrastrutture critiche, basata sulla prestazione, tiene conto dell'interdipendenza e degli effetti a cascata provocati dai guasti alle infrastrutture critiche, nonché dei rischi combinati. Gli obiettivi di prestazione per le infrastrutture critiche, che saranno determinati tramite una stretta cooperazione di governi, operatori e comunità, prevedono un elenco di controllo atto a migliorare la preparazione e, in seguito a una catastrofe, possono servire da punto di partenza per la ripresa. Prossime tappe I risultati delle discussioni tenutesi al seminario e nel gruppo PROCIV potrebbero essere collocati nelle seguenti categorie: Rafforzamento della cooperazione tra le strutture della protezione civile e quelle per la protezione delle infrastrutture critiche, nel settore della gestione dei rischi. Questo include, tra l'altro: raccolta delle conoscenze, degli strumenti e degli orientamenti in essere tramite il Centro di conoscenze per la gestione del rischio di catastrofi della Commissione; rafforzamento dello scambio di informazioni e della cooperazione transfrontaliera nella protezione delle infrastrutture critiche; miglioramento della facilità d'uso della rete informativa di allarme sulle infrastrutture critiche (CIWIN); convergenza verso una terminologia unificata, promossa dal programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 4 IT Raccolta di esempi che illustrano i vantaggi di un approccio alla valutazione dei rischi e alla preparazione del ripristino delle infrastrutture critiche, basato sulle prestazioni. Include: convergenza verso una comprensione condivisa dell'approccio basato sulle prestazioni; valutazione, con il sostegno dei gruppi di lavoro "pianificazione della prevenzione e della risposta", e di concerto con il programma per le infrastrutture critiche e altri pertinenti servizi della Commissione, se gli orientamenti tecnici a livello dell'UE possano aiutare gli Stati partecipanti a migliorare le loro prassi in materia di valutazione dei rischi e preparazione per le infrastrutture critiche. 2. Alluvioni lampo e resilienza La presidenza slovacca nel gruppo PROCIV in questo settore si è soffermata in particolare a esaminare se le alluvioni lampo meritino un approccio e orientamenti tecnici specifici nel quadro delle politiche dell'UE connesse alle alluvioni. Le alluvioni lampo sono caratterizzate da un inizio rapido e si manifestano prevalentemente nelle aree pianeggianti delle valli montane e/o al loro sbocco. Le alluvioni lampo si distinguono dalle alluvioni periodiche per l'estrema repentinità con cui avvengono: meno di sei ore e in molti casi meno di un'ora. Sulla base delle discussioni tenutesi nel gruppo, è possibile formulare una serie di raccomandazioni nei settori della valutazione e della mappatura del rischio, dell'allarme rapido e delle misure di riduzione del rischio. Conoscenze e orientamenti tecnici Le differenze rispetto ad altri tipi di alluvioni rendono le alluvioni lampo un tipo di rischio unico che pone sfide molto specifiche ai pianificatori di strategie, ai responsabili della gestione dei rischi e ai soccorritori. In particolare, a causa della loro imprevedibilità e disparità tra la forza dell'impatto e la scala territoriale di piccole dimensioni, la responsabilità della gestione delle alluvioni lampo spesso resta a livello locale. Nel corso degli anni, l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno elaborato politiche e strumenti per la prevenzione e la preparazione in caso di alluvioni di origini diverse, i quali sono saldamente integrati nella legislazione europea e nazionale. Tuttavia, la gestione del rischio di alluvioni lampo potrebbe trarre vantaggio da orientamenti e strumenti tecnici più specifici. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 5 IT • Occorre concentrarsi sull'individuazione di un approccio sistematico alla gestione del rischio di alluvioni lampo e alla riduzione del rischio, in particolare a livello di comunità, nonché su una pianificazione di emergenza efficace. • Le conoscenze e gli approcci innovativi dovrebbero dare luogo a orientamenti e strumenti che potrebbero successivamente essere inseriti negli approcci esistenti ai livelli nazionali e dell'UE, per esempio nelle leggi nazionali sullo sviluppo edilizio e territoriale. Valutazione e mappatura del rischio La direttiva sulle alluvioni 2 ha instituito un quadro generale per la valutazione del rischio di alluvioni, la mappatura del rischio nonché l'elaborazione di piani di gestione del rischio di alluvioni nell'UE. Dal momento che la direttiva sulle alluvioni contempla tutte le fonti di alluvioni, le sue disposizioni non coprono esclusivamente le alluvioni lampo. Ai sensi della direttiva sulle alluvioni gli esperti degli Stati membri individuano le aree in cui sussiste un potenziale rischio significativo di alluvioni. Questo include anche le alluvioni lampo che si producono repentinamente e altrettanto rapidamente calano, con minimo preallarme o senza preallarme. 3Per elaborare ulteriormente la gestione del rischio per le alluvioni lampo: • è necessario trarre insegnamenti dalle strategie di gestione del rischio di alluvioni pluviali 4 a cui le strategie per le alluvioni lampo sono frequentemente collegate; • se del caso, la valutazione e la mappatura del rischio di alluvioni potrebbero essere ulteriormente sviluppate per affrontare le alluvioni lampo e le loro specificità; • particolare attenzione dovrebbe essere prestata alle aree in cui i rischi di alluvioni lampo e di frane si sovrappongono, come spesso accade. 2 3 4 Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni (GU L 288 del 6.11.2007, pag. 27) Sulla base delle informazioni fornite dalla valutazione generale europea delle relazioni degli Stati membri sulla valutazione preliminare del rischio di alluvioni e sull'individuazione di aree con un potenziale rischio significativo di alluvioni Taluni casi di alluvioni lampo rientrano nella categoria delle alluvioni pluviali. Questi casi sono già contemplati dalla direttiva sulle alluvioni e, a seconda dello Stato membro, la probabilità di misure specifiche da attuare in questo settore è maggiore. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 6 IT Riduzione del rischio • È di vitale importanza che le valutazioni e le mappe del rischio di alluvioni lampo siano considerate nelle procedure di pianificazione territoriale e nella pianificazione di emergenza della protezione civile. È altresì fondamentale che gli Stati membri tengano conto della resilienza alle alluvioni nelle politiche di sviluppo territoriale, al fine di garantire il livello massimo di protezione e di funzionamento delle strutture e dei servizi che potrebbero essere considerati infrastrutture critiche per la comunità. Per la gestione dello sviluppo territoriale l'adozione di politiche consapevoli dei rischi costituisce un approccio efficiente in termini di costi e attento alle comunità, creando fiducia ed evitando maggiori costi futuri. • La pianificazione di emergenza dovrebbe consentire il mantenimento o il ripristino delle infrastrutture critiche (per esempio i servizi vitali) per la comunità in caso di potenziali danni provocati da alluvioni lampo come perturbazioni nei trasporti, nell'approvvigionamento idrico ed energetico, nonché perturbazioni dei servizi critici a protezione della vita, salute, proprietà e dell'ordine pubblico. Su tale tema è necessaria un'ulteriore cooperazione tra le strutture per la protezione delle infrastrutture critiche e quelle della protezione civile. • È necessario il sostegno europeo alla raccolta di conoscenze e alla ricerca per migliorare le misure di riduzione del rischio di alluvioni lampo, come pure una maggiore sensibilizzazione delle comunità locali al rischio di alluvioni lampo e alle relative misure di riduzione del rischio. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 7 IT Allarme rapido e sensibilizzazione al rischio di alluvioni • I sistemi di allertamento dipendono da previsioni accurate delle alluvioni lampo: in molti casi le previsioni sono rese note solo all'ultimo momento, o quando l'evento è già in corso. Sebbene un allarme rapido possa migliorare fortemente l'impatto per quanto riguarda la protezione delle persone e dei beni, in alcuni casi la rapidità può aumentare la probabilità di un falso allarme. I falsi allarmi possono avere conseguenze molto negative sull'atteggiamento dell'opinione pubblica e devono essere mantenuti al minimo perché la popolazione resti reattiva agli allarmi. • Le alluvioni lampo spesso si verificano in luoghi senza precedenti esperienze di alluvioni; pertanto la popolazione a rischio deve essere istruita sulla sua esposizione e sulle misure per ridurre il rischio di alluvioni lampo, nonché sulla corretta condotta da tenere in caso di allarme e durante l'emergenza. • Nelle regioni che sono risultate soggette ad alluvioni lampo occorre includere tale consapevolezza nella conoscenza della protezione civile e nelle campagne di sensibilizzazione. • Alle aree individuate dalla mappatura del rischio dovrebbe essere data la priorità quanto al miglioramento delle attrezzatture tecniche dei servizi meteorologici. • Ulteriori ricerche nella modellizzazione numerica delle previsioni del tempo e nella modellizzazione dei deflussi di scorrimento, aspetti critici per i preallarmi, sono necessarie. • È necessario il sostegno europeo per promuovere lo sviluppo di sistemi di previsione e di allertamento per le alluvioni lampo. • La condivisione transfrontaliera dei dati meteorologici e idrologici delle regioni di confine è essenziale per effettuare previsioni accurate. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 8 IT Dopo aver esaminato le sfide poste dalle alluvioni lampo, le misure essenziali di miglioramento della resilienza possono essere così sintetizzate: • vi è un forte incentivo a concentrarsi sulle alluvioni lampo nella raccolta di conoscenze, valutazione, mappatura e gestione dei rischi nonché protezione civile e allarmi rapidi; • nell'aggiornare la mappatura del rischio di alluvioni e i piani di gestione del rischio di alluvioni dovrebbe essere prestata specifica attenzione alle alluvioni lampo negli Stati membri che vi sono soggetti. Il Gruppo "Alluvioni", istituito nell'ambito della strategia comune di attuazione della direttiva quadro sulle acque e della direttiva sulle alluvioni, può appoggiare tale processo; • gli Stati membri devono rispecchiare i risultati della valutazione del rischio nella pianificazione territoriale e nella protezione civile e rafforzare la resilienza delle infrastrutture esistenti vulnerabili alle inondazioni affinché possano rimanere operative in caso di emergenza; • è necessario un sostegno europeo per lo sviluppo e l'adozione di previsioni meteorologiche e di modelli di deflusso che offrono l'alta risoluzione e i tempi brevi necessari per prevedere alluvioni lampo. Il Centro di conoscenze per la gestione del rischio di catastrofi, della Commissione, potrebbe fungere da strumento per la diffusione dei risultati della ricerca e la condivisione delle migliori prassi nella gestione delle alluvioni lampo. 3. Gestione delle conseguenze di attentati terroristici A seguito dei recenti attentati terroristici in vari Stati membri, la presidenza slovacca ha promosso ulteriori deliberazioni sulla gestione delle loro conseguenze, avviate sotto presidenza neerlandese. Come punto di partenza, il 20 e 21 settembre 2016 la Commissione ha tenuto un seminario di esperti sul tema "Rispondere agli attentati terroristici: sfide e insegnamenti tratti per i servizi della protezione civile e di emergenza", incentrato sulla pianificazione e sul coordinamento, sulle sfide specifiche per i servizi medici di emergenza, sull'identificazione delle vittime di catastrofi e sulla sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Le discussioni sono proseguite nella riunione dei direttori generali della protezione civile tenutasi a Bratislava il 27 e 28 settembre 2016. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 9 IT 4. Risposta a catastrofi e crisi La risposta alla crisi migratoria in Europa è ancora in corso. A giugno l'Ucraina ha attivato il meccanismo unionale di protezione civile, ma la missione consultiva ha avuto luogo a settembre e a ottobre. Inoltre il meccanismo unionale di protezione civile è stato attivato undici volte durante il mandato della presidenza slovacca. Le attivazioni miravano a rispondere alle seguenti nuove catastrofi e crisi: insorgenza della febbre gialla (Repubblica democratica del Congo), terremoto (Capo Verde), incendi boschivi (Francia, Portogallo, Montenegro e Albania), alluvioni (ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Albania), siccità (Bolivia) e uragano (Haiti). Infine una serie di terremoti ha colpito l'Italia centrale il 24 agosto e il 30 ottobre, tra il meccanismo unionale di protezione civile non è stato attivato. A. Crisi migratorie in corso L'unica attivazione del meccanismo unionale di protezione civile nel secondo semestre del 2016, che è tuttora in corso, riguarda la crisi dei rifugiati: il 29 febbraio 2016 la Grecia ha attivato tale meccanismo per la seconda volta. Principalmente perché il paese era ancora confrontato a difficoltà per quanto riguarda la disponibilità di alloggi e di prodotti per l'igiene. Finora, 20 Stati partecipanti hanno fornito alla Grecia 5 assistenza in natura e tra di questi, Slovacchia, Norvegia e Malta lo hanno fatto durante la presidenza slovacca. B. Situazione delle miniere di sale in Ucraina Il meccanismo unionale di protezione civile è stato attivato il 17 giugno 2016 al fine di inviare una piccola missione di preparazione/individuazione a sostegno delle autorità nazionali e preparare la missione consultiva, il cui obiettivo principale consisteva nell'effettuare una valutazione approfondita della minaccia e del rischio nel complesso della miniera di sale di Solotvyno e suoi dintorni. Le autorità ucraine e ungheresi avevano chiesto uno studio indipendente per definire un piano d'azione che, oltre agli obiettivi a breve, medio e lungo termine e relative priorità, dovrebbe stabilire le risorse disponibili per il suo conseguimento nell'ambito della strategia dell'UE per la regione del Danubio. La missione consultiva ha avuto luogo dal 14 settembre al 7 ottobre 2016 e ha elaborato una relazione tecnica contenente la valutazione del rischio e conseguenti raccomandazioni. La relazione è in fase di messa a punto e sarà presentata ai paesi richiedenti. 5 AT, BE, CY, CZ, DE, FI, FR, HU, LV, LT, LU, MT, NL, NO, PT, SK, ES, SE, SI, UK. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 10 IT C. Attivazioni del meccanismo unionale di protezione civile dal 1º luglio 2016 a) Repubblica democratica del Congo - febbre gialla L'OMS ha chiesto sostegno a favore del dispiegamento urgente di una squadra di laboratorio mobile, dotato di capacità sierologiche e di PCR, in grado di diagnosticare la febbre gialla nella provincia di Kwango. Un laboratorio specializzato tedesco nell'ambito del pool volontario (EERC) è stato dispiegato nel luglio 2016 per circa 3-4 mesi. b) Francia – incendi boschivi Il 2 agosto 2016 la Francia ha trasmesso informazioni in merito all'indisponibilità della sua flotta di Canadair dovuta a un guasto tecnico in uno dei loro aeromobili. La Francia ha chiesto pertanto un sostegno dell'aeromobile che fa parte del progetto Buffer - IT, che è stato inviato lo stesso giorno e fino al 10 agosto 2016. c) Capo Verde - attività sismica In seguito ad un'anormale attività sismica il 1º e il 2 agosto, il governo di Capo Verde ha chiesto sostegno all'UNDAC per attività di pianificazione delle emergenze, comprendenti conoscenze nell'evacuazione di massa, in vulcanologia e geologia. Per tale missione con esperti tecnici l'UN OCHA a sua volta è ricorso al meccanismo unionale di protezione civile. Tre esperti della protezione civile sono stati inviati come esperti associati all'UNDAC. d) ex Repubblica jugoslava di Macedonia – alluvioni lampo Il 6 agosto 2016 la capitale Skopje è stata colpita da pioggia intensa, fulmini e venti forti che hanno provocato la morte di 23 persone e l'evacuazione di altre 1000. In risposta alla richiesta di attivazione del meccanismo unionale di protezione civile da parte del governo dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, una squadra della protezione civile è stata dispiegata dal 10 al 19 agosto. Nove Stati partecipanti a tale meccanismo hanno offerto assistenza internazionale e una missione di valutazione dei bisogni in seguito a catastrofi (PDNA) è stata inviata dal 30 agosto al 13 settembre 2016. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 11 IT e) Portogallo - Incendi boschivi Il 10 agosto l'autorità nazionale portoghese della protezione civile ha attivato il meccanismo unionale di protezione civile richiedendo l'invio di Canadair per sostenere la reazione all'emergenza. Come risposta immediata, l'ERCC ha mobilitato la capacità tampone di lotta aerea antincendio gestita dall'Italia. Il mezzo tampone italiano, costituito da un aeromobile antincendio e 10 persone specializzate sono giunte a Monte Real l'11 agosto. Il Portogallo ha attivato il servizio satellitare EMS Copernicus. Anche un funzionario di collegamento dell'ERCC è stato inviato a Lisbona per agevolare le operazioni del Buffer-IT e sostenere le autorità nazionali portoghesi. f) Albania – incendi boschivi (due attivazioni – nessun intervento) Dopo aver richiesto un aeromobile per la lotta antincendio boschivo il 25 agosto, l'Albania ha informato l'ERCC che l'incendio divampato nella parte settentrionale (Shengjin) era finalmente sotto controllo. Nessun supporto aereo è stato inviato. Due giorni dopo, l'Albania ha temuto che un incendio divampato nella prefettura meridionale di Vlora si diffondesse alla Grecia e ha inoltrato un'altra richiesta di assistenza. Il 28 agosto l'Albania ha informato l'ERCC che la situazione era sotto controllo e che non avrebbe avuto bisogno di aerei o veicoli antincendio. g) Montenegro – incendi boschivi Il 27 agosto un incendio boschivo ha colpito il villaggio di Bijela Gora, minacciando abitazioni e più di 1000 persone. Il Montenegro ha attivato il meccanismo unionale di protezione civile e l'ERCC ha mobilitato l'aeromobile Buffer-IT. Il Montenegro ha ritirato la richiesta l'indomani, quando la situazione era ritornata sotto controllo. h) Bolivia - siccità Ad agosto la Bolivia è stata colpita da una siccità causata dell'effetto di El Niño. Il 30 agosto il meccanismo unionale di protezione civile è stato attivato su richiesta dell'UN OCHA per un'assistenza tecnica in idrogeologia e l'estrazione di acqua di profondità. Esperti dei Paesi Bassi e del Regno Unito sono stati inviati a La Paz dal 7 al 29 settembre per potenziare l'ufficio dell'UN OCHA nel paese. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 12 IT i) Haiti – ciclone tropicale Il 4 ottobre un ciclone tropicale di categoria 4 ha colpito la penisola sud-occidentale di Haiti. Il ciclone tropicale ha provocato la morte di 546 persone lasciandone 1 milione e 400.000 bisognose di assistenza umanitaria. Il 4 ottobre l'ERCC ha ricevuto una richiesta di assistenza dall'UN OCHA per sostenere l'invio della squadra dell'UNDAC ad Haiti. Il 5 ottobre 2016 il governo di Haiti ha chiesto esplicitamente l'attivazione del meccanismo unionale di protezione civile. Gli Stati partecipanti hanno offerta assistenza mediante tale meccanismo sotto forma di materiali e moduli di depurazione delle acque, sostegno nei campi, capacità di trasporto strategico e assistenza in natura. Il meccanismo unionale di protezione civile ha contribuito con una notevole assistenza in natura da parte di paesi tra cui Austria, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. L'ERCC ha mobilitato i due moduli della Francia per la depurazione delle acque, registrati nel pool volontario, che hanno operato nella città di Jérémie fino all'8 novembre e prodotto oltre 1.2 milioni di litri di acqua dolce. Le due navi militari dei Paesi Bassi hanno fornito una capacità di trasporto strategico dall'11 al 26 ottobre. j) Albania – alluvioni Il 12 novembre l'Albania si è rivolta al meccanismo unionale di protezione civile per ottenere assistenza internazionale sottoforma di pompe d'acqua di piccole e medie dimensioni, motoseghe e falciatrici idrauliche. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 13 IT D. Terremoti nell'Italia centrale Il 24 agosto un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito l'Italia centrale al confine tra le regioni di Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. L'epicentro è stato localizzato nel paese di Accumoli. Circa 5 000 persone sono state coinvolte nelle operazioni di soccorso, oltre 4 000 sono state accolte nei campi istituiti dalla protezione civile italiana e vittime e feriti sono stati numerosi. L'ERCC ha fornito un sostegno con la mappatura satellitare attraverso il servizio di gestione delle emergenze Copernicus dell'UE. Nel complesso, Copernicus ha prodotto quasi 80 mappature satellitari. Le operazioni di soccorso sono state gestite dalla protezione civile italiana. Sebbene non sia stata chiesta assistenza internazionale, il dipartimento italiano della protezione civile ha invitato una squadra di esperti della protezione civile dell'UE in Italia per una missione di osservazione, con principale obiettivo quello di osservare le operazioni di salvataggio e individuare, nella misura del possibile, le migliori prassi nonché gli insegnamenti da trarre. La squadra redigerà una relazione con i risultati principali che saranno diffusi agli Stati partecipanti al meccanismo unionale di protezione civile. L'attività sismica è proseguita nell'Italia centrale e due forti scosse di terremoto si sono verificate in quella zona il 26 e 30 ottobre. Gravi danni sono stati confermati alle abitazioni e alle infrastrutture. Le autorità hanno proceduto ad attività di valutazione nella zona. Non sono state segnalate vittime. Per consentire un riassetto di base e la fornitura di cibo nei comuni maggiormente colpiti sono state montate tendostrutture e predisposti impianti di alloggio nei complessi sportivi. Due settimane dopo gli eventi, le persone che hanno ricevuto assistenza superavano le 24 000, di cui circa 9 000 sono state trasferite lungo la costa adriatica o nella zona del lago Trasimeno per essere alloggiate in alberghi e residenze. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 14 IT 5. Esercitazione europea di risposta alle catastrofi (EDREX) EDREX è un progetto di esercitazione della durata di 18 mesi commissionato della Commissione europea e attuato dal Consorzio Valcyria (MSB svedese 6, DPCI italiana 7 e PHE del Regno Unito 8). L'obiettivo generale del progetto pilota EDREX è fornire all'ERCC e ai suoi interlocutori l'opportunità di esplorare, sviluppare e valutare ulteriormente le loro capacità congiunte di risposta alle crisi a livello nazionale, europeo (meccanismo unionale di protezione civile) e internazionale, al fine di elaborare una relazione di valutazione esaustiva e di fornire un quadro affinché l'ERCC e gli interlocutori partecipanti possano creare i propri piani di sviluppo. L'obiettivo è conseguito mediante le seguenti tappe: • progettazione di EDREX (indagine); • esercitazione basata sulla discussione DBX (3-5 ottobre 2016); • esercitazione per posti comando (CPX, 13-17 marzo 2017); • valutazione delle due esercitazioni e del progetto globale alla conferenza (4-5 maggio 2017); • piano di sviluppo (30 giugno 2017). Scopo dell'indagine era stabilire l'ordine di priorità delle 17 capacità generali di risposta alla crisi elencate nella relazione iniziale al fine di fornire una progettazione e una valutazione mirate dell'esercitazione. In base ad un'analisi e al raggruppamento delle capacità generali, l'attenzione si è concentrata: 1) sulla comunicazione di informazioni interistituzionali, intersettoriali e bilaterali agli Stati partecipanti e agli interlocutori per definire una conoscenza situazionale comune; 2) sulla precisazione dei ruoli decisionali e dell'autorità a vari livelli di governo; 3) sulla precisazione delle procedure applicabili per il ricorso al pool volontario, segnatamente in relazione ad altre organizzazioni internazionali; e 4) sull'uso efficace dei media sociali e tradizionali nella comunicazione delle crisi al pubblico. 6 7 8 Agenzia svedese per le emergenze civili. Dipartimento della Protezione civile italiana. Salute pubblica - Inghilterra. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 15 IT L'esercitazione basata sulla discussione è stata organizzata dalla Commissione dal 3 al 5 ottobre 2016 con la partecipazione di esperti in rappresentanza di 19 Stati partecipanti e 8 organizzazioni internazionali. Ha fornito ai partecipanti una buona conoscenza generale sui mezzi di risposta dell'ERCC e sulle sfide connesse al coordinamento intersettoriale di crisi che comprende attori nazionali e internazionali. Sulla base di uno scenario incentrato sulla gestione delle conseguenze, compreso un terremoto in un paese terzo fittizio situato alla frontiera orientale dell'UE, l'esercitazione ha seguito quattro fasi: - risposta operativa al terremoto (attivazione del meccanismo unionale di protezione civile), - dispositivi integrati dell'UE per la risposta politica alle crisi (IPCR) in modalità "condivisione delle informazioni", - piena attivazione degli IPCR e - invocazione della clausola di solidarietà. Il processo di valutazione è parte integrante delle esercitazioni basate sulla discussione e per posti comando. La CPX, che avrà luogo nel marzo 2017 e sarà riservata ai centri di risposta dei partecipanti per la gestione delle crisi sarà intesa a valutare le quattro capacità fondamentali: • definizione di un quadro relativo alla conoscenza situazionale comune, • precisazione dei ruoli e delle responsabilità a diversi livelli, • definizione e valutazione ulteriori delle procedure che coinvolgono il pool volontario, • uso dei media sociali e tradizionali nelle comunicazioni delle crisi al pubblico. 14395/1/16 REV 1 hio,buc/DEO/tar/S DGC 2C 16 IT