AL CLASSICO UN INCONTRO SUI PERICOLI DELLA GUERRA

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AL CLASSICO UN INCONTRO SUI PERICOLI DELLA GUERRA
“CONOSCERE PER RICONOSCERE”. Due referenti dell’ANVCG onlus (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra), Giovanni Lafirenze e Luca Cifarelli, hanno incontrato il 18 e 19
novembre 2016 gli alunni del Liceo Classico per la campagna nazionale “Conoscere per riconoscere”, incentrata sul pericolo degli ordigni bellici inesplosi che, anche in Italia, continuano a mietere
vittime, causare incidenti e procurare panico.
Per il sig. Cifarelli anche un tuffo nel passato:
«Ora vivo a Bari – ha affermato entrando nella
scuola – ma ho frequentato questo Liceo, che grande emozione ritornarci da relatore e stupore a constatare che sono passati così tanti anni». Capita
spesso che sia questo l’esordio di chi, per disparati
motivi, rientra la Liceo Classico di Molfetta e prova un sussulto particolare, perché ritrova la “sua”
scuola e mille ricordi legati a quei corridoi ed a
quelle aule dove è stato studente.
I due esperti sono entrati subito nel cuore della questione. Molti ignorano che ancora oggi in Italia vengono rinvenuti ogni anno oltre 60.000 ordigni bellici ancora attivi che provocano, anche a distanza di tanti anni dalla guerra, invalidità, mutilazioni e morte. Il tema, che di primo impatto può
sembrare lontano, non è in realtà mai stato così attuale per il territorio pugliese, sede della 15ª Forza
Aerea Statunitense e protagonista, tra gli altri avvenimenti storici, del tragico bombardamento tedesco del 2 dicembre del 1943, a seguito del quale il porto di Bari fu stato totalmente distrutto e del
quale restano nell’area, ma non solo, una moltitudine residuati potenzialmente pericolosi anche al
giorno d’oggi.
I numeri dei rinvenimenti e la loro dislocazione su
tutto
il territorio nazionale dicono che è possibile imbattersi in un ordigno bellico
inesploso; un fenomeno di cui si parla
poco e in genere solo quando il danno
è fatto. È questo l’aspetto che ha toccato di più gli studenti. Miriam: «Mi sono spaventata, non sapevo che il pericolo fosse cosi vicino». Angelica aggiunge: «Anche perché ci hanno spiegato chele guerre di ora sono diverse
da quelle del passato, questi ordigni
hanno forme accattivanti, che possono
facilmente attrarre i bambini». Pure
Martina è stata colpita da questo aspetto: «Il sig. Lafirenze ci ha mostrati i vari tipi di bomba, per
esempio con la forma di lattina, che facilmente attira un ragazzino e lo invita a prenderla da terra e
lì parte l’esplosione».
Il relatore ha portato la sua esperienza diretta, è stato artificiere, esperto nel disinnescare bombe,
fino a che ha avuto un incidente che gli ha lasciato segni evidenti sul copro. Annapaola dice: «Ho
ammirato sua forza d’animo, ha continuato a rimanere nel settore di cui è esperto, mettendo a disposizione per sue conoscenze per fini formativi, per far capire il pericolo che si può correre». Marilù
conclude: «È stato interessante, ci è servito anche a capire quanti conflitti sono ora in atto nel mondo».
A conclusione della esperienza alle classi sono stati consegnati degli attestati e al Liceo, una targa.
Foto di Caterina de Palma, II A