Riflessione - parrocchia san marco evangelista cortine di nave

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Transcript Riflessione - parrocchia san marco evangelista cortine di nave

Con un paradosso luminoso si potrebbe dire che non è l’uomo
che esiste per Dio, ma che è Dio che esiste per l’uomo.
E’ venuto per servirci, non per essere servito da noi.
Se le cose sono così, non può evitare di sorgere in noi la lode,
il canto di gratitudine, l’inno del Magnificat,
il poema degli uomini e delle donne liberi e capaci di amare,
perché questo è un Dio prodigioso
e il Regno consiste nel prolungare il fascino di uno stile di vita come il suo.
Ermes Ronchi
Testo: Luca 23, 35-43 // 34 e ultima domenica del Tempo Ordinario –C-.
Gesù Re dell’Universo
Commenti e presentazione: M. Asun Gutiérrez Cabriada.
Musica: Bach. Concerto. Doppio di violino.
La festa di Cristo-Re dell’Universo fu voluta
da Pío XI l’ 11 marzo del 1925. Correvano in
Europa venti anticlericali e laicisticamente
repubblicani, e si affermavano le dittature. Si
voleva con la festa ricordare la sovranità di
Cristo in ogni sfera della vita umana. Il
Concilio Vaticano II ha chiarito il senso di
questa festa.
Avvenne che, vegliando e pregando, un gruppo di vescovi, al termine del Concilio
Vaticano II, si decise a formulare, tra l’altro, questi impegni: “Rinunciamo per
sempre all’apparenza e alla ricchezza, specialmente negli ornamenti, nei colori
brillanti, nelle vesti appariscenti; alle insegne di materiale prezioso, ecc.
Ci rifiutiamo di essere chiamati con nomi e titoli che indichino grandezza e potere:
Eminenza, Eccellenza, Monsignore. Preferiamo essere chiamati con il nome
evangelico di “Padre”...”
Il popolo stava a vedere.
Con los ojos de la mente y del corazón,
tenemos, a veces, serios problemas de
vista, así nos afecta cada vez menos lo
que vemos.
Miramos, pero no vemos, no queremos
ver, porque si vemos tanto rostro
humano desfigurado, se nos complica la
vida
La gente, tutti noi, guarda “sconcertato”? “consternato”? “con curiosità”? In
atteggiamento di burla?
Contempla uno spettacolo. Lo spettacolo, allora come adesso, aggrega le folle...
Cerchiamo di guardare le persone e il mondo con gli occhi di Dio che guarda per
creare, per accogliere, per rimettere in piedi, per dare Vita....
i capi invece lo schernivano dicendo:
«Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto».
Le autorità non vogliono cogliere i segni dei tempi, i segni di Dio resi manifesti in
Gesù. Si sono fatti un dio adatto ai loro interessi.
Il messaggio di Gesù neppure li ha scalfiti. Si credono possessori della verità.
Gesù non adopera il suo potere a proprio vantaggio.
Dalla croce completa il piano misericordioso del Padre.
Trasforma l’ondata degli insulti
in manifestazione di misericordia e salvezza.
Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e
dicevano:
«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».
C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.
Dobbiamo guardare Gesù crocifisso per capire il senso della festa che celebriamo e
comprendere il suo messaggio.
Gesù è il Re venuto per servire, prescindendo da vantaggi e privilegi: non vuole
essere servito ma servire gli altri.
Il suo Regno non ha altre leggi che l’amore; per questo non ha bisogno di codici di
legge.
Il nostro impegno di salvezza è annunciare la presenza del Regno di Dio, non a
parole, ma con gesti creativi, convinti che Gesù è il segno più grande del Regno di
Dio.
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:
«Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!».
Ma l'altro lo rimproverava:
«Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente,
perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di
male».
Gesù è stato crocifisso. Ma non Lui solo. Altri due crocifissi lo affiancavano e
innumerevoli crocifissi prima e dopo di Lui.
I crocifissi non sono mai soli: Gesù condivide la sua croce, Dio condivide la sua
croce e noi vogliamo, come Lui e con Lui, accompagnare da vicino la storia di
passione di ogni persona che soffre.
E aggiunse:
«Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».
Gli rispose:
«In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
Dalla Fede e dal riconoscimento della nostra situazione nasce la supplica. E’
caratteristico di tutta la vita di Gesù il suo totale disinteresse per i trascorsi delle
persone. Gesù guarda al futuro, al mio futuro, al tuo, a quello di tutti.
La morte di Gesù già comincia a dare frutti. Le porte del Paradiso vengono aperte
nello stesso tempo. In fondo alla strada ci sono le braccia del Padre per accoglierci.
Il Buon Ladrone ascolta le parole più belle che possano essere udite nel momento
della morte. Le stesse che dirà a ognuno di noi nel momento della nostra morte.
Oggi, con Gesú, iniziamo ad entrare nel nuovo modo di intendere la vita, nella
mentalità nuova, nel nuovo spirito, nel Regno.
Padre nostro che stai e regni nel cielo,
che stai pure e vuoi regnare sulla terra;
aiutaci ad essere e a vivere da fratelli.
Il tuo Nome sia benedetto, santificato, rispettato;
che tutti ti conoscano,
e che noi ti facciamo riconoscere nella nostra vita.
Venga il tuo Regno: venga la giustizia, la solidarietà, la
pace; nessuno muoia di fame, né di sete, né per odio;
Nessuno più venga sfruttato, oppresso,
nessuno sia escluso, emarginato, discriminato.
Venga il tuo Regno, il tuo Spirito, e si appropri dei nostri
cuori e cominci a regnare in loro con forza,
affinché ci impegniamo nel fare la tua volontà già
sulla terra, come si fa nel cielo;
affinché anticipiamo, già qui,
il Regno d’amore che c’è nel cielo.
José Enrique Galarreta