on. Roberto Speranza al Paladiana per il No al referendum

Download Report

Transcript on. Roberto Speranza al Paladiana per il No al referendum

L’on. Roberto Speranza
Paladiana
per
il
No
referendum
al
al
Nella mattinata di ieri, sabato 19 novembre, si è svolto nella
Sala a Vetri del Paladiana, a Milazzo, un incontro a sostegno
delle ragioni del No al referendum costituzionale che si
celebrerà domenica 4 dicembre.
Il
dibattito,
organizzato dalla corrente Sinistra Riformista del PD
milazzese, con l’adesione delle sezioni messinesi di CGIL,
ANPI e Libertà e Giustizia, ha visto la partecipazione
straordinaria del deputato nazionale Roberto Speranza,
appartenente alla minoranza Dem del Partito Democratico.
Sotto la moderazione di Domenico Siracusano (Area Riformista
PD Messina), sono intervenuti Felice Oteri (Sinistra
Riformista PD Milazzo), Antonio Foti (consigliere comunale PD
Milazzo), Giuseppe Grioli (PD Messina) e Mariella Maggio
(parlamentare regionale PD Sicilia).
Slogan dell’evento: “Realizziamo la Costituzione per il
lavoro, per lo sviluppo, per la democrazia”.
“Abbiamo cercato di porre con forza la questione del partito
sul tema del referendum – ha esordito il moderatore Domenico
Siracusano -, incontrando amici e compagni e allontanandoci
dai nostri mondi di riferimento. Roberto Speranza si è dimesso
da capogruppo alla Camera per una questione di dignità.
Per noi la Costituzione deve essere realizzata, più che
riformata: per esempio, attuando l’art. 49 in materia di
partiti e sindacati”.
Felice Oteri ha posto una distinzione netta tra il referendum
e le primarie di partito, non risparmiando, inoltre, severe
critiche al Jobs Act e al sistema dei voucher. “Oggi ci
troviamo a riflettere su qualcosa di diverso. In questi ultimi
tre anni cosa è cambiato in meglio? La nuova legge sul lavoro
tiene sotto ricatto psicologico il collaboratore. Basta con le
imprese precarie, che generano un mercato precario: bisogna
abbassare il costo del lavoro” il suo pensiero.
La necessità di
procedere alla realizzazione della Costituzione è stata al
centro dell’orazione di Antonio Foti, che ha auspicato “un
superamento delle contrapposizioni” e anche “una profonda
rivoluzione culturale a sinistra”, basata sui valori fondativi
enunciati nello Statuto del PD: “Occorre costruire un nuovo
tessuto sociale, rimettendo al centro i principi cardine della
Costituzione” le parole del giovane consigliere comunale, che
in seguito si è addentrato nel merito della riforma: “Avremo
un bicameralismo piuttosto confuso e disordinato, con una
camera di serie b composta da consiglieri regionali nominati
dai partiti. Stiamo sconfessando il percorso di riforme
importanti del centro-sinistra. La riforma del 2001 portava
con sé il valore del decentramento territoriale e la
valorizzazione delle Regioni, invece ora il potere torna allo
Stato centrale a discapito delle istituzioni locali. A mio
avviso, la nuova riforma sintetizza il peggio del
parlamentarismo col peggio del presidenzialismo”.
Non ha fatto mancare i suoi saluti il sindaco di Milazzo,
Giovanni Formica, di cui abbiamo riferito in un precedente
articolo.
Discorso intriso di rammarico e pessimismo, quello di Giuseppe
Grioli: “Abbiamo verificato una mutazione genetica nel
rapporto tra il partito e la propria base. La gran parte del
popolo italiano andrà a votare sollecitata da un approccio al
referendum che si è trasformato in un plebiscito per il
leader. La nostra area sta facendo bene a richiamare
l’attenzione sui valori fondativi del nostro partito. Non
siamo disposti a sacrificare la democrazia e l’equilibrio dei
poteri dello Stato sull’altare della rapidità decisionale”.
Del medesimo avviso Mariella Maggio, la quale ha ribadito
l’importanza strategica di “rimettere al centro i veri
problemi del Paese” e di colmare la distanza che, a suo dire,
intercorre “tra Paese reale e Paese legale”. “Il PD – ha detto
la deputata all’Ars – deve tornare ad essere la casa dei tanti
che non si sentono più rappresentati, e dare risposte concrete
alla gente”.
Infine, il tanto atteso intervento di
Roberto Speranza: “Stiamo dando, come politica, il messaggio
che da mesi ci occupiamo solo di questione istituzionale,
tralasciando i problemi reali della gente – ha affermato il
deputato PD -. La questione sociale dev’essere considerata
questione prioritaria. Il verso giusto è rappresentato da
tutto ciò che riguarda la vita quotidiana delle persone: da
questo occorre ripartire se non si vuole perdere credibilità.
La rabbia, l’inquietudine, la lontananza della politica
generano il populismo, una cosa che tocchiamo con mano e alla
quale si può dare risposta solo se si recuperano la cultura e
i valori di fondo della nostra storia”.
L’on. Speranza ha spiegato inoltre le ragioni che lo hanno
condotto sul fronte del No al referendum costituzionale: “Non
è una scelta che ho fatto a cuor leggero, ma il nostro Statuto
dice che di fronte alla Costituzione non c’è disciplina di
partito. Con questa riforma, figlia di una cultura
verticistica, che rovescia l’impostazione di stampo
maggiormente federalistico portata avanti nei decenni
precedenti, si realizza una concentrazione dei poteri nelle
mani del centro”.
Concludendo, poi, con un messaggio – è il caso di dirlo- di
speranza: “Se il PD diventa un mega comitato per il Sì, di
conseguenza sarà più debole. Abbassiamo questo livello di
drammatizzazione e rispettiamoci anche nella diversità delle
opinioni.
Oggi c’è da fare una grande battaglia per la democrazia e la
Costituzione del nostro Paese, che deve continuare dopo il 4
dicembre, per rifondare tutti insieme il centro-sinistra e un
PD che sia fedele ai suoi valori di fondo”.