Le carte dell`evoluzione storica dell`insediamento ei

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Le carte dell’evoluzione storica dell’insediamento e
i booklet digitali dei piani particolareggiati come
strumento partecipativo e comunicativo della storia
delle città.
Laura Zanini*
1. La storia della città e la pianificazione urbanistica partecipata
La diffusione della conoscenza della complessità stratificata delle città storiche
non solo è necessaria per trasmettere alle comunità residenti ed ai visitatori i valori
più rilevanti e identitari dei luoghi, ma è indispensabile affinché la città si evolva in
modo consapevole e coerente con la propria storia. Tale conoscenza, oggi
prevalentemente espressa in ambiti accademici, specialistici e professionali, deve
essere comunicata nei contenuti più significativi e con forme adeguate a molte
fasce diverse di persone: questo deve avvenire soprattutto negli spazi pubblici
della città utilizzando sia supporti e strumenti classici sia altri più innovativi.
In sintesi si propone, con questo contributo, un metodo di lavoro che, attraverso
il processo partecipato di pianificazione urbanistica attuativa, raggiunga gli
obiettivi di:
• elaborare contenuti corretti, esito di metodi scientifici, per rigenerare la
memoria storica della città;
• condividere un’immagine unitaria di città con gli abitanti;
• creare nuovi strumenti di comunicazione della storia urbana attraverso
elaborati tematici che innescano azioni culturali.
*
C.RI.TER.I.A. srl – Città Ricerca Territorio Innovazione Ambiente, Cagliari, Italia
[email protected]
1
Con l’obiettivo di lavorare soprattutto sui contenuti della comunicazione del
patrimonio storico urbanistico, sia in termini di valori identitari riconosciuti che di
valori culturali contemporanei della comunità residente, si descrive l’esperienza di
lavoro di pianificazione urbanistica attuativa per i centri storici, svolta con
particolare attenzione al processo partecipativo ed allo sviluppo di comunità. Il
plusvalore di questa modalità di elaborazione dei contenuti è di incidere già nel
processo di pianificazione sull’assetto socio culturale della comunità residente
proponendo un’attività di nuovo riconoscimento e recependo dalla società stessa
temi e peculiarità. Si tratta di lavorare con un approccio community oriented 1 per
facilitare l’emergere di elementi storicamente presenti nel contesto urbano e
condividerli.
Nell’ambito tematico dell’urban signage si vuole dunque sottolineare
l’importanza di una stretta connessione tra i contenuti del racconto della città che si
intende divulgare attraverso i vari mezzi comunicativi e l’effettivo riconoscimento
di questi da parte della comunità che la abita. In primo luogo questa pratica,
coinvolgendo i cittadini, predispone l’accoglienza dei visitatori da parte degli
abitanti piuttosto che far loro subire una trasfigurazione da vita urbana reale a set
museale; in secondo luogo i cittadini, maggiormente consapevoli delle risorse
culturali di cui beneficiano, ne promuovono la tutela e la valorizzazione. La
pianificazione urbanistica partecipata risponde pienamente a questo scopo e
produce contenuti ed elaborati per la diffusione dei valori storico urbanistici.
Un ulteriore obiettivo della proposta è teso ad ampliare il ventaglio dell’urban
signage integrando i contenuti descrittivi della storia urbana con nuovi temi
scaturiti dall’attualità o con la rigenerazione di luoghi, manufatti o usi dimenticati.
Per quest’ultima azione si propone di elaborare, oltre ai classici elementi fisici
come cartelli, pannelli, segnali a terra, supporti per collegamenti multimediali e
maquette, anche urban actions che coinvolgono i cittadini e particolarmente i
ragazzi, gli artisti, i performers, le associazioni: piccole pièces teatrali all’interno
delle case private, esposizioni di documenti, iconografia, foto storiche e buone
prassi di sostenibilità ambientale del passato, riproposizione di orti urbani
condivisi, reading di testi letterari che parlano della storia della città e ancora altro.
Nella pianificazione particolareggiata del centro storico ci si avvale della
1
Oltre Criteria srl, urbanisti che stanno applicando questo principio in altri contesti
ma con i medesimi obiettivi sono il gruppo Renaissance Planning, vedi il sito web
http://www.citiesthatwork.com/. Vedi anche Mambelli T., 2002, La valutazione dei
programmi strategici per lo sviluppo del territorio. Una proposta metodologica
"community oriented", in Lombardi P. (a cura di), Temi di ricerca nel campo dell'estimo e della valutazione, Firenze, Centro Stampa 2P
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rappresentazione di elaborati cartografici, digitali, iconografici e multimediali di
rango scientifico ed esito di attività di analisi e di progetto che descrivono sia gli
elementi materiali come le tradizioni costruttive, i materiali dell’edilizia, gli arredi
urbani e gli elementi architettonici e monumentali degli spazi pubblici, sia gli
elementi immateriali come gli usi degli spazi, le funzioni degli edifici, i percorsi
prioritari, gli eventi sociali, i caratteri antropologici della città. Questo insieme di
elementi, oltre al progetto normativo di trasformazione futura della città,
predispone una nuova immagine unitaria e realmente identitaria del nucleo antico
come parte integrante di tutto l’ambito insediativo. Proponendo tematiche di
sostenibilità ambientale e di qualità estetica si contribuisce ad attivare nuovi temi
in continuità con la storia legati però alla realtà odierna e all’espressione artistica.
L’intenzione è quindi quella di superare la fruizione della città storica, sia da
parte dei turisti che dei residenti, strutturata come un sistema formato da punti di
interesse intervallati da tragitti e vedere finalmente l’insieme della città come
organismo complesso e vivente da scoprire anche attraverso la vita attiva ed il
pensiero delle persone che la abitano. Una città che non scinde ed isola il centro
più antico dal resto dell’abitato che ha parimenti una storia intimamente connessa
ad esso.
Fig. 1. Nuxis (CI), la valorizzazione del borgo antico attorno alla chiesa di San Pietro, (elaborato
Criteria srl)
3
Fonte: Criteria srl, 2014
2. Il Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna ed i Centri di
antica e prima formazione dell’isola
In Sardegna nel 2006 è stato approvato il Piano Paesaggistico Regionale che ha
individuato i Centri di antica e prima formazione, detti anche Centri Matrice, quali
beni paesaggistici da salvaguardare. Ne ha delineato i confini, basandosi sulla
cartografia storica,
precisandone il dettaglio in co-pianificazione con le
amministrazioni comunali. La Regione Autonoma della Sardegna ha poi finanziato
la redazione di Piani Particolareggiati dei Centri di antica e prima formazione, in
adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale, privilegiando i centri degli ambiti
territoriali interni. Da questo quadro è scaturito un processo di riflessione sulla
qualità abitativa ed estetica dei centri antichi e sulla persistenza delle tradizioni
costruttive, delle fasi di evoluzione del tessuto urbano, delle componenti identitarie
materiali ed immateriali che costituiscono l’insieme di valori, urbanistici, sociali e
culturali in cui una comunità si riconosce. I finanziamenti regionali vengono
erogati previa presentazione ed approvazione di un Programma Operativo del
Piano Particolareggiato dove sono sintetizzati metodi di lavoro, professionalità
coinvolte e fasi programmatiche. Una componente del Piano Operativo è dedicata
al processo partecipativo che accompagna il Piano Particolareggiato, attivato con il
coinvolgimento dei cittadini di tutte le fasce di età, degli attori delle trasformazioni
urbane come tecnici, produttori, imprenditori e delle componenti associative.
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Fig. 2. Booklet di San Nicolò Gerrei, la Carta dei Vicinati e delle Fontane, (elaborato Criteria srl)
Fonte: Criteria srl, 2014
3. La Pianificazione attuativa partecipata per il racconto della
storia urbana: prodotti e cartografie
La predisposizione di strumenti di pianificazione partecipata è un’opportunità
per rigenerare la memoria collettiva, riflettere sui miglioramenti funzionali ed
estetici, ripercorrere le fasi di evoluzione storica, riscoprire luoghi, prassi ed eventi
della città. L’ascolto dei racconti degli anziani, il recupero delle foto d’epoca e
delle fonti documentarie, l’opinione degli studenti, le problematiche di tutte le
persone coinvolte riconfigurano un mosaico che si integra perfettamente con la
storia della città più dotta, descritta nei testi storici e scientifici e verificata tramite
le tecnologie digitali di supporto alla pianificazione.
Nei Piani Particolareggiati attuali elaborati nell’ambito professionale della società
di architettura ed ingegneria di Cagliari C.Ri.Ter.I.A. - Città Ricerca Territorio
Innovazione Ambiente srl, oltre a tutto l’apparato analitico sui singoli edifici e
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sugli spazi aperti pubblici e privati, si predispongono alcuni prodotti e cartografie
che esprimono graficamente il racconto della storia urbana: vengono costruite in
modo da costituire anche una valida cartellonistica per esposizioni in luoghi chiusi
e come contenuti per supporti all’esterno nello spazio pubblico.
Questi elaborati dei Piani Particolareggiati del Centro di antica e prima formazione
vengono prodotti con una stessa impostazione metodologica ed hanno
caratteristiche grafiche adatte ad una divulgazione sia mediante stampa che
attraverso il web. Per ogni centro urbano si esprime invece in modo peculiare il
carattere o il tema dominante, declinando prodotti editoriali, mappe, cartografie e
contenuti diversi. La letteratura scientifica da cui derivano queste rappresentazioni
cartografiche risale al lungo e proficuo lavoro avviato da Enrico Guidoni alla fine
degli anni ’80 con l’impostazione della disciplina della Storia della Città, in
coordinamento con diversi atenei nazionali ed internazionali, e con le serie di
planimetrie ricostruttive delle stratificazioni urbane edite per numerosi casi anche
all’interno degli Atlanti Storici delle Città Europee e delle pubblicazioni della
rivista Storia della Città 2.
La Mappa Strategica della Città
Il primo elaborato che viene prodotto con lo scopo di essere utilizzato anche per la
promozione del centro antico è la Mappa Strategica della Città costruita a partire
dalla sovrapposizione di un’ortofoto recente con una base areofotogrammetrica, in
scala 1:000 e con resa grafica in trasparenza. L’oggetto è l’area urbana con parti
messe in evidenza, retinature, simboli e segni per indicare gli edifici pubblici, gli
esercizi commerciali principali, le architetture storiche, i percorsi prioritari e
processionali, gli accessi più rilevanti al centro antico indicato con la linea
indicante il perimetro di bene paesaggistico, le aree archeologiche, le emergenze
naturalistiche nei pressi dell’abitato ed altre informazioni sulle funzioni degli spazi
pubblici (area mercato settimanale, area delle feste cittadine, fontane etc.). Una
legenda chiarisce il senso di ogni elemento evidenziato. La Mappa Strategica viene
redatta all’inizio del processo di partecipazione ed è la base per un dialogo iniziale
e di condivisione con l’Amministrazione Comunale e con l’Ufficio Tecnico
comunale, i quali integrano con altri contenuti come gli elementi scomparsi (pozzi,
fonti, antichi forni, targhe, monumenti, antiche prassi) o con elementi non ancora
segnalati. Questo elaborato accompagna il processo di pianificazione con eventuali
modifiche o integrazioni proposte dai cittadini nelle assemblee pubbliche
2
Per un approfondimento sull’impostazione metodologica delle planimetrie ricostruttive storiche della città e per le pubblicazioni citate vedi il sito web
dell’Associazione Storia della Città: http://www.storiadellacitta.it.
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organizzate per il Piano Particolareggiato, fino alla conclusione, dove costituirà la
rappresentazione condivisa della città da offrire alla comunità ma soprattutto ai
visitatori ed ai turisti. Il termine “strategica” indica la scelta di raccontare
attraverso la cartografia l’essenza dei caratteri e della storia urbana riportata nella
sua configurazione attuale e riconoscibile.
La Carta dell’Evoluzione Storica dell’Insediamento
L’elaborato chiamato “Evoluzione storica dell’insediamento” è composto da un
insieme di rappresentazioni planimetriche di ampia scala, quindi con il centro
abitato ed il suo territorio, quali il catasto storico (fine XIX inizi XX secolo) nella
sua forma di quadro di unione territoriale, la geografia morfologica con i corsi
d’acqua, le vie di comunicazione, l’uso del suolo con le coltivazioni e le aree
boschive, la localizzazione di beni paesaggistici, le foto aree storiche del 1954 e
del 1968, tramite la georeferenziazione delle immagini sulla base cartografica
attuale con il sistema GIS, si possono rendere evidenti quindi gli sviluppi urbani
nelle varie fasi. Questa composizione connota un inquadramento del centro abitato
nei suoi rapporti con il contesto, le immagini sono corredate da didascalie con le
fonti e le cartografie da legende.
All’interno di questa composizione cartografica viene inserito un elaborato per il
quale si rivela indispensabile, anche in questo caso, la tecnologia digitale GIS. Si
tratta della sovrapposizione dell’ambito di dettaglio dell’abitato del catasto storico
georiferito con la carta areofotogrammetrica. La sovrapposizione avviene con gradi
di trasparenza tali per cui è chiaramente individuabile il perimetro particellare
dell’edificato e degli spazi inedificati che coincide con i perimetri attuali. In
particolare si può distinguere con un colore il perimetro degli edifici o degli spazi
non più persistenti e con un colore diverso quelli realizzati in fasi successive alla
data di redazione del catasto. Il colore esito della sovrapposizione dei primi due
contraddistinguerà il sedime particellare persistente. L’elaborato specifico è
denominato “Città storica persistente” e costituisce la base per datare gli edifici
previa analisi degli alzati.
Un tematismo integrabile in questa cartografia è la segnalazione degli edifici
conservati e con particolare significato architettonico, insieme alla localizzazione
di antiche fontane, monumenti, orti urbani e giardini in modo da descrivere quanto
è giunto a noi come testimonianza dell’assetto più antico.
I Booklet della Città
Booklet della città, delle pubblicazioni maneggevoli e divulgative che riassumono
sia i temi storici che gli elementi ed i luoghi notevoli parallelamente agli obiettivi
di recupero e riqualificazione del centro storico ed al tema identitario portante nel
quale la cittadinanza si riconosce e che concorda perché rappresenti la loro storia ai
visitatori.
Queste tavole in associazione a composizioni di foto storiche e stralci di documenti
che raccontano fatti salienti della storia urbana costituiscono già un thesaurus di
contenuti idoneo alla trasposizione in pannelli da apporre all’aperto in prossimità
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dell’accesso al centro storico o da riprodurre come mostra permanente in un luogo
pubblico deputato alla narrazione della storia locale come i musei della città e del
territorio ideati e realizzati da Enrico Guidoni 3. Con i dovuti accorgimenti digitali
e grafici possono costituire immagini da inserire nel web e da scaricare con
download anche in versione stampabile o per smartphones e tablets.
Durante il processo di pianificazione ogni centro nel quale è stato svolto il
lavoro rivela di essere connotato da un’identità a volte diffusamente riconosciuta, a
volte emergente durante le fasi di partecipazione con l’amministrazione e la
cittadinanza e per valorizzare questo aspetto vengono elaborate tavole dedicate con
particolare riferimento alla storia degli spazi e delle funzioni pubbliche.
4. Alcuni casi studio nei centri storici della Sardegna
Nuxis, provincia di Carbonia Iglesias
Il centro di Nuxis nel Sulcis Iglesiente, area a sud ovest dell’isola, aveva
progressivamente abbandonato il primo borgo attorno alla chiesa di San Pietro, una
volta meta di pellegrinaggio, per spostare la centralità in una zona di recente
edificazione. Nel Piano particolareggiato del Centro di antica e prima formazione
sono stati dunque evidenziati i valori urbanistici della teoria di case storiche del
piccolo nucleo e la scenografia urbana che, con uno sfondo sulle colline retrostanti,
dalla via principale ascende al piccolo rilievo e con una scalinata imponente
conduce sino alla chiesa ed al suo ampio sagrato; luogo nel quale viene anche
celebrata la festività di San Pietro con un grande falò alimentato da legna portata
da tutta la comunità. Alcune rappresentazioni prospettiche ed assonometriche
propongono la rigenerazione di questa memoria. Anche l’antica prassi di dotare di
un pergolato di vite l’uscio delle case sui vicoli posti lungo il percorso
processionale verso la chiesa fa parte del progetto di valorizzazione del centro
antico di Nuxis (Fig. 1).
3
Enrico Guidoni ha promosso la creazione dei Musei della Storia della Città nei
centri minori, dei luoghi del centro storico acquisiti ed allestiti per raccontare con
pannelli esplicativi, cartografie, oggetti e iconografie i caratteri urbanistici, architettonici ed antropologici delle città. A questo tema è stata dedicata una collana
editoriale “Museo della città e del territorio”, che pubblica regolarmente dal 1993
ad oggi, Edizioni Kappa, Roma.
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San Nicolò Gerrei (Provincia di Cagliari)
Il centro di San Nicolò Gerrei, localizzato nell’area montuosa del Sarrabus Gerrei
nel sud est dell’isola, è posto sui versanti di un rilievo collinare e su di un pianoro
una volta stagno. Il luogo ha un rapporto particolare con l’acqua ed era dotato di un
numero notevole di fontane, vasche e rii interni all’abitato. Questo è il tema che ha
guidato la riscoperta dei luoghi per l’approvvigionamento idrico e delle vie una
volta percorse da canaletti lungo i quali l’acqua dai versanti scendeva verso lo
stagno ed i ruscelli a valle alimentando fonti e vasche poi rappresentati in una
pagina del Booklet della Città (Fig.2).
Fig. 3. Ulassai, dettaglio della carta Città storica persistente nella quale si individua il sedime
particellare storico coincidente o meno con quello attuale.
Fonte: Criteria srl, 2015
Ulassai (Provincia di Nuoro)
La città ogliastrina si articola sui ripidi versanti di un monte, i Tacchi, e si affaccia
su panorami di rara bellezza fino al mare. L’edilizia austera e rurale che le foto dei
primi del secolo scorso ci restituiscono, si distingue oggi con difficoltà tra gli
inglobamenti e le sopraelevazioni che la fase edilizia del cemento armato, scarsa
qualitativamente ed esteticamente, ha prodotto. La carta “Città storica persistente”
con la sovrapposizione del catasto storico con l’areofotogrammetrico attuale ci
rivela invece una persistenza notevole della forma particellare (Fig. 3). Da questa
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eredità, per lo più planimetrica, parte il processo di riqualificazione degli alzati
delle case e lo studio degli spazi pubblici connotati dalla presenza di architetture
notevoli o da viste panoramiche verso il paesaggio circostante. La storia urbana ha
anche un carattere particolare perché la città ha dato i natali ad una delle più
interessanti artiste sarde: Maria Lai. La produzione dell’artista si è espressa anche
nella sua città attraverso diversi interventi urbani e di land art e un’antica stazione
ferroviaria è oggi la Stazione dell’Arte di Ulassai, un luogo espositivo, vivo e
attivo per la diffusione dell’opera di Maria Lai. Proprio da questo carattere
culturale e artistico identitario per la comunità residente deve partire il racconto
della storia urbana.
Fig. 4. Simala (OR), Mappa Strategica della Città (elaborato Criteria srl)
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Fonte: Criteria srl, 2014
Villaurbana (Provincia di Oristano)
E’ una piccola città della provincia di Oristano che si definisce la “Città del pane”
per la presenza di numerosi forni domestici e per la perizia della cosiddetta “arte
bianca” che da decenni ha anche una fama al di fuori dei confini isolani. Questo
tema di particolare rilievo è restituibile in cartografia con la localizzazione dei
luoghi della produzione casalinga del pane, le aree deputate alle varie attività della
sagra annuale ed in occasione di uno di questi eventi è stata anche coinvolta la
cittadinanza con le informazioni analitiche sulla storia urbana elaborate durante la
redazione del Piano Particolareggiato.
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Simala (Provincia di Oristano)
Il centro rurale di Simala, ai confini della Marmilla nella parte centro meridionale
della Sardegna, è costituito da case prevalentemente dotate di ampi portali ad arco
con portoni in legno come accesso dalle vie pubbliche alle case tipologicamente
realizzate attorno a corti interne. In particolare alcune ampie case a corte padronali
valorizzano l’edificato con architetture notevoli e conservano molte testimonianze
materiali della vita rurale tradizionale come si può evincere dalla Mappa Strategica
(Fig. 4). La denominazione “Città dei portali” è consolidata nella comunità e si
propone all’esterno con questa peculiarità. E’ stato proposto nel Piano
Particolareggiato un abaco degli esempi più pregevoli utilizzando anche il
materiale esito di un progetto didattico della scuola locale. Altro elemento
significativo per la comunicazione della storia urbana è la scelta della Pro Loco di
recuperare foto antiche che, selezionate, stampate e incorniciate, sono state apposte
nelle strade appese alle murature delle case come memoria dei luoghi e quasi
trattando l’esterno come un interno collettivo.
Villa Sant’Antonio (Provincia di Oristano)
La particolarità del piccolo centro di Villa Sant’Antonio, ancora nell’interno
oristanese, è la fondazione documentata con un atto del 1720. L’atto fondativo
descrive le modalità di realizzazione del nuovo insediamento e le caratteristiche di
strade e case che vennero costruite nei pressi di un antico pozzo sacralizzato da un
oratorio dedicato a Sant’Antonio. Il centro fondato dal feudatario Don Felice
Margens y Nin Conte del Castillo fu chiamato Sant’Antonio di Funtana Coberta.
La presenza di tale testimonianza documentale è l’occasione per provare ad
individuare il nucleo più antico di case e di provare a disegnarne lo schema e
raccontarne la storia. Un pannello riassuntivo è stato prodotto e presentato in
occasione di un convegno di studi 4 (Fig. 5).
Fig. 5. Villa Sant’Antonio, dettaglio del pannello sulla storia dell’insediamento (elaborato Criteria
srl)
4
Convegno di studi: “Villaggi postmedievali della Sardegna. Abbandoni, nuove
fondazioni, ripopolamenti”, Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della
Formazione dell’Università degli studi di Sassari, Sassari – Sorso, 12-13 dicembre
2014.
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Fonte: Criteria srl, 2014
La storia delle città di scala territoriale. La provincia di Carbonia Iglesias
Ad una scala più ampia e territoriale è l’esperienza del Piano Urbanistico
provinciale/Piano Territoriale di Coordinamento della provincia di Carbonia
Iglesias dove all’interno della parte programmatica dell’Assetto Storico Culturale,
sono state elaborati degli itinerari culturali. Tra questi quello chiamato “Reti
integrate delle risorse del presidio costiero, delle città di fondazione e della ferrovia
storica del Sulcis iglesiente” che ripercorre l’assetto insediativo dei centri urbani ed
in particolare delle città di fondazione di varie epoche presenti (Iglesias nel
medioevo, Carloforte e Calasetta nel XVII secolo, Carbonia, Cortoghiana, Bacu
Abis, tratalias Nuova e Palmas nel XX secolo). La costituzione in rete è
rappresentata in una mappa specifica corredata da testo programmatico utile come
base per la scoperta del territorio ma soprattutto per le ulteriori approfondimenti a
livello locale dove in un unico progetto scientifico e grafico consultabile sul posto
e nel web si potrebbe diffondere il valore storico della fondazione urbana declinato
nelle varie epoche. Anche in questo caso lo strumento digitale GIS permette di
localizzare correttamente i luoghi con definizione grafica, dettagli e possibilità di
continui aggiornamenti che evita le rappresentazioni non coerenti e metricamente
indefinite spesso diffuse nella cartellonistica.
Il luogo dell’antica chiesa di Santa Lucia a Cagliari
Un ultimo esempio di rango ancora diverso è l’esperienza del cantiere partecipato
di riscoperta del luogo della chiesa di Santa Lucia nel quartiere della Marina a
Cagliari. Lo spazio residuale della demolizione parziale della chiesa cinque13
seicentesca era un’area abbandonata e fatiscente che ospitava i cassonetti della
spazzatura e qualche auto parcheggiata. Il progetto ideato da Marco Cadinu è stato
costruito su di una ricerca storica che ha permesso di ricostruire con materiali
d'archivio le forme dell'architettura e il suo ruolo nel cuore della città medievale.
Su queste basi la popolazione residente è stata invitata a valutare la possibilità di
sostituire un angolo di degrado con il recupero del rudere e la creazione di una
piazza. A seguito delle positiva risposta è stato possibile coinvolgere gli enti locali
ed ottenere un concreto supporto economico da parte di una Fondazione bancaria.
Dopo alcuni anni, in sinergia con gli archeologi dell’Università di Cagliari, la
rimozione dell'asfalto ha dato il via allo scavo stratigrafico e alla ricerca dei segni
delle chiese precedenti che dal XII secolo in poi erano testimoniate in quel sito.
L’area, perimetrata da una cancellata in ferro, ospita cantiere aperto alla vista dei
passanti e dei turisti, nella via commerciale parallela al porto storico molto
numerosi. La relazione diretta tra gli studenti di archeologia e di architettura
coinvolti nel cantiere scuola e i cittadini, dà luogo a quello che è stato denominato
"cantiere trasparente", le cui lavorazioni avvengono a pochi metri dai visitatori e
senza barriere visive; i media locali ne hanno descritto il senso culturale e la carica
innovativa. Cartelli esplicativi della storia di questa porzione urbana, dotati di
QRCODE per l’ascolto dell’audioguida multilingue e i rimandi a un sito web
dedicato, hanno permesso il continuo aggiornamento sull’esito degli scavi, la
predisposizione di materiali didattici per le visite scolastiche, la comunicazione dei
numerosi eventi che si svolgono nel sito come esposizioni, piccoli concerti,
performances artistiche, riti religiosi come quello ciclico del 13 dicembre dove il
luogo viene illuminato di sera da una moltitudine di candele 5 (Fig. 6).
Fig. 6. Sito della chiesa di Santa Lucia a Cagliari, uno dei cartelloni esplicativi (elaborato Marco
Cadinu)
5
Il sito www.santaluciacagliari.com e la Fondazione Banco di Sardegna sono stati
determinanti nella costruzione del cantiere scuola.
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Fonte: Arch. Marco Cadinu
5. Conclusioni
Coniugare la partecipazione dei cittadini, le tecnologie digitali e le modalità
innovative per rigenerare la memoria all’interno della pianificazione, che è
strumento di conoscenza e di programmazione e regolamentazione del recupero e
della riqualificazione, permette di ottenere nel contempo sia la rigenerazione della
memoria urbana sia prodotti di diffusione dei valori della città storica definiti,
scientificamente corretti e condivisi. In generale la comunicazione è molto efficace
prima ancora che verso i visitatori verso la comunità stessa che prende coscienza
dei propri valori e riconoscendoli li alimenta in modo corale ne garantisce una
durabilità non musealizzata ma attiva.
La storia e l’evoluzione della città per gli abitanti è un patrimonio non sempre
consapevole, e spesso frammentata per singoli comparti o quartieri, per i visitatori
è sovente percepita tramite descrizioni da guide senza il racconto delle storie che la
caratterizzano e senza infografica che permetta di vivere l’esperienza dello spazio
aperto ed edificato del tessuto urbano. Con il tipo di lavoro esposto in questo
contributo si consegue l’obiettivo di superare quel modello tradizionale di
conoscenza una città banalmente seguendo il percorso che unisce le tappe sui
luoghi più noti.
Si riscopre invece la stratificazione storica e il senso dato ai luoghi, i percorsi
senza monumenti, le animazioni sociali, i progetti di trasformazione, gli usi
persistenti che normalmente, se non avvengono nei luoghi notevoli o intorno ad
essi, sono invisibili e dunque non trasmettibili
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Bibliografia
Cadinu M.,( 1999), Il progetto della città nella Sardegna medievale, in A. Sanna
G. Mura (a cura di), Paesi e Città della Sardegna, vol. II, Le Città, Edizioni
CUEC, Cagliari, pp. 91-101.
Mambelli T., (2002), La valutazione dei programmi strategici per lo sviluppo del
territorio. Una proposta metodologica "community oriented", in Lombardi P.
(a cura di), Temi di ricerca nel campo dell'estimo e della valutazione, Firenze,
Centro Stampa 2P.
AA.VV, (2002), L'urbanistica delle città medievali italiane/3.Città medievali:
orientamenti e metodi di ricerca, Storia dell'Urbanistica, annuario 5/1999,
Roma, Kappa.
Laura Zanini, (2006 ), I modelli tradizionali dell’abitare: funzioni e spazi pubblici
della città, in Houses and cities built with earth. Conservation, significance and
urban quality, Argumentum, Lisbona (a cura di Maddalena Achenza, Mariana
Correia, Marco Cadinu, Amadeo Serra Desfilis), pp. 30-33.
Gazzetta Ambiente - Rivista sull’ambiente e il territorio, (2011) L’attuazione del
Piano paesaggistico regionale (2006-2011), ( a cura di P. Falqui- P. Bagliani) Anno XVII n.6/2011 La pianificazione del paesaggio in Sardegna – con il
contributo di Maurizio Costa, Roberto Ledda, Patrizia Carla Sechi, Andrea
Soriga, Laura Zanini (Criteria srl).
Sitografia
http://www.criteria.eu/
http://www.storiadellacitta.it
http://www.santaluciacagliari.com
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