Napoli. Saccheggio della Biblioteca dei Girolamini, processo al via

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17/11/2016
Napoli. Saccheggio della Biblioteca dei Girolamini, processo al via. Dell’Utri rinviato a
giudizio
Prima sezione penale, quattordici febbraio: è atteso in aula l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, coinvolto in
uno dei filoni di indagine nati dal saccheggio della biblioteca dei Girolamini. È stato il gip del Tribunale di Napoli ad
accogliere la richiesta di processo da parte del pool rappresentato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Per
l’accusa l’ex senatore sapeva da dove provenivano i libri che De Caro gli consegnava e con lui si sarebbe accordato
per i volumi da ricevere. L’inchiesta è nata come una costola del filone principale che ha già portato alla condanna
definitiva di De Caro e i suoi complici per il saccheggio della biblioteca, dopo accertamenti su opere di Giambattista
Vico sulla spinta di uno scambio di mail tra massimi esperti del settore che si ponevano dubbi e domande sul fatto che
alcuni di quei volumi fossero nella biblioteca di via Senato. Ma su cosa verte il fascicolo Dell’Utri? Incrociando dati e
testimonianze, analizzando le caratteristiche della biblioteca dei Girolamini, di particolare interesse per gli studiosi
vichiani, e intercettando, anche in maniera casuale, alcune conversazioni telefoniche, la matassa delle indagini ha
iniziato a dipanarsi attorno alla figura di Marcello Dell’Utri, appassionato di opere vichiane, e ai suoi rapporti con De
Caro. Stando alla ricostruzione dell’accusa, l’ex senatore aveva sostenuto De Caro nella sua ascesa agli apparati
ministeriali, prima all’Agricoltura e poi ai Beni Culturali. Prima di firmare le conclusioni dell’indagine la Procura aveva
previsto un nuovo interrogatorio di Dell’Utri (che per l’inchiesta napoletana è difeso dall’avvocato Claudio Botti), ma il
confronto è saltato per via delle cattive condizioni di salute dell’ex senatore, che nei mesi scorsi è stato ricoverato in
ospedale e poi trasferito al carcere di Rebibbia dove si trova attualmente in attesa che il Tribunale di Sorveglianza
valuti la compatibilità del suo stato di salute con il regime carcerario. Dell’Utri ha sempre sostenuto di ignorare la
provenienza dei volumi ricevuti da De Caro perché non vi erano segni distintivi della biblioteca e a ottobre 2012
presentò agli inquirenti una memoria con l’elenco di tutti i libri antichi avuti dall’ex direttore dei Girolamini consentendo
il sequestro in via Senato di volumi antichi e rare edizioni, ad eccezione di una preziosa Utopia di Tommaso Moro che
ancora non è stata trovata. Per i pm invece «non è seriamente ipotizzabile che il senatore, peraltro esperto
collezionista di libri antichi, abbia potuto non avere contezza della provenienza dei preziosi volumi a lui consegnati da
De Caro». (Il Mattino)