Efficienza energetica, come sbloccare i contratti EPC

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Efficienza energetica, come sbloccare i contratti EPC
Efficienza energetica, come sbloccare i contratti EPC
I contratti di rendimento energetico sono uno strumento molto interessante per fare interventi di
efficienza energetica, ma sono ancora poco utilizzati. Dal progetto europeo GuarantEE, portato
avanti in Italia da ENEA e FIRE, un'indagine sulle tendenze in atto per gli EPC e sulle soluzioni per
favorirne la diffusione.
Livio De Chicchis e Francesco Mori (FIRE)
La complessità dell’efficienza energetica e la necessità di considerare l’elemento gestionale tramite
una corretta regolazione degli impianti, rendono conveniente la possibilità di ricorrere ad un
servizio energetico.
Attraverso tale servizio vengono acquistate e date in gestione nuove soluzioni, richiedendo in
cambio, generalmente, una garanzia sui risultati a cui viene legato il canone del servizio.
Tra i vari servizi, i contratti di rendimento energetico, EPC, sono un prezioso strumento che i
proprietari di edifici hanno a disposizione per modernizzare ed efficientare le proprie strutture.
La recente indagine FIRE, svolta nell’ambito del “Rapporto energy manager 2016” ha permesso di
cogliere il punto di vista delle pubbliche amministrazioni su questo strumento.
È emerso come il 60% del campione intervistato abbia sviluppato contratti a prestazioni garantite,
ma solo per il 10% si tratta di EPC a fronte del 50% che ha usufruito di servizi energetici
tradizionali.
Lo sviluppo dei contratti EPC è stato finora limitato per via di due ragioni principali: il problema degli
split incentives, ovvero la ripartizione dei benefici economici derivanti da interventi di efficienza tra
le diverse parti interessate e la mancanza di modelli di contratto flessibili.
Su queste tematiche è basato il progetto europeo GuarantEE, finanziato dal programma di ricerca e
innovazione dell’Unione europea Horizon 2020, di cui ENEA è partner italiano e FIRE subcontractor.
Lo scopo del progetto è favorire l’utilizzo di EPC nel settore pubblico e privato in tutta Europa,
in particolare rendendo tali contratti più flessibili, sviluppando soluzioni innovative per strutture in
affitto e sostenendo progetti EPC pilota tramite soggetti facilitatori.
Nel sito del progetto sono presentati alcuni casi di successo europei nella realizzazione di progetti
EPC, incluse informazioni su investimenti, risparmi conseguiti e interventi implementati.
Nell’ambito del progetto è stata condotta un’indagine, in maniera simultanea presso tutti i Paesi
aderenti, volta ad individuare l’attuale conoscenza dei contratti di rendimento energetico e le
relative problematiche. In Italia, in particolare, sono stati coinvolti gli Energy Manager nominati da
organizzazioni pubbliche e private del settore terziario.
Tra i temi più interessanti è emerso lo scarso coinvolgimento delle ESCo nell’implementazione
degli interventi di efficienza energetica, che vengono realizzati per lo più internamente.
Ciò può essere dovuto alla bassa capitalizzazione che inibisce l’utilizzo del FTT (finanziamento
tramite terzi), strumento particolarmente richiesto in questa fase del mercato.
Nonostante ciò i risparmi garantiti dalle società di servizi, nonché le loro competenze, sono tra le
motivazioni principali che spingono a realizzare un EPC. Tale forma contrattuale è ritenuta tuttora
complessa sia dal punto di vista tecnico che amministrativo, in particolare nel settore pubblico,
dove chi si occupa di energia raramente ha anche potere decisionale.
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Le due problematiche significative analizzate nell’indagine riguardano prettamente l’efficienza
energetica nelle istituzioni pubbliche: spesso il dipartimento che finanzia gli interventi non
trae beneficio da essi, e al tempo stesso il consumo energetico è influenzato dal comportamento
degli utenti.
La soluzione per la prima criticità è lo stanziamento di un budget globale per tutti i dipartimenti,
con costi energetici fissi e con i risparmi conseguiti che vanno a finanziare ulteriori interventi.
Per quanto riguarda il cambiamento nei comportamenti degli utenti si preferisce un rimedio di tipo
tecnico (sensori di movimento, di apertura finestre, ecc.) piuttosto che “premi” per i contributi
virtuosi forniti.
L’indagine si inserisce all’interno di un più ampio market report in cui è presentato lo stato dell’arte
dei contratti EPC nel mercato italiano.
Emerge come nell’ambito della pubblica amministrazione i contratti di prestazione energetica siano
sfruttati per lo più dai comuni metropolitani, strutture più grandi e diversificate dove è più
facile trovare competenze adeguate.
Oltre alla limitata preparazione della struttura amministrativa, tra i problemi segnalati da coloro i
quali hanno usufruito dei contratti EPC nel settore pubblico vi è soprattutto la difficoltà nella
misura e verifica delle prestazioni, che suggerisce l’utilità dell’applicazione di un protocollo,
quale può essere l’IPMVP, anche in questo campo.
Nel documento viene sottolineato come i meccanismi di supporto, in particolare i certificati
bianchi, vengano ritenuti un prezioso strumento per favorire la diffusione degli EPC mediante il
coinvolgimento delle ESCO, mentre nel settore pubblico il conto termico si configura come lo
strumento più idoneo: in particolare la sua versione 2.0 può garantire un contributo maggiore di
quanto fornito fino ad oggi.
Il finanziamento da parte di banche e istituti di credito è limitato da una loro competenza tecnica
non adeguata e dalla relativa difficoltà di erogare prestiti non basati solo sul merito creditizio
del cliente finale. In questo quadro già complesso, non sono di aiuto i bassi prezzi dell’energia, che
prolungano inevitabilmente i tempi di ritorno degli investimenti.
Per quanto riguarda la P.A., a complicare ulteriormente la già scarsa propensione all’efficienza
energetica vi sono alcune disposizioni del nuovo codice degli appalti e le linee guida Eurostat
sull’EPC pubblicate nel 2015, che rendono complesso il ricorso a finanziamenti off-balance.
Tra i prossimi obiettivi di GuarantEE vi sarà quello di raccogliere soluzioni ad alcune delle
principali sfide legate agli EPC, su tutte il problema degli split incentives.
Per ovviare a tale problema si cercherà di sviluppare e validare modelli di business innovativi
che seguano l’approccio del “triple win”, ossia distribuire in maniera ponderata i benefici tra il
locatore, il conduttore e la ESCo.
In merito alla flessibilità dei contratti, alcune soluzioni potrebbero essere l’introduzione di clausole
di recesso anticipato da ambo le parti, la semplificazione dei costi di misura e verifica e
l’integrazione di tali contratti con le future diagnosi energetiche obbligatorie (ex D.Lgs. 102/2014).
Livio De Chicchis e Francesco Mori (FIRE)
URL di origine (Salvata il 21/11/2016 - 11:38):
http://www.qualenergia.it/articoli/20161117-efficienza-energetica-come-sbloccare-i-contratti-epc
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