Divezzamento, ecco le regole corrette

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Attualità
Divezzamento,
ecco le regole corrette
Nuove indicazioni
del Ministero
della Salute
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’alimentazione in età evolutiva ha un notevole impatto in termini di prevenzione e di crescita dell’individuo. Esistono infatti
periodi critici dello sviluppo del bambino, i cosiddetti primi
1000 giorni, in cui l’intervento nutrizionale può condizionare la
salute futura. È in questo contesto che si inserisce il documento
“Corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia
F.A.Q.” (www.salute.gov.it) recentemente pubblicato dal Ministero della Salute, frutto del lavoro del tavolo tecnico istituito ad hoc per raccogliere la proposta di definire linee di indirizzo relative all’alimentazione complementare
dei lattanti e di cui hanno fatto parte sia la Società Italiana di Pediatria, sia la
Società Italiana di Nutrizione Pediatrica.
Il documento spiega l’importanza del divezzamento, ovvero il passaggio da
un’alimentazione esclusivamente lattea ad un’alimentazione semi-solida e poi
solida. A questo proposito un elemento molto dibattuto in passato riguarda
il corretto timing di divezzamento. Non esiste in realtà un momento preciso
e uguale per tutti i lattanti in cui iniziare il divezzamento poiché può essere
influenzato da diverse variabili. In ogni caso, nel documento si raccomanda
che il divezzamento venga avviato, ordinariamente, dopo i primi sei mesi di
vita così come raccomandato dai principali Organismi e dalle principali Società Scientifiche. In linea generale non esistono dei menù o degli schemi
assolutamente precisi per iniziare il divezzamento
e si può mettere da parte il concetto secondo cui
gli alimenti debbano essere introdotti in base al
loro grado di allergenicità: le ultime evidenze hanno mostrato che l’introduzione tardiva degli alimenti ritenuti “allergizzanti” non previene lo sviluppo di allergia alimentare e/o celiachia nei sogElvira Verduci getti predisposti e che l’età del bambino alla prima
Consigliera nazionale SIP
esposizione verso l’alimento (purché avvenga dopo i quatto mesi di vita) non ne modifica il successivo rischio globale a 10 anni di età.
Ciò implica comunque la possibilità di scegliere
tra alimenti diversi, senza forzare il bambino, consentendogli eventualmente di toccare il cibo nel
piatto e mangiare con le mani. In caso di scarso
gradimento l’elemento fondamentale è la pazienza: il cibo potrà essere riproposto nei giorni successivi magari preparato in modo un po’ diverso.
È importantissimo evitare l’assunzione di bevande
zuccherate che, come recentemente sottolineato
dall’American Heart Association, possono determinare un aumento dei fattori di rischio cardiovascolare. Inoltre, il bambino non può essere considerato un piccolo adulto, per questo motivo le
Pediatria numero 6 - settembre 2016
porzioni dipenderanno dalla sua età, sulla base
delle indicazioni del pediatra.
Nel documento viene messo in evidenza che continuare ad allattare al seno durante il divezzamento comporta una serie di benefici per la
salute sia della madre che del bambino, tra
cui maggiore protezione contro le infezioni
gastrointestinali e respiratorie e la morte in
culla, riduzione dell’incidenza di alcuni
tumori pediatrici, come del rischio futuro
di malattie non trasmissibili (NCDs) ed
effetto positivo sullo sviluppo neuro-cognitivo. Il Ministero della Salute reputa
necessario sostenere le mamme a continuare ad allattare durante il divezzamento e comunque fino a quando lo
desiderano, anche dopo il primo anno di vita del bambino. In caso di
mancanza di latte materno sarà necessario scegliere un’adeguata formula di proseguimento evitando
l’introduzione del latte vaccino nel
In caso di scarso
gradimento l’elemento
fondamentale è la
pazienza: il cibo potrà
essere riproposto nei
giorni successivi magari
preparato in modo
un po’ diverso
2025
Gli Stati Membri dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità hanno promosso dei “global
targets” per migliorare la nutrizione maternoinfantile nel mondo. I “target” sono strumenti
fondamentali per identificare le aree di azione
e catalizzare una sfida globale. Eccoli.
Attualità
OMS: Global Targets
primo anno di vita poiché potrebbe sbilanciare
l’apporto proteico alimentare, causare carenze di
ferro e microscopici sanguinamenti intestinali.
Solo dopo l’anno di vita può essere introdotto
quindi il latte vaccino intero ma in quantitativi
non superiori ai 200-400 ml/die, per evitare un
eccessiva assunzione di proteine.
Dopo l’anno di vita l’apporto energetico complessivo, tra 1 e 3 anni, deve essere adeguatamente ripartito tra i diversi macro-nutrienti. Secondo le recenti indicazioni dei “Livelli di Assunzione di Riferimento ed Energia per la popolazione” (LARN) – IV
revisione 2014, questo apporto dovrebbe derivare
per il 50% dai carboidrati, per il 40% dai grassi e
solo per circa il 10% dalle proteine.
Fondamentale sarà il ruolo del pediatra, il cui compito è quello di verificare nel tempo la condotta nutrizionale dei piccoli pazienti, coinvolgendo attivamente i genitori, illustrando i rischi – a breve e lungo termine – dovuti ad un’alimentazione scorretta
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fin dalle prime epoche di vita. Per visionare il documento: http://www.salute.gov.
it/imgs/C_17_pubblicazioni_2520_allegato.pdf
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