Today 18 novembre 2016

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Transcript Today 18 novembre 2016

EDITORIALE
18 NOVEMBRE 2016
Elettricità e gas contendono
lo scettro al “re” petrolio
Il dibattito sulla mobilità del futuro
Nello scenario mediano elaborato dall’Aie nel World Energy Outlook 2016, le auto elettriche circolanti nel 2040 saranno 150 milioni
in tutto il mondo (circa il 10% del totale). Se però le politiche di
sostegno (dai limiti più stringenti per le emissioni agli incentivi finanziari), attualmente diffuse a macchia di leopardo, si faranno più
forti e diffuse, il parco circolante a elettricità potrà salire fino a 715
milioni di vetture.
L’ampio spazio delimitato da questa forbice è il terreno di conquista su
cui ha mosso mercoledì il fronte della mobilità elettrica, in occasione del
convegno “Mobilità elettrica: un piano per l’Italia”. Un convegno che
ha chiamato a raccolta tutti gli operatori interessati allo sviluppo del vettore elettrico nei trasporti per mettere sul piatto gli investimenti in ballo
e definire una piattaforma di richieste alla politica, e che ha fatto da
contraltare a quello della settimana scorsa della “fazione” gasista. Su
entrambi i fronti (elettrico e gas) continua ad avvertirsi una certa concitazione per via dell’approssimarsi delle scadenze del Dlgs Dafi e della legge
di Bilancio.
Nel dibattito di mercoledì sono affiorate proposte di varia natura, a partire dalla constatazione che, al momento, il business delle colonnine, per
gli operatori elettrici, è in perdita: si va dal puro e semplice incentivo
finanziario all’acquisto alle detrazioni dell’ecobonus; dall’Iva al 10% alle
quote d’obbligo per il rinnovo delle flotte pubbliche; dalle agevolazioni
“tipo Seu”, cioè sgravi sugli oneri di sistema per l’elettricità acquistata, ai
blocchi selettivi del traffico fino alla semplice imposizione di limiti talmente stringenti alle emissioni delle auto da determinare la morte di talune
tecnologie.
Dal convegno di mercoledì si è alzato un coro unanime: il futuro della
mobilità è elettrico. Un’affermazione che va quantomeno declinata, definendo nello specifico dove collocare questo “futuro” e con quali strumenti arrivarci. Chi invece punta già al presente è il gas naturale, il cui
mondo si è riunito, come detto, la scorsa settimana, e che ha incassato
con soddisfazione le misure del Dafi, forte dell’infrastrutturazione più solida e diffusa, di un mercato già ampio e di una tecnologia pronta all’uso
– olter che sull’abbondanza di materia prima.
Insomma, come ha riassunto per il ministero dello Sviluppo economico
Giovanni Perrella, lo scontro tra elettrico e gas “assume contorni ideologici: noi abbiamo adottato un approccio pragmatico. Abbiamo condotto
un esame per segmento di utilizzo per ogni carburante e abbiamo studiato il rapporto costo/beneficio. C’è chi è più pronto, chi meno. Il mercato ha risposto bene a queste sollecitazioni, ne è un esempio l’accordo
sul metano auto tra Snam, Fca e Iveco”. L’Italia ha colto l’occasione del
recepimento della direttiva Dafi per attuare un piano per il metano. per
l’elettrico se ne parla al prossimo giro. (G.M.)
1
Sommario
Intervista Daimler
pag. 2
Intervista Peugeot-Citröen pag. 3
Staffetta prezzi rete
pag. 5
Focus illegalità
pag. 6
Dossier prezzi
pag. 9
Notiziario
pag. 10
Staffetta prezzi pag. 15
Focus idrogeno pag. 17
Il punto su
illegalità, prezzi,
mobilità alternativa
Le novità legislative sull’illegalità, le ultime operazioni della Guardia di Finanza,
le notizie dell’ultimo mese su carburanti
e mobilità, gli approfondimenti su scenari
e strategie dei produttori di auto, le analisi sull’andamento dei prezzi dei carburanti
alla pompa. Tutto questo e molto altro nel
numero di novembre di Today@. In apertura
la nuova puntata dello scontro tra mobilità
elettrica e mobilità a gas, le due principali
alternative che tentano di strappare al petrolio il primato nei consumi energetici per i
trasporti. primato che, per ora e per almeno
qualche decennio, è saldamente in mano al
greggio. Alle pagine 2 e 3 proseguono gli
appuntamenti sulle strategie delle case automobilistiche con le interviste ai rappresentanti di Daimler e Psa. A pagina 6 l’avvocato
Bonaventura Sorrentino analizza le novità
legislative introdotte con il decreto-legge
fiscale e la manovra di Bilancio, attualmente
all’esame del Parlamento, e le conseguenze
per gli operatori del settore. A pagina 9 un
approfondimento sull’andamento dei prezzi del metano e del Gpl nell’ultimo anno,
con particolare attenzione alla “doppia velocità” del gas naturale. Chiude a pagina
17 il punto sulla mobilità a idrogeno, eterna
promessa del settore.
INTERVISTA
Daimler: nel 2025 un quarto delle nostre auto
DAY 2
sarà 100% elettrico
di McS
Dagli investimenti sull’efficientamento dei motori tradizionali alla nuova linea elettrica
EQ, l’importanza dell’ibrido e il debutto dell’idrogeno: Eugenio Blasetti, press relation
DAY 3
manager di Mercedes-Benz Italia, fa il punto sull’impegno di Daimler a proposito di
mobilità sostenibile. Un tema che per l’azienda tedesca non si declina solo in termini di
nuovi motori ma anche di servizi, con una diversificazione ormai compiuta del business
automotive che non ha più al centro solo la vendita di un veicolo, quanto piuttosto
l’offerta di diverse soluzioni per migliorare la mobilità degli utenti: da Moovel, l’app
che confrontando tutti i mezzi di trasporto propone la soluzione migliore per gli spostamenti
urbani (per il momento attiva solo in alcune città americane), al car sharing Car2go e a Mytaxy,
aggregatore di taxi in città per prenotare in un’unica app.
Su quali tecnologie sta lavorando il settore ricerca e
sviluppo e con quanti investimenti?
Investiamo ogni anno 6,5 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, di cui circa la metà riservati alle green technologies, un
investimento destinato a raddoppiare nei prossimi due anni.
Per la mobilità del futuro, l’impegno di Daimler non è rivolto
ad un unico sistema di propulsione, ma alla coesistenza di
diverse tecnologie, studiate in modo da rispondere alle diversificate esigenze dei clienti e alle specificità dei veicoli. Puntiamo quindi sull’aumento dell’efficienza grazie all’introduzione di tecnologie più intelligenti applicate ai diversi sistemi
di alimentazione. Benzina, diesel, ibridi plug-in, a batteria o
ad idrogeno: in futuro tutti questi sistemi di trazione coesisteranno in una visione generale della mobilità.
2
Stando alle percentuali di vendita attuali, quanto è
importante migliorare le prestazioni dei veicoli a combustibile per diminuire le emissioni complessive della
flotta? Quanto margine di riduzione delle emissioni c’è
ancora, con quali tecnologie si può fare la differenza e
quanti investimenti sono in campo?
L’ottimizzazione dei moderni motori high-tech gioca un ruolo decisivo nel nostro percorso verso la mobilità sostenibile.
Per la mobilità del futuro vediamo la convivenza tra motori
a benzina, diesel, ibridi plug-in, batterie e motori ad idrogeno efficienti e puliti. La nostra nuova famiglia di propulsori,
diesel e benzina, che definisce nuovi standard per quanto in
termini di potenza, eco-sostenibilità ed efficienza, è la più
chiara dimostrazione di quanto Mercedes-Benz continui ad
investire nei motori tradizionali. Una forte offensiva con un
impegno economico di circa 3 miliardi di euro. La nuova generazione di motori a 4, 6 e 8 cilindri ha una struttura modulare. Si distingue soprattutto per il fatto che la distanza tra i
cilindri è sempre di 90 mm e che le interfaccia con il veicolo
sono uguali, il che rende la produzione moderna e flessibile.
Inoltre, declinando le più moderne tecnologie e le opzioni di
elettrificazione da 12 a 48 V fino alle applicazioni plug-in ad
alto voltaggio è possibile adattare il gruppo propulsore ad
ogni vettura.
Quali sono le vostre aspettative nei confronti delle
vendite di auto elettriche?
La parola chiave è EQ, la nuova famiglia di vetture elettriche della Stella che ha debuttato al Salone di Parigi e che
segna un nuovo importante capitolo dell’era della mobilità
elettrica. Entro il 2025 potremo contare su una gamma di
oltre dieci veicoli 100% elettrici, per puntare ad una quota di automobili elettriche compresa tra il 15 e il 25% delle
nostre vendite globali. Ciò significa che gli investimenti nello
sviluppo di propulsioni tradizionali e plug-in non si fermano,
ma seguono un naturale e sostenibile processo di transizione
verso una nuova tecnologia che non si fermerà con elettrica.
L’ibrido è la tecnologia che ci accompagnerà verso l’auto elettrica?
È un passaggio obbligato, l’ibrido è una tecnologia strategica
nella strada a zero emissioni e nel passaggio alla mobilità
100% elettrica. La soluzione plug-in consente una maggiore autonomia a zero emissioni (fino a 40 km), con un peso
sempre più importante della componente elettrica: è anche
un modo per abituare i clienti a prendere dimestichezza con
la carica dell’auto e contribuire a creare una cultura della mobilità elettrica.
Che spazio c’è per l’idrogeno nel vostro mix di tecnologie sostenibili?
Anche se la tecnologia legata alle batterie promette autonomie sempre più elevate e costi sempre più bassi, le celle
di combustibile continueranno ad avere anche in futuro un
evidente vantaggio: elevata autonomia con tempi di rifornimento brevi (parliamo di appena 3 minuti). Per sottolineare
il nostro impegno anche in questa direzione, è pronta al
debutto la nuova GLC con innovativa trazione plug-in FCELL, che abbiamo già sperimentato sulle nostre concept
car F 125! e F 015. Inoltre, la tecnologia ad idrogeno è
adatta anche per gli autobus, dove grande è la richiesta
soprattutto da parte delle città. Il problema più grande re-
sta ancora oggi la carenza di infrastrutture specifiche per il
rifornimento.
Come si supera il circolo vizioso delle poche auto in
circolazione e delle poche infrastrutture in riferimento
all’elettrico oggi e all’idrogeno domani?
Con una maggiore sensibilità da parte di tutto gli attori coinvolti, ma siamo ottimisti, anche alla luce di progetti concreti di
costruzione delle infrastrutture in diversi Paesi e, non da ultimo,
in Germania da parte della nostra joint venture H2 Mobility.
INTERVISTA
Con car2go Daimler ha compiuto un passo importante
verso l’offerta di servizi per la mobilità. Sono in cantiere altri passi in questa direzione?
L’industria 4.0 ci sta progressivamente traghettando dal concetto di costruttori di automobili a quello più ampio e articolato di provider di servizi di mobilità. 130 anni fa abbiamo
inventato l’automobile, oggi abbiamo creato Moovel, nato
per sviluppare il concetto di mobilità urbana e scoprire come
le nuove tecnologie influenzeranno la mobilità di domani. Il
nostro obiettivo è, quindi, di proporre nuove soluzioni. Con
car2go abbiamo rivoluzionato il modo di spostarsi liberamente in città, con l’app mytaxi il modo di scegliere e pagare una
corsa in taxi. Sono solo due esempi di ciò che intendiamo per
servizi di mobilità: la risposta ad un bisogno, una necessità
che non implichi necessariamente il possesso di un’automobile. E siamo solo all’inizio.
Dopo di voi molti altri si sono cimentati in Italia con
i servizi di car sharing, recentemente anche lanciando
DAY 2
flotte 100% elettriche.
La concorrenza fa bene, significa che in qualche modo il
progetto che abbiamo lanciato ha intercettato un bisogno
di mobilità. Quanto al car sharing elettrico, si tratta di un
modello più complesso dal punto di vista di gestione e va
DAY 3è
supportato con le opportune infrastrutture. In altri Paesi
un modello vincente e ciò sottolinea ancora una volta l’importanza di ‘fare sistema’ per uno sviluppo sostenibile della
mobilità, a 360°.
Potrebbero servire incentivi per spingere una mobilità
più sostenibile?
Occorre mettere in campo un piano strutturato di misure mirate ad incentivare la diffusione delle auto a basso impatto
ambientale nell’ottica degli obiettivi ambiziosi che ci porrà la
UE nel quinquennio 2020-2025 ed oltre. Provvedimenti che
non gravino sul bilancio dello Stato, ma al contrario siano in
grado di generare valore.
Il prezzo dell’auto elettrica al momento non è molto
sostenibile, come e quando si può immaginare di renderlo più accessibile?
La nuova smart fortwo electric drive, che debutterà sui mercati europei a marzo del prossimo anno, aprirà la strada ad
una nuova era della mobilità elettrica.
Peugeot-Citroën: la mobilità sostenibile
passa attraverso diesel e benzina
di McS
Metà degli investimenti in ricerca e sviluppo del Gruppo Psa è dedicato alla mobilità sostenibile, ibrido ed elettrico, ma le tecnologie in campo per rendere meno inquinanti i
motori endotermici sono altrettanto rilevanti e in continua evoluzione. Peugeot, Citroën
e Ds, le tre case che fanno parte del gruppo Psa, hanno nella loro gamma cinque modelli
elettrici – tra automobili e commerciali – e due ibridi. In attesa dei nuovi modelli ibridi ed
elettrici, dal 2019, tutto il resto è diesel e benzina. Con la variante Gpl di alcuni veicoli che,
come ci ha spiegato Eugenio Franzetti, direttore relazioni esterne di Psa Italia, ha dato
buoni risultati di vendita solo in concomitanza con la campagna incentivi.
“Non esiste una soluzione universalmente valida, ogni utilizzatore ha esigenze diverse e perciò
anche la gamma deve essere differenziata”, ha continuato. La scelta insomma è in mano al cliente, ma anche alla politica. Che può all’occorrenza aprire i rubinetti degli incentivi e guidare lo
sviluppo delle infrastrutture.
3
Quali strategie sono in campo per raggiungere al 2020
un livello di emissioni della flotta pari a 95 g di CO2 al
km, come prescritto dall’Europa?
Groupe Psa vuole raggiungere la media di 91 grammi di
CO2/km entro il 2020, facendo di più di quanto l’Europa
chiede. Già nel 2015 siamo stati leader europei con una me-
dia di 104,4 grammi, mentre l’obiettivo fissato dal parlamento europeo è di 130 grammi e la media del mercato di 119,8
grammi. Per raggiungere questi numeri lavoriamo su diverse
strategie: da una parte implementare l’offerta elettrica e ibrida, dall’altra migliorare i veicoli ad alimentazione tradizionale. Sul tema della mobilità sostenibile non esiste una so-
luzione universalmente valida, ogni utilizzatore ha esigenze
diverse e perciò anche la gamma deve essere differenziata. Ci
stiamo muovendo su tutti i fronti.
C’è ancora largo spazio anche per i carburanti tradizionali?
Diesel e benzina restano soluzioni spesso preferibili ad altre in base all’uso che si fa dell’automobile. In un lungo
tragitto autostradale per esempio l’elettrico non è attualmente utilizzabile e l’ibrido non è poi tanto più sostenibile
se si pensa che i km che possono essere percorsi a zero
emissioni sono ancora pochi. Perciò diesel e benzina non
si distaccano necessariamente dal concetto di mobilità sostenibile.
Cosa state facendo per migliorare i veicoli con motore
endotermico?
Siamo impegnati su un loro continuo miglioramento. Già
oggi Psa ha motori diesel BlueHDi, una tecnologia che permette di ridurre le emissioni degli NOx (ossidi di azoto) fino al
90%, di eliminare il 99,9% del particolato e di ottimizzare le
emissioni di CO2 e i consumi fino al 4%. Per i motori benzina
Psa propone la gamma di motori tre cilindri PureTech, turbo
o aspirati, caratterizzati da emissioni contenute e prestazioni
brillanti. Per tutti i veicoli, indipendentemente dal tipo di alimentazione, a partire dal 2018 sarà poi attivata la funzione
Eco Adaptive Cruise Control, grazie alla quale l’auto adatterà
da sola la velocità permettendo di ottimizzare il consumo di
carburante del 5-10% e la funzione CO2 Cruise Assist che
anticiperà le decelerazioni in prossimità di rotatorie, curve, limiti di velocità, riducendo consumo di carburante e emissioni
fino a 3 g/km.
Sul fronte della mobilità elettrica?
Stiamo sviluppando parallelamente nuove auto elettriche
e ibride, la metà dei nostri investimenti in ricerca e sviluppo è dedicato proprio alle tecnologie in materia di mobilità
sostenibile. Entro il 2021 entreranno in commercio quattro versioni elettriche, la prima delle quali nel 2019, e tutti
queste avranno una grande autonomia, fino a 450 km.
Saranno poi commercializzati sette veicoli ibridi plug-in a
partire dal 2019 che arriveranno a percorrere 60 km in
modalità zero emission. Gli investimenti in questo settore
sono motivati dalla certezza che il peso che questi veicoli occuperanno in futuro sui mercati europei è destinato
ad aumentare, grazie al miglioramento della tecnologia,
e conseguente riduzione dei costi, e alla proposizione di
incentivi all’acquisto e all’utilizzo, soprattutto per i veicoli elettrici, la cui diffusione non può prescindere da un
intervento migliorativo sulle infrastrutture. Lo si vede ad
esempio già oggi nei mercati nordeuropei in cui esistono
incentivi importanti all’acquisto di veicoli elettrici.
4
Qual è la priorità da affrontare perché ci sia una maggiore diffusione dell’auto elettrica: il prezzo poco
competitivo o le infrastrutture?
Le due cose non possono che andare di pari passo. Da una
parte occorre tranquillizzare il cliente sul fatto che può
usufruire di infrastrutture accessibili e diffuse, anche per2
ché immaginiamo che con l’auto elettrica si debba DAY
poter
anche viaggiare fuori dall’area urbana. D’altra parte far
scendere il prezzo con un sistema di incentivi è un meccanismo che funziona, come possiamo vedere in altri paesi europei. Ha funzionato anche in Italia quando sono
DAY 3
stati incentivati i veicoli con impianti a gas. In generale
crediamo che gli incentivi siano utili se sono finalizzati a
sostituire le auto più vecchie con modelli nuovi e meno
inquinanti.
Nella gamma Psa ci sono solo due auto ibride (Peugeot
508 e Ds 5), eppure le vendite dell’auto ibrida vanno
meglio di quelle full electric. Introdurne sette in flotta
è un investimento?
Le ibride oggi sono in crescita costante anche in Italia, anche
se la loro quota è intorno al 2%. I nuovi modelli Psa avranno
la componente endotermica a benzina e percorreranno fino
a 60 km in zero emission, coprendo in maniera sostenibile
gli spostamenti di chi si muove in una dimensione cittadina. Soprattutto, rispetto al modello attualmente in vendita,
la batteria sarà ricaricabile anche dalla colonnina oltre che
in fase di frenata. Le nuove proposte, lo sviluppo della tecnologia plug-in e la sempre maggiore conoscenza da parte
degli italiani contribuirà sicuramente alla loro affermazione
nel futuro.
Sul tema delle infrastrutture, il gruppo ha in programma qualche tipo di accordo con produttori di energia o
altri attori per installare colonnine?
Ci sono alcune iniziative ma si tratta di singoli accordi che
non rientrano in alcun disegno programmatico. Non è
compito nostro aprire distributori di benzina perciò neppure installare punti di ricarica. Gli accordi che abbiamo sottoscritto riguardano aziende, come per esempio la Sibeg
di Catania che ha 100 nostri veicoli elettrici. In quell’occasione sono state installate 20 colonnine a disposizione
dei dipendenti aziendali e di tutta la cittadinanza. Ricordo
anche le auto che Peugeot ha fornito alla squadra di volley femminile Unet Yamamay: il proprietario della squadra,
Unet, produce energia elettrica con pannelli fotovoltaici e
in questa esperienza abbiamo installato sette stazioni di
ricarica presso il campo di Busto Arsizio. Abbiamo infine
un accordo anche con Btcicino che offre supporto ai nostri clienti per aiutarli ad individuare le soluzioni di ricarica
migliori.
Che spazio c’è per il gas in questo mosaico di soluzioni?
Il gas è un fenomeno prettamente italiano. Non produciamo automobili a gas ma qui in Italia proponiamo veicoli
che possono essere alimentati anche con Gpl, della trasformazione se ne occupa Landi Renzo. Le vendite hanno
dato buoni risultati ma sono molto legate alla presenza
degli incentivi.
WWW.STAFFETTAONLINE.COM – STAFFETTA
QUOTIDIANA – QUOTIDIANO DELLE FONTI DI ENERGIA
Staffetta prezzi rete
DAY 2
Tabella 1 - Prezzi praticati – medie nazionali (€/lt) Tabella 4 - I prezzi praticati in autostrada (€/lt)
1,581
1,482
1,608
1,455
1,496
-0,010
-0,010
-0,010
-0,009
-0,010
-0,010
1,324
1,431
1,328
1,458
1,304
1,345
-0,011
-0,011
-0,011
-0,011
-0,012
-0,012
0,566
0,546
+0,008
+0,007
+0,009
0,975
0,984
0,965
–
-0,001
–
-0,013
-0,014
-0,014
+0,003
+0,001
1,328
1,484
0,563
0,990
-0,007
-0,006
-0,008
-0,007
+0,004
+0,003
Esso
1,479
1,576
1,317
1,413
0,568
0,972
-0,009
-0,009
-0,014
-0,015
–
+0,003
Ies
1,477
1,500
1,330
1,352
0,609
0,981
-0,004
-0,007
-0,006
-0,008
+0,011
+0,010
Lukoil
1,440
1,615
1,285
1,475
0,541
1,054
1,800
-0,016
-0,021
-0,018
-0,022
+0,006
–
1,700
1,473
1,666
1,319
1,514
0,570
0,983
1,600
-0,012
-0,013
-0,013
-0,015
+0,006
+0,001
1,500
1,461
1,500
1,311
1,353
0,544
0,966
1,400
-0,007
-0,010
-0,007
-0,011
+0,009
-0,001
1,544
1,657
1,375
1,499
0,611
1,065
-0,012
+0,009
-0,017
+0,010
+0,026
–
1,487
1,538
1,341
1,395
0,570
1,000
-0,008
-0,004
-0,009
-0,005
–
–
1,488
1,593
1,335
1,446
0,564
0,976
-0,013
-0,015
-0,015
-0,016
–
-0,002
1,057
0,025
Gpl
Metano
(€/Kg)
0,113
0,021
Gasolio
0,020
1,687
1,687
1,667
1,647
+ 0,010
+ 0,010
– 0,020
– 0,020
Gpl
1,531
1,541
1,521
1,501
—
—
+ 0,020
—
0,586
0,586
0,606
0,606
(*) Prezzi consigliati in modalità servito calcolati dalla Staffetta.
Sei mesi di variazioni Eni (€/lt)
1,300
1,200
Benzina
1,100
Gasolio
13/11/16
06/11/16
30/10/16
23/10/16
16/10/16
09/10/16
02/10/16
25/09/16
18/09/16
11/09/16
04/09/16
28/08/16
21/08/16
14/08/16
07/08/16
31/07/16
24/07/16
17/07/16
10/07/16
03/07/16
26/06/16
19/06/16
1,000
Margini lordi benzina (€/lt)
0,190
Nota: medie nazionali al 15, variazioni rispetto all’8/11.
Media 12 mesi
0,170
Nota: prezzi al 15 novembre. (•) Gpl e metano solo servito.
(*) addizionale sulla benzina di 3,1 cent (Iva inclusa); (**) addizionale
di 2,4 cent (Iva inclusa); (***) addizionale di 6,1 cent (Iva inclusa).
14/11
14/10
14/9
14/8
14/7
14/6
14/5
14/4
0,090
Margini lordi gasolio (€/lt)
0,190
Media 12 mesi
0,170
0,150
0,130
0,110
14/11
14/10
14/9
14/8
14/7
14/6
14/5
0,090
14/4
0,947
0,985
1,049
1,043
0,974
0,962
0,976
1,030
0,988
0,971
0,942
0,962
0,971
0,980
1,038
1,010
1,019
0,972
0,999
0,956
14/3
0,565
0,578
0,586
0,612
0,541
0,546
0,547
0,552
0,624
0,554
0,587
0,582
0,552
0,573
0,630
0,609
0,562
0,573
0,598
0,633
0,537
14/3
1,312
1,344
1,384
1,332
1,310
1,314
1,340
1,312
1,323
1,324
1,306
1,321
1,315
1,317
1,326
1,322
1,317
1,359
1,320
1,352
1,303
0,110
14/2
1,453
1,499
1,521
1,511
1,488
1,454
1,468
1,489
1,524
1,462
1,474
1,496
1,492
1,466
1,471
1,475
1,461
1,494
1,465
1,505
1,440
0,130
14/2
Metano (€/Kg)
14/1
Gpl
14/1
Gasolio
14/11
Benzina
0,150
14/11
Tabella 3 - Prezzi praticati nelle Regioni (€/lt)•
5
0,112
+ 0,010
—
– 0,020
– 0,020
12/06/16
0,987
8/10
25/10
3/11
12/11
1,629
Abruzzo
Basilicata
Bolzano
Calabria*
Campania*
Emilia-R.
Friuli-V.G.
Lazio*
Liguria***
Lombardia
Marche**
Molise*
Piemonte*
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trento
Umbria
Valle d’A.
Veneto
DAY 3
0,657
Gasolio
Self
Servito
Benzina
01/05/16
0,570
Dal
05/06/16
(€/Kg)
-0,014
TotalErg
1,617
Tabella 6 - Le variazioni dei prezzi Eni (€/lt)*
1,483
Tamoil
0,028
29/05/16
Metano
Api-Ip
Shell
1,468
Gpl
1,466
Repsol
1,313
Benzina
Self
Servito
Agip Eni
Q8
1,616
Gasolio
Self
Servito
(€/Kg)
Nota: al 15 novembre, rispetto alle medie nazionali delle compagnie.
Tabella 2 - Prezzi praticati per compagnia (€/lt)
Benzina
Self
Servito
1,448
Metano
Tabella 5 - Lo “sconto” pompe bianche (€/lt)
Media
Nota: medie settimanali nel periodo 9 - 15 novembre,
variazioni rispetto alla rilevazione precedente.
1,765
Gpl
Nota: medie settimanali nel periodo 9 - 15 novembre.
22/05/16
Metano
0,559
1,601
15/05/16
Gpl
Media
Gasolio
Self
Servito
Tabella 7 - Riferimenti
Dal
Benzina
Gasolio
“Prezzo Italia” del 14/11
- con imposte
- al netto di accisa e IVA
- accisa
- Iva
Quotazione Cif Med del 15/11
Indicazioni per il 17/11
1.473,90
479,71
728,40
265,79
323,50
+6
1.323,48
467,42
617,40
238,66
329,68
+ 12
Gpl
584,90
332,16
147,27
105,47
—
—
Fonte: elaborazioni Staffetta su dati Osservaprezzi - ministero dello
Sviluppo economico, “prezzi Italia” e dati di mercato.
E’ vietata la copia, la riproduzione anche parziale o la diffusione con qualsiasi mezzo del presente documento.
© RIP Srl – Tutti i diritti riservati Legge n°663 del 22/4/1941. Protezione del diritto d’autore ed altri diritti connessi al suo esercizio.
1,477
Benzina
Self
Servito
08/05/16
Gasolio
Pompe Bianche
Self
Servito
14/12
Benzina
Compagnie
Self
Servito
14/12
Media
Self
Servito
DAY 2
FOCUS
Illegalità, le novità del decreto fiscale
e della legge di bilancio
Prima illustrazione a caldo da parte dell’avv. Bonaventura Sorrentino dello studio legale Sorrentino
Pasca Toma delle misure di contrasto all’illegalità nel mercato dei prodotti petroliferi introdotte dal
Governo nel decreto fiscale e nel disegno di legge di bilancio sulla base di quanto messo a punto
DAY 3
dal tavolo istituito a fine giugno presso il ministero dell’Economia e delle Finanze e presieduto
dal sottosegretario Paola De Micheli. Un insieme di norme in attesa di approvazione da parte del
Parlamento che se da una parte vanno incontro alle attese degli operatori del settore dall’altra non
mancano di suscitare preoccupazioni e perplessità circa la loro applicazione che non sarà semplice
né immediata e la loro efficacia pratica. In alcuni casi c’è inoltre il rischio di introdurre obblighi
che potrebbero di danneggiare anche gli operatori onesti come già messo in evidenza dallo stesso
Sorrentino nelle settimane scorse. Da qui la necessità di molti chiarimenti.
Talune disposizioni del disegno di legge del Bilancio 2017,
emanate specificamente per la lotta alla evasione fiscale, nel
settore energetico ed il contenuto dell’articolo 4 del decreto
legge del 22 ottobre 2016 n. 193, con le stesse finalità ma di
più ampia portata, sono la risposta del legislatore ad un fenomeno oramai dilagante di illegalità.
Il Dl fiscale. Partiamo dall’ultimo provvedimento, pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 249 del 24 ottobre, rubricato “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di
esigenze indifferibili”. Trattasi di un DL fiscale, che accompagna il disegno di legge di bilancio per il 2017; una disposizione normativa che, all’art 4, riporta “Disposizioni recanti
misure per il recupero della evasione”. La norma sostituisce
l’articolo 21 del decreto legge 31 maggio 2010 n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio, n. 122, in materia di comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute.
Non si è in presenza di uno specifico riferimento o di una distinta
regolamentazione destinata al settore petrolifero, ma trattasi di
una norma che si rivolge alla operatività fiscale di tutti gli imprenditori.
Ciò non toglie incisività al provvedimento, seppure considerazioni vanno fatte sugli oneri finanziari per la sua applicazione,
non di poco conto, che andranno a colpire indistintamente tutti gli operatori, compresi quelli virtuosi.
L’articolo 4 richiamato dispone un “giro di vite” per talune
forme di evasione fiscale con la riduzione del termine tra il
momento dichiarativo ed il recupero della eventuale maggiore
imposta sul valore aggiunto dovuta e non versata dal contribuente sulla base delle liquidazioni periodiche.
La norma prevede la trasmissione alla Agenzia delle Entrate,
entro l’ultimo giorno del secondo mese successivo ad ogni
trimestre, dei dati relativi alle fatture emesse nel trimestre di
riferimento e quelli relativi alle fatture ricevute e registrate,
comprese le bollette doganali.
6
Con specifico riferimento alle fatture passive, da trasmettere
nel trimestre, esse dovranno ricomprendere esclusivamente i documenti annotati nel medesimo periodo nel registro acquisti.
Di conseguenza la ricezione di una fattura passiva determina
l’obbligo di comunicare i relativi dati nel trimestre di registrazione e non in quello di ricevimento.
I dati da comunicare sono ovviamente quelli identificativi dei soggetti coinvolti, della merce, della tipologia della operazione. dell’
aliquota e della relativa imposta. In una seconda comunicazione
vanno indicati i dati delle liquidazioni periodiche IVA.
Sono previste sanzioni per omessa od errata trasmissione dei
dati di ogni fattura pari a 25 euro fino ad un massimo di 25
mila euro; così come, per l omessa, incompleta od infedele
comunicazione delle liquidazioni periodiche una sanzione da
5mila a 50mila euro.
Prescindendo da considerazioni di merito sulla reale efficacia del
provvedimento rispetto ai fini che esso si propone, va forse considerato che gran parte dei sistemi di operatività in frode alla
legge e finalizzati alla evasione fiscale nel settore petrolifero, con
particolare riferimento a quello dei lubrificanti, si accompagnano non tanto ad una omessa fatturazione o registrazione dei
documenti fiscali, quanto al falso ideologico.
Infatti, nella maggior parte dei casi di operazioni fraudolenti, la
fattura, formalmente corretta, indica prodotti diversi da quelli
effettivamente ceduti o trasportati.
Il contenuto del documento, non risulta ne’ contraffatto ne’
alterato, ma reca dichiarazioni non veritiere con riferimento
al prodotto od al luogo di destinazione oppure addirittura al
prezzo od all’imposta riportata.
Da verificare l’efficacia della norma con riferimento alla documentazione fiscale di supporto a reati in materia di contraffazione del prodotto.
La legge di bilancio. Ma ancor più indiscriminatamente onerosi, per gran parte degli imprenditori del settore, sembrerebbero
gli effetti della applicazione di talune disposizioni dell’articolo
67, in materia di misure anti elusive e di contrasto all’evasione,
della legge di Bilancio 2017.
Il primo comma, lettera a) dell’articolo 67, aggiunge, all’articolo 6, comma 15, del Testo Unico Accise, in materia di “
Circolazione in regime sospensivo di prodotti sottoposti sa
Accisa “, il comma 15 bis, stabilendo che le autobotti e le
bettoline utilizzate per il trasporto di prodotti sottoposti ad
accisa in regime sospensivo dovranno essere munite di sistemi
di tracciamento della posizione e di misurazione delle quantità
scaricate; i termini e le modalità di applicazione di tale disposizione dovranno essere stabiliti dal Direttore dell’Agenzia delle
dogane e dei Monopoli.
Un provvedimento che detta un obbligo, con riserva sulle modalità
di esecuzione, finalizzato a contrastare, con appositi strumenti, due
tra i comportamenti tipicamente praticati dagli evasori: la diversa
percorrenza del trasporto rispetto a quanto riportato sui documenti
fiscali e di accompagnamento della merce e la misurazione di quantità di prodotto formalmente scaricato difforme, per difetto, rispetto
a quello realmente ceduto, garantendosi merce destinata al mercato
illegale.Sostanzialmente un tentativo da parte del legislatore di controllo serrato, nell’ambito della filiera di distribuzione dei prodotti ad
imposta sospesa, attraverso sistemi di tracciamento per le autobotti
e le bettoline impiegata per il trasporto, da realizzare introducendo
una piattaforma di controllo della circolazione.
Il primo comma dell’articolo 67, alla lettera b, aggiunge un
capoverso all’art.8, comma 1, del T.U.A. in materia di destinatario registrato, soggetto obbligato d’imposta, a cui viene
consentito di ricevere e detenere prodotti sottoposti ad accise
in regime sospensivo (come al depositario autorizzato).
In sintesi, considerando che lo status di destinatario registrato
viene riconosciuto anche a soggetti titolari di depositi commerciali di prodotti ad imposta assolta, il legislatore ha voluto dettare le condizioni per il rilascio della autorizzazione a prevedere la
separata detenzione e contabilizzazione di prodotti ubicati nello
stesso impianto ma con due posizioni fiscali: quelli in regime
sospensivo e quelli assoggettati ad accise.
Promiscuità che notoriamente, per le tipologie in cui era consentita, ha spesso generato forme di evasione e sistemi di illegalità
fiscale, che una diversa gestione dovrebbe scongiurare.
Il primo comma dell’articolo 67, alla lettera c, aggiunge un periodo all’articolo 12, comma 1, del Testo Unico Accise, in materia di deposito dei prodotti assoggettati ad accisa estendendo alle autobotti ed alle bettoline per il trasporto di prodotti
assoggettati ad accisa le disposizioni dell’ articolo 6, comma
15 bis, innanzi riportate.
Sostanzialmente, da una interpretazione letterale della norma, si evince che è previsto per tutti i soggetti depositari dei
prodotti assoggettati ad accisa, di dotarsi di sistemi di tracciamento finalizzati ad introdurre una piattaforma di controllo della
circolazione di prodotti ad alta pericolosità fiscale.
Il primo comma dell’ articolo 67, alla lettera d, prevede una modifica all’articolo 18 del T.U.A., rubricato “ Poteri e controlli “.
7
Una modifica che sembrerebbe richiedere ulteriori chiarimenti
nella sua applicazione; nel senso che una interpretazione letterale ed estensiva della norma potrebbe incidere sensibilmente
nei confronti e sui bilanci dei soggetti esercenti impianti di distri-
buzione di carburanti e depositi commerciali ad imposta assolti,
protagonisti minori nella filiera commerciale.
DAY 2
Si tratta dunque di una previsione che estenderebbe le potestà
della Amministrazione Finanziaria anche nei confronti dei soggetti esercenti impianti di distribuzione carburanti e depositi
fiscali ad imposta assolti.
DAY 3
Nel merito l’articolo 18, nella sua stesura originaria, prevede, come
principio, che l’Amministrazione Finanziaria esplica le incombenze
necessarie per assicurare la gestione dei tributi riportati nel Testo
Unico Accise; la norma prosegue stabilendo che negli impianti gestiti in regime di deposito fiscale e presso i destinatari registrati,
(nella nuova stesura: nonche’ presso gli altri impianti soggetti a
denuncia) l’Amministrazione può applicare agli apparecchi ed ai
meccanismi bolli e suggelli ed ordinare, a spese del depositario autorizzato o del destinatario registrato (nella nuova stesura: ovvero
degli altri soggetti obbligati alla denuncia), l’attrazione delle opere
e delle misure necessarie per la tutela degli interessi fiscali, ivi compresa la istallazione di strumenti di misura.
La norma lascia ampio spazio alla Amministrazione finanziaria consentendogli “...l’attuazione delle opere e delle misure
necessarie per la tutela degli interessi fiscali “, e sembrerebbe,
con la recente integrazione, estendere l’obbligo delle nuove
previsioni strumentali di tutela antievasione anche ai soggetti
esercenti impianti di distribuzione carburanti ed ai depositi fiscali ad imposta assolti.
In sintesi il combinato disposto del nuovo articolo 6, comma 15
bis e del nuovo articolo 18 comma 1, potrebbe colpire pesantemente, per gli aspetti finanziari e di costi a conto economico,
anche i soggetti esercenti impianti di distribuzione carburanti
ed i depositi fiscali ad imposta assolta. Un impatto rilevante per
l’economia aziendale, che andrebbe a colpire indistintamente
anche piccoli operatori, magari virtuosi.
Qualche perplessità. Una considerazione che lascia qualche
perplessità derivante da uno squilibrio sulla incisività dei provvedimenti, per una forma di disattenzione del legislatore nel
perimetrare la loro destinazione, in un nesso di causa ed effetti
in taluni casi sproporzionato.
Il primo comma dell’articolo 67, alla lettera e), sostituisce l’articolo 23 del decreto legislativo 26 ottobre 1995 n. 504, in
materia di depositi fiscali di prodotti energetici.
Tale nuova stesura è orientata, così come riportato nella stessa
relazione illustrativa, a coniugare il contenuto alla disciplina
amministrativa degli impianti di produzione e stoccaggio dei
prodotti di cui alla legge n.35 del 2012 oltre che ad introdurre
i requisiti soggettivi al rilascio della autorizzazione o licenza
fiscale, rideterminando i vigenti requisiti oggettivi.
In sostanza la norma stabilisce che lo status di deposito fiscale è
consentito per le raffinerie e per gli altri stabilimenti di produzione
di prodotti energetici in presenza delle seguenti condizioni:
a) i prodotti energetici per i quali Testo Unico Accise prevede
uno specifico livello di tassazione;
b) i restanti prodotti energetici qualora destinati ad essere impiegati come carburanti o combustibili;
c) qualsiasi altro prodotto destinato ad essere utilizzato come
carburante o qualsiasi altro idrocarburo destinato ad essere
utilizzato come combustibile.
per uno dei reati innanzi indicati, l’autorizzazione possa essere
sospesa dalla Autorità Giudiziaria anche su richiesta della AgenDAY 2
zia delle Dogane e dei Monopoli nei confronti del depositario
autorizzato per il quale sia stato emesso decreto che disponga il
giudizio per reati di natura tributaria, finanziaria e fallimentare.
In ogni caso permane l’obbligo di detenere una licenza fiscale.
Sospensione prevista dal disposto normativo su iniziativa della
3
Agenzia delle Dogane anche nel caso di pronuncia neiDAY
confronti del depositario di sentenza di condanna non definitiva,
con l’applicazione della pena della reclusione fino alla emissione della sentenza irrevocabile.
I commi tre e quattro del nuovo articolo 23 del T.U.A. regolamentano i casi in cui può essere autorizzata la gestione in regime di deposito fiscale richiedendo effettive necessità operative e di approvvigionamento dell’impianto, con riferimento ai depositi commerciali
di gas di petrolio liquefatti di capacità non inferiore a 400 metri cubi
e per i depositi commerciali di altri prodotti energetici di capacità
non inferiore a 10.000 metri cubi.
La gestione in regime di deposito fiscale può essere, altresì, autorizzata per i depositi commerciali di gas di petrolio liquefatti di capacità inferiore a 400 metri cubi e, per i depositi commerciali di
altri prodotti energetici di capacita’ inferiore a 10.000 metri cubi
quando, oltre ai presupposti innanzi riportati, ricorra almeno una
delle seguenti condizioni: il deposito effettui forniture di prodotto in esenzione da accisa o ad accisa agevolata o trasferimento di
prodotti energetici in regime sospensivo verso Paesi dell’Unione
europea ovvero esportazioni verso Paesi extra U.E., in misura complessiva pari ad almeno il 30 per cento del totale delle estrazioni di
un biennio; una ulteriore condizione e’ che il deposito sia propaggine di un deposito fiscale ubicato nelle immediate vicinanze appartenente allo stesso gruppo societario o, se di diversa titolarità, sia
stabilmente destinato ad operare al servizio del predetto deposito.
Il legislatore ha voluto, al comma sei dell’articolo 23, regolamentare in maniera più articolata e stringente i casi in cui può
essere negata l’autorizzazione, prevedendone il rigetto per
quei soggetti nei cui confronti, nel quinquennio precedente la
richiesta sia stata pronunciata sentenza irrevocabile di condanna ai sensi dell’articolo 648 del codice di procedura penale, ovvero sentenza definitiva di applicazione della pena su richiesta,
ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, per
reati di natura tributaria, finanziaria e fallimentare e per i delitti
non colposi contro la pubblica amministrazione, contro l’ordine pubblico, contro l’ambiente, contro l’economia pubblica,
l’industria ed il commercio, contro il patrimonio, per i quali sia
prevista la pena della reclusione.
L’autorizzazione è negata anche ai soggetti nei confronti dei
quali siano in corso procedure concorsuali o siano state definite nell’ultimo quinquennio, nonché ai soggetti che abbiano
commesso violazioni gravi e ripetute, per loro natura od entità,
alle disposizioni che disciplinano l’accusa, l’imposta sul valore
aggiunto e i tributi doganali, in relazione alle quali sono state
contestate sanzioni amministrative nell’ultimo quinquennio.
L’istruttoria per il rilascio della autorizzazione, secondo il disposto del settimo comma dell’articolo in esame, e’ sospesa fino
al passaggio in giudicato della sentenza conclusiva del procedimento penale.
8
La norma prevede inoltre che qualora, nei confronti del soggetto istante sia stato emesso decreto che dispone il giudizio
Con specifico riferimento alla licenza per l’esercizio dell’impianto, essa è negata, sospesa o revocata allorchè ricorrano le
stesse condizioni sanzionatorie innanzi richiamate.
Il legislatore ha ritenuto opportuno chiarire che, nel caso di persone giuridiche e di società, l’autorizzazione e la licenza sono
negate, revocate o sospese allorché le situazioni innanzi riportate ricorrano in capo a persone che ne rivestano funzione di rappresentanza, di amministrazione o di direzione nonché a persone che ne esercitano, anche di fatto, la gestione ed il controllo.
Uno sforzo legislativo, quest’ultimo, tanto articolato e compiuto quanto, nella concretezza di una sua applicazione, probabilmente poco efficace, considerando che difficilmente, chi
(persona fisica o giuridica) si trova coinvolto in una delle situazioni penalmente rilevanti innanzi enunciate considerate discriminanti per l’ottenimento della autorizzazione, inoltra una
successiva e nuova richiesta con identica compagine sociale
oppure utilizzando la stessa persona fisica o giuridica.
Rimanendo nei termini delle modalità di controllo da parte della
Amministrazione Finanziaria, il comma 13 prevede per il controllo
della produzione, della trasformazione, del trasferimento e dell’impiego dei prodotti energetici, che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli possa prescrivere l’installazione di strumenti ed apparecchiature per la misura ed il campionamento delle materie prime, dei
prodotti semilavorati e finiti; può altresì adottare sistemi di verifica e
di controllo con l’impiego di tecniche telematiche ed informatiche.
La totale genericità ed ampiezza di applicabilità del provvedimento nelle diverse fasi della filiera, così come la discrezionalità
della Amministrazione Finanziaria sulla prescrizione lasciano spazio a perplessità e spunti di criticità già espressi in precedenza.
Da ultimo, al fine di evitare promiscuità nella detenzione di
merce, che potrebbe favorire forme di illegalità, il legislatore ha
previsto che nei recinti dei depositi fiscali non possano essere
detenuti prodotti energetici ad imposta assolta, eccetto quelli
strettamente necessari per il funzionamento degli impianti, la
cui quantità e qualità è stabilità dal competente ufficio della
Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Sulla decorrenza del provvedimento, va chiarito che per i depositi commerciali gestiti in regime di deposito fiscale, le disposizioni del nuovo articolo 23, comma 4 del T.U.A., hanno effetto
a decorrere dal terzo anno successivo a quello di entrata in
vigore del provvedimento.
Dossier prezzi
Perché il prezzo
del metano auto
non scende
to costa 0,939 euro/kg, mentre il metano compresso costa in
media 0,975 euro/kg. È singolare che il gas liquefatto (con le
DAY 2
conseguenti spese di liquefazione e refrigerazione) sia inferiore a quello compresso. Sicuramente dipende dal fatto che c’è
una spinta “politica” per il Gnl. Ma anche al netto dello sconto
“politico”, a quanto pare il Gnl per autotrazione, pur arrivando
in Italia da Marsiglia, da Barcellona o dall’Olanda, e pur dovenDAY 3
do quindi sopportare un costo di trasporto che è intorno ai 25
centesimi al chilo, riesce comunque a essere competitivo con il
metano compresso.
A quanto pare di capire, il punto è che attualmente i margini
per i distributori di metano compresso sono abbastanza ampi:
a fronte di un calo del prezzo europeo di riferimento del gas
del 36% (grafico 2), nell’ultimo anno il prezzo del metano
alla pompa è sceso dell’1,1% (grafico 1). È vero che i prezzi
alla pompa non seguono “in tempo reale” l’andamento dei
mercati internazionali, ma certo il disallineamento è notevole. Tanto più se consideriamo che l’accisa sul metano auto
è praticamente a zero. Una situazione in cui gioca un ruolo
centrale il fatto che nel mercato del metano la concorrenza
non ha inciso come successo invece per i carburanti liquidi e il
(G.M.)
Gpl (grafici 3 e 4).
Un’analisi dell’andamento dei prezzi internazionali e
di quelli alla pompa
Fino a qualche tempo fa, quando ancora il petrolio viaggiava intorno ai cento dollari al barile, le
fluttuazioni dei prezzi alla pompa erano accompagnate da polemiche puntuali quanto spesso pretestuose sulla “doppia velocità”: quando il barile sale, il
prezzo della benzina si adegua istantaneamente, mentre
quando il greggio scende il ribasso alla pompa è molto più
lento. Un argomento di sicura presa sull’opinione pubblica, perché riguarda tutti, perché individua un cattivo “credibile” (il petroliere) e perché è difficile da dimostrare (e
da smentire).
Un argomento che invece è facilmente dimostrabile per quanto
riguarda il metano auto. Partiamo da un esempio: nel punto
vendita Eni di Pontedera, il secondo del Cane a sei zampe a
vendere Gnl dopo quello di Piacenza, il gas naturale liquefat-
1 -­‐ Prezzo 1 -­‐ Prezzo alla paompa lla pompa del mdetano el metano 2 - Andamento prezzi spot gas sul Psv
20
20
18
16
12
14/11/16 Pompe bianche 6
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14/05/16 14/07/16 /MWh
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14/04/16 14/06/16 14/03/16 14/05/16 Eni Eni m
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400 14/09/16 14/08/16 14/11/16 0,62 14/07/16 14/10/16 14/06/16 14/09/16 14/05/16 14/08/16 Pompe bianche Butano NEWS
Le notizie degli ultimi 15 giorni*
Società e associazioni
Eni, si estende l’accordo con DHL
Sarà allargata a tutto il territorio nazionale l’iniziativa
di collaborazione tra Eni e DHL per la messa a disposizione dei servizi di gestione della corrispondenza
del corriere espresso sui punti vendita carburanti del
cane a sei zampe.
Nel primo semestre 2016 DHL ed Eni hanno effettuato un test pilota su 50 punti vendita che ha dato
esito positivo e quindi si sta estendendo l’esperienza su scala nazionale.
Il gestore che offrirà il servizio DHL percepirà un euro per
ogni pacco che il cliente verrà a ritirare sul punto vendita e un
euro più il 13% del costo di spedizione per ogni pacco che il
cliente verrà a spedire sul punto vendita.
DHL selezionerà i punti vendita più adatti al business, che
dovranno essere localizzati nei grandi centri urbani, preferibilmente nelle aree ad elevato scorrimento-pedonabilità e
dove è presente un Eni café. (24/10)
Rete carburanti, Enercoop sbarca in Toscana
Apre il primo distributore di benzina Enercoop della Toscana,
un impianto “a marchio” situato nelle immediate vicinanze
del punto vendita Ipercoop e nel Centro Commerciale Maremà. L’impianto Enercoop, si legge in una nota, eroga benzina e gasolio in modalità self service 24h su 24h (4 isole di
erogazione) e Gpl con personale di servizio in orario 7 - 19.30
(2 isole centrali con pistole anche per benzina e gasolio).
Coop acquista il prodotto da una società controllata dalle
Cooperative stesse, Energya spa, che lavora esclusivamente
con le principali compagnie petrolifere italiane puntando su
prodotti di qualità e controllati. La società di gestione degli
impianti è invece Enercoop Tirreno srl (100 % di Unicoop
Tirreno) Grazie agli elevati volumi movimentati, prosegue il
comunicato, Energya riesce a strappare buone condizioni di
mercato assolutamente in linea con i prezzi praticati dalle
compagnie stesse sui propri impianti.
La politica dei prezzi di Enercoop è prima di tutto orientata
a riconoscere i maggiori vantaggi ai soci Coop (riceveranno
uno sconto aggiuntivo di 1 centesimo al litro).
Nel nuovo impianto sono impiegate 4 persone (con una
presenza continuativa dalle 7 alle 19.30) che già operavano nel settore perché gestori o addetti di impianti di
distribuzione esistenti.
Salgono così a 28 i punti vendita Enercoop in funzione, mentre a fine novembre è prevista l’apertura del 29simo a Reggio
Emilia. (28/10)
Eni: trimestre ancora in rosso, pesano
Val d’Agri, Saipem e prezzo del greggio
10
Il prezzo del petrolio ancora depresso, lo stop alla produzione in Val d’Agri, la svalutazione della partecipazione Saipem.
Questi i tre elementi che hanno portato in rosso anche il terzo
DAY 2
trimestre dell’anno per Eni. La perdita netta è pari a 0,56 miliardi, mentre quella adjusted è di 0,48 miliardi. Nei nove mesi
il risultato netto è in rosso per 1,39 miliardi e quello adjusted
per 0,80 miliardi.
DAY 3
Nel terzo trimestre, si legge nella nota diffusa questa mattina
dal gruppo, l’utile operativo adjusted è stato pari a 0,26 miliardi di euro, in contrazione del 66% “a causa principalmente del minore risultato della E&P” (esplorazione e produzione,
in calo del 30%) “che riflette il continuo downturn dei prezzi delle commodity energetiche (-9% il calo del riferimento
Brent, -29% il prezzo di realizzo del gas) e l’impatto della
fermata produttiva in Val d’Agri, riavviata a metà agosto, i
cui effetti sono stati attenuati dalla crescita delle produzioni
in altre aree, dai recuperi di efficienza e dalla riduzione della
base costi”. (28/10)
Retitalia, perfezionata acquisizione
impianti Esso
Giovedì 13 ottobre Retitalia ed Esso hanno sottoscritto il closing dell’operazione di acquisto da parte di Retitalia del ramo
d’azienda di punti vendita Esso nelle province di Trento, Bolzano e Verona. L’operazione, annunciata lo scorso giugno,
conferma la partnership tra le due aziende e, si legge in una
nota Retitalia, “è l’espressione di un nuovo modello nell’ambito della distribuzione dei carburanti”. Continua dunque,
conclude la nota, “il processo di rafforzamento e consolidamento di Retitalia spa”. (3/11)
Gara Buoni acquisto, Consip pubblica
documento di consultazione
Consip ha pubblicato in data 2 novembre il documento di
consultazione del mercato ai fini del lancio della gara per la
fornitura di carburanti da autotrazione mediante buoni acquisto per le pubbliche amministrazioni n. 7.
Il documento di consultazione del mercato ha l’obiettivo
di garantire la massima pubblicità alle iniziative per assicurare la più ampia diffusione delle informazioni; ottenere la
più proficua partecipazione da parte dei soggetti interessati; pubblicizzare al meglio le caratteristiche qualitative e
tecniche dei beni e servizi oggetto di analisi; ricevere, da
parte dei soggetti interessati, osservazioni e suggerimenti
per una più compiuta conoscenza del mercato. Consip invita gli operatori a fornire il loro contributo compilando un
questionario e inviandolo entro 15 giorni (dal 2 novembre)
all’indirizzo e-mail [email protected] oppure via fax al
numero 06.85.449.284.
Il testo del documento è disponibile in allegato sul sito della
Staffetta. (4/11)
Gestori-UP, sul contratto confronto
“a buon punto”
Il confronto sulle nuove tipologie di contratto, in particolare
sul contratto di commissione, è “positivo e a buon punto ma
necessita di ulteriori approfondimenti” e rischia di essere frenato dagli “atteggiamenti illegittimi di alcuni associati UP”.
È quanto si legge in una nota delle tre sigle dei gestori Faib
Fegica e Figisc diffusa oggi a valle dell’incontro con il direttore generale del ministero dello Sviluppo economico Gilberto
Dialuce, convocato per affrontare il nodo autostrade ma allargatosi a tutti i problemi della rete carburanti.
Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno denunciato i “comportamenti scorretti” delle compagnie nei confronti dei gestori e
“la chiara assenza istituzionale di chi quelle regole dovrebbe
far rispettare”, un Governo “disattento e distratto, se non
complice, che consente il crescere di pratiche illegali a 360
gradi, da quelle tipiche dello sfruttamento dei lavoratori e del
lavoro, spacciato per autonomo, ma del tutto assimilabile alle
pratiche del caporalato, a quello che trova una sintesi perfetta nella giungla impenetrabile dei prezzi”.
Faib, Fegica e Figisc hanno nuovamente sollecitato il Mise
ad aprire il Tavolo della vertenza collettiva nei confronti della Tamoil, e il ministero ha assicurato nuovi interventi verso
la compagnia libica. Allo stesso modo le associazioni hanno
evidenziato che se una parte consistente della rete è ormai in
mano ai retisti privati, non si può consentire a questa metà
del mercato di evadere la normativa speciale di settore determinata dalla 32/98 e dalla 57/2001 e 27/2012, ricorrendo a
pratiche one to one.
Quanto alle nuove forme contrattuali, Faib, Fegica e Figisc/
Anisa hanno “illustrato il lavoro svolto e denunciato le fughe
in avanti di alcune petrolifere. Il confronto in atto con UP è
positivo e a buon punto, ma necessita di ulteriori approfondimenti; gli atteggiamenti di qualcuno degli associati ad UP,
tuttavia, sono illegittimi e concorrono a frenare il confronto,
andando a realizzare un vantaggio competitivo verso le aree
di servizio in autostrada”.
Sulla questione della ristrutturazione della rete, prosegue
la nota, è stata riconosciuta l’assoluta inadeguatezza del
processo legislativo, ancora fermo al Senato, sottolineando
come al momento non vi siano alternative all’attuale iter che
ha già avuto un primo via libera dalla Camera e dalle apposite
Commissioni Parlamentari del Senato.
Sulla questione autostrada, i presidenti di Faib Autostrade,
Anisa e Fegica hanno posto l’attenzione sui nodi tuttora irrisolti degli indennizzi dei gestori in uscita, della continuità
gestionale e della gestione dei convenience store. Le organizzazioni dei gestori autostradali hanno invitato il Mise, di
concerto con il Mit, a richiamare affidatari e concessionari
alle prescrizioni contenute nel decreto interministeriale del 7
agosto 2015. (8/11)
Snam, una nuova società per il Gnc
11
“Per attuare l’investimento di 200 milioni di euro che abbiamo annunciato in occasione dell’accordo con Fca e Iveco
costituiremo una nuova società dedicata e slegata da Snam,
che dia uno stimolo al settore”. L’annuncio lo ha fatto Andrea
Stegher, senior vice president Corporate Strategy di Snam,
intervenendo al convegno “Il gas naturale per un futuro sostenibile. Un’opportunità per i trasporti italiani”, organizzato
dall’istituto per la competitività I-Com e da Anigas e svoltosi
questa mattina a Roma.
DAY 2
La destinazione degli investimento è ancora da definire, ma
secondo Stegher la discesa in campo di Snam “potrebbe
servire anche a far scendere i prezzi. Perché il prezzo non è
sceso?”, ha detto Stegher citando un articolo della Staffetta.
“Certo nel settore ci vuole un po’ più di competizione,
DAY 3ci
vuole uno stimolo per un settore che è fermo da un po’ da
questo punto di vista”.
Intanto Snam sta già parlando con le compagnie petrolifere:
“stiamo discutendo di contratti con grandi distributori di carburanti”, ha aggiunto Stegher.
“Snam - ha premesso - è un operatore infrastrutturale e resterà tale, non andiamo a occuparci della commodity”. (10/11)
Numeri e prezzi
Carburanti, la quota di mercato Eni
torna a salire
Dopo quattro anni di cali praticamente ininterrotti, nel terzo
trimestre del 2016 la quota di mercato Eni nella distribuzione carburanti è tornata a salire. Le vendite sulla rete in Italia
si sono attestate a 1,59 milioni di tonnellate del trimestre
(4,46 milioni di tonnellate nei nove mesi). Si interrompe così,
sottolinea Eni in una nota, “il trend discendente dopo anni
di calo e in un contesto di forte pressione competitiva”. La
quota di mercato del trimestre si è attestata al 24,8% (24,6%
nel terzo trimestre 2015, 24,2% nel secondo trimestre del
2016). In aumento le vendite sulla rete di proprietà e su quella convenzionata, che compensano la riduzione dei volumi
sul segmento autostradale. (28/10)
Staffetta rete, la doppia velocità del metano
Ci occupiamo questa settimana dei prezzi del metano auto.
Nel momento di massima spinta di quello che ormai si può
chiamare il piano nazionale sul metano (tra direttiva Dafi, tavolo Tiscar, patto Snam-Fca-Iveco), è importante avere chiari
tutti i termini della questione. oltre agli scenari sulla domanda
e l’offerta, sui costi delle tecnologie, sui tempi per avere a disposizione le infrastrutture necessarie, anche quelli sui prezzi.
Nel punto vendita Eni di Pontedera, il secondo del Cane a sei
zampe dopo quello di Piacenza, il Gnl costa 0,939 euro/kg.
Oggi in media nazionale il metano compresso costa 0,975
euro/kg.
Sicuramente il prezzo del Gnl è anche “politico”, in modo da
dare una spinta al nuovo prodotto. Eppure, ascoltando le voci
degli operatori, il Gnl per autotrazione, pur arrivando in Italia da Marsiglia, da Barcellona o dall’Olanda, e pur dovendo
quindi sopportare un costo di trasporto che è intorno ai 25
centesimi al chilo, riesce comunque a essere competitivo con
il metano compresso.
Il punto, a quanto pare di capire, è che attualmente i margini
per i distributori di metano compresso sono abbastanza ampi:
a fronte di un calo del prezzo europeo di riferimento del gas
del 36%, nell’ultimo anno il prezzo del metano alla pompa è
sceso dell’1,1%. È vero che i prezzi alla pompa non seguono
“in tempo reale” l’andamento dei mercati internazionali, ma
certo il disallineamento è notevole. Tanto più se consideriamo
che l’accisa sul metano auto è praticamente a zero.
Insomma, la competitività del Gnl va misurata anche rispetto
alla realtà di un mercato del metano auto in cui la concorrenza non ha inciso come successo invece per i carburanti liquidi
e il Gpl. (26/10)
Accise e Iva, nel 2015 recuperati
330 mln evasi
Negli scambi intracomunitari del 2015 ci sono stati almeno
332 milioni di euro di evasione sulle accise e l’Iva dei prodotti energetici, di cui 70 milioni 477mila ascrivibili ai soli oli
minerali. Il dato emerge dalla relazione annuale “Sull’attività svolta dal Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea” comunicata alla presidenza del
Senato lo scorso 17 ottobre. I dati, forniti dall’Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli, si riferiscono all’anno scorso, e oltre a dare una panoramica generale sulle frodi offrono nel
dettaglio il quadro che riguarda accise e Iva. Per quanto riguarda gli oli minerali, sono state riscontrate 1.270 irregolarità, con un’evasione per le sole accise di circa 60 mln euro.
Significative anche le frodi nel settore dell’energia elettrica,
con oltre un migliaio di casi per un’evasione complessiva di
35 mln 757 mila euro. Il gas metano, nonostante il numero
più esiguo di schede di irregolarità – 445 - viaggia comunque su quasi 28 miln di euro. Anche gli oli lubrificanti hanno
una piccola parte nella somma complessiva, 110 irregolarità
riscontrate, per una somma di 8 mln 187 mila euro.
“Sarà dato ulteriore impulso al contrasto di talune fenomenologie fraudolente che interessano il settore della distribuzione dei carburanti”, scrive il Colaf, che nel documento
si impegna a contrastare ulteriormente le frodi per quanto
riguarda l’illecita immissione in consumo di “ingenti” quantitativi di prodotti energetici, “costituiti da miscele di gasolio e oli di diversa natura, anche vegetale, che, dopo essere
stati introdotti in Italia dai Paesi dell’Est Europa, vengono
destinati, in totale evasione di imposta, a finalità di autotrazione”; la presentazione di fittizie dichiarazioni di intento
“da parte di soggetti economici che, dopo aver acquistato
grossi quantitativi di carburanti in esenzione di Iva, cedono
successivamente il prodotto, sul territorio nazionale, a prezzi più che concorrenziali”, e, infine, le “frodi doganali”, che
il comitato si impegna a contrastare mediante piani di intervento coordinati a livello locale e indagini di polizia giudiziaria, “con maggiore attenzione ai fenomeni di sotto-fatturazione all’importazione, alle false dichiarazioni d’origine delle
merci importate volte a eludere i dazi antidumping”. (31/10)
Staffetta rete, Eni inverte la rotta
12
I prezzi dei carburanti sono ai massimi dell’anno. Visto però
lo scivolone registrato negli ultimi due giorni dal Platts (e
visto che le scommesse sul ribasso del greggio sovrastano
quelle al rialzo), dovrebbe trattarsi di un picco che non sarà
di nuovo superato a breve.
La notizia della settimana è sicuramente l’inversione di rotta
della quota di mercato Eni. dopo quindici trimestrali quasi
ininterrottamente in calo, il Cane a sei zampe è riuscito ad
allargare la propria fetta rispetto al terzo trimestre 2014.
Dietro l’inversione di tendenza (a parte la semplice osserDAY 2 i
vazione che “non può piovere per sempre”), ci sono forse
cambiamenti nella politica di prezzo (sempre maggiore aggressività sul self service), ma anche il fatto che, livellandosi
i prezzi, la differenza la fa l’affidabilità e riconoscibilità del
marchio. (2/11)
DAY 3
“Prezzi Italia”, benzina e diesel
ai massimi dell’anno
Non si ferma la crescita dei “prezzi Italia” dei carburanti e del
risca in atto dall’inizio di ottobre. Con la benzina e il diesel
che lunedì hanno toccato i nuovi massimi dell’anno, mentre
il denso ha chiuso in calo. Sulla rete, al netto di accisa e Iva,
il 31 ottobre la benzina è salita di altri 6,24 € per mille litri
(+1,27%) a 496,86 (nuovo picco dell’anno), il diesel di 4,13
€ (+0,87%) a 481,39 (nuovo picco dell’anno) e il gpl auto di
0,51 € (+0,16%) a 318,43. Sull’extra-rete, mentre il gasolio
riscaldamento è salito di 0,44 € per mille litri (+0,08%) a
544,32, il fluido è sceso di 0,75 € per mille chili (-0,14%)
a 548,77 e il denso Btz di 4,76 € per mille litri (-1,42%) a
331,50. Al consumo e al lordo delle imposte, lunedì il “prezzo Italia” self della benzina ha superato 1,49 €/litro e quello
del gasolio auto 1,34.
Facendo il confronto con l’ultima rilevazione di settembre, in
ottobre tutti i “prezzi Italia” chiudono in aumento: in testa il
denso, in coda il gpl. Sulla rete la benzina è salita, al netto di
accisa e Iva, di 35,18 € per mille litri (+7,6%), il gasolio auto
di 35,83 € (+8%) e il gpl auto di 5,16 (+1,6%). A sua volta
sull’extra-rete il gasolio riscaldamento è salito di 32,36 € per
mille litri (+6,3%), il fluido di 20,78 € per mille chili (+3,9%)
e il denso Btz di 31,02 € (+10,3%). (2/11)
Dossier carburanti, siamo a 127 marchi
Sale a 127 il numero dei marchi registrati all’Osservatorio
prezzi carburanti del ministero dello Sviluppo economico.
L’ultima aggiunta è di questa mattina: New Energy, un punto
vendita in Molise. (4/11)
Nuova versione app “Osservaprezzi”
per Android
È disponibile sull’apposito store una versione aggiornata
dell’App per smartphone “Osservaprezzi carburanti” per sistemi
operativi Android. Il ministero dello Sviluppo economico segnala che le modifiche tecniche apportate a quest’ultimo aggiornamento rendono l’App compatibile con versioni del sistema
operativo superiori alla 4.0 (diffusi in ogni caso al 98% dei dispositivi mobili). Pertanto chi avesse versioni anteriori del sistema
operativo potrà scaricare l’App solo previo aggiornamento del
proprio sistema operativo. Con l’occasione l’App è stata anche
aggiornata con tutti i nuovi loghi presenti sulla piattaforma ad
ottobre 2016. L’app è disponbile anche su iTunes. (8/11)
Margini carburanti, anche ottobre negativo
Sempre più giù le medie mensili dei margini sui carburanti
alla pompa. Dopo un settembre avaro, ma comunque in sa-
lita, nel mese di ottobre si torna a calare. La media mensile
dei margini sulla benzina è scesa di un millesimo a 0,133
euro/litro. Quella sul diesel è scivolata di 12 millesimi a 0,115.
Giù anche le medie mobili degli ultimi 12 mesi: quella della
benzina è scesa di un millesimo a 0,135 euro/litro; quella del
diesel ne ha persi tre scivolando a 0,130 euro/litro. Questo
nonostante nell’ultima rilevazione del mese ci sia stato un
sostanziale recupero, con il margine sulla benzina salito di
23 millesimi a 0,158 euro/litro e quello del gasolio di 26
millesimi a 0,139 euro/litro. Durante il mese di ottobre sono
aumentate sia le quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi sia i prezzi interni. Questi ultimi però sono saliti in
modo più graduale. (9/11)
zione del carburante sia diretta esclusivamente al serbatoio
dell’auto, avvalendosi appunto della lettura del sensore di
DAY 2
livello del serbatoio.
L’uso di pratiche scorrette determina la disattivazione del
dispositivo veicolare, nei primi casi ripristinabile ed infine
permanente.
La norma UNI 11647 va così a completare il quadro normaDAYl’e3
tivo a supporto della legislazione vigente, permettendo
rogazione in modalità fai-da-te del Gpl anche senza la presenza del personale presso il piazzale dell’impianto. (28/10)
Leggi e atti amministrativi
È partita qualche giorno fa e sta continuando a dispiegarsi
in questi giorni una grande operazione della Guardia di Finanza volta a identificare operatori, rivenditori e retisti, che si
sono approvvigionati sul mercato parallelo riconducibile alla
illegalità. L’obiettivo, come si legge in una comunicazione diramata da Assoindipendenti ai propri associati, è “verificare
l’esistenza di eventuali condizioni tali da giustificare l’incriminazione per ricettazione. L’operazione – prosegue la nota
– è già in corso in alcune aree del Nord e Centro e dovrebbe
svilupparsi su tutto il territorio nazionale.
Messa sul sito giovedì pomeriggio, la notizia ha avuto un altissimo indice di lettura. Giustamente, perché la minaccia di
essere denunciati e incriminati per ricettazione anziché per
incauto acquisto rappresenta un salto di qualità, e un grosso deterrente, nel contrasto all’illegalità nel mercato dei carburanti. Di effetto ben più immediato ed efficace, e tutto
sommato a costo zero, di quello complicato e costoso del
passaggio attraverso le modifiche al testo unico delle accise,
che è la strada imboccata con l’art. 67 introdotto nel disegno
di legge di Bilancio 2017 sulla scia delle conclusioni del tavolo
ministeriale. Un’operazione a largo raggio della Guardia di
Finanza che dovrebbe partire dal presupposto che nel corso
di precedenti controlli i soggetti indagati siano stati avvertiti
del rischio a cui si esponevano dal ritirare prodotti da soggetti
in odore di illegalità attivi appunto in un vero e proprio “mercato parallelo”. (10/11)
Gpl, via libera al self service non presidiato
13
Con l’approvazione, nelle ultime settimane, della norma tecnica Uni, si è completato il quadro legislativo e regolamentare
per l’avvio della distribuzione di Gpl auto in impianti self service non presidiati, e quindi aperti 24 ore su 24.
Dopo il via libera con il DL liberalizzazioni 1/2012 articolo
17, comma 10) e il decreto del Ministero dell’Interno del 31
marzo 2014 di modifica delle norme di prevenzione incendi
che ha dettato le specifiche tecniche per la costruzione e
l’esercizio degli impianti stradali, andavano ancora definite
le disposizioni tecniche per impedire il riempimento abusivo
delle bombole ad uso domestico, fenomeno che avrebbe
potuto amplificarsi negli impianti non presidiati in assenza
di un’opportuna regolamentazione.
Il decreto ministeriale prevede infatti che l’erogazione del
gas sia automaticamente interdetta da un apposito sistema
nel caso in cui la pistola di erogazione sia collegata ad una
bombola ad uso diverso da quello autotrazione.
Il compito di definire la regola è stato demandato all’UNICIG, che ha costituito un gruppo di lavoro composto da
esperti di tutta la filiera (titolari degli impianti carburanti,
costruttori di colonnine di distribuzione e fabbricanti di apparecchiature di alimentazione a gas).
Il gruppo ha esaminato una serie di tecnologie, prendendo
soprattutto spunto dai sistemi antifrode utilizzati negli impianti a servizio delle flotte aziendali.
Sono stati quindi individuati alcuni criteri di selezione, relativi principalmente alla sicurezza, alla semplicità d’utilizzo e all’efficacia, intesa soprattutto come capacità di antielusione del sistema, con l’obiettivo di garantire la certezza
del riempimento del serbatoio del veicolo abilitato al rifornimento self, e non di altro recipiente.
La scelta è ricaduta su un sistema piuttosto innovativo rispetto a quelli attualmente in uso in campi applicativi simili.
La norma, pubblicata in ottobre, prevede l’applicazione di
un microchip installato sul veicolo, recante i dati del veicolo
e degli utenti abilitati al rifornimento self, collegato al sensore di livello del serbatoio dell’auto e capace di dialogare
con il sistema di gestione della stazione.
La comunicazione tra veicolo e stazione, così come standardizzata dalla norma, assicura non solo il riconoscimento del
veicolo e degli automobilisti abilitati ma anche che l’eroga-
Illegalità, controlli della Gdf
sul “mercato parallelo”
Illegalità, maxi operazione in Sicilia
Un’indagine durata un anno, milioni di litri di carburanti “rubati” anche attraverso il gioco dei cali e delle temperature,
che ha portato questa mattina all’arresto di 15 persone e
alla denuncia di altre 65. L’operazione è stata condotta dalla
Polizia di Stato nelle province di Ragusa e Siracusa.
Le indagini della Squadra Mobile di Ragusa hanno avuto inizio dalla denuncia dell’amministratore delegato di un’impresa della provincia iblea che commercializza all’ingrosso prodotti petroliferi. Il socio, nonché amministratore dell’azienda,
denunciava il furto di oltre 1 milioni di litri di carburante annui, ammanchi, si legge nella nota della Polizia, che non gli
permettevano di poter mai contenere il prezzo del carburante
nelle centinaia di distributori da lui controllati, anche favore
dei clienti e nel contempo lo costringevano a licenziare alcuni
dipendenti a causa dei danni subiti.
La sottrazione del prodotto avveniva in questo modo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti: gli autisti delle autobotti, dipendenti di una delle aziende specializzate in trasporto
carburanti, dopo aver rifornito la cisterna presso la raffineria
Esso di Augusta si spostavano presso l’officina “Tir Service” o presso la società “Autolavaggio Industriale” per
camion. A questo punto mettevano in atto la sottrazione
con due metodi: o scaricavano il carburante che avevano
all’interno dei serbatoi dello stesso camion, ovvero quelli
che servono per alimentare il motore della motrice (i serbatoi contengono fino a 2.000 litri, quindi un ammanco di
200 o 400 sono sempre giustificabili come maggiorazione
consumi); oppure prelevavano il carburante dalle stesse cisterne, approfittando della tolleranza dovuta all’evaporazione e all’aumento del volume in base alle temperature,
riuscendo così a sottrarre altre centinaia di litri all’insaputa
dei commissionari del carburante e dei titolari delle aziende di trasporto.
Dalle indagini durate 6 mesi circa, prosegue la nota, è
stato possibile raccogliere gravi indizi di colpevolezza a
carico degli odierni 15 arrestati e di altri 65 soggetti che
sono stati denunciati in stato di libertà in quanto responsabili “solo” dell’acquisto del carburante presso la “Tir
Service” o “L’autolavaggio Industriale”. In pratica i clienti
dei ricettatori, seppur rispondano anche loro del reato
di ricettazione che prevede una pena che va dai 2 agli 8
anni, avendo avuto un ruolo meno grave degli organizzatori del sistema “Free Fuel”, sono stati denunciati in stato
di libertà. (11/11)
Illegalità, un salto di qualità
e un grosso deterrente
Messa sul sito giovedì pomeriggio, la notizia dei controlli della Guardia di Finanza sui punti vendita carburanti ha avuto
un altissimo indice di lettura. Giustamente, perché la minaccia di essere denunciati e incriminati per ricettazione anziché
per incauto acquisto rappresenta un salto di qualità, e un
grosso deterrente, nel contrasto all’illegalità nel mercato dei
carburanti. Di effetto ben più immediato ed efficace, e tutto
sommato a costo zero, di quello complicato e costoso del
passaggio attraverso le modifiche al testo unico delle accise,
che è la strada imboccata con l’art. 67 introdotto nel disegno
di legge di Bilancio 2017 sulla scia delle conclusioni del tavolo
ministeriale. Un’operazione a largo raggio della Guardia di
Finanza che dovrebbe partire dal presupposto che nel corso
di precedenti controlli i soggetti indagati siano stati avvertiti
del rischio a cui si esponevano dal ritirare prodotti da soggetti
in odore di illegalità attivi appunto in un vero e proprio “mercato parallelo”. (11/11)
Mobilità alternativa
Carburanti alternativi, si aspetta il parere
delle Regioni sul Dafi
14
Il termine per l’espressione del parere parlamentare sullo
schema di dlgs Dafi sui carburanti alternativi è scaduto il
27 ottobre ma le commissioni non sono nelle condizio-
ni di deliberare perché non è stato ancora reso il parere
da parte della Conferenza unificata. È quanto ha sottoDAY
2
lineato ieri il presidente della commissione Trasporti
della Camera, Michele Meta, nel corso dell’esame del dlgs.
“Peraltro – ha aggiunto Meta – la direttiva fissa come
termine di recepimento il prossimo 18 novembre ma, in
relazione al meccanismo di proroga automatica, la delega
DAY 3
può essere esercitata entro i tre mesi successivi al termine
originario”. Cristina Bargero, relatrice per la commissione
Attività produttive, ha sottolineato che “sono state già
state svolte approfondite valutazioni sui contributi emersi
nel corso delle audizioni e nelle memorie ricevute” e che
“nella predisposizione del parere i relatori auspicano di
poter acquisire ulteriori contributi dei colleghi al fine di
pervenire alla stesura di un testo ampiamente condiviso
su una tematica così rilevante come quella della mobilità
sostenibile”. (4/11)
Dlgs Dafi, oggi il parere della
Conferenza Unificata
La presentazione del parere delle commissioni parlamentari Trasporti e Attività produttive sulla Dafi è stata rimandata
di nuovo. I lavori sulla direttiva riguardante la realizzazione
di un’infrastruttura per i combustibili alternativi, proseguiti mercoledì, si sono conclusi ancora con un nulla di fatto per la mancanza del parere della Conferenza unificata
che avrebbe dovuto essere presentato entro il 27 ottobre
e che è all’ordine del giorno della riunione di oggi. La relatrice per la X commissione, Cristina Bargero, ha invitato
anche i colleghi parlamentari a presentare i loro contributi
necessari per la formulazione del parere finale. Finora è
arrivato solo quello del Movimento 5 Stelle. Contestualmente Ivan Catalano (Civici e innovatori) ha espresso la
sua posizione favorevole all’idrometano, mentre Bargero
ha ribadito l’importanza di puntare alla neutralità tecnologica per non ricadere in scelte inefficaci o costose, sulla
stessa linea Paolo Gandolfi (Pd) che ha suggerito di sostituire al termine “combustibile” quello di “propellente”
per allargare la scelta alle sostanze che non bruciano. In
tema ambientale, Alberto Bombassei (Ci) ha sottolineato
che le audizioni hanno fatto emergere pareri discordanti
per quanto riguarda l’inquinamento e ha invitato i relatori
ad approfondire la questione in attesa di esprimere un parere condiviso.
La conferenza delle Regioni, svoltasi questa mattina, ha
approvato un solo emendamento come condizione al via
libera, e cioè l’aumento dal 25 al 30% della quota “verde”
sugli acquisti di automezzi da parte delle amministrazioni
pubbliche (a gas o elettrici). E’ passata invece solo come
osservazione la proposta di dare alle Regioni un potere di
programmazione per obbligare l’installazione di erogatori di carburanti alternativi sulla rete autostradale entro il
2020 in modo da garantire che non ci siano “gap” di oltre
100 chilometri. (10/11)
*La data si riferisce al giorno di pubblicazione sulla Staffetta online
STAFFETTA PREZZI
DAY 2
Quotazioni SIVA all’acquisto per pagamento a 30 giorni
(differenze rispetto alla rilevazione del 10 novembre)
Euro
Benzina super (‘000 lt)
Italia Settentrionale
-3,77
Punte min. - max.
Gasolio Auto (‘000 lt)
-3,21
1079,15 - 1081,21 -2,85
1067,00 - 1087,00
-4,38
-5,72
-5,33
966,69 - 971,18
957,00 - 986,00
-5,35
-6,71
971,62 - 975,31
964,00 - 983,00
-6,55
-6,13
482,95 - 484,32
480,00 - 490,00
-5,80
-7,49
487,18 - 491,73
480,00 - 501,00
-6,64
-8,64
493,95 - 497,21
486,00 - 507,00
-7,41
-8,39
734,92 - 736,33
729,00 - 741,00
-8,19
-5,87
743,23 - 748,08
732,00 - 762,00
-5,29
-10,66
752,67 - 758,30
737,00 - 764,00
-7,80
-10,33
507,25 - 510,33 -10,34
494,50 - 524,00
Punte min. - max.
O.c. uido 3/5 (‘000 Kg)
n.d. - n.d.
n.d. - n.d.
Punte min. - max.
O.c. denso Btz (‘000 Kg)
Punte min. - max.
1083,50 - 1087,75 -4,34
1068,53 - 1099,00
961,00 - 962,88
956,00 - 967,00
Punte min. - max.
Gasolio risc.to (‘000 lt)
1069,94 - 1072,71 -2,94
1065,00 - 1079,00
Italia Merid.le e Isole
-5,68
Punte min. - max.
Gasolio agricolo (‘000 lt)
Italia Centrale
-10,45
257,88 - 261,47
251,00 - 285,00
-8,02
-7,74
274,41 - 275,78
267,00 - 283,83
-7,59
-7,48
292,14 - 304,70
286,00 - 311,00
-9,20
La rilevazione è effettuata su un campione di operatori selezionato su base geograca in funzione dei volumi dei consumi. Per
ogni prodotto è indicata una forchetta di quotazioni medie, praticate dalle compagnie petrolifere ai rivenditori al netto di Iva per
pagamenti a 30 giorni, con l’indicazione delle relative variazioni rispetto alla rilevazione precedente e delle punte minime e massime.
Andamento del mercato
15
Forti diminuzioni di gasoli e oli combustibili e ribasso meno 3 scarsi. Domani tutti i prodotti cederanno all’incirca 1 euro.
accentuato della benzina. Questa mattina la benzina è scivo- Infatti il peggioramento del cambio euro/dollaro nelle indicatilata di 5 euro per mille litri, il gasolio autotrazione (agricolo ve della Bce ha di fatto quasi annullato i ribassi messi a segno
e motopesca) di 11, il risca di 10 e il denso Btz di 9 euro per dal mercato dei prodotti petroliferi del Mediterraneo. Sul Cif
mille chili. Dalle forchette medie rilevate questa mattina nelle Med del 14 novembre, convertito in euro al cambio di 1,0777
tre macroaree di riferimento si può ricavare, in base alle varia- dollari, la benzina si è attestata a 317,01 euro per mille litri, il
zioni indicate, il prezzo medio Siva della benzina, che si aggira diesel 10ppm a 317,55, il gasolio 0,1 a 308,53 e il denso Btz
intorno ai 1071 euro per mille litri al Nord, ai 1080 al Centro a 226,18 euro per mille chili. (C.B.)
e ai 1086 al Sud più Isole. Il divario di prezzo tra le aree Nord
e Centro è di 9 euro e tra Centro e Sud più Isole di 6. Il prezzo
medio Siva del gasolio autotrazione è di 962 euro al Nord, di
969 al Centro e di 973 al Sud e Isole. Il divario di prezzo tra
le aree Nord e Centro è di 7 euro e tra Centro e Sud più Isole
di 4. Il prezzo medio Siva del gasolio agricolo è di 484 euro al
Nord, di 489 al Centro e di 496 al Sud e
Isole. Il divario di prezzo tra le aree Nord
e Centro è di 5 euro e tra Centro e Sud
Gasolio Artico (*)
Gasolio Motopesca (**)
(€/’000 lt)
(€/’000 lt)
più Isole di 7. Il prezzo medio Siva del
risca è di 736 euro al Nord, di 746 al
Centro e di 755 al Sud e Isole. Il divario Altri prodotti
—
969,14 - 971,38
—
– 6,38
358,15 - 360,20
– 6,04
di prezzo tra le aree Nord e Centro è di
Punte min.-max.
965,00 - 977,00
345,00 - 373,50
10 euro e tra Centro e Sud più Isole di
9. Ieri mattina la verde e i gasoli sono (*) Regioni confinanti con arco alpino. (**) Dato nazionale.
rincarati tra i 3 e i 4 euro, il denso Btz di
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Rilevazione n. 82 del 15 novembre 2016 DAY 3
MERCATO PETROLIFERO ITALIANO
DAY 2
DAY 3
16
Focus
Mobilità a idrogeno, una promessa
ancora incompiuta
Tra alti costi e carenza infrastrutturale
C’è chi la considera l’eterna promessa della mobilità sostenibile, chi ne sottolinea gli eccessivi costi e gli ostacoli
tecnici. Per altri invece la tecnologia delle celle a combustibile a idrogeno rappresenta quel trait d’union che
avvicina i veicoli a zero emissioni e l’autotrazione da carburanti fossili, per via delle caratteristiche d’uso simili a
quelle dei veicoli convenzionali in termini di autonomia e
tempi di rifornimento. Il dibattito sull’idrogeno ormai da tempo
oscilla tra una posizione attenta alle sue enormi potenzialità e
una più scettica da ricondurre alla questione della sostenibilità
economica. Ma è un dibattito quasi periferico, che continua a
svilupparsi sotto traccia senza attirare particolari attenzioni. E
così anche stavolta, all’alba di una nuova stagione per i carburanti alternativi aperta dal recepimento della direttiva Dafi, l’idrogeno sembra essere stato nuovamente messo da parte.
Gpl e idrogeno sono infatti, per ora, i grandi esclusi dagli obblighi di acquisto per le flotte pubbliche. Una sconfitta che rischia
di tarpare le ali alla diffusione su vasta scala della mobilità a idrogeno, se si considera il ruolo guida nella transizione che i suoi
sostenitori hanno assegnato agli operatori di trasporto pubblico
e alla promozione “dall’alto”.
Non sembra però conclusa la battaglia per concedere un maggiore spazio all’idrogeno nella Dafi. Una reazione è arrivata da
Federchimica ed Enea, che a riguardo hanno presentato due
posizioni quasi speculari nelle loro audizioni in Parlamento (v.
Staffetta 11/10 e 19/10), chiedendo di estendere la politica di
promozione a tutti i prodotti alternativi, quindi non solo all’elettrico e al metano, e di non riferirsi all’idrogeno esclusivamente
in relazione al trasporto stradale. Proprio Enea ha citato nella
sua audizione anche utilizzi diversi, come quello del battello a
idrogeno per il trasporto passeggeri a Venezia nell’ambito del
progetto Hepic. Ma ci sono prospettive aperte anche per l’utilizzo di droni elettrici, imbarcazioni da diporto, barche a vela
con motorizzazione elettrica, tutti alimentati da idrogeno e da
celle a combustibile. Enea ha inoltre chiesto di considerare ai fini
della Dafi anche l’idrometano, una tecnologia che prevede la
miscelazione di gas naturale e idrogeno (fino al 30%). Bisogna
precisare però che i veicoli a idrometano, in quanto ibridi, non
possono essere considerati totalmente a zero emissioni come i
veicoli fuel cell.
Si tratta di tentativi per non gettare via del tutto l’occasione della
Dafi e per cercare di tenere, seppur a distanza, il passo di paesi
che stanno investendo molto sull’idrogeno, come la Germania,
che punta ad avere già 100 punti di rifornimento per il prossimo
Numero speciale online pdf della
STAFFETTA QUOTIDIANA - 18 novembre 2016
Petrolio gas elettricità e altre fonti di energia
17
DAY 2
anno. O come il Giappone, che vorrebbe averne 1000 entro
il 3
DAY
2025. Un modello coraggioso viene proprio dall’amministrazione di Tokyo che ha deciso di acquistare da Toyota 100 bus a celle
a combustibile alimentate a idrogeno, pienamente operativi in
vista dell’evento olimpico del 2020 (v. Staffetta 25/10). In Italia
siamo invece ancora in una fase embrionale: esiste una sola realtà, quella di Bolzano, con una flotta di 5 autobus (v. Staffetta
3/10) e con 12 nuovi in arrivo, oltre a 10 auto a noleggio, stazioni già esistenti e progetti di capillarizzazione entro il 2020. Per il
resto, pochi e isolati progetti tra quelli realizzati e quelli in corso
d’opera, che palesano la mancanza di un’azione di concertazione a livello centrale che renda possibile procedere a uno sviluppo
ragionato e incrementale.
La situazione nazionale dà segnali di confusione e perenne transizione più che di stabilità, come dimostra la vicenda della fuga
da Hyer (una volta Hyramp), consorzio tra regioni europee che
svolge un ruolo di advocacy a Bruxelles per incoraggiare l’adozione delle tecnologie sulle celle a combustibile. Chi segue il nostro
spazio settimanale dedicato alle Regioni, potrebbe aver notato
che in meno di un anno abbiamo dato notizia del abbandono
di Hyer da parte di Veneto, Piemonte e da ultimo Lombardia.
Ormai sono rimasti il Lazio, l’Abruzzo e le province autonome di
Trento e Bolzano.
Quello che potrebbe sembrare un segnale di disimpegno nasconderebbe solo un cambio di rotta. Interessante è infatti seguire la traccia contenuta nella motivazione di recesso più dettagliata, quella della regione Veneto dello scorso febbraio. Infatti
contestualmente all’addio a Hyer, la giunta ha comunicato l’adesione a titolo gratuito al progetto “Mobilità Idrogeno Italia”,
nato in seno all’Associazione italiana dell’idrogeno e delle celle
a combustibile. L’obiettivo del progetto è quello di affiancare le
autorità competenti nella definizione di un Piano nazionale per
lo sviluppo delle infrastrutture di rifornimento di idrogeno per i
trasporti, tenendo proprio conto delle scadenze a medio termine
della Dafi. Più che di una fuga, potrebbe trattarsi dunque di una
migrazione in una prospettiva di riallocare gli sforzi, spostando
su scala nazionale quegli obiettivi che si volevano perseguire a
livello europeo. I sostenitori dell’idrogeno non nascondono che
la massima aspirazione resti sempre quella della piattaforma nazionale di sviluppo, vera chimera del settore. In questo senso,
quella di Hyer potrebbe essere stata vista come una tappa di
formazione, necessaria per acquisire consapevolezza e knowhow internazionale, ma che ora deve essere superata in vista
(G.F.)
di obiettivi nazionali concreti.
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