Una crisi che non ha fine. Sembra lontana la ripartenza

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Una crisi che non ha fine;
sembra ancora lontana la
ripartenza economica del FVG
dai dati della relazione
L’economia del Friuli Venezia
Giulia della Banca d'Italia
Si è tenuta ieri presso il Dipartimento di Scienze Economiche
e Statistiche del Polo Economico-Giuridico dell’Università
degli Studi di Udine, in una sala non particolarmente
affollata ma con una nutrita presenza degli esponenti bancari
della Regione, la presentazione del rapporto della Banca
d’Italia L’economia del Friuli Venezia Giulia – Aggiornamento
congiunturale, l”analisi dell’economia del Friuli Venezia
Giulia riguardante l’aggiornamento congiunturale sulla
situazione dell’ andamento economico del nostro territorio.
Dopo i saluti di Andrea Garlatti, Direttore del Dipartimento,
e del Presidente dell’associazione per lo sviluppo degli studi
di banca e finanza Flavio Pressacco, il Professor Gian Nereo
Mazzocco ha passato la parola al dottor Giuseppe Manitta,
direttore della sede di Trieste della Banca d’Italia, che ha
introdotto l’incontro sottolineando che nonostante la leggera
ripresa evidenziata dai dati il Friuli Venezia Giulia non
è ancora in presenza di una svolta dell’economia regionale. La
relazione, basata su un campione di circa 160 imprese con sede
in regione e con almeno 20 addetti, si riferisce all’andamento
dei settori economici rilevato nei primi nove mesi del 2016.
Andrea Garlatti
Flavio Pressacco
Gian Nereo
Mazzocco
«L’attività economica è lievemente aumentata – ha detto
Manitta – con produzione (+ 1,2 %) e vendite nell’industria
leggermente cresciute nei primi sei mesi di quest’anno,
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Prevalgono
– ha precisato – indicazioni di un aumento del fatturato (+
1,4 %)». Non c’è però spazio per facili entusiasmi, anzi, le
zone d’ombra si affiancano alle poche notizie positive: per la
ricerca della Banca d’Itlia gli investimenti restano deboli,
anche se per un alcune imprese, stimate per circa il 75 per
cento di quelle in attività, l’anno dovrebbe chiudersi con un
lieve aumento di capitale. Sempre secondo il relatore serve
maggiore produttività e capacità di stare sui mercati
internazionali. Le aziende devono rinforzarsi e prepararsi a
nuove battaglie che non saranno certo di breve durata.
Il direttore della Banca d’Italia di Trieste Giuseppe
Manitta
Per quanto riguarda l’occupazione, le persone in cerca di
lavoro sono scese da 47mila a 41mila unità (-11,6%) e si è
ridotto il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, dove il
numero di ore autorizzate è diminuito dell’8,1%. «Siamo in uno
stato di transizione –ha detto il direttore Giuseppe Manitta –
ogni anno diventa più incalzante la sfida verso una maggiore
produttività, efficacia ed efficienza». In generale, la
redditività è piuttosto bassa, anche nel settore del credito,
in un contesto di concorrenza elevata e selezionata, i livelli
di produzione «sono stazionari o poco crescenti».
Tiziana Sodano
Il Professore
Antonio
Massarutto
La ricercatrice
Enrica Bolognesi
Il prof. Massarutto,
per
indicare
la
direzione da seguire, a
chiusura
del
suo
intervento
ha
utilizzato una metafora
calcistica attualmente
molto
in
voga
in
Regione.
La dottoressa Tiziana Sodano ha quindi illustrato i dati
relativi all’economia reale ed al credito raccolti nel
sondaggio che ha coinvolto un campione di imprese regionali a
cui è seguito l’intervento del brillante professor Massarutto,
che con abilità dialettica ha intrattenuto l’uditorio con la
disamina delle difficoltà che la regione incontra soprattutto
a livello di infrastrutture (utilizzando anche slide e
metafore che ben si sono adattate al realtà economica
attuale).
Da ultimo la ricercatrice Enrica Bolognesi ha
puntato un sapiente focus sugli intermediari finanziari
evidenziando le difficoltà a cui questa lunga crisi li ha
assoggettati, stimolando la ricerca di soluzioni che
consentano la ripartenza dell’economia supportata dal sistema
bancario regionale. Non sono mancati gli interventi del
pubblico che hanno vivacizzato l’incontro a riprova di quanta
attenzione continui ad esserci sui delicati temi esposti nella
relazione.
Foto: Dario Furlan