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DANIELE CAMETTI ASPRI
Comunicato stampa
APERTURA A ROMA DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA
“INDAGINE AI LIMITI DI UNA CITTA’”: UNA RIFLESSIONE
CORALE SUL LIMITE A CURA DI MASSIMO SIRAGUSA
Fotografia di Daniele Cametti Aspri
Sette progetti e altrettanti fotografi per indagare il concetto di margine,
di confine e di limite tra Roma e dintorni con i progetti fotografici di
Vincenzo Labellarte, Daniele Cametti Aspri, Mauro Quirini, Paolo Fusco
Michele Miele, Gabriele Lungarella e Michele Vittori
Inaugurazione: 16 Novembre alle ore 19
Apertura: dal 17 novembre al 7 dicembre 2016
Officine Fotografiche Roma
via Giuseppe Libetta, 1
Roma, 12 Novembre 2016 - Inaugura Mercoledì 16 Novembre a Roma la mostra
collettiva fotografica “Indagine ai limiti di una città” a cura del fotografo e docente
Massimo Siragusa.
Gli spazi di Officine Fotografiche Roma accoglieranno per circa un mese sette progetti
fotografici di altrettanti fotografi italiani che hanno intrapreso un viaggio personale
intorno al concetto di margine: Vincenzo Labellarte, Daniele Cametti Aspri,
Mauro Quirini, Paolo Fusco, Michele Miele, Gabriele Lungarella e Michele
Vittori.
L’idea che sta alla base di questo progetto espositivo e di questa riflessione corale e
fotografica prende spunto dalla frase del sociologo e filosofo Zygmunt Bauman: “…I
confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche
interfacce tra i luoghi che separano…”
I fotografi che partecipano alla collettiva, attraverso la loro sensibilità e la loro visione
soggettiva, si sono confrontati direttamente sul concetto di confine espresso da
Bauman, che non è inteso solo come confine di spazio, né soltanto come misura di
tempo: è un idea in grado di rappresentare una dimensione altra, multiforme e
mutevole.
Così, dalle cinte murarie di Roma alle piccole frazioni, dalle spiagge silenziose agli
appezzamenti di terreno, dai quartieri popolari al “drizzagno del Tevere”, fino al Monte
Terminillo, il progetto espositivo messo a punto da Massimo Siragusa consente un
continuo dialogo tra piani e punti di vista diversi su Roma e dintorni della Capitale, in
una dimensione corale che tende più a sottolineare le similitudini piuttosto che a
rimarcare le differenze.
Il progetto fotografico in mostra a Officine Fotografiche diventerà presto un libro, di
oltre 100 pagine dal titolo LìMINE. Indagine ai limiti di una città, a cura di Doll's
Eye Reflex Laboratory su progetto di Irene Alison, in uscita nel 2017 e da oggi in
prevendita sul sito www.dollseyereflex.org.
Vincenzo Labellarte
L'antica urbe di Roma aveva il suo margine nelle cinte murarie, quelle Serviane più
antiche e quelle Aureliane edificate in seguito: erano il limite fisico della città.
Nate per proteggersi dagli invasori. Queste mura insieme a quello che resta di edifici
che in origine erano terme, ville e acquedotti localizzati ai limiti dell'antica città o in
aree extra urbane, erano il segnale dell'egemonia di Roma.
Oggi sono porzioni di un mondo antico, inglobate nel tessuto urbano della metropoli
contemporanea.
Hanno perduto la loro funzione originaria, si amalgamano con le nuove costruzioni,
dalla Roma Barocca a quella degli anni Sessanta.
Nel loro splendore rimangono mute testimonianze di un glorioso passato.
Daniele Cametti Aspri
La frazione di Polline Martignano ha una storia particolare e anomala: situata nei
pressi del lago di Bracciano, a quaranta chilometri dalla Capitale, è considerata parte
del XV municipio di Roma. Una zona extra urbana dentro alla città. È stata sempre
emarginata dall'amministrazione comunale. Qui non esistono mezzi di collegamento
con le aree centrali, non è garantita la distribuzione di corrente elettrica, né la raccolta
dei rifiuti. Manca del tutto l'illuminazione delle strade e la costruzione di una rete
fognaria. Gli abitanti di questa frazione si sentono emarginati e vorrebbero essere
annessi ad altri comuni ma non a quello cui per legge appartengono: Roma.
Mauro Quirini
Roma città di mare. Ostia ne è il margine naturale, la linea di confine oltre la quale
non è possibile espandersi, costruire nuovi quartieri. Si susseguono porzioni di terra e
mare ancora “incontaminate”. Un flusso in continuo divenire che si snoda in
un’alternanza tra ciò che è effimero e ciò che resta costante, dalle infrastrutture legate
alla stagione balneare agli edifici anni Venti.
Nella stagione autunnale la natura sembra più selvaggia, ma i segni del passaggio
della moltitudine di bagnanti stagionali sono visibili, lasciano una traccia.
Il mare, la spiaggia silenziosa, un luogo di confine interiore, tra passato e presente.
Paolo Fusco
Appezzamenti di terreno coltivati come veri e propri orti. Nuovo e antico si fondono,
dando origine ad un nuovo modo di concepire le aree di confine tra la città e la
campagna che la circonda. Quelli che finora erano terreni abbandonati, diventano
spazi condivisi dai cittadini: terre da curare e da coltivare.
Luoghi pensati e vissuti a misura d’uomo.
Gabriele Lungarella
I quartieri popolari di Garbatella, del Quadraro, di San Basilio, del Quarticciolo e del
Tufello sono stati tutti progettati agli inizi del Novecento con l’idea della socialità tra
gli abitanti. Gli edifici sono circondati da cortili e giardini, con lavatoi e stenditoi per i
panni, ma anche fazzoletti di terra per la creazioni di orti per il sostentamento degli
stessi abitanti. Un tentativo riuscito di unire l’estetica alla pratica. Anche oggi, come
nella Roma degli anni Cinquanta, gli abitanti di questi quartieri vivono gli spazi comuni
come fossero interni alle loro abitazioni, anche se di fatto sono esterni: salotti
all’aperto in cui conversare tra inquilini, luoghi per far giocare i bambini.
Michele Miele
Nel 1940, per evitare le continue e secolari esondazioni del fiume Tevere nell'area
della Magliana, fu realizzata un'opera idraulica per ridurre il corso del fiume di quasi
tre chilometri: il cosiddetto “drizzagno del Tevere”. Questo intervento ha determinato
l'involontaria creazione di un'ampia area intorno all'ansa del fiume lasciata fuori dal
suo percorso - tra la Via del Mare e l'Autostrada Roma-Fiumicino – dove la natura si è
riappropriata dello spazio e che oggi è considerata zona protetta, di alto valore storico
archeologico. La bellezza di questo sito naturale alle porte della città è stata deturpata
dalla costruzione del Grande Raccordo Anulare, che lo taglia in due e ne rappresenta
un limite fisico, un argine alla sua espansione.
Michele Vittori
Negli anni Trenta del Novecento, durante il periodo fascista, il monte Terminillo
divenne un'importante meta di turismo invernale considerata "la montagna dei
romani". Molte delle personalità di spicco dell’ambiente culturale della capitale erano
solite trascorrervi le vacanze. Fino agli anni Settanta il turismo non conobbe crisi ma
dagli anni Ottanta ha subito un forte declino di presenze, sia motivato da mancate,
seppur necessarie, ristrutturazioni agli impianti ormai vecchi, sia soprattutto a causa
della costruzione dell'autostrada Roma-L'Aquila, che ha reso più vicine alla Capitale le
località sciistiche abruzzesi.
L'aspetto che ha oggi il Terminillo è di un luogo sospeso tra due epoche: il passato
fiorente, da un lato, ed il presente congelato a trent’anni fa, dall’altro. Tutto in questi
luoghi rimanda agli anni Ottanta, la stessa architettura ne è testimonianza visiva.
Una storia irrisolta tra ciò che non è più e quello che potrebbe essere, ma non è
ancora.
“Indagine ai limiti di una città”
A cura di Massimo Siragusa
Officine Fotografiche Roma
Via Giuseppe Libetta 1 – Roma
Informazioni: Pagina FB Limine Book
Inaugurazione: 16 Novembre 2016 alle ore 19.00
Apertura: dal 17 Novembre al 7 Dicembre 2016
Orari: dal lunedì al venerdì 10.00-13.30 / 14.30-19.00
Chiusura: sabato, domenica e festivi
Per ulteriori informazioni:
6Glab - il laboratorio di idee di SEIGRADI / Barbara Gemma La Malfa
Via G. Mameli 3 - 20129 Milano
Tel. +39.02.84560801/ Fax +39.02.84560802
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