David Bowie is a Bologna,Sagra del marrone Castel del Rio

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Transcript David Bowie is a Bologna,Sagra del marrone Castel del Rio

Maya mostra a Verona
Un’ottima occasione per conoscere i tratti che caratterizzano
la civiltà precolombiana dei Maya è la ricca mostra allestita
a Verona con i reperti provenienti da diversi musei messicani.
E’ un affascinante viaggio nelle tradizioni e nel
simbolismo di un popolo la cui originalità non ha eguali.
Mostra Maya a Verona, una
sala
La storia dei Maya ha inizio intorno al 2000 a.C. , ma è
collocato nel VI-V secolo a.C. in Guatemala l’embrione di
quest’antica civiltà che si espanderà e troverà il suo massimo
splendore tra il 300 ed il 900 d.C. in diverse zone del
Messico, del Guatemala, ma anche in El Salvador e nel Belize.
Mostra
Maya
Verona,
dislocazione
geografica
Maya
La mostra veronese 2016-2017 racconta di quanto “forti”
fossero le tradizioni maya e gli interventi sul corpo e di
quanto grande fosse il legame simbolico con gli animali,
intermediari di divinità e forma di lettura dei misteri della
vita e del mondo.
Mostra Maya Verona,
sala espositiva
una
Mostra Maya Verona, la sala
degli incensieri con in
primo piano una scultura
posta all’ingresso dei
templi
Gli interventi sul corpo umano
I Maya usavano il corpo come una tela su cui intervenire
artificiosamente per rappresentare la loro idea di bellezza,
di identità culturale e di appartenenza sociale. I Maya
usavano i tatuaggi e i piercing, similmente a quanto fanno
oggi tante persone, ma si procuravano anche cicatrici sul viso
e si decoravano i denti. Una pratica piuttosto brutale era,
inoltre, in uso in quelle popolazioni: la modifica artificiale
della forma della testa; per modificare la forma della testa,
i Maya usavano, sui neonati, strumenti rigidi come le
tavolette che, con la compressione, alteravano la forma del
cranio facendolo diventare ampio e stretto, lungo e alto,
senza influire sullo sviluppo e sull’attività cerebrale.
Mostra
Maya
Verona,
modellazione
cefalica
Il sistema di scrittura
Una delle principali caratteristiche che distingue i Maya
dalle altre civiltà antiche, è il sistema di scrittura, unico
per stile grafico e per complessità delle illustrazioni. La
scrittura maya impiegava immagini che rappresentavano parole,
sillabe o vocali. Essi usavano geroglifici che si ispiravano
all’ambiente naturale, troviamo così piume e teste di animali,
ma anche parti del corpo umano come mani, pugni e visi.
Mostra Maya Verona, sistema
di scrittura
Mostra Maya Verona, sistema
di scrittura
Come si vestivano
L‘abbigliamento rappresentava un vero e proprio linguaggio ed
era indicativo dello status sociale dell’individuo. La maggior
parte della popolazione impegnata in lavori agricoli
utilizzava un abbigliamento semplice: le donne mettevano la
tradizionale blusa chiamata “huipil” e la gonna o la tunica,
mentre gli uomini legavano un perizoma intorno alla vita e,
talvolta, un lungo mantello sulle spalle.
Mostra
Maya
Verona,
sculture che testimoniano
abbigliamento maschile
La classe nobile, invece, indossava costumi elaborati con
accessori come cinture, collane, copricapo e pettorali
tempestati di pietre preziose e piumaggi. I tessuti erano
ricchi di colori, tinti con indaco, cocciniglia o porpora,
lavorati con tecniche molto complesse, come il broccato, e
spesso presentavano integrazioni di piume.
Mostra Maya Verona, oggetti
in giada, l’oro dei Maya
Mostra
Maya
Verona,
sculture con abbigliamento
tipico
Le piume degli uccelli esotici, simbolo di ricchezza,
fertilità, potere e bellezza, rivestivano un ruolo importante
tra i Maya. A causa della loro fragilità, nessun lavoro con
piume è giunto fino ai giorni nostri, ma le pitture e le
sculture evidenziano l’esistenza di artigiani specializzati
che creavano copricapi, foderi per scudi, elementi decorativi
per lance e portantine, ventagli e molti altri oggetti con
piume colorate di diversi uccelli; esse venivano attaccate con
resine su fogli vegetali oppure su intelaiature di legno o
vimini; le piume venivano anche intrecciate con tessuti per
creare abiti multicolori.
Mostra Maya Verona, la
bellezza del piumaggio
Mostra Maya Verona, simboli
di potere
La simbologia degli animali
Molti animali erano considerati sacri dai Maya. Gli animali
erano simboli di forze naturali, energie divine, intermediari
tra gli dei e l’uomo, protettori di stirpi e alter ego degli
esseri umani.
Gli uccelli erano animali molto comuni nell’arte maya; la loro
capacità di vivere sia sulla terra che nell’acqua e in cielo,
li fece diventare esseri idonei per aiutare gli uomini a
stabilire un contatto con le divinità.
Mostra
Maya
contenitori
Verona,
con
il
coperchio a becco d’uccello
Per i Maya, la scimmia, per la somigliana all’uomo,
rappresentava le arti, ma soprattutto era lo scrivano degli
dei, perché incaricata di trasmettere agli uomini i disegni
divini attraverso la scrittura; per questo motivo era anche il
guardiano della saggezza. La bellissima scultura, usata come
incensiere, che vedete nell’immagine rappresenta un uomoscimmia urlatrice che indossa un copricapo di iris e un
serpente sull’avambraccio che porta un pennello e sostiene un
calamaio.
Mostra
Maya
Verona,
incensiere con
la
figura
dell’uomoscimmia
Le rane sono tra gli animali acquatici più rappresentati
nell’arte maya; il loro canto rievocava nei Maya la pioggia e
quindi la fertilità della terra. La loro importanza è giunta
fino ai giorni nostri tanto che nelle aree rurali dello
Yucatan, durante le cerimonie propiziatorie per invocare la
pioggia, i bambini rappresentano questo animale e ne imitano
il canto.
Mostra
Maya
Verona,
sculture a forma di rana
I rettili furono plasmati nell’arte maya per rappresentare
l’origine del mondo ed il mare primordiale. Il coccodrillo,
nelle sua accezione celeste, incarna un mostro cosmico
bicefalo, mentre nel suo aspetto terrestre viene rappresentato
come il mostro Cauac, un essere con l’aspetto di rettile e
tratti di coccodrillo. La loro pelle squamosa veniva vista
come la superficie della terra e le fauci aperte come la
caverna che conduce nell’aldilà (l’inframondo per i Maya che
credevano nella resurrezione). Le raffigurazioni di serpenti
sono molto comuni nell’architettura maya. Il serpente era
considerato un essere potente che infondeva armonia agli
elementi dell’universo in conflitto tra di loro.
Mostra
Maya
Verona,
sculture di rettili
Mostra
Maya
Verona,
scultura di serpente
Il cervo era cacciato dai Maya per la sua carne nutritiva, ma
rivestiva un ruolo importante nella loro visione cosmica. Era
posto in relazione con la terra ed era considerato un simbolo
del Sole diurno e del suo movimento dalla vita alla morte:
all’alba è un lamento e al crepuscolo agonizza.
Mostra
Maya
Verona,
scultura e contenitore
raffigurante cervi
Il giaguaro rappresentava per i Maya uno dei principali
simboli del lato oscuro della vita, del regno del mistero,
delle forze distruttive; tuttavia, a volte veniva impiegato
come simbolo di energie sacre come la vita e, quindi,
rappresentava il contrario necessario per l’equilibrio
cosmico. Il giaguaro è il Sole quando entra nell’inframondo
(aldilà) e il suo manto è il cielo notturno punteggiato di
stelle. Per i Maya, il giaguaro era un essere proveniente da
un mondo precedente rispetto a quello attuale, da un tempo
primordiale, caotico e pre-cosmico; rappresenta, quindi, i
poteri occulti e incomprensibili della distruzione e i luoghi
e i tempi inaccessibili all’uomo comune. Il giaguaro era,
pertanto, animale temuto e venerato, adulato e rappresentato
per il suo potere sulla vita e sulla morte.
Mostra
Maya
Verona,
scultura
con
rappresentazion
e del giaguaro
Mostra
Maya
Verona,
sculture di giaguari
Le divinità
Gli animali erano considerati dei mediatori tra gli esseri
umani e gli dei, ma non divinità. Il pantheon Maya è
enormemente complicato perché ne fanno parte divinità con
caratteristiche contrapposte: allo stesso tempo maschili e
femminili, giovani e vecchie, animali e umane, creative e
distruttive, come la natura stessa a cui si ispiravano.
Potevano anche essere divinità composite, frutto della
sovrapposizione di diverse divinità.
Mostra
Maya
Verona,
maschere e collane che
accompagnavano i defunti
Mostra
Maya
Verona,
scultura Signore dal volto
di Sole
Nei loro riti per richiamare la benevolenza degli dei, i Maya
usavano
gli
incensieri,
contenitori,
lavorati
a
rappresentazione delle variegate divinità, giunti fino a noi,
oggetti davvero molto belli che, al termine del loro uso,
venivano addirittura seppelliti.
Mostra
Maya
incensieri
Verona,
Mostra
Maya
Verona,
incensiere
La Mostra Maya, il linguaggio della bellezza è allestita al
Palazzo della Gran Guardia di Verona in Piazza Bra nr. 1, dal
8 ottobre al 5 marzo 2017, www.mayaverona.it, orari apertura:
dal lunedì a domenica dalle 9,30 alle 19,30 (la biglietteria
chiude un’ora prima), aperta anche durante le festività. Da
non perdere.
Buona visita!
Cinzia Malaguti
Leggi anche:
Collasso civiltà Maya cosa sappiamo
David Bowie is a Bologna
David Bowie is è il titolo della mostra internazionale che
celebra la carriera di David Bowie; ottimamente allestita e di
grande fascino, rimane in Italia, a Bologna, fino al 13
novembre 2016. Molti sono i contenuti multimediali con filmati
di interviste, video clip e concerti, ma ci sono anche i suoi
costumi ed abiti di scena, manoscritti, spartiti, oggetti
d’uso personale. Imperdibile!
Mostra David Bowie Bologna
David Bowie (1947 – 2016) non è stato solo un cantante di
successo perché la sua originalità ha inciso non solo sugli
stili musicali, anche su quelli espressivi della società
intera. Una mente vulcanica affamata di novità, un esploratore
della musica contemporanea, David Bowie è stato, anzi “è” come
dice il titolo della mostra, un personaggio indimenticabile,
un autentico e originale artista della musica e dello
spettacolo.
“Se non avessi fatto il cantautore sarei diventato uno
scrittore” racconta di sé David Bowie in una delle interviste
presenti alla mostra David Bowie is, in uno dei tasselli che
conducono il visitatore all’interno del processo creativo del
Duca Bianco.
David Bowie is mostra a
Bologna
La mostra celebra la prolifica carriera di David Bowie, dagli
inizi alla maturità personale ed artistica, facendo emergere
il ritratto di un artista originale; è il ritratto di un
artista che ha saputo osservare e reinterpretare la società
contemporanea da un punto di vista personale ed innovativo che
ha lasciato tracce importanti nella cultura visiva e pop.
La mostra David Bowie is, a Bologna, Museo MAMbo Via Don
Minzoni 14, fino al 13 novembre 2016, è l’unica tappa italiana
e l’ultima tappa europea di un tour che, partito da Londra nel
2013, ha toccato Chicago, San Paolo, Toronto, Parigi, Berlino,
Melbourne e Groningen.
Mostra David Bowie Bologna
I curatori della mostra Victoria Broackes e Geoffrey Marsh, su
progetto del Victoria and Albert Museum di Londra, hanno
selezionato più di 300 oggetti dell’archivio personale
dell’artista, tra costumi di scena, manoscritti, oggetti d’uso
personale, spartiti, ecc.. La mostra è, inoltre, ricca di
filmati di interviste, video clip e concerti; una sala, in
particolare, la penultima del percorso, immerge il visitatore
a 360° nelle atmosfere create dalla musica di David Bowie.
La mostra David Bowie is è molto frequentata, pertanto è
consigliabile, anzi necessario, prenotare la propria visita on
line, acquistando il biglietto d’ingresso in prevendita.
Buona visita!
Cinzia Malaguti
Sagra del marrone Castel del
Rio
Castel del Rio è un borgo sulle colline a sud di Imola
(Bologna), da cui dista circa 25 chilometri, nelle cui strade
si rinnova ogni anno, dal 1946, la sagra del marrone, una
deliziosa sagra autunnale celebrativa del suo prodotto
d’eccellenza: il marrone. I marroni di Castel del Rio hanno
ottenuto il riconoscimento europeo di Indicazione Geografica
Protetta, I.G.P.
Castel del Rio, cottura dei
marroni alla Sagra del
Marrone IGP
Castel del Rio, cottura dei
marroni negli appositi
bracieri alla
Marrone IGP
Sagra
del
Castel del Rio, cottura dei
marroni
Marrone
alla
Sagra
del
Il Marrone di Castel del Rio nasce e cresce naturalmente nei
boschi della Valle del Santerno; si distingue dalla castagna
non tanto per la dimensione quanto per la forma oblunga e per
la qualità fine della polpa, di sapore dolce e delicato. I
castanicoltori di Castel del Rio si sono riuniti in un
Consorzio per agevolare il recupero, il mantenimento ed
il miglioramento dei boschi di castagno dell’Alta Valle del
Santerno, veri giacimenti dei prelibati marroni di Castel del
Rio.
Castel del Rio, Sagra del
Marrone, edizione 2016
Castel del Rio, Sagra del
Marrone IGP, area cottura
dei marroni
Le proprietà nutrizionali del marrone di Castel del Rio, ma
anche delle castagne in generale, ne fanno un prodotto molto
adatto nell’attività fisica, nel lavoro e nello studio, quale
integratore naturale di zuccheri complessi e sali minerali. In
particolare, i marroni sono una vera miniera di potassio,
sostanza indispensabile al buon funzionamento cardiovascolare
e neuromuscolare, in grado di aumentare la resistenza alla
fatica e di migliorare le prestazioni lavorative. Occhio al
consumo, invece, per chi è sedentario o in sovrappeso, per via
dell’alto contenuto di amidi.
Icona marrone sport (fonte
foto
Consorzio
dei
Castanicoltori)
In tutte le domeniche di ottobre, a Castel del Rio si tiene la
famosa sagra del Marrone, dove grandi bracieri, agitati da
abili mani, cuociono i marroni che vengono venduti ad un
pubblico entusiasta. Nelle bancarelle distribuite lungo il
percorso, i castanicoltori vendono i prodotti del loro
raccolto, marroni I.G.P., ma anche castagne e noci. Sui banchi
di vendita troverete marroni da consumare entro pochi giorni,
ma anche marroni trattati con tecniche naturali, adatti ad
essere consumati fino a Natale.
Castel del Rio, vendita di
marroni e castagne durante
la Sagra del Marrone IGP
Il trattamento dei marroni dei Castel del Rio si rifà alla
sapienza delle popolazioni montane ed utilizza un procedimento
tutto naturale; i marroni si immergono in acqua per circa otto
giorni, in modo da provocarne una leggera fermentazione,
quindi si fanno asciugare in locali ben aerati, tutto qui, ma
la conservazione è garantita almeno fino a Natale.
Per finire, ricordo che le castagne ed i suoi cugini più
ricchi, i marroni, sono prodotti del bosco, quindi si nutrono
esclusivamente di ciò che la terra offre loro spontaneamente,
senza concimi o trattamenti antiparassitari.
Locandina Sagra del
Marrone di Castel
del Rio, edizione
2016
Alla sagra del marrone di Castel del Rio, edizione 2016,
durante tutte le domeniche di ottobre, oltre alla vendita dei
marroni, cotti e crudi, potrete trovare anche prodotti
realizzati con questo prelibato ingrediente, come le
frittelle, la crema da spalmare e, addirittura, tavolette di
cioccolato e marroni.
Buon divertimento!
Cinzia Malaguti
Risorse in rete:
Ricettario – I marroni di Castel del Rio – preparazioni
tipiche
Le castagne di Castel del Rio
Zucchero in tour
Avete ancora tempo per vivere il meraviglioso concerto di
Zucchero in questo tour 2016, ma dovete spostarvi in una delle
tappe europee. In Italia, il tour si è ultimato con la data
del 28 settembre 2016 all’Arena di Verona, ma avete solo
l’imbarazzo della scelta per prenotare il concerto in una
delle date europee. E’ imperdibile per la carica di energia
che trasmette, per la scenografia e per gli ottimi musicisti.
Zucchero, World Tour 2016,
Arena di Verona
Ero al concerto di Zucchero all’Arena di Verona nell’ultima
giornata italiana ed è stata una bella esperienza. Non è il
mio primo concerto di quest’artista emiliano che ha saputo
così abilmente coniugare la musica leggera italiana con il
blues ed il soul americani, ma questo è sicuramente il
migliore.
Zucchero, World Tour 2016,
Arena di Verona
Zucchero, World Tour 2016,
Arena di Verona
Il Black Cat World Tour 2016 di Zucchero merita la ribalta
internazionale per almeno tre motivi: la maturità
dell’artista, la scenografia e, soprattutto, la band
arricchita con musicisti e vocalist davvero di alto livello
mondiale.
Zucchero, World Tour 2016,
Arena di Verona
Il Black Cat World Tour è la diciassettesima tournée di
Zucchero che lo vede ritornare sui palcoscenici dopo due anni
di lontananza per presentare le canzoni del nuovo album Black
Cat, ma senza dimenticare i numerosi successi – ever green –
delle passate stagioni. Un gran successo di pubblico nelle ben
12 giornate settembrine all’Arena di Verona. Merito anche dei
bravissimi musicisti che Zucchero ha saputo scegliere e con
cui può ben essere orgoglioso di lavorare.
Zucchero, World Tour 2016,
Arena di Verona
Zucchero, World Tour 2016,
Arena di Verona
La band attuale di Zucchero è, come dicevo, ad alti livelli
mondiali per la presenza di musicisti americani che di blues e
soul se ne intendono. Segnalo la presenza di una vocalist con
una voce nera straordinaria: Tonya Boyd-Cannon da New Orleans
(USA); il suo duetto voce-tastiere con Brian Auger è
superlativo. Alle percussioni un altro talento nero americano:
Queen Cora Dunham. Al violino c’è la brava Andrea Whitt,
mentre alle trombe non potevano mancare gli esperti
cubani: Lazaro Amauri Oviedo Dilout e Carlos Miguel Minoso
Amuey. Alla chitarra un’altra americana Kat Dyson. Non mancano
bravi musicisti italiani come il batterista modenese Adriano
Molinari e il chitarrista romano Mario Schilirò.
Zucchero, World Tour 2016,
Arena di Verona
La scenografia spettacolare ed un duetto semi-virtuale con
Luciano Pavarotti completano il quadro di un concerto da non
perdere.
Zucchero, World Tour 2016,
Arena di Verona
Per le date e la vendita dei biglietti delle date europee del
Black Cat World Tour di Zucchero visita il sito ufficiale.
Cinzia Malaguti
Gli inni nazionali europei
delle semifinali di Euro2016
Gli inni nazionali sono espressione dell’identità di un popolo
e qui vi voglio raccontare storia e curiosità degli inni
nazionali europei delle quattro squadre di calcio
semifinaliste agli Europei 2016: Francia, Germania, Portogallo
e Galles.
Europei di
2016 logo
calcio
La Marseillaise (La Marsigliese): inno nazionale della Francia
La Marsigliese nasce nel 1792 quando il sindaco della città
frontaliera di Strasburgo, il barone di Dietrich, commissionò
al compositore e poeta Claude-Joseph Rouget de Lisle un canto
per chiamare i cittadini francesi a combattere contro
l’invasore straniero austriaco. A quei tempi, solo in pochi
sapevano leggere, allora le canzoni patriottiche servivano per
la chiamata alle armi.
Il nome dell’inno deriva dal fatto che furono proprio i
marsigliesi a diffondere questo canto; nel corso del loro
viaggio verso Parigi, essi andarono cantando l’inno in ogni
villaggio che attraversavano, con grande forza, agitando i
loro cappelli e le loro spade, gridando tutti insieme i versi
del canto; giunti a Parigi lo cantarono anche durante gli
spettacoli teatrali, facendolo conoscere ai parigini che
iniziarono a chiamarlo Inno dei marsigliesi e poi,
semplicemente, La Marsigliese. Per i soldati, questa canzone
divenne una sorta di talismano.
Durante il periodo napoleonico, venne vietato a causa del
carattere decisamente antimonarchico de La Marsigliese, ma
tornò celebre nei giorni della Comune di Parigi, come simbolo
degli insorti. La Marseillaise divenne, infine, inno nazionale
di Francia nel 1879, con la Terza Repubblica.
Bandiera della Francia
Rouget de Lisle mentre
canta la Marsigliese per la
prima volta, in un dipinto
di Pils del 1849
A Portuguesa (La portoghese): inno nazionale del Portogallo
L’inno portoghese, A Portuguesa, fu scritto dal poeta e
drammaturgo Henrique Lopes de Mendonca e composto nel 1895 da
Alfredo Keil, fondatore della scuola musicale nazionale
portoghese. A Portuguesa piacque subito ai portoghesi, ma
divenne inno nazionale solo quando, nel 1911, una rivoluzione
rovesciò la monarchia e proclamò la repubblica.
Bandiera del Portogallo
A Portuguesa, spartito
Das Lied der Deutschen (Il canto dei tedeschi): inno nazionale
della Germania
L’inno tedesco Das Lied der Deutschen fu scritto da August
Heinrich Hoffmann von Fallersleben, su musica di Joseph Haydn,
nel 1846. In realtà, la melodia risale al 1797, all’epoca
asburgica. Quando, nel 1846, fu scritto l’inno, la Germania
era ancora divisa in una moltitudine di stati, ma era forte il
fermento culturale che portò alla scrittura della famosa frase
Deutschland uber alles che inneggiava all’unità della patria.
Fallersleben, pieno di fervore patriottico, scrisse il testo
in tre strofe e, non essendo musicista, lo adattò sulla musica
dell’inno imperiale di Haydn. Durante il nazismo, l’inno
patriottico venne strumentalizzato e quello che era un inno
all’unità
divenne
un
inno
di
dominio
e
di
oppressione Deutschland über alles, über alles in der Welt
(“La Germania sopra a tutto, sopra a tutto nel mondo“). Dopo
la seconda guerra mondiale, gli Alleati proibirono l’inno. Con
la nascita della Repubblica Federale Tedesca, venne scritto un
nuovo inno (Land des Glaubens) che però non piacque ai
tedeschi al punto che, dopo soli due anni, nel 1952 si decise
di ripristinare il vecchio inno di Haydn, ma con l’obbligo di
cantare solo la terza strofa, quella che cita i valori
condivisi dagli stati democratici. Dal 1990 la terza strofa
Einigkeit und Recht und Freiheit (“Unità, giustizia
libertà”) è, pertanto, l’inno della Germania unificata.
Bandiera della Germania
e
Il manoscritto
dell’inno
nazionale tedesco
Hen Wlad Fy Nhadau (La vecchia terra dei miei padri): inno
nazionale del Galles
L’inno gallese Hen Wlad Fy Nhadau risale al 1856 con parole
scritte da Evan James e musica composta dal figlio James
James. L’inno è scritto e cantato nella lingua originale
gallese. Il Galles fa parte del Regno Unito e dell’isola della
Gran Bretagna.
Bandiera del Galles
Ora che conosciamo storia e curiosità degli inni nazionali
delle squadre semifinaliste del torneo di calcio Euro 2016,
non ci resta che goderci lo spettacolo!
Cinzia Malaguti
Riccione e la Notte Rosa
Riccione è uno degli ultimi lidi della costa riminese prima di
entrare in territorio marchigiano ed uno dei più frequentati
della costa emiliano-romagnola. La Notte Rosa, la
manifestazione che accoglie scoppiettante, in tutta la riviera
emiliano-romagnola e non solo, l’arrivo dell’estate, è
un’ottima occasione per conoscere questa vivace, elegante ed
accogliente località balneare romagnola.
Notte
Rosa,
fuochi
d’artificio
Notte
Rosa,
d’artificio
fuochi
La Notte Rosa si svolge nel primo week-end di luglio di ogni
anno per dare il benvenuto all’estate con musica e spettacoli,
in tutti i lidi della costa emiliano-romagnola, da quelli
ferraresi di Comacchio a quelli riminesi di Rimini, Riccione,
Misano e Cattolica. Riccione è una delle località principali
di questo evento in auge dall’estate del 2007; spettacoli ed
animazioni ovunque per le vie del suo lungomare e delle sue
piazze con la gente che veste di rosa per l’occasione; la
Notte Rosa è certo un’invenzione commerciale, ma è anche
l’occasione per vedere spettacoli musicali gratuiti, come
quello dei Nomadi a Misano Adriatico e di Carmen Consoli a
Rimini, nell’edizione 2016.
Riccione ha un bel lungomare che si sviluppa completamente
pedonalizzato ed attrezzato con moderne panchine e fontane,
ben ombreggiato, dopo il porto canale, in direzione della
piazza Ceccarini, proseguendo oltre questa piazza centrale,
famosa per essere la degna conclusione del suo elegante e
omonimo viale.
Con la calura estiva anche la vita in spiaggia può non bastare
per trovare un po’ di frescura, anche considerando il numero
di ombrelloni che, a distanza troppo ravvicinata, puntellano
la spiaggia, riparando dal sole, ma anche dal
venticello marino che, invece, vorremmo sentire in pieno.
Allora, c’è un’alternativa, una bellissima e piacevole
alternativa: le gite in barca.
In navigazione tra Riccione
e Pesaro
Parco Naturale del Monte
San Bartolo
Le gite in barca da Riccione verso Pesaro non sono le solite
gite in barca che vengono organizzate nelle località balneari
per dare un diversivo alla “noiosa” vita da spiaggia. La costa
tra Riccione e Pesaro, da pianeggiante e punteggiata di
alberghi, diventa improvvisamente montuosa da Gabicce, dove
inizia il Parco Naturale del Monte S. Bartolo, con la montagna
che si sostituisce alla spiaggia, tra promontori e pareti a
picco sul mare, fino a raggiungere Pesaro, dove la costa
ritorna pianeggiante, fino al Monte Conero. Una bella visione
d’insieme di come una costa completamente pianeggiante, da
Trieste e Gabicce, cambia improvvisamente e meravigliosamente
aspetto, diventando montuosa.
Vallugola, porticciolo alla
Baia degli Angeli
Dal porto-canale di Riccione, il mercoledì ed il sabato
mattina alle ore 10,15, la motonave Lady Cristina parte per
un’escursione alla Baia degli Angeli (Vallugola), insenatura
naturale sotto il Promontorio di Gabicce, con sosta per fare
il bagno nelle acque marchigiane. I biglietti si fanno prima
di salire a bordo, nell’apposito posto segnalato. Ritorno: ore
12 – 12,30 circa.
Parco Naturale del Monte
San Bartolo
Pesaro
Dal porto-canale di Riccione, il sabato pomeriggio alle ore
15,30, la motonave Lady Cristina parte per una crociera
panoramica lungo la costa fino a Pesaro; non c’è sosta, ma a
bordo, durante il viaggio di ritorno, verranno serviti
calamari e pesce azzurro con patatine, pane, acqua e vino. I
biglietti si fanno prima di salire a bordo, nell’apposito
posto segnalato. Ritorno: ore 18 circa. Questa gita in barca è
davvero imperdibile!
A Riccione, inoltre, si trova il parco acquatico Oltremare e,
nella vicina Cattolica, l’Acquario di Cattolica.
Buona vacanza sulla costa dell’Emilia Romagna!
Cinzia Malaguti
Sito web della Notte Rosa