Giovanni Lepre, da garzone a commercialista

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lunedì 14 novembre 2016
I Personaggi
quotidiano.roma
www.ilroma.net
del
di Mimmo Sica
Giovanni Lepre, da garzone a commercialista
Consulente del lavoro, combattente di razza nato e cresciuto al Borgo Orefici
G
iovanni Lepre (nella foto), napoletano verace e
combattente di razza, è
una intelligenza poliedrica e un
È dottore commercialista, consulente del lavoro, docente di
marketing e comunicazione delle imprese orafe presso la Lum
Jean Monnet. È segretario generale di Oroitaly ed è insignito della benemerenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica e di quella di Donato di Devozione dell’Ordine di Malta.
Da quanto tempo è in “trincea”?
«Sono 44 anni che svolgo l’attività di commercialista, consulente del lavoro e revisore dei
conti con due studi, uno nel Borgo Orefici, l’altro è nel Tarì. Al
mio fianco c’è mia figlia Anna,
anche lei commercialista, che sovraintende e coordina il lavoro e
i collaboratori».
fessione di commercialista e conQuali sono i suoi clienti?
«Assisto prevalentemente azien- sulente del lavoro».
de orafe perché sono nato e cre- Il suo primo studio?
sciuto al Borgo Orefici. Primo di «Sempre al Borgo Orefici, nel pasei figli, fin dall’età di cinque an- lazzo di fronte a quello in cui sto
ni frequentavo la bottega orafa di ora, in una stanzetta a casa di
Paolo Verde, capostipite di più mamma Anna e papà Mario, al
generazioni di gioiellieri, perché quarto piano senza ascensore.
la mia famiglia aveva bisogno an- Ero da solo con una piccola scriche del mio piccolo contributo vania. La mia unica collaboraeconomico. Praticamente facevo trice era mia sorella Patrizia che
il garzone e andavo a comprare il tuttora lavora con me. Successicaffè, il giornale, le sigarette e via vamente, continuai l’attività prodicendo. Contemporaneamente fessionale nell’abitazione dove
andavo a scuola. La mia prima vivevo con mia moglie Lena, con
paghetta fu di 200 lire a settima- mia figlia Anna e mio figlio Mana. La frequentazione quotidiana rio, prematuramente scomparso
del laboratorio, che è durata fi- dieci anni fa».
no alle scuole superiori, mi ha Il suo primo cliente?
consento anche di imparare il me- «Il commendatore Bove. Dopo la
sua morte sono subentrati i figli».
stiere di orafo».
Perché non ha coltivato questo Quando ha cominciato ad afmestiere che in realtà è un’arte? fermarsi?
«Attirai l’attenzione del titolare «Nel 1972, quando entrò in vidi un’agenzia di pegni, il com- gore l’Iva che sostituì l’Ige. Fu
mendatore Giovanni Bove, per- una svolta epocale nel mondo fichè quando andavo in giro a fa- scale delle piccole e medie imre i “servizietti” canticchiavo, no- prese che da quel momento ebbero binostante fossi stosogno di
nato come una
campana. Entrai «Lavoravo per necessità senza un consulente.
nelle sue simpatie
e poiché aveva ca- mai abbandonare gli studi. Pur Agli
pito che lavoravo essendo un bravo orafo scelsi Orefici
per necessità, spesdi fare il commercialista» mi conoscevano
so mi chiamava e
mi regalava 100 lire. A Natale e tutti e molti orafi mi concessero
a Pasqua me ne dava addirittura immediatamente la loro fiducia
mille che a quei tempi era una nonostante non avessi ancora la
somma importante. Quando ter- necessaria esperienza professiominai la quinta elementare mi dis- nale, successivamente acquisita,
se: “Gianni vorrei farti lavorare lavorando con loro gomito a gocon me, ma sei troppo piccolo, mito. E questo è stato veramencontinua a studiare e quando te molto bello».
avrai terminato la terza media ne Che consulenza fornisce?
riparleremo. Nel frattempo penso «Da sempre mi sono approcciato al cliente con l’idea di dargli
io a mantenerti agli studi”».
Aveva trovato il suo mecenate… una consulenza a 360 gradi. In
«Proprio così perché mi spronò questo mi considero un antesiad andare avanti e mi pagò gli gnano, basti pensare che da quastudi fino al diploma di ragionie- rant’anni nel mio studio c’è anre. Intanto la sua promessa di far- che un avvocato. Nel tempo, poi,
mi lavorare con lui era sempre ho cominciato a dare ai clienti
anche un’assistenza più ampia e
valida».
diversa da quella strettamente
E lo fece?
«No, perché di comune accordo professionele. Mi riferisco ai
con lui decisi di fare la libera pro- “consigli” utili per affrontare le
varie problematiche che riguardano la categoria e l’ho fatto creando associazioni come l’Arepo
e di recente Oroitaly, che sono
entrambe anche interlocutrici
delle istituzioni».
Che cosa è Oroitaly?
«È l’Associazione degli Orafi italiani esistenti prevalentemente
nei poli nazionali. Racchiude
aziende dei settori orafi operanti nel campo della produzione e
distribuzione, nonché gli artigiani e gli affini della categoria.
È nata nel 2015 da una idea mia
e di Generoso De Sieno, che ne
è il presidente. È un artigiano tra
i primi in Italia ed è, tra l’altro,
fornitore ufficiale dei Borbone.
Siamo ottimamente coadiuvati da
un folto numero di consiglieri».
Quali servizi offre l’associazione?
«Molteplici. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si va dalle convenzioni per consulenze e
strategie di comunicazione agli
studi, ricerche, raccolte ed elaborazioni di dati economici sull’andamento del mercato orafo.
Da proposte a livello UE sulle
normative riguardanti il settore
ad attività di informazione e sensibilizzazione sull’osservanza
delle disposizioni di legge. Naturalmente organizziamo e promuoviamo corsi, seminari, congressi e altre iniziative finalizzate alla promozione in Italia e all’estero del settore orafo italiano».
Come Segretario generale in
particolare di che cosa si occupa?
«La mia è una figura di raccordo e di coordinamento. Faccio
degli interventi televisivi sulle reti nazionali e locali. Sono ospite
a Uno Mattina, sono intervistato da Tg Economia per problemi
relativi al settore orafo. Faccio
interventi di carattere economico
a Radio Marte e su varie televisioni locali. Come pubblicista,
ogni settimana scrivo per il “Roma” un articolo su questioni riguardanti soprattutto le piccole
e medie imprese in generale».
«Riguarda il Borgo Orefici. Ricordo che è un agglomerato di
botteghe nate nel XIII secolo. Negli ultimi tempi su quattro botteghe tre sono chiuse. Questo secondo progetto si chiama “Botteghe aperte”. Con l’aiuto questa volta dei politici locali vorremmo creare botteghe di artigianato artistico dove si lavori
alla presenza dei visitatori, in
particolare dei turisti. Non solo,
quindi, San Gregorio Armeno dove si vedono esclusivamente pastori e presepi. Anche in questo
caso devo trovare il politico di riferimento. L’ideale sarebbe abbinare i due progetti».
Pensa che la riforma dell’articolo quinto della Costituzione
possa favorire la realizzazione
dei suoi progetti?
«Non rivelo la mia posizione sul
prossimo referendum costituzionale. Dico però che le persone
Con Oroitaly ha qualche pro- non possano fare tante cose nella vita. Non si può essere sindagetto particolare?
«Ne ho due che mi stanno parti- co o consigliere e senatore nello
colarmente a cuore. Il primo si stesso momento. Farne una sola
chiama “Bottega scuola”. Oggi è già molto difficile».
gli artigiani in generale non so- Nel privato quali interessi coltino in grado di assumere appren- va?
disti perché i costi sono elevati. «Amo tutto quello che rappreUn neo assunto a bottega deve senta la vera napoletanità. Sono
avere una paga di circa 800 eu- malato di calcio non solo come
ro mensili. Si stanno quindi per- tifoso del Napoli ma anche come
dendo “mestieri”, arti di inesti- praticante. Partecipo al Torneo
mabile valore. Con il nostro pro- Veterani dedicato agli over 60.
getto tendiamo a ottenere un con- Milito come difensore sessantottributo dello Stato a favore del- tenne nella Lepre Group. Il torl’apprendista perché possa esse- neo a otto squadre che è iniziato
re assunto,
a ottobre e finiquindi la
rà a maggio.
«Oltre a Oroitaly ho due Poi sono appaga che
questi riceprogetti: “Bottega scuola” e passionato di
ve deve es- “Botteghe aperte”sull’esempio canzoni napolesere a caritane. Nel 1999
di San Gregorio Armeno» lessi sul giornaco delle istituzioni. Sole che veniva
lo così, le arti di eccellenza po- battuto all’asta l’epistolario di
tranno essere tramandate alle Salvatore Di Giacomo. L’ho acnuove generazioni e salvaguar- quistato e sarei felice di poterlo
dare così un importantissimo pa- mettere a disposizione in manitrimonio economico del nostro festazioni culturali per farlo coPaese».
noscere e non solamente ai naA che punto è il progetto?
poletani».
«Per potere passare alla fase È anche scrittore…
“esecutiva” occorre un politico «Ho scritto tre libri. Due attinendi riferimento a livello centrale ti la mia attività professionale:
e lo stiamo cercando».
“Settore orafo: normativa essenA livello regionale?
ziale”, scritto a quattro mani con
«Il politico locale non è sufficien- mia figlia Anna, e “L’industria
te perché ci viene detto che occorre Orafa Italiana e Internazionale”.
sempre l’intervento statale o del- Il terzo riguarda Napoli e l’Italia in
la Comunità Europea. In una oc- generale. Il titolo è “Dalla parte
casione siamo stati fortemente del Cittadino per far ripartire un
aiutati dal consigliere del partito Paese in declino”. La prefazione
democratico Gennaro Oliviero l’ha fatta il direttore del “Roma”,
che ha fatto passare la legge in Antonio Sasso».
aiuto dell’artigianato artistico. I A proposito di quest’ultimo lifondi, però, non sono stati an- bro, che cosa vorrebbe subito per
cora stanziati».
Napoli?
I corsi di formazione non pos- «Sogno una città pulita nei valori
sono essere di aiuto?
e ripulita dai pregiudizi che la gen«Sono contrario a questa tipolo- te ha nei suoi confronti. Perché ciò
gia di corsi perché danno solo un avvenga occorre, però, che ciapalliativo al giovane. Cito l’afo- scuno di noi faccia la sua parte
risma orientale: “Dona un pesce con amore, serietà e forte senso di
a un uomo e lo sfami per un gior- responsabilità. Napoli potrebbe
no. Insegnagli a pescare e lo sfa- vivere tranquillamente di turismo:
mi per la vita».
la sua bellezza, la sua cultura, le
Il secondo progetto ?
sue arti non hanno uguali».