Il progetto era rivolto a dare credito alle aziende che chiudono e

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Transcript Il progetto era rivolto a dare credito alle aziende che chiudono e

anno i - n° 0 giovedì 17 novembre 2016
www.gazzettamolisana.com
E-mail: [email protected]
Pierpaolo Nagni
L’Ardire
I Tratturi
non siano
da Bandiera Bianca
di Giuseppe Saluppo
C
iclico sembra essere diventato
l’argomento tratturi. Di tanto
in tanto l’argomento torna di
attualità. Di quell'erbal fiume
silente, per dirla con il D'Annunzio, che
in Molise rappresentavano la fitta rete
stradale di un tempo. Oggi? La civiltà
della fretta li ha praticamente quasi del
tutto cancellati. Quei pochi tratti rimasti
continuano a scorrere lentamente lungo
il Molise interno, decentrato e marginale, lontano dalle capitali, dalle città
d’arte e dalle aree industriali; punteggiato di paesi sparpagliati sui colli o
sulle prime alture dei monti, paesi "concavi o convessi, allungati, acciambellati,
frammentati, appesi al paesaggio", paesi
che s’ingegnano per distinguersi e disegnarsi un ruolo originale. Attraversano
frammenti del territorio molisano che
non possono sventolare orgogliosamente sulle guide turistiche bandiere
Blu o Arancione. Ma solo la bandiera
Bianca. Quella destinata ai paesi più
sperduti e affranti, a quelli che si sono
arresi, in via d’estinzione, i villaggi disabitati, i borghi abbandonati, gli spettri
di antiche civiltà, le vittime dei terremoti
e dei disastri, le rovine di un mondo
sbriciolato nell’oblio. E' vero, se non
fossero stati arati, cementificati, distrutti
i tratturi avrebbero rappresentato la testimonianza di un’idea diversa del
mondo, il sentirsi parte di un progetto in
costruzione, la sperimentazione di
nuove forme di rapporto con la gente e
la natura. E' altrettanto vero, però, che
non possiamo restare solo a guardare ma
avere la forza di reagire a questa caduta
in verticale. Allora, si guardi in faccia la
realtà. Su quello che resta immaginiamo, programmiamo qualcosa di
buono, sensato e ragionevole. Con la
speranza di potere fare scrivere un
giorno a quanti potranno beneficiare del
vero Molise, quello che scrisse il Vate:
"Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d'acqua natia rimanga
né cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via".
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Pierpaolo Nagni. L’assessore
regionale ai Trasporti è riuscito a
cavare il classico ragno dal buco
con Ferrovie italiane per la questionedei disabili. Almeno, nelle
principali stazioni molisane sarà
possibile garantire un servizio civile.
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Tommaso Giagnacovo
Il Tapiro del giorno lo diamo a Tommaso Giagnacovo. Il presidente
della Coldiretti Molise che non riesce più a dare connotati netti all’organizzazione agricola sul territorio
regionale. Indirizzi che un tempo
assicuravano anche il dovuto confronto tra le parti e la piena tutela
degli imprenditori agricoli.
Il progetto era rivolto
a dare credito alle aziende
che chiudono e licenziano
Uliano: “Subito
interventi
per le scuole”
pagina 5
Le associazioni
“Plauso a Cotugno
per il folk”
pagina 6
Villa Zappone
verso il Museo
Frentano?
pagina 4
servizio a pagina 3
IL FATTO
pagina 3
Il Tar blocca gli incarichi
all’Agenzia di sviluppo agricolo
Il TAR Molise con Ordinanza n.153/2016 ha sospeso l’efficacia della
graduatoria redatta dall’Arsarp ed inerente il conferimento di incarichi di collaborazione a personale dell’Area di supporto Amministrativo che avrebbe dovuto occuparsi dell’attuazione del Programma di
sviluppo rurale, sia per la vecchia che per la nuova programmazione.
L’avviso pubblico aveva destato non poche perplessità sia tra gli
esclusi i quali avevano denunciato scarsa trasparenza nella procedura,
sia da diversi esponenti politici .
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Il consiglio regionale ha tralasciato l’ordine del giorno della seduta del 15 novembre
Il costo di una seduta consiliare
regionale si aggira intorno ai
sei/settimana euro a seduta. Costo
rilevante, che presupporrebbe che
ad ogni convocazione corrispondesse un impegno legislativo altrettanto rilevante per la
funzionalità dell’ente (meno aggrovigliato e più snello) e per il
benessere della collettività (provvedimenti di legge migliorativi
della qualità della vita, dello sviluppo economico, della sicurezza,
della mobilità, del livello culturale, dello sviluppo turistico eccetera). Purtroppo, leggendo gli
ordini del giorno e i resoconti elaborati dall’ufficio stampa della
presidenza del consiglio, ci si
rende conto che l’assemblea regionale del Molise è di una leggerezza disarmante. Gli ordini del
giorno sono infarciti di interrogazioni e mozioni, che si trascinano
per mesi e mesi, sempre le stesse,
perché dell’ordine del giorno il
consiglio degli argomenti iscritti
ne discute mediamente due o tre
per volta. Di proposte di legge,
che equivarrebbe a constatare la
stretta relazione tra la realtà amministrata e gli amministratori,
nemmeno l’ombra. Tutt’al più
modiche a leggi preesistenti per
adattarle alla nuova visione politica e amministrativa del centrosinistra che da circa tre anni regge
le sorti del Molise. Il consiglio regionale del 15 novembre presentava un ordine del giorno con 9
interrogazioni, 2 interpellanze, la
elezione del garante regionale dei
diritti della persona, la elezione di
2 membri del consiglio d’amministrazione dell’Azienda speciale
di Michele Petraroia
Vincenzo De Luca ha promosso
un evento di 3 giorni a Napoli per
riproporre la Questione Meridionale in un confronto che ha visto
intervenire analisti, studiosi, imprenditori e amministratori locali
oltre al Capo del Governo e a diversi Ministri. Il tema si perde
nella notte dei tempi ma non per
questo ha perso di attualità. Al
contrario, lo spezzatino dei 16
Patti per il Sud firmati dal Governo con le 8 Regioni e le 8 città
principali del Mezzogiorno ha
reso visibile l’assenza di una strategia nazionale per colmare il divario col Centro-Nord, e fermare
l’emorragia di giovani meridionali in cerca di lavoro. Il Presidente della Campania ha
denunciato lo scarto infrastrutturale, nella logistica, nei trasporti,
nella banda larga, negli investi-
Prima di tutto i soldi per se stesso
e a sostegno dell’editoria:
un colpo alla botte e uno al cerchio
Lasciati monchi il consiglio d’amministrazione di “Molise acque”,
disamministrato il Consorzio industriale Isernia/Venafro e i molisani
senza il garante dei loro eventuali diritti violati
regionale “Molise acque”, la elezione di 3 membri del collegio
sindacale di “Molise acque” e la
nomina di 3 membri effettivi e di
2 membri supplenti del Consorzio
per lo sviluppo industriale Isernia/Venafro.
Ordinaria amministrazione. Ebbene, degli argomenti all’odg,
l’assemblea regionale non ne ha
discusso e approvato nemmeno
uno.
Proprio così, nemmeno uno. Lasciando monco il consiglio d’amministrazione di “Molise acque”,
attualmente in regime commissariale - commissario straordinario
Massimo Pillarella - , e privo del
collegio sindacale; disamministrato il Consorzio industriale
Isernia /Venafro (in regime commissariale da tempo immemore),
e i molisani senza il garante dei
loro eventuali diritti violati. La
provvisorietà eletta ad emblema.
Omesso l’ordine del giorno, il
consiglio regionale ha provveduto ad approvare la “variazione
al Bilancio di previsione pluriennale del Consiglio Regionale per
gli esercizi finanziari 2016/2018
in quanto, come detto dal relatore
Di Nunzio, funzionale a rialli-
neare il Bilancio consiliare a
quello dell’Ente, con lo stanziamento di 6.504.500 euro, ovvero
per riallineare lo stanziamento
alla reale necessità di spesa del
Consiglio Regionale. “Cicero pro
domo sua”. Nuova conferma che
innanzi a tutto c’è solo e sempre
l’interesse dei consiglieri, a
danno degli interessi collettivi.
Sulla variazione di bilancio si
sono astenuti i consiglierei Federico, Manzo, Lattanzio e Scarabeo. Altra preoccupazione del
consiglio, tenersi buona e possibilmente amica la stampa. Infatti,
il secondo provvedimento extra
ordine del giorno, ha riguardato
alcune modifiche e l’interpretazione autentica della legge regionale a sostegno dell’editoria.
Provvedimento votato a maggioranza, con l’astensione dei consiglieri Fusco Perrella, Iorio,
Federico e Manzo. Con molta
maestria e “nonchalance” hanno
dato un colpo alla botte e un
colpo al cerchio. E appuntamento
alla prossima seduta.
Dardo
Il Molise segua la strategia di De Luca
menti per le Università e nei settori a maggior valore aggiunto
dell’innovazione e della ricerca.
Ha evidenziato che le grandi
aziende dello Stato sono fuggite
dal Sud disinvestendo o intervenendo in modo episodico facendo riferimento esplicito a
FINMECCANICA, FINCANTIERI e FERROVIE DELLO
STATO.
Ovviamente il disimpegno di
Eni, Enel, Anas, Telecom, Poste
Italiane, Autostrade, Invitalia e
altri operatori nazionali si muove
sulla stessa lunghezza d’onda
salvo rare eccezioni. Se si pensa
che anche l’Istituto SVIMEZ
nato come Centro Studi Statistico
sul Mezzogiorno da tempo è
stato trasferito da Napoli a Roma
e che in tutto il Sud non è rimasta
nessuna Banca di rilievo nazio-
nale c’è poco da essere ottimisti.
La proposta lanciata da De Luca
di assumere 200 mila giovani
nella Pubblica Amministrazione
nel Meridione è stata accolta con
freddezza dal Ministro dello Sviluppo Calenda e dal Ministro dell’interno Alfano che si sono
affrettati a richiamare la priorità
negli investimenti produttivi per
le imprese e lo sviluppo. Con
l’aiuto di uno stuolo di opinionisti hanno riproposto un falso dualismo tra virtuosi incentivi alle
imprese tesi ad accrescere la
competitività del sistema produttivo contro una misura derubricata con troppa fretta come un
provvedimento assistenziale. E’
utile riprendere la proposta del
Presidente della Campania per
chiarire l’impellenza di una questione emergenziale che vede
tassi di disoccupazione giovanile
elevatissimi al Sud con punte del
50% che stanno bruciando due
generazioni e l’unico sbocco a
questo dramma non può tornare
ad essere solo l’emigrazione.
Nell’ultimo ventennio la Pubblica Amministrazione secondo
alcune stime tra i 600 ed i 900
mila addetti con uno snellimento
che ha compromesso l’efficienza
e la qualità di molti servizi pubblici a partire dai sistemi sanitari
alla scuola. L’esternalizzazione,
la precarizzazione e la privatizzazione di molte attività della
Pubblica Amministrazione si
sono tradotte in meno prestazioni
per i cittadini, meno diritti per i
lavoratori e maggiori costi per lo
Stato. Su ciò che è accaduto in
Italia nella Seconda Repubblica
c’è bisogno di andare oltre gli
slogan preconfezionati dalle banche d’affari straniere. Per questo
l’ipotesi di assumere con contratti stabili e sicuri, 200 mila
giovani meridionali, merita di essere condivisa e rilanciata in tutto
il Mezzogiorno per trattenere sul
territorio competenze essenziali
per far funzionare dignitosamente la sanità, le Università, la
scuola, gli enti locali, la pubblica
sicurezza e la giustizia. Questo
investimento migliorerebbe la
qualità e l’efficienza dei servizi
pubblici meridionali agevolando
gli investimenti produttivi e la
competitività delle imprese. Il
Sud non si faccia schiacciare dal
falso dualismo tra competizione
e assistenza, e trattenga i suoi
giovani sul proprio territorio se
non vuole rinunciare al proprio
futuro.
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Il gruppo consiliare regionaledel movimento Cinque Stelle, chiede al presidente Frattura
il perchè del ritardo di cinque mesi nell’erogazione degli 8 milioni di euro
“Da quasi cinque mesi oltre
700 imprese attendono che la
Regione sblocchi i soldi annunciati con il fondo “Mi fido
di te”. E pensare che il progetto era stato pensato per aiutare tante aziende nel breve
periodo”. Così, i consiglieri regionali del movimento Cinque
Stelle che hanno presentato
un’interrogazione M5S in Consiglio regionale
La Regione Molise ha istituito
un Fondo rotativo per l’assegnazione di finanziamenti alle
piccole e medie imprese molisane denominato “Il nuovo
prestito Mi Fido di Te”. Obiettivo: agevolare l’accesso al
credito delle aziende in un periodo di crisi e aiutarle a reperire risorse per operare e
investire.
“Il Fondo tanto sbandierato ha
una dotazione finanziaria di
oltre 8 milioni 700 mila euro
ed è costituito dal capitale pubblico messo a disposizione
delle imprese che possono richiederlo per un periodo di
tempo tra i tre e i sei anni e poi
restituirlo con interessi a tassi
di mercato prestabiliti. Il condizionale però sarebbe d’ob-
“Che fine hanno fatto i soldi
del prestito ‘Mi Fido di te’?”
bligo perché i soldi al momento non ci sono. Ma andiamo con ordine.
Il TAR Molise con Ordinanza
n.153/2016 depositata in data
15.11.2016 ha sospeso l’efficacia della
graduatoria redatta dall’Arsarp ed inerente il conferimento di incarichi di
collaborazione a personale dell’Area
di supporto Amministrativo che
avrebbe dovuto occuparsi dell’attuazione del Programma di sviluppo rurale, sia per la vecchia che per la
nuova programmazione.
L’avviso pubblico, come ricorderà chi
ha seguito la vicenda, aveva destato
non poche perplessità sia tra gli esclusi
i quali avevano denunciato scarsa trasparenza nella procedura, sia da diversi esponenti politici che avevano
fortemente stigmatizzato l’assegnazione degli incarichi a diversi amministratori pubblici, sindaci e consiglieri
di numerosi comuni del Molise, alcuni
dei quali successivamente eletti anche
consiglieri provinciali alle ultime elezioni.
Il Dott. Pasquale D’Ambrosio che
come tanti giovani laureati molisani si
era visto escluso dalle graduatorie non
accettava le modalità poco chiare di
svolgimento della prova selettiva e
conferiva mandato agli Avv.ti Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini che
adivano il TAR Molise per tutelare i
diritti del proprio assistito.
Il TAR, accogliendo le tesi dei legali
del ricorrente, nel bloccare la procedura selettiva, confermava i dubbi
La gestione del Fondo è affidata a FinMolise come è sempre accaduto. Il 31 maggio
scorso la finanziaria regionale pubblica sul
proprio sito internet
l’avviso per “Il nuovo
prestito Mi fido di te”,
con annessi i criteri e le
modalità per partecipare. Una volta raccolte
le candidature l’elenco
viene inviato alla Regione Molise. La graduatoria
viene
approvata e prevede
1.255 domande ammesse, per le quali servirebbero circa 20
milioni 451 mila euro,
ma solo 703 hanno copertura finanziaria grazie agli 8 milioni
previsti dal Fondo.
Dopo le opportune verifiche, quindi, FinMolise
avrebbe dovuto sottoscrivere i contratti di finanziamento
alle
imprese. Ma qui è arrivato il problema. La Regione
non ha girato i soldi alla finanziaria regionale e l’iter si è in-
ceppato. Eppure l’intervento
finanziario era stato pensato
per rafforzare le condizioni di
liquidità delle imprese “nel
breve periodo” e garantire alle
imprese stesse un capitale circolante adeguato a realizzare le
“prospettive di ripresa e di sviluppo nel breve termine”.
Intanto sono già passati quasi
cinque mesi e nessuna Pmi ha
ricevuto le agevolazioni promesse. Per mettere fine allo
stallo il MoVimento 5 Stelle
Molise ha presentato una interrogazione in Consiglio regionale”.
Patrizia Manzo e Antonio Federico chiedono al presidente
Frattura una semplice cosa: se
e con quali tempi la Regione
ha intenzione di liquidare i
fondi a FinMolise, affinché i
contratti di finanziamento alle
imprese siano perfezionati.
“Non possiamo riempirci la
bocca del solito impegno a
combattere la crisi economica
e poi perdere tempo nel portare
aiuto alle Pmi molisane”.
“Incarichi all’Agenzia regionale agricola,
sospesa l’efficacia della graduatoria”
Polemiche già si erano avute all’atto dell’assegnazione degli stessi
Ora il Tar, su ricorso degli avvocati Iacovino e Fiorini,
ha riconosciuto l’anomala modalità di espletamento della selezione
sulla regolarità della procedura eseguita evidenziando che “le censure
proposte avverso la procedura selettiva sono fornite del necessario fumus
di fondatezza, attesa l’anomale moda-
lità di espletamento della selezione
che, tra l’altro, sembra non aver garantito il rispetto della regola fondamentale
dell’anonimato
delle
procedura concorsuale”.
In seguito alla pronuncia del TAR Molise che ha fortemente censurato l’operato della P.A., l’Arsarp oltre a
sospendere l’assegnazione di nuovi incarichi dovrebbe necessariamente procedere in via di autotutela procedere
alla immediata revoca degli incarichi
già conferiti onde evitare conseguenza
di natura contabile e penale.
Dubbi si erano avuti fin da subito perché l’avviso pubblico del 26 giugno
2015 scorso non specificava né il fabbisogno, né le mansioni che avrebbero
dovuto svolgere gli assunti. Non c’era
un progetto per gli incarichi di collaborazione (dalla durata imprecisata,
per altro) “perché le professionalità
richieste saranno utilizzate sulla base
delle specifiche esigenze che di volta
in volta si presenteranno”. Una procedura contestata fin dall’inizio proprio
perchè non avrebbe assicurato la dovuta trasparenza così come c’è bisogno quando in gioco ci sono gli
interessi pubblici.
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17 novembre 2016
Regione plantigrada: 7 anni per definire il quadro economico e il tempo di realizzazione dell’opera
Entro maggio 2017 Larino avrà il museo dei Frentani nel
Parco archeologico dell’anfiteatro romano e di Villa Zappone
Ciò che non mancano al Molise sono i finanziamenti. Manca vistosamente la capacità di metterli a frutto
Alcuni interventi di tutela e valorizzazione dei siti archeologici e
del patrimonio storico-artistico
del Molise (Piano di Azione e
Coesione – Aree di attrazione culturale), finanziati con le risorse
del Fondo per lo sviluppo e la
coesione 2000-2006, portati a
rendicontazione nel Programma
operativo regionale 2007-2013,
devono ancora concludersi. L’immagine di una Regione ritardataria continua a reiterarsi negli atti
amministrativi da cui si rileva,
appunto, come sia stato complicato il percorso relativo all’allestimento del Museo dei Frentani
nel Parco Archeologico dell’Anfiteatro Romano e di Villa Zappone di Larino. Ci riempiamo la
bocca dell’importanza dei reperti
archeologici, delle testimonianze
architettoniche, delle singolarità
storiche e culturali che punteggiano il territorio molisano e però
non ci indigniamo abbastanza nel
prendere atto del tempo che trascorre dal finanziamento alla realizzazione delle opere, e del
danno subito.
A dire il vero a non indignarsi
sono gli amministratori e i dirigenti della Regione che si portano
dietro il cumulo di anni (decenni)
sprecati, di finanziamenti non utilizzati, di opere non realizzate. Il
caso di Larino è testimonianza
inoppugnabile di una gestione
poca accorta del progetto museale. E come quella, ce ne sono
altre decine sparse nei vari rendiconti dei vari fondi europei. Dicono che ci sia un’autorità
apposita per valutare il grado di
efficienza della spesa regionale.
Se c’è, deve essere particolarmente magnanima. Sta di fatto
che l’allestimento del Museo dei
Frentani risulta tra gli interventi
ancora pendenti, individuati dalla
giunta regionale il 25 gennaio
2013 (delibera 67). Vale a dire
circa 4 anni fa. Ma solo il 9 novembre scorso il direttore del
Quarto dipartimento, Massimo
Pillarella, è stato in grado di prendere atto dell’approvazione da
parte del responsabile del procedimento, del nuovo quadro economico del progetto relativo al
Museo, rideterminato il 14 gennaio 2016 in
441.632,28 euro e in un’economia
riprogrammabile
di
58.367,72. Mezzo milione in tutto
di euro, per dare a Larino ciò che
meritava di avere molti anni
prima. Tra le cause del ritardo c’è
anche l’erronea attribuzione di
Ente attuatore dell’opera in capo
al Comune. La direzione regionale del ministero dei Beni e delle
attività culturali del Molise ha dovuto pertanto correggere il tiro
(lo ha fatto con una nota del 17
ottobre 2013), sottolineando che
gli interventi che interessano siti
e/o musei di esclusiva proprietà
statale, l`Ente Attuatore deve essere la direzione regionale stessa.
Ebbene, per cambiare l’Ente attuatore e per ricomporre il quadro
economico, ci sono voluti la bellezza di circa 4 anni. Sono questi
dettagli, questi rilievi, i residui
non rimossi di un sistema regionale che non funziona secondo i
canoni della tempestività e della
ragionevolezza.
Può accadere (e accade), perché
alla Regione Molise non sono
stati attivati i meccanismi di controllo, il carico di lavoro e la tempistica. Tutti vanno a ruota libera,
e nessuno risponde a nessuno di
alcunché. Il Museo di Larino, se
mai vedrà la luce, non sarà prima
del 10 maggio 2017, in corrispondenza del nuovo termine per
la trasmissione da parte del segretariato regionale del ministero
dei Beni e delle attività culturali
e del turismo del Molise, ex direzione regionale, della documentazione necessaria per la chiusura
della concessione, come stabilito
nel disciplinare allegato alla determinazione del direttore generale della giunta regionale il 25
agosto 2014. Ciò che non mancano al Molise sono i finanziamenti. Manca vistosamente la
capacità di metterli a frutto.
Dardo
“In Molise da chiudere i troppi
Centri di accoglienza migranti”
Sì è svolta la conferenza stampa organizzata da CasaPound Italia e dai residenti del condominio di Via
Buonarroti 38, per denunciare le conseguenze per la cittadinanza del business
dell’immigrazione,
dopo
l’insediamento di 15 clandestini in un
appartamento dello stabile. La conferenza
stampa, cui hanno partecipato il responsabile di CasaPound Italia per la provincia di Isernia Agostino Di Giacomo, il
consigliere comunale di CasaPound Italia
per il Comune di Isernia Francesca
Bruno, il Sindaco di Conca Casale Luciano Bucci ed esponenti della minoranza
consiliare del comune di Venafro e dell’associazionismo locale, si è svolto nell’androne del condominio, che per
l’occasione si è riempito di gente.
“Con questa conferenza stampa abbiamo
voluto lanciare un messaggio chiaro, condiviso dalla totalità dei partecipanti: non è
accettabile che l’autorità prefettizia prosegua con un meccanismo, quello dei
bandi per accoglienza, che si è trasformato in un business per pochi privati e
cooperative, ma che espone i cittadini a
La denuncia è stata fatta da CasaPound Isernia
seri rischi sul piano sanitario e della sicurezza. La vicenda dei 15 clandestini stipati in un appartamento di meno di 100
metri quadri in assenza delle più elementari norme di sicurezza ed igiene è emblematica delle storture di un sistema che
non punta ad
altro che al guadagno”.
Così
Agostino Di Giacomo in una
nota.
“Il Molise, la più
piccola delle Regioni italiane, ed
una delle più povere – prosegue
Di Giacomo - ha
superato di ben
quattro volte il
numero massimo
di immigrati in rapporto alla popolazione
previsto dall’accordo tra ANCI e Ministero dell’Interno raggiunto questa estate.
Ferma restando quindi la nostra opposizione di principio al sistema dell’accoglienza sul nostro suolo ed a nostre spese
di individui in massima parte privi delle
qualifiche per lo status di rifugiato e
giunti in Italia non per fuggire dalla
guerra, ma per fare la bella vita a spese
dei contribuenti, è evidentemente come la
situazione in Molise non sia più sostenibile, e sta scatenando reazioni da parte
della popolazione e degli amministratori
locali. A tal proposito, auspichiamo che
nessun sindaco, ad iniziare da quello di
Sant’Elena Sannita, ceda a quelle che si
presentano come prevaricazioni da parte
del Prefetto, appoggiando l’apertura di
nuovi centri sul loro territorio. I molisani
non hanno nessun ‘dovere di accogliere’,
ma il diritto di veder chiusi i centri di accoglienza sorti come funghi sulla loro
terra per nessuna ragione se non ingrassare le tasche di un ristretto numero di individui”.
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17 novembre 2016
Il richiamo, viene dal presidente dell’Ance, Associazione costruttori, Umberto Uliano
La fragilità del territorio e l’allarme sicurezza di infrastrutture
ed edifici pubblici devono essere
al centro della politica regionale”.
Così il Presidente dell’Ance Molise, Umberto ULIANO, che ha
aggiunto: “La manutenzione del
territorio è la prima infrastruttura
di cui ha bisogno il Molise. Dobbiamo abbandonare il clima da tifosi tra grandi e piccole opere –
ha sottolineato Uliano – e pensare
agli interventi utili, quindi quelle
grandi infrastrutture che servono
alla regione perché siamo fanalino di coda dell’Italia e, al tempo
stesso, opere di messa in sicurezza e manutenzione delle strutture esistenti. Tutto questo
sbloccando le risorse disponibili
e assicurando controlli trasparenti
ed efficaci”.
Il Presidente dell’Ance sottolinea
che il tema delle scuole è prioritario.
“Occorre intervenire subito sugli
edifici scolastici della regione per
creare un mix tra i finanziamenti
statali e quelli regionali, che contribuirebbero a risanare un patrimonio immobiliare prezioso per
il futuro del Molise, e costituirebbero anche un volano importante
per la ripresa economica e per la
crescita occupazionale della regione”.
In particolare Uliano evidenzia
che le misure nazionali di rilancio
degli investimenti territoriali1,2
miliardi di euro su 1,5 miliardi
annuali nel triennio 2017-2019,
pari a circa l0%, sono destinate a
pochi interventi strategici di edilizia scolastica, messa in sicu-
“La Regione Molise
si attivi per interventi
sul territorio ed edifici”
rezza sismica e rischio idrogeologico che sono al centro del progetto nazionale di prevenzione
dei rischi denominato Casa Italia.
Per accedere a queste opportunità
gli enti locali dovranno presentare
domande entro il 20 febbraio
2017 sulla base di un progetto
esecutivo redatto, validato e completo di cronoprogramma, per un
importo di 700 milioni di euro nel
2017, di cui almeno 300 milioni
di euro per le scuole.
“Il piano di edilizia scolastica –
scuole sicure, scuole belle, scuole
nuove, scuole antisismiche – for-
Le malattie cardiovascolari costituiscono ancora oggi in Italia uno dei più importanti problemi per la salute pubblica: esse sono tra le
principali cause di mortalità. In particolare le
patologie del sistema cardio circolatorio causano 224.482 decessi (97.952 uomini
e126.530 donne), pari al 38,8% del totale dei
decessi: una percentuale così elevata è dovuta
in parte al processo di invecchiamento della
popolazione e alla scarsa natalità. La medicina e la tecnologia hanno fornito strumenti
fondamentali per diagnosticare meglio e più
rapidamente queste malattie e per curarle con
maggiore efficacia. Nel corso dell’evento in
programma il 19 novembre 2016 dalle ore
9.00 alla Cattolica di Campobasso, alcuni dei
maggiori esperti di livello internazionale si
confronteranno sulla nuove strategie chirurgiche ed interventistiche per la cure di queste
patologie. In particolare si parlerà delle nuove
metodiche e tecniche per la rivascolarizzazione del miocardio, una procedura “salva
vita”, necessaria quando si è presenza di gravi
temente voluto dal presidente del
Consiglio, Matteo Renzi, fin dal
suo discorso di fiducia alle Camere del 24 febbraio 2014, in fase
di attuazione, non ha dato i frutti
sperati. Ora non possiamo più
perdere tempo: occorre intervenire subito con un programma regionale
di
investimenti
individuando priorità e regole di
intervento.
Dopo il terremoto del Molise,
l’attenzione generale si è concentrata sulle scuole, mettendo in
grande evidenza il problema della
loro elevata vulnerabilità. Il Di-
partimento Nazionale della Protezione Civile ha cercato immediatamente di comprendere le cause
generali di tale inadeguatezza,
promuovendo quindi le azioni
atte a produrre una nuova zonazione sismica del territorio italiano e una nuova normativa
sismica. Cinque mesi dopo il terremoto, fu emanata l’Ordinanza
3274 del P.C.M., nella quale veniva stabilito che tutti gli edifici
pubblici e strategici, tra i quali
scuole e ospedali, nonché le infrastrutture in aree sismiche, devono essere verificate nei
successivi cinque anni, al fine di
attivare programmi di adeguamento sismico fondati su una solida base di conoscenza del
patrimonio edilizio pubblico. Alla
stessa ordinanza era allegata la
nuova classificazione sismica e la
nuova normativa sismica.
“Ad oggi, poco è cambiato. Gli
edifici scolastici in Regione sono
364: la maggior parte necessitano
di interventi consistenti di manutenzione straordinaria – aggiunge
Uliano. Dall’ultimo rapporto di
Legambiente si evince una situazione di piena emergenza: nel Comune di Campobasso, solo per
restare al comune capoluogo, solo
il 25% delle scuole ha beneficiato
di interventi di messa in sicurezza. Il Comune di Isernia non
risulta aver inviato dati al riguardo. A necessitare di interventi
urgenti risulta ancora una scuola
su quattro. Infine, solo il 20%
degli edifici scolastici risulta possedere l’agibilità”.
“Mi pare un quadro sufficientemente chiaro – conclude il Presidente dell’Ance. Non c’è più
tempo, dobbiamo intervenire subito, consapevoli che non possiamo
mettere
a
rischio
l’incolumità nostra e dei nostri
figli”.
Le malattie cardiovascolari alla Cattolica
disfunzioni cardiache. Il convegno dal titolo
“Myocardial revascularization in the current
era” è stato promosso dal Dipartimento di
Malattie Cardiovascolari della Fondazione,
diretto dal dott. Carlo Maria De Filippo responsabile scientifico dell’evento insieme al
dott. Carlo Canosa. Dopo i saluti del Direttore Generale, dott. Mario Zappia, interverranno, tra gli altri, il Prof. Antonio Maria
Calafiore, già Primario della Cardiochirurgia
dell’Ospedale di Chieti e Direttore del Centro
“Prince Sultan Cardiac Center” a Riyadh in
Arabia Saudita, uno dei presidi internazionali
più accreditati per la cura di queste patologie,
soprattutto in medio oriente. Presidente del
Corso è il Prof. Massimo Massetti, Direttore
dell’Area Cardiovascolare della Fondazione
“Policlinico “Gemelli” di Roma. Le strategie
cliniche e i percorsi clinici-assistenziali e di
ricerca della Fondazione “Giovanni Paolo II”,
vengono condivisi con la Fondazione “Policlinico Gemelli”, nell’ottica della formazione
costante e dell’aggiornamento continuo. Il
Centro molisano è diventato in questi anni un
presidio di riferimento di rilievo nazionale,
anche nell’ambito della ricerca cardiovascolare.
Il cardine del sistema circolatorio è il cuore,
che “pompa” il sangue che, a sua volta, convoglia le sostanze necessarie al nutrimento e
quindi al funzionamento di tutto l’organismo.
Un sistema complesso che può “incepparsi”
in vari modi, attraverso il malfunzionamento
della pompa centrale o una disfunzione dei
vasi sanguigni, o ancora a causa della fragilità
di un’arteria o un suo irrigidimento e la conseguente incapacità di assorbire l’aumento
della pressione sanguigna. Le coronarie possono andare incontro ad un processo degenerativo, detto “arteriosclerosi”. Quando il
restringimento supera un certo limite il cuore
soffre e manifesta questo disagio ed è necessario un trattamento interventistico con l’ angioplastica corocarica o chirurgico con la
rivascolarizzazione miocardica chirurgica
mediante bypass aortocoronarico. Si crea un
ponte a monte e a valle del restringimento
(“stenosi”) utilizzando un segmento di vena o
arteria, in modo tale che il sangue invece di
passare attraverso la coronaria ristretta, aggiri
l’ostacolo. In alcuni pazienti selezionati che
necessitano della sola rivascolarizzazione
dell’arteria interventricolare anteriore è possibile effettuare l’intervento con approccio
mininvasivo in minitoracotomia sinistra ed a
cuore battente utilizzando l’arteria mammaria
sinistra (MIDCAB): attraverso un taglio di
una decina di centimetri sotto mammario sinistro si può confezionare un bypass sull’arteria principale del cuore, a cuore battente. Le
variabili possibili in un intervento di by-pass
coronarico sono pertanto molteplici e la particolare strategia chirurgica nel singolo caso
va adattata in base alle lesioni coronariche e
alle caratteristiche del paziente.
6
17 novembre 2016
“L’Associazionismo è l’alternativa ad una classe politica dormiente e con poche idee o presa
da altro, ritenuto più importante”.
L’affermazione,
perentoria
quanto si vuole, ma con un notevole fondo di verità, è promanata
dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari riunita nei giorni
scorsi a Ferrazzano per l’Assemblea regionale che ha visto radunati a Palazzo Chiarulli i
rappresentanti di tutti i gruppi
delle tradizioni popolari. A Ferrazzano e non altrove, in ossequio
al ricostituito gruppo” Lu Passariell”. Un’assemblea viva e vivace, con criticità ma soprattutto
voglia di rappresentare il Molise
schietto, senza schematizzazioni,
il Molise del bello, dell’arte, della
tradizione. La Fitp, tenutaria, insieme ad altre associazioni che
hanno lo stesso scopo, della tradizione popolare molisana e italiana,
funge
da
volano
aggregativo, e si prodiga allo sviluppo, alla divulgazione ed alla
conservazione di ciò che è un
vanto italiano: l’unicità, nella di-
TAaglio
lto
Compiacimento della Federazione Italiana Tradizioni Popolari del Molise per la proposta di legge d’iniziativa del presidente del consiglio regionale volta alla tutela del patrimonio
materiale ed immateriale del Molise e alla salvaguardia
dell’azione dei gruppi folk
versità, delle tradizioni popolari
che, sintetizzando, sono l’essenza
della vita contadina, di quartiere,
di comunità. Nel cuore dell’assemblea, il portavoce del presidente del consiglio regionale
Vincenzo Cotugno, ha annunciato
la proposta di legge regionale per
la tutela del patrimonio materiale
ed immateriale del Molise e per la
salvaguardia dell’azione dei
gruppi folk molisani.
La proposta ha preso origine a
Rionero Sannitico in occasione
della terza edizione della rassegna delle serenate, cui ha preso
parte Cotugno. Un impegno por-
di Massimo Dalla Torre
Non giudicateci quelli dell’ultima ora,
visto che di quest’argomento se ne parla
oramai da anni. Un argomento al centro dei
discorsi della gente, sulle colonne dei giornali e nelle cronache televisive regionali.
Un argomento che c’induce a porre una domanda che potrebbe sembrare banale e
sotto certi aspetti inutile “il Molise è una regione aperta al mondo e soprattutto all’Europa? Un quesito che potrebbe sembrare
scontato se si pensa che siamo una regione
ben inserita nel sistema, anche se quest’ultimo presenta numerose distonie. Eppure, è
un punto di domanda necessario, perché la
nostra realtà, nonostante sia “esplosa” positivamente, leggasi accordi siglati con varie
realtà Europee non ultimi quelli con la Cina,
anche questa non appartiene all’Europa, a
nostro giudizio, badate il nostro è un giudizio non da esperti ma da semplici osservatori, è ancora molto lontana, da quelle che
sono le “idee” nate circa cinquanta anni fa
quando si posero le basi per una sola grande
realtà che poteva guardare oltre confini.
Da oltre 35 anni Leo Quartieri, musicista contrabbassista e compositore, s’ingegna con passione a diffondere musica jazz, a formare nuove
leve, a motivare alla musica “tout court” platee
composite e affollate. Talento e professionalità
lo hanno elevato ad una delle espressioni musicali molisane più significative del ventesimo e
ventunesimo secolo. Sempre sulla breccia, ha
suonato in Italia e all’estero, ha eseguito performance memorabili, ha collaborato coi giganti del
Jazz internazionale. Delle sue esibizioni è ricca
la teca della Rai Molise e sono proprio la Rai
tato a termine. L’assemblea
quindi s’è conclusa con la ratifica
dell’ingresso nella Federazione
del gruppo campobassano “ Fontanavecchia “ e con la elezione di
Mario Barile del gruppo “Matesini di Campochiaro” alla presidenza provinciale. IL significato
dell’avvenimento l’ha espresso
Maurizio Varriano, coordinatore
dei Borghi d’eccellenza: “E’ il
Molise che non chiede ma si
offre, malato di una malattia incurabile: la molisanità”.
Dardo
Il Molise è una regione aperta al mondo
e soprattutto all’Europa?
Idee che faticosamente cercano di farsi
largo in una regione, nonostante che ci si affanni a farla apparire propositiva, è considerata da troppi, e questo non torna
certamente a nostro favore, un semplice
corridoio di passaggio per raggiungere realtà più redditizie, più ricche, più favorevoli.
Vedete, appartenere all’Europa e non solo,
non significa apparire, né tanto meno sfoggiare la cultura dell’essere, anche se questa
rappresenta una branca importante su cui
puntare, quello che conta sono i risultati che
arrivano dalle attività produttive imposte
dalla fredda e rigida logica dei numeri e soprattutto dal dio danaro. Essere cittadini
globali significa operare e vivere appieno la
realtà attuale. Noi no siamo ancora lontani
da quelli che sono gli obiettivi prefissati con
l’entrata nella “grande famiglia”. Non ce ne
voglia chi lavora, alacremente per superare
le ultime barriere che c’impediscono di essere competitivi sui mercati esteri, di questo
dobbiamo essere fieri, perché il lavoro fatto
è prolifico, per far attecchire un “modus
operandi” che va oltre anche qui nella ventesima regione d’Italia. Non siamo disfattisti perché sappiamo
bene che dalle piccole realtà vengono i
maggiori contributi. Piccole realtà che, a
differenza di quelle più
grandi, dispersive e non sempre lungimiranti e oculate, colgono sia le sottigliezze su
come inserirsi sia le opportunità che si offrono. Questo perché essendo il nostro un
territorio ancora “vergine” è facile seminare
per raccogliere. Peccato che da noi tutto
questo è appena germogliato. Uno status
dettato da una non perfetta comprensione di
quello che significa veramente guardare
“oltre la siepe”. Uno status forse, usiamo il
forse, nato dalla mancanza di occasioni che
si hanno a disposizione. Frutti di un non
ponderato esame di quello che i tempi mettono e disposizione di chi vuol crescere.
Questa è la realtà; null’altro. Allora quali i
correttivi affinché anche il Molise possa
esporre a pieno merito e non simbolicamente la bandiera della integrazione globale? Di suggerimenti non sapremo darne
anche perché la materia è talmente complessa tant’è che è estremamente difficile
dare suggerimenti. Fortunatamente a soccorrerci ci vengono alla mente le parole di
un politico di razza che, non citiamo, per
non incorrere nelle ire di chi siede ora nella
stanza dei bottoni che potrebbe chiamarci
nostalgici “Il Molise ha nel suo DNA tutte
le capacità, le caratteristiche ma soprattutto
le opportunità per fare il salto di qualità ecco
perché necessita che si punti tutto sull’innovazione”. Parole che riportiamo e che
facciano nostre con la speranza di poter dire
un domani non lontano “Noi siamo cittadini
pronti alla grande sfida sia Europea che
mondiale.”
A Riccia, Casacalenda, Agnone ed Isernia il Jazz di Leo Quartieri
Molise e la Regione, con la partecipazione dell’associazione culturale Musicisti molisani, i
promotori di una serie di concerti del quintetto
di Leo Quartieri ( Erika Petti – voce; Sergio Casale - sax tenore e soprano; Marco Borghetti –
vibrafono e percussioni; Armin Siros – batteria;
Leo Quartieri – contrabbasso e composizioni)
che si terranno a partire da domani, venerdì 18
novembre, a Riccia, presso la sala conferenze (ex
convento) alle ore 18,30, a Casacalenda, al teatro comunale, sabato 19 novembre ore 18,30, ad
Agnone, al teatro italo-argentino, il 25 novembre
ore 18,30, e a Isernia, al cinema Lumiere, il 26
novembre ore 18,30. I suoi saranno, per meglio
dire, seminari/incontro con Mauro Trapani, direttore delle sedi Rai di Abruzzo e Molise, rivisitando e commentando, prima dell’esibizione, i
filmati Rai che raccontano il percorso musicale
di Leo Quartieri e dei suoi successi, della sua dedizione alla musica e ai giovani. Una iniziativa
interessante, in cui la parola colta del musicista e
dell’esponente Rai, farà da intermezzo ai concerti che, tra l’altro, sono a ingresso gratuito. Il
Jazz di Quartieri è certamente per orecchie allenate, per cultori di questo spaccato musicale, ma
la sua ecletticità è in grado di attrarre e piacere al
pubblico, indiscriminatamente.
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