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18 novembre 2016 delle ore 15:03
LinkedIn kaputt!
Che male fanno ai governi i social media! Tantissimo, anche se si parla di lavoro. Perché
disperderebbero "oltre confini" dati preziosi per il controllo umano. Accade in Russia, con LinkedIn.
Dopo aver oscurato anche i siti porno
I cacciatori di teste, in Russia, non avranno più
vita così facile. Da oggi Linkedin è bandito
all'ombra del Cremlino e già si profilano costi
e attese più alte per reclutare "manodopera"
aziendale da tutto il mondo. Già, perché
secondo una legge russa del 2014 "i dati
personali degli utenti devono essere conservati
solo sul territorio nazionale". Una regola che la
banca dati del lavoro online non rispetta. La
prima a lamentersi è stata la Sberbank: la prima
banca russa ha fatto sapere che il blocco
complicherà la ricerca del personale, e a
giovarne saranno le agenzie di reclutamento.
Come accaduto in Cina e Brasile tra Facebook
e Whatsapp, ancora una volta è un social a fare
le spese di una "antidemocrazia", nonostante
poi gli stessi social vengano a più riprese
demonizzati dal mondo occidentale. Peccato,
in effetti, che Linkedin di social abbia ben poco,
e possa essere davvero considerato un mero
strumento di lavoro, o se vogliamo
raccontarcela più verosimilmente, una caterva
di curricula in rete. Eppure la Roskomnadzor,
l’autorità russa per le telecomunicazioni, non
ne vuole sapere. Se poi contiamo che lo stesso
destino era toccato a Wikipedia a causa di un
articolo sul consumo di cannabis, oscurata in
via temporanea, e che in Russia sono bloccati
anche i siti hard Pornhub e Youporn, messi alla
stessa stregua di Linkedin, allora perdonateci
ma ben venga la dispersione di dati oltre i
territori, nell'universo mondo, su Marte e nella
troposfera. Che tanto, al Cremlino, sanno
perfettamente tutto dei 6 milioni di utenti iscritti
a Linkedin, ed è difficile attualmente
immaginare uno stato che utilizza "al meglio"
il proprio controllo. «La decisione di bloccare
Linkedin nega l’accesso ai milioni di utenti che
abbiamo in Russia e alle società che usano
Linkedin per accrescere il loro business.
Continuiamo a voler un incontro con la
Roskomnadzor per discutere la richiesta sulla
localizzazione dei dati», ha dichiarato la
holding. Servirà, insomma, un server nazionale
se si vorrà far ripartire. Ma cosa sono 6 milioni
su una rete di quasi 500? E allora, forse, anche
stavolta, la Russia civile resterà un po' più al
buio, controllando i sudditi con la scusa di
tenere "protetti" questi dannati dati. (MB)
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