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Martedì 15 Novembre 2016
MERCATI
Con l’edizione
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IN ITALIA LA LORO JV EF SOLARE, SUPERA RTR (TERRA FIRMA) A QUOTA 341 MW
Enel-F2i primi nel fotovoltaico
Il sorpasso grazie all’acquisizione dell’intero portafoglio impianti di Etrion, produttore canadese
quotato a Toronto e Stoccolma. L’investimento stimato in 102 milioni di euro, closing a fine anno
di Angela Zoppo
ENEL
quotazioni in euro
4,2
D
a oggi non si chiama più
Ultor ma EF Solare Italia. Soprattutto, sempre
da oggi, la joint venture
paritetica tra Enel Green Power (ormai divisione Energie
rinnovabili di Enel) e il fondo
infrastrutturale F2i, diventa il
primo operatore italiano del
fotovoltaico. Con l’acquisizione dell’intero portafoglio
impianti di Etrion, produttore
solare indipendente canadese
quotato a Toronto e Stoccolma, EF Solare Italia si porta
infatti a quota 92 impianti
per una capacità installata
di 341 MW, superando Rtr,
controllato dal fondo di private equity Terra Firma, che
si ferma a circa 318 Mw.
L’acquisizione riguarda 17
impianti fotovoltaici per 60
Mw dislocati tra Lazio (40,6
MW) e Puglia (19,3 MW), che
nel 2015 hanno prodotto un
totale di oltre 100 milioni di
KWh di elettricità. Si vanno
ad aggiungere agli altri dieci
impianti acquistati di recente
da vari operatori e alla dote
di partenza della jv, assicurata
dai conferimenti di 323 Mw
da parte di entrambi i partner:
65 impianti in 12 regioni, 102
Mw circa apportati da Egp e
105 Mw circa apportati da F2i,
più altri 58 che sono ancora in
fase di passaggio di consegne.
Quando la jv è partita, a dicembre 2015, l’enterprise value degli asset di Egp era stato
valutato circa 234 milioni di
euro e quello degli asset di F2i
intorno a 282 milioni, con un
equity value rispettivamente
di circa 91 milioni, al netto
delle minority, e circa 111
milioni. Egp ha quindi pareggiato apportando cassa per 20
milioni e si è assicurata inoltre
un diritto d’opzione per acqui-
4,0
3,8
3,6
IERI
3,608 €
-0,88%
16 ago ’16
14 nov ’16
Diego
Percopo
Siemens compra Mentor Graphics per 4,5 miliardi $
di Nicola Carosielli
a conglomerata tedesca Siemens ha siglaLGraphics
to un accordo per l’acquisizione di Mentor
Corp, gruppo statunitense attivo nella
produzione di software per la progettazione di
semiconduttori, per 4,5 miliardi di dollari. L’affare prevede che Siemens versi 37,25 dollari
per azione, con un premio del 21% rispetto alla
quotazione di chiusura del titolo della società
Usa venerdì scorso. Questa acquisizione si aggiunge a quella, avvenuta a inizio anno per quasi
1 miliardo di dollari, di Cd-Adapco, specializzata in software di simulazione fluidodinamica
computazionale, che ha contribuito alla crescita dell’unità Digital Factory di Siemens, che
la scorsa settimana ha registrato un +10% dei
profitti nel trimestre. Secondo l’amministratore
delegato di Siemens Joe Kaeser, l’operazione
Mentor risponde all’esigenza di riorganizzare il
gruppo focalizzandolo su un nucleo di business
stare un’ulteriore quota di partecipazione pari al 2,5% del
capitale della ormai ex Ultor.
L’opzione resterà esercitabile
nell’arco di sei mesi a partire
dal primo gennaio 2018.
L’operazione con Etrion, invece, prevede un esborso cash
iniziale di 78 milioni e l’assunzione di debito per altri
221 milioni, più un potenziale conguaglio di 24 milioni. Il
centrali: «È un portfolio perfetto per espandere ulteriormente la nostra leadership digitale e
impostare il ritmo nel settore». Anche Elliot
Management, azionista di Mentor che il mese scorso ha aumentato la partecipazione nella
società all’8,1% del capitale, si è impegnato
a sostenere l’operazione. Siemens prevede di
chiudere l’acquisizione di Mentor entro il secondo trimestre del 2017 con l’obiettivo di generare un aumento dell’ebit di 100 milioni di
euro entro quattro anni e un incremento degli
utili nel giro di tre anni. L’azienda americana,
con 5.700 dipendenti e sede nello stato dell’Oregon, ha archiviato l’ultimo esercizio fiscale con
1,2 miliardi di dollari di fatturato e un margine
operativo adjusted del 20,2%, anche se lo scorso
mese ha presentato una trimestrale con utili e
ricavi in calo. In passato Mentor era stata più
volte oggetto di interesse da parte di multinazionali e fondi di investimento internazionali.
(riproduzione riservata)
prezzo vero e proprio degli asset, perciò, potrebbe ammontare a 102 milioni di euro.
I numeri sono stati comunicati
dal gruppo canadese, che ha
anche stimato la plusvalenza della cessione in circa 53
milioni di euro, al netto degli eventuali aggiustamenti
di prezzo. Il closing è atteso
tra dicembre 2016 e gennaio 2017. Nella transazione,
Etrion è stata affiancata da
Greenhill & Co. International e da Bonelli Erede, mentre EF Solare Italia da Lazard
e Chiomenti. «La logica di
questa operazione», spiega
a MF-Milano Finanza l’ad
Diego Percopo, «è quella di
favorire il consolidamento del
settore fotovoltaico italiano,
ancora troppo frammentato, e
garantire un approccio sempre
più industriale alla gestione
degli asset». Il riferimento
è al fatto che la titolarità di
molti impianti fotovoltaici
attivi sul mercato italiano è
riconducibile in molti casi
a fondi d’investimento. «Il
mercato fotovoltaico nel
nostro Paese», aggiunge
Carlo Franco Pignoloni,
presidente di EF Solare Italia, «presenta una capacità
totale installata di circa 18
Gw, di cui 7,6 Gw relativamente a impianti di taglia
industriale. Questa frammentazione è la base della nostra
strategia di crescita. Ci proponiamo infatti come soggetto
aggregatore e moltiplicatore
delle opportunità dei piccoli
soggetti attualmente proprietari di impianti».
Le ricadute positive delle acquisizioni degli impianti di
Etron sui numeri della jv si
possono già misurare. Rispetto a un pro-forma 2015 con ricavi per 89 milioni e un ebitda
di 69 milioni, oggi EF Solare
Italia si avvia a 130 milioni di
ricavi e 110 di ebitda. Ma come stima Percopo, l’obiettivo
nell’arco di piano, che punta
a raggiungere i mille MW di
capacità installata, «porterà a
un importante miglioramento
della redditività, con ricavi
che arriveranno a circa 370
milioni di euro e un ebitda di
circa 300 milioni di euro».
La campagna acquisti, perciò,
non si ferma qui. «Stiamo valutando altre opportunità»,
anticipa Percopo, «per acquisire impianti di operatori che
ritengono di non poter più
crescere sul mercato italiano,
concentrandoci soprattutto nel
Centro Italia». (riproduzione
riservata)
Quotazioni, altre news e analisi su
www.milanofinanza.it/enel
Il fatturato consolidato nei nove mesi è salito di quasi il 20% mentre l’utile operativo è passato da 49 a quasi 72 milioni
Balzano i ricavi e i margini del gruppo Ima
I
l Gruppo Ima ha chiuso i nove mesi dell’anno con ricavi consolidati a
875,2 milioni di euro, evidenziando
una crescita del 19,6% rispetto ai 731,7
milioni al 30 settembre 2015. In crescita anche il margine operativo lordo ante
oneri non ricorrenti salito a 103,6 milioni
(81,9 milioni al 30 settembre 2015), il
margine operativo lordo a 99,2 milioni (da 72,7 milioni), l’utile operativo a
71,8 milioni (da 49,1 milioni) e l’utile
prima delle imposte a 83,5 milioni (da
36,2 milioni). Il portafoglio ordini consolidato ha raggiunto gli 877,1 milioni
di euro, evidenziando un incremento del
26,1% (+15,4% a parità di perimetro),
grazie alla finalizzazione di numerose trattative nei core business del
gruppo (farmaceutico e
food). Ne nove mesi del
2016 gli ordini acquisiti
ammontano a 1.034,3
milioni, in aumento del
24,3%. L’indebitamento finanziario netto del
gruppo al 30 settembre è
Alberto
diminuito a 237,3 milioVacchi
ni di euro (295,6 milioni
al 30 settembre 2015).
I risultati conseguiti
consentono al gruppo di prevedere un
esercizio in ulteriore
crescita rispetto all’anno
precedente. Se le condizioni attuali troveranno
conferma nei prossimi
mesi, il gruppo Ima stima infatti ricavi a circa
1,27 miliardi di euro e un
margine operativo lordo
di circa 178 milioni. Per
l’ad del gruppo, Alberto Vacchi, «i risultati
conseguiti confermano
la capacità di Ima di
continuare a crescere e
creare valore. L’accelerazione nel terzo
trimestre», continua Vacchi, «testimonia
la validità degli investimenti nella ricerca
di soluzioni sempre più innovative e in
acquisizioni strategiche, come il business
Medtech e Telerobot che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di
crescita stimati per fine 2016, rafforzando la nostra presenza nel settore Automation. La consistenza del portafoglio
ordini consolidato al 30 settembre e la
costante crescita dell’acquisizione ordini, confermata anche nel mese di ottobre,
ci consentono di confermare le stime già
annunciate per un 2016 in ulteriore crescita, con buone prospettive anche per
il 2017».