La Collezione La Collezione CA è il nucleo fondante del museo

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La Collezione

La Collezione CA è il nucleo fondante del museo, comprende 700 reperti ed è considerata la più completa raccolta di vasi del periodo arcaico, presa a riferimento dai grandi musei del mondo e dagli esperti di etruscologia. La specificità e completezza della raccolta ne fanno un unicum che ben si integra con le persistenze etrusche presenti in Lombardia e in particolare con quelle conservate nel Museo Archeologico di Milano. Ai fini espositivi, saranno valorizzati i pezzi di maggior pregio, mentre la restante parte della collezione sarà a disposizione degli studiosi sotto forma di “deposito aperto”, con spazi dedicati all’analisi e alla ricerca. Più in dettaglio, la collezione CA è costituita esclusivamente da vasellame d’impasto e di bucchero di produzione etrusca e italica. L’elevato numero di oggetti e l’ampia varietà delle forme vascolari permettono un esame di entrambe le classi favorendo l’approfondimento su diversi aspetti relativi all’artigianato artistico italico ed etrusco tra IX e VI sec. a. C., oltre a consentire riflessioni e puntualizzazioni relative all’ideologia che contraddistingueva le sepolture delle classi elevate. L’aspetto funerario dell’età del Ferro è caratterizzato da ossuari biconici in impasto non solo etruschi, ma anche dell’area campana (Capua e Pontecagnano) e da prestigiose urne a capanna dalla zona di Bisenzio e dal Lazio. Di notevole interesse risultano un gruppo di situle dell’età del Ferro, che dovevano essere utilizzate in complessi riti cerimoniali, e alcune ceramiche con immagini plastiche antropomorfe. Particolarmente ricca appare la documentazione relativa alle produzioni falisco-capenati sia di età tardo villanoviana che orientalizzante. Si tratta di vasellame con decorazione incisa tra cui spiccano oggetti eccezionali come un vaso a doppia protome animalesca del VII sec. a. C.; identica cronologia hanno alcune straordinarie a cilindretto. oggetti rari, come una oinochoai con triplo collo tubolare. È presente, inoltre, vasellame d’impasto rosso di produzione ceretana ornato con decorazione La ceramica di bucchero offre un vasto excursus cronologico e produttivo. In particolare appaiono ampiamente documentate le fabbriche dell’Etruria meridionale (Veio, Caere, Tarquinia, Vulci), mentre meno presenti risultano le manifatture del distretto chiusino e orvietano con decorazione a cilindretto e a stampo. Anche per questa classe si segnalano phiale identica a quella dalla tomba ceretana dei Leoni Dipinti. Il vasellame di bucchero, finemente decorato da incisioni con immagini zoomorfe che evidenziano il gusto raffinato della committenza insieme a scene venatorie derivate dall’ideale eroico della caccia, comprende interi servizi per il consumo del vino: vasi per conservare la preziosa bevanda, per versare e per bere in un simposio che doveva essere eterno. L’esposizione museale, accanto a questa ricca collezione che verrà presentata sia per ambiti funzionali sia per ambiti produttivi, comprende altri oggetti in bronzo e fittili ad evidenziare ambienti culturali etruschi di età arcaica ed ellenistica e a segnalare, nello stesso tempo, il gusto collezionistico composito della raccolta.

Il progetto museale

Il museo intende proporsi come centro di eccellenza nel campo della conservazione, dello studio, e della valorizzazione dei reperti antichi, configurandosi, in virtù della centralità di Milano, come un polo d’attrazione per tutte le realtà legate all’archeologia etrusca che sono dislocate sul territorio nazionale. La partnership più immediata è quella che si può sviluppare con il Civico Museo Archeologico di Milano, ma verranno studiati progetti anche con la Sovrintendenza e con i musei archeologici e le collezioni antiche esistenti nella Regione, così da portare in luce in modo sempre più accurato le interconnessioni tra le varie civiltà (celtica, etrusca, greca, romana) che hanno determinato la nostra storia. Il museo si confronta con un contesto urbano particolare nel quale coesistono alcune importanti istituzioni culturali: il Museo di Storia Naturale, la Galleria d’arte moderna e il contiguo Padiglione d’Arte Contemporanea, villa Necchi Campiglio e poco distanti il Museo Bagatti Valsecchi, il Museo Poldi Pezzoli, le Gallerie d’Italia fino ad arrivare al cuore nevralgico della città con il Museo del Novecento e Palazzo Reale. Per questo motivo è cruciale trovare i punti di contatto, di natura culturale o gestionale, per sfruttare la densità dei fattori esistenti. L’organizzazione, le funzioni, le finalità del museo fanno riferimento al codice etico dell’ ICOM , con l’obiettivo di assicurare la conservazione e la valorizzazione dei reperti, nonché la collaborazione con la comunità di riferimento. Considerando che il museo archeologico, in parte museo storico, in parte museo artistico, espone spesso reperti di uso comune il cui valore è di difficile comprensione, risulta strategico il progetto espositivo il cui obiettivo è quello di costruire relazioni tra le conoscenze del visitatore e quelle che il museo vuole trasferire. A tal fine, assume rilievo fondamentale l’utilizzo delle nuove tecnologie che possono contribuire in modo suggestivo e contemporaneo a contestualizzare il singolo reperto all’interno di un percorso storico e culturale più ampio. Le dinamiche di accessibilità e fruibilità sono al centro di un progetto di ricerca museografico improntato all’innovazione dei sistemi e delle metodologie espositive in chiave multimediale.