Diretta Musica - viottifestival.it

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VIOTTIfestival
GIULIANO CARMIGNOLA
Grandi
emozioni!
Numero 4
novembre-dicembre ‘16/gennaio ‘17
Indimenticabili
ricordi dal
Sudamerica
Un felice ritorno
Filippo Gamba
Buon compleanno Ludwig
Concerto di S. Silvestro
Auguri e bollicine in musica
Duo Mercelli-Bahrami
Da Bach a Nyman,
un itinerario da scoprire
4
Cari amici del Viotti Festival,
Una nuova stagione, dai contenuti ricchi e variegati, quella del XIX Viotti Festival,
con solisti di livello, riconoscibili ‘filoni’, alcune rarità e qualche gradita sorpresa.
Mozart la fa da padrone: già in apertura di stagione al rientro dalla tournée della
Camerata Ducale in Argentina. L’integrale dei Concerti violinistici - o più propriamente
delle opere per violino solo e orchestra - distribuita in ben cinque appuntamenti, sarà il piatto
forte, vero e proprio fil rouge posto a punteggiare l’intera stagione, destinata a protrarsi
sino a primavera inoltrata; e si sa che Wolfgang ereditò dal padre Leopold, violinista esperto,
una conoscenza approfondita dello strumento ch’egli stesso maneggiava con abilità;
Pubblicazione a cura della Camerata Ducale
Redazione: Cristina Canziani, Rosalba Novella,
Giorgio Seita
Testi e programmi di sala: Attilio Piovano
Social media: Cynthia Burzi
Progetto grafico: Enrica Cavaletti
Orchestra Camerata Ducale
Direttore musicale: Guido Rimonda
Direttore artistico: Cristina Canziani
Sede operativa
Via Nicola Fabrizi, 22 - 10143 Torino (Italy)
www.viottifestival.it
www.camerataducale.it
Prenotazione on-line e telefonica:
[email protected]
tel. 011.755791 dal lunedì
al venerdì ore 10.00 -12.00
sicché questi Concerti occupano tuttora un ruolo di rilievo.
A interpretarli, un pool di solisti dalla tecnica agguerrita, e allora ecco le mani preziose
di Giuliano Carmignola che apre l’intera stagione, con Guido Rimonda costantemente
Acquisto e ritiro biglietti:
sul podio della Ducale che la sera di San Silvestro dirigerà un concerto interamente a sorpresa,
Box office Teatro Civico
(via Monte di Pietà 15, Vercelli)
il giorno stesso del concerto
ore 19.30-21.00
per propiziare il nuovo anno. La felice coincidenza del ritorno di Filippo Gamba per la
seconda puntata delle Sonate beethoveniane nel giorno esatto del compleanno di Ludwig:
Biglietti da 10 € a 25 €
il 17 dicembre, non perdetelo!
INFO:
[email protected]
www.viottifestival.it
Poi un duo di caratura internazionale con l’iraniano Ramin Bahrami e il flautista
Massimo Mercelli in un variegato programma che spazia dalla famiglia Bach al ‘900
di Nyman con un brano espressamente composto per il duo.
E dunque ecco la prima tranche di un’articolata stagione, vi auguro buon ascolto
e vi aspetto tutti al Civico!
Cristina Canziani
Con il sostegno di
Direttore Artistico
Maggior sostenitore
Media Partner nazionale
Media Partner locale
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www.facebook.com/CamerataDucale
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n ov e m b r e
p r og e t t o m o z a rt
Sabato 12 novembre 2016 h 21.00 | Teatro Civico di Vercelli
Giuliano Carmignola violino
L’Integrale
dei concerti
per violino
di Mozart
Parte I
Presentazione di
Giorgio Pugliaro
GIULIANO
CARMIGNOLA
violino
GUIDO RIMONDA
direttore
ORCHESTRA
CAMERATA DUCALE
W.A. Mozart
Prende il via l’integrale dei Concerti di Mozart
per violino e orchestra, suddivisa in cinque
serate.
E si tratta di altrettanti Concerti (K 207,
211, 216, 218 e 219 ) composti a Salisburgo con incredibile celerità tra la primavera e l’autunno del 1775 e pubblicati postumi per volere della consorte
Kostanze.
Il singolare getto creativo non trova riscontro in eventi biografici atti a giustificarne la
stesura; si è ipotizzato bensì un probabile
destinatario in Antonio Brunetti, virtuoso
dalle non comuni capacità che avrebbe
propiziato questa esigua e pur ragguardevole produzione: rivelatrice, da parte
dell’appena diciannovenne Wolfgang, di
una già matura padronanza formale, raggiunta grazie allo studio attento di modelli
italiani.
In abbinamento l’ancor più precoce Sinfonia K 201, pagina amabile, irrorata di incontenibile esuberanza, soavità e humour,
quasi nei modi di una Serenata, ‘incubata’
all’epoca in cui il diciassettenne Mozart
ebbe occasione di ascoltare alcune Sinfonie
del sommo Haydn prendendole a modello.
Concerto n.3 in sol
maggiore per violino
e orchestra, K 216
Concerto n.4 in re
maggiore per violino
e orchestra, K 218
Sinfonia in
la maggiore, K 201
A pag.15
l’approfondimento
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Wolfgang Amadeus Mozart
1756-1791
Giuliano Carmignola
Nato a Treviso, ha studiato con il padre,
con Luigi Ferro, successivamente con
Nathan Milstein, Franco Gulli all’Accademia Musicale Chigiana e con Henryk
Szeryng al Conservatorio di Ginevra. Inizia la carriera come solista sotto la guida di direttori d’orchestra quali Claudio
Abbado, Eliahu Inbal, Peter Maag e Giuseppe
Sinopoli esibendosi nelle più prestigiose
sale da concerto. Collabora poi con Umberto Benedetti Michelangeli, Daniele Gatti,
Andrea Marcon, Christoph Hogwood, Trevor
Pinnok, Franz Brüggen, Paul McCreesh,
Giovanni Antonini e Ottavio Dantone.
Significativa è stata la sua collaborazione
con i Virtuosi di Roma negli anni ‘70 in
seguito con i Sonatori de la Gioiosa Marca,
la Venice Baroque Orchestra, l’Orchestra
Mozart, l’Orchestre des Champs Elysées,
la Kammerorchester Basel, il Giardino
Armonico, l’Academy of Ancient Music e la
Zürcher Kammerorchester.
La sua produzione discografica l’ha portato a collaborare con etichette come
Erato, Divox Antiqua, Sony, Deutsche
Grammophon con cui ha attualmente un
contratto in esclusiva. Le sue registrazioni hanno ottenuto numerosi e importanti
riconoscimenti come Diapason d’Or e
Choc du Monde. Tra le incisioni più recenti i Concerti per due violini di Vivaldi con
Viktoria Mullova e la Venice Baroque Orchestra, l’integrale dei Concerti di Mozart
con Claudio Abbado e l’Orchestra Mozart,
i Concerti per violino di Haydn con l’Orchestre des Champs Elysées, “Vivaldi con
Moto” realizzata con l’Accademia Bizantina
ed Ottavio Dantone e i Concerti per violino
di Bach con l’ensemble Concerto Köln.
Ha tenuto corsi all’Accademia Musicale
Chigiana di Siena e all’Hochschule di
Lucerna. È stato insignito del titolo di
Accademico della Reale Accademia Filarmonica di Bologna e di Accademico
di Santa Cecilia.
© Anna Carmignola / DG
Giorgio Pugliaro
Biglietti da € 10 a € 25
Dopo gli studi classici ha seguito i corsi
di Massimo Mila e Giorgio Pestelli presso
l’Università di Torino, laureandosi con il massimo dei voti presso l’Istituto di Storia della
Musica. Critico musicale della «Gazzetta del
Popolo» e di «Stampa Sera», ha collaborato
con quotidiani, periodici e riviste musicali,
con la Rai e con istituzioni musicali italiane
e straniere.
Oltre che autore di numerose voci per il
Dizionario Enciclopedico Universale della
Musica e dei Musicisti (UTET), ha scritto
numerosi saggi e articoli, in particolare sul
Classicismo, sul Novecento e sulle istituzioni musicali, oltre ad alcune centinaia di note
di presentazione di concerti; è curatore della
sezione Musica di Nova (la nuova edizione
del Grande Dizionario Enciclopedico UTET).
Conferenziere e conduttore di trasmissioni
radiofoniche (in particolare alcuni cicli per
la Rai), componente di giurie di concorsi
internazionali di esecuzione musicale, ha
insegnato presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e negli Istituti e Conservatori
di Aosta, Novara, Torino e Cuneo, dove dal
1989 è titolare della cattedra di Storia della
Musica e Storia ed Estetica Musicale e dove
attualmente insegna varie discipline nell’ordinamento universitario di I e II livello. Collabora anche come docente con le attività
dell’Accademia di Musica di Pinerolo, istituzione presso la quale dirige il Centro per la
Documentazione delle Esecuzioni Musicali
in Piemonte, promosso dalla Regione. Dal
1988 è direttore artistico dell’Unione Musicale onlus di Torino.
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Sabato 17 dicembre 2016 h 21.00 | Teatro Civico di Vercelli
Sabato 31 dicembre 2016 h 19,30 | Teatro Civico di Vercelli
Filippo Gamba pianoforte
Concerto di San Silvestro
L’INTEGRALE
DELLE SONATE
PER PIANOFORTE
di Beethoven
Parte II
L. van Beethoven
Sonata in la maggiore
op.2 n.2
Sonata in re maggiore
op.10 n.3
Sonata in mi maggiore
op.14 n.1
Sonata in do minore
op.13 ‘Patetica’
Filippo Gamba è pianista colto, raffinato e
sensibile. Quanto al corpus delle trentadue
Sonate pianistiche di Beethoven, si sa, sono
un monumentum di tale, imponente rilevanza storica che è davvero ‘cosa buona
e giusta’ riproporlo ciclicamente nella sua
interezza, come fa del resto la maggior parte delle associazioni musicali su scala internazionale: talora distribuendole su più
stagioni, intersecate ad altri capolavori.
Affidarsi alle mani di un unico interprete, poi, comporta l’ovvio vantaggio di una
visione unitaria. E allora sarà davvero
interessante percepire in maniera palpabile il percorso evolutivo che dalle Sonate dell’op.2, ancora debitrici a modelli
haydnian-mozartiani, approda al do minore fatalistico e molto Sturm und Drang
dell’op.13 imbevuta di pathos, vero punto
di non ritorno: passando per la terza delle già innovative Sonate op.10, significativo
momento di svolta, nel contempo avendo
dinanzi, in un ideale confronto, la prima
delle piccole e obliate Sonate op.14. Sicché
il ‘vertice’ della ‘Patetica’ appare ancora più
vertiginoso.
Filippo Gamba
Nel 2000 viene premiato da Vladimir
Ashkenazy in una luminosa vittoria al
Concours Géza Anda di Zurigo, dopo
aver ottenuto negli anni
precedenti prestigiosi riconoscimenti
in concorsi quali Van Cliburn,
Rubinstein, Leeds, Bachauer,
Beethoven, Bremen e Pozzoli.
Viene
quindi invitato dai
più
importanti
festival, dal Ruhr
Piano Festival al Next
Generation di Dortmund, dalle Settimane Musicali di
Stresa ai festival di
Lucerna, Oxford,
Lockenhaus e Varsavia. Si esibisce a Berlino, Vienna, Parigi, Lione, Amsterdam,
Monaco, Atene. Prestigiose sono state,
negli anni, le sue apparizioni come solista
con orchestre quali i Berliner Sinfoniker, la
Wiener Kammerorchester, la Staatskappelle di Weimar, la Camerata Academica Salzburg, l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo
e della City of Birmingham, sotto la bacchetta, tra gli altri, di Simon Rattle, James
Conlon, Armin Jordan e Vladimir Ashkenazy.
Nato a Verona e diplomato al Conservatorio della sua città nella classe di Renzo
Bonizzato, oggi Filippo Gamba è professore
alla Musik-Akademie di Basilea e tiene
seminari d’interpretazione pianistica per
il Festival Musicale di Portogruaro, le Settimane di Blonay, Asolo Musica, Music of
Southern Nevada.
Fedele a un’idea intima e cordiale del fare
musica, coltiva una speciale predilezione
per il repertorio cameristico, collaborando
con il violoncellista Enrico Bronzi, la violinista Alexandra Conunova e con gruppi
di fama internazionale come il Quartetto
Michelangelo, il Quartetto Hugo Wolf, il
Quartetto Gringolts e il Quartetto Vanbrugh. Particolarmente preziosi, nel suo percorso artistico, sono stati gli incontri con
Maria Tipo e Homero Francesch.
La sua attività discografica è cominciata
con l’incisione di due Concerti mozartiani
per l’etichetta Labour of Love. Per la stessa casa ha poi inciso tre cd solistici dedicati a Beethoven, Brahms e Mendelssohn.
Ha inciso due cd per la Sony, in duo con
il violinista giapponese Egijin Niimura, e
due cd per Decca con Humoreske&Davidsbuendlertaenze di Schumann e l’integrale
delle Bagatelle di Beethoven. Di quest’ultimo, beninteso, Gamba frequenta da sempre anche il grande repertorio, tanto che
dal 2015 è impegnato nell’esecuzione integrale delle 32 Sonate al Teatro Comunale di
Vicenza. www.filippogamba.it
Biglietti € 10
Secondo il Piccolo Principe, il rito “è quello
che fa un giorno diverso dagli altri giorni,
un’ora dalle altre ore”. I riti rendono il nostro tempo unico, ne aumentano il valore.
Tutti abbiamo i nostri riti personali, ma la
vera bellezza è quando sono condivisi.
Un po’ per intuizione, un po’ per fortuna,
un po’ per quella magia che si crea quando
i pensieri di tutti vanno nella stessa direzione, sta di fatto che nella storia del Viotti
Festival si sono creati molti riti. Legati ai
luoghi, ai momenti, ma soprattutto al cuore delle persone.
Ecco dunque il Concerto di San Silvestro.
L’ultima notte dell’anno è già un rito di
per sé, ma viverlo tutti insieme, assiepati
nel Teatro Civico esaurito come non mai,
aspettando di brindare con i musicisti, lo
rende ancora più coinvolgente. La lunga attesa per entrare al Civico, iniziata il giorno
prima con l’assalto ai botteghini, è ripagata
con un concerto così diverso dagli altri che
l’anno prossimo non saprà nemmeno essere uguale a se stesso. Si ascoltano strumenti impropri come incudini, seghe o trombe
da stadio, mentre i musicisti straripano dal
palcoscenico invadendo palchi e platea,
cantando, ballando, creando sketch. Seri
violoncellisti in tutù, rockettare: l’unica regola è uscire dalle regole, l’unico obiettivo
fare musica con gioia, divertirsi e divertire. Riempie il cuore assistere all’uscita del
pubblico: visi arrossati, bocche sorridenti
che si scambiano auguri, mani che salutano. Mancano ore a mezzanotte, ma la festa
è già cominciata.
dicembre
dicembre
p r og e t t o b e e t h o v e n
Foto Bellardone - Boffa
dal libro “Con la musica
negli occhi”
Ed. Proverbio
I biglietti omaggio per il Concerto di S.Silvestro si ritirano esclusivamente
presso il box office del Teatro Civico nelle date sotto indicate.
Per questo evento non è prevista la prenotazione telefonica.
CALENDARIO DISTRIBUZIONE BIGLIETTI OMAGGIO E PRELAZIONE
AL POSTO PER GLI ABBONATI
Sabato 31 dicembre 2016 CONCERTO DI S.SILVESTRO
Abbonati: come nelle scorse edizioni l’abbonato dovrà ritirare necessariamente il voucher gratuito
Giovedì 29 dicembre 2016 ore 17.00 / 20.00
Non abbonati: Venerdì 30 dicembre 2016 ore 17.00 / 20.00
Sabato 31 dicembre 18.00 / 19.30
NOTA!
Chi non ritirerà il voucher per S.Silvestro e non comunicherà la propria
adesione al concerto perderà automaticamente il posto.
7
gennaio
l’a ppun ta m e n t o c a m e r is t ico
Sabato 14 gennaio 2017 h 21.00 | Teatro Civico di Vercelli
Massimo Mercelli flauto
Ramin Bahrami pianoforte
dalla
famiglia
bach
al
novecento
J.S. Bach
Fuga canonica in
Epidiapente dall’Offerta
musicale BWV 1079
C.P.E. Bach
Sonata in do maggiore
Sonata in re minore
Federico II
di Prussia
Sonata in mi minore per
flauto e basso continuo
M. Nyman
Taking it as read
J.S. Bach
Ricercare a sei dall’Offerta musicale BWV
1079
C.P.E. Bach
Sonata in do minore
(rielaborazione da J.S.
Bach - Trio per flauto,
violino e basso continuo
dall’Offerta musicale
BWV 1079)
8
Biglietti € 10
Un flautista esperto e versatile e un fuoriclasse della tastiera. E già sono le premesse
di un successo. Un programma insolito, poi,
che dal Barocco si protrae alla contemporaneità con un nuovo brano del minimalista
britannico Nyman.
Di Federico di Prussia - che fu valente flautista - esiste un celebre dipinto: lo ritrae in
abiti regali intento a suonare il traversiere in
veste di solista, dinanzi a un leggio con tanto di candeliere d’ordinanza, attorniato da
strumentisti.
Potrebbe essere un esercizio divertente ascoltare il brano proposto quest’oggi
chiudendo gli occhi e immaginandoci virtualmente ‘dentro’ a quel dipinto. È a Potsdam che Bach - come tutti i genitori - si
recò in visita ad uno dei suoi figli, Carl Philipp Emanuel, innegabilmente il migliore
(anche se coi figli è pericoloso avere preferenze), attivo per l’appunto presso la corte
berlinese di Federico II.
Era 1747. Il sovrano-musicista propose un
tema e su quello spunto Bach improvvisò
lungamente. Rientrato a Lipsia lo fece oggetto di una vasta rielaborazione.
È esattamente così che nacque l’Offerta musicale.
Massimo Mercelli
Ramin Bahrami
Allievo di Maxence Larrieu ed André
Jaunet, ha intrapreso la carriera di solista e suona regolarmente nelle maggiori
sedi concertistiche del mondo: Carnegie
Hall di New York, Filarmonica di Berlino,
Gasteig di Monaco, Teatro Colón di Buenos Aires, Mozarteum di Salisburgo, Concertgebouw di Amsterdam, Wigmore Hall
di Londra, e nei festival di Ljubljana, Berlino, Santander, Vilnius, San Pietroburgo,
Bonn, Rheingau, Jerusalem, collaborando
con artisti quali Yuri Bashmet, Krzysztof
Penderecki, Philip Glass, Ennio Morricone, Luis Bacalov.
Ha suonato alla Filarmonica di Berlino
e alla Sala Grande del Conservatorio di
Mosca in un galà con Yuri Bashmet e Gidon
Kremer ed ha eseguito la prima mondiale
di Vuoto d’anima piena di Ennio Morricone sotto la direzione del compositore. Ha
partecipato a Varsavia, al festival dedicato
ai 75 anni di Penderecki e recentemente a
quello per gli 80 anni del Maestro. Ha suonato al Teatro Nazionale di Praga con Denice Graves, in Cina per l’Expo mondiale,
al MiTo festival di Milano, al MusikVerein
di Vienna e al concerto dedicato all’Italia a
Sochi durante le Olimpiadi.
Ha effettuato la première del Concerto per
flauto e orchestra di Michael Nyman a lui
dedicato e la prima mondiale del nuovo
Concerto a lui dedicato da Sofija Gubajdulina. Nel 2012 è uscito il cd Massimo
Mercelli performs Philip Glass con l’integrale
della musica per flauto di Philip Glass edito
da Orange Mountain Record; nel 2013-14
il cd Bach Flute Sonatas con Ramin Bahrami
per Decca.
È considerato uno tra i più interessanti
interpreti bachiani viventi a livello internazionale. “Un mago del suono, un poeta della tastiera... artista straordinario che
ha il coraggio di affrontare Bach su una
via veramente personale...”, secondo il
«Leipziger Volkszeitung».
La ricerca interpretativa del pianista iraniano è dunque rivolta alla monumentale produzione tastieristica di Johann Sebastian
Bach, che Bahrami affronta con il rispetto
e la sensibilità cosmopolita della quale è
intrisa la sua cultura e la sua formazione.
Le influenze tedesche, russe, turche e naturalmente persiane che hanno caratterizzato
la sua infanzia, gli permettono di accostarsi
alla musica di Bach esaltandone il senso di
universalità che la caratterizza.
Nato a Teheran si diploma con Piero Rattalino al Conservatorio di Milano, approfondisce gli studi all’Accademia Pianistica
di Imola e con Wolfgang Bloser alla Hochschule für Musik di Stoccarda. Si perfeziona con Alexis Weissenberg, Charles Rosen,
András Schiff, Robert Levin e in particolare
con Rosalyn Tureck. Ramin Bahrami incide esclusivamente per Decca-Universal, i
suoi cd sono best seller e riscuotono sempre molto successo di pubblico e di critica
tanto da indurre il «Corriere della Sera» a
dedicargli una collana apposita per 13 settimane consecutive.
È stato insignito del premio Mozart Box
per l’appassionata e coinvolgente opera di
divulgazione della musica, bachiana e non
solo.
9
Ottobre 2016 tournée in Argentina
Tre concerti tra Buenos Aires,
Rosario e San Nicolás
una settimana
indimenticabile,
accompagnati
dal calore
di un pubblico
entusiasta
Dall’inviato speciale
Cristina Canziani
La nostra avventura comincia alle 16.00 del 23
ottobre. Giunti entusiasti a Milano Malpensa, ci
rendiamo conto all’imbarco che la nostra compagnia, dato che l’aereo è strapieno, non permette che gli strumenti viaggino a bordo con
noi… tutto in stiva! Panico assoluto: i musicisti
viaggiare senza i loro strumenti? Non se ne parla proprio! Così blocchiamo tutti gli imbarchi,
e dopo 20 minuti di contrattazione riusciamo a
salire sul nostro aereo con gli strumenti. Vittoria, sì, ma faticosa… Insieme a noi un vercellese
doc: il nostro inseparabile amico Enrico Gardini,
che ci ha accompagnati in tutti e tre i concerti.
Arrivati in Argentina, restiamo immediatamente
ammaliati dai colori e dal calore del luogo. Il
Teatro Coliseo di Buenos Aires ci accoglie con
insegne luminose a noi dedicate: un’accoglienza
da vere popstar, certo, ma soprattutto un rispetto e un’attenzione verso il nostro mondo che
non dimenticheremo. Ci porteremo nel cuore
gli sguardi ammirati degli italo-argentini nel seguire Guido che attraversa con il suo Stradivari
la platea del Coliseo.
E quanto ci hanno stupito sia le grida, veramente da stadio, alla fine dei concerti, sia gli applausi
e i clacson che si levano dalle macchine ferme ai
semafori quando, finita la serata, stiamo ormai
tornando in hotel! Davvero questa è una terra
piena di passione; vissuta in modo umano e civile, naturalmente, ma passione vera.
Ma c’è di più: l’Argentina è stata anche l’occasione per fare incontri importanti.
Prima il pianista Horacio Lavandera - una vera
star in Sudamerica - che ha suonato insieme a
noi nel primo concerto al Coliseo, e poi José
Bragato, violoncellista e amico storico di Astor
Piazzolla, friulano d’origine, che ci ha accolto
con grande calore nella sua casa di Buenos Aires.
Che incontro! José sfoggia i suoi 101 meravigliosi anni vissuti nel segno della grande musica e
soprattutto nel segno di Piazzolla, del quale ci
ha mostrato tutte le partiture originali (è l’unico
orchestratore ufficiale dei suoi brani), e ha anche
apprezzato il vino Refosco che Daniele Bogni ha
portato per lui dall’Italia.
A Rosario abbiamo suonato nel teatro El Circulo: Vivaldi, Tartini, Viotti e Paganini, più 4 bis
di Guido, e per finire le variazioni sull’Inno di
Mameli... e il teatro è impazzito! E che emozione
essere accompagnati, quasi scortati al nostro albergo dopo il concerto dal pubblico entusiasta!
La tournée ha dato l’opportunità ai giovani e ai
quasi giovani del nostro gruppo di vivere insieme intensamente. Nonostante il pochissimo
tempo da dedicare a visite o escursioni, abbiamo
condiviso tutto, comprese le colossali scorpacciate di Asado, la straordinaria carne argentina.
L’ ultimo concerto è stato a San Nicolás, al Teatro
Municipal che è considerato una replica in piccolo del Teatro Colón. Che acustica meravigliosa... Anche in questo caso un successo straordinario, che inizia fin dal pomeriggio precedente
il concerto: non capita davvero spesso di fare
shopping in centro e, in ogni negozio, sentirsi
dire che alla serata parteciperanno proprio tutti!
E non esageravano...
Cos’altro porteremo con noi? La soddisfazione
di ritrovarci in prima pagina la mattina dopo il
concerto, la condivisione del mate nei viaggi in
pullman tra una località e l’altra (il mate è un’infusione preparata con le foglie di una pianta originaria del Sudamerica e si beve in una specie
di zucca: un rito che qui è molto importante e
familiare); la profonda e autentica gioia dei nostri connazionali in Argentina.
Sono stati sei giorni intensi e ricchissimi di
emozioni. Siamo ritornati sfiniti, ma felici e desiderosi di ritornare; sì, perché nel 2018 saremo di
nuovo in Argentina… e con la Camerata Ducale
al gran completo!
La tournée argentina
con gli occhi dei musicisti
10
Intervista a Marina Martianova
e Michela D’Amico di Attilio Piovano
Reduci dalla recente tournée argentina, che al
Coliseo di Buenos Aires come pure in altre due
importanti città, ha ottenuto uno strepitoso
successo, i musicisti della Camerata Ducale
sono tuttora emotivamente ‘carichi’. Facile immaginarlo, dacché per molti di loro si è trattato
della prima esperienza internazionale.
Due di loro, le violiniste Marina Martianova e
Michela D’Amico che ricoprono rispettivamente i ruoli di spalla dei primi e secondi violini
hanno accettato di incontrarci e di rilasciarci
questa intervista. Prima ancora di rispondere
alle nostre domande, ci intratteniamo a lungo
a parlare di questa recente avventura: e già solo
scorrere le centinaia di foto che occhieggiano
dai loro smartphone fornisce la prova più eloquente del loro entusiasmo. Insieme inoltre,
scorriamo la rassegna stampa che la Direzione
artistica chi ha fornito. Leggiamo avidamente titoli e brandelli di recensione ricorrendo a
Google translator per qualche frase più ostica.
Ma il senso è chiaro: un successo senza riserve
Hanno parlato benissimo di voi, segno che ve
lo siete meritato. E dire che la critica in genere
è piuttosto severa...
Martianova: Si, la critica si è espressa in termini entusiastici, è stato un susseguirsi di serate
magiche, in cui si viveva un feeling collettivo
straordinario, e questo è stato giustamente apprezzato.
D’Amico: È vero, spesso è molto difficile soddisfare le alte aspettative che il pubblico e la critica hanno, specie nei confronti di un’orchestra
italiana e pertanto automaticamente riconosciuta, nell’immaginario sudamericano, come
una garanzia di eccelso livello. Ma gli articoli
che giorno dopo giorno sono usciti sui giornali
locali per elogiare il nostro solista e l’orchestra
ci hanno dato la graditissima conferma di esserci riusciti.
Dunque un’opportunità davvero unica, per musicisti come voi, quella di suonare in un luogo
blasonato quale il Coliseo di Buenos Aires. Che
impressione vi ha fatto varcare la soglia di questo tempio della ‘classica’ in Argentina?
M : è sempre una grande emozione suonare in
un grande teatro straniero, così ricco di storia e
di grande valore artistico, come anche nei grandi teatri italiani in cui mi è capitato di esibirmi.
D: Entrare al Coliseo è stato emozionante. Non
solo per la bellezza e l’ampiezza del teatro in sé,
ma anche per l’accoglienza ricevuta (durante la
pausa prove, in camerino ci è stato preparato il
famoso mate, la bevanda tipica argentina!)
Inoltre ho notato, in elementi quali le decorazioni floreali o le luci colorate che cambiavano
a seconda dei momenti dell’esibizione, abbinate ai vestiti colorati di noi donne dell’orchestra,
una cura del dettaglio per certi versi curiosamente molto simile a quella da sempre dimostrata dalla stessa Camerata Ducale.
Gli argentini sono un popolo latino, come noi
italiani. Dunque un pubblico caloroso ed esuberante. È così?
M : è così è così sicuramente, ed è davvero
molto difficile - se non impossibile - non lasciarsi contagiare dall’eccezionale entusiasmo
di questo pubblico travolgente che decuplica la
forza dell’impegno di ciascun musicista: dare il
meglio di sé, sempre.
D: È assolutamente così. La risposta del pubblico per gli artisti è fondamentale, ed è sempre un piacere esibirsi davanti a persone che
trasmettono vistosamente il proprio entusiasmo: fa sentire apprezzati e stimola noi musicisti a dare sempre di più nel corso del concerto. Eravamo stati avvisati di non offenderci se,
durante i bis, gran parte del pubblico avesse
lasciato la sala per accaparrarsi i taxi all’uscita,
in quanto, ci è stato detto, è una tipica abitudine del posto: è stata una grande
soddisfazione vedere che questo
non si è verificato in nessuno dei
tre concerti!
In Argentina avete portato musica italiana, Viotti soprattutto,
ma non solo, guidati dall’esperto
Guido Rimonda. Quale impatto
produce la musica settecentesca
sul pubblico contemporaneo del
Sud America?
M : Questo bisognerebbe chiederlo a ciascuno di loro. Indubbiamente - a giudicare dall’ascolto estasiato (ma era forse soltanto
la musica settecentesca o non anche l’interpretazione di solista ed orchestra ?) - un impatto
di grande effetto, tenendo appunto conto del
carattere esuberante di questo popolo e delle musiche nelle quali si trova normalmente
immerso.
D: Il pubblico sudamericano è rimasto, io credo, molto colpito dalla musica che abbiamo
proposto. Il fatto che i teatri in cui abbiamo
suonato siano sempre stati stracolmi testimonia un grande interesse e una forte curiosità
nei confronti di questo repertorio, anche per
la presenza di moltissime persone di origine
italiana in Argentina. Quando Guido Rimonda,
11
O t t o b r e 2016 tournée in Argentina
un’esperienza
elettrizzante
che rende
il gruppo
ancora più
coeso
tra i bis, ha eseguito alcune variazioni sull’inno
di Mameli il teatro è crollato...
I vostri tanti post su facebook tradiscono l’euforia per un’avventura professionale, ma anche sul piano umano che - immaginiamo - vi
porterete dentro per tutta la vita. Ci raccontate qualcosa al riguardo?
M : Viaggiare è sempre entusiasmante. Viaggiare in un paese lontano lo è ancor di più. Viaggiare in gruppo per lavoro ha poi dei risvolti
particolari soprattutto per chi, come noi, ha
l’immensa fortuna di svolgere un lavoro dove
l’emozione gioca un ruolo fondamentale. La
distanza dal “vecchio mondo” rinnova pensieri e sentimenti, in gruppo ci conosce di più e
meglio, cadono molte maschere e le energie di
tutti si sommano per uno scopo comune.
D: Quando visito un posto nuovo entro in modalità “turista giapponese”, con un occhio al
paesaggio davanti a me e l’altro nell’obiettivo
della fotocamera, quindi sono ormai rassegnata
al fatto che ammorberò tutti i miei amici social
con valanghe di immagini. È innegabile, però,
che questa terra mi sia piaciuta particolarmente, con le sue suggestioni e con i suoi mille colori. Esplorarla con persone che, ancor prima
di essere colleghi, sono per me degli amici, è
stato ancor più stimolante.
Avrete di certo incontrato alcuni musicisti e vi
sarete scambiati informazioni e magari anche
annotazioni varie sulle differenti situazioni
‘musicali’: in Italia e in Sudamerica. Cosa vi
ha colpito di più in tal senso?
M : Sì, il confronto c’è stato anche questa volta,
ed oltre ad essere un arricchimento artistico è
anche un’occasione per guardare con occhi diversi la vita dei musicisti e confrontarla con la
nostra situazione artistica nazionale, purtroppo
con un filo di amarezza per quest’ultima.
D: Un musicista argentino all’incirca mio coetaneo era infiltrato nell’organico stesso dell’orchestra! Il suo nome è Jeremias e il suo aiuto è
stato indispensabile durante questa avventura.
Abbiamo parlato a lungo, in effetti, delle situazioni musicali in entrambi i Paesi.
Quello che ne è emerso è che, nonostante al momento il livello delle orchestre locali non sia
molto alto, l’Argentina è sicuramente una delle
nuove frontiere, in quanto, rispetto all’Italia, ci
sono moltissime possibilità di lavoro nel campo
della musica, tali da attirare pian piano persone
provenienti da zone lontanissime del mondo.
L’emozione più grande?
M : A cominciare dal suonare nel paese che ha
visto nascere il Papa, sentire la sua presenza
spirituale tra il pubblico, immaginarlo entusiasta per la nostra musica, e continuare con
l’amore intatto per Evita di grande parte del
popolo argentino che, nonostante il famosissimo invito a non piangere per lei, continua a
piangerla.
D: Potrebbe sembrare banale, ma mi sono
emozionata moltissimo quando, all’indomani
del concerto a San Nicolás, sono entrata con tre
amiche in un negozio di souvenir e, chiacchierando con la commessa nel tentativo di dare
una spolverata al mio spagnolo, le ho svelato
che eravamo proprio noi ad aver suonato in
teatro la sera precedente: la signora ha emesso un urlo di gioia e ci ha volute baciare ed
abbracciare tutte, per poi lasciarci andare non
prima di aver regalato a ciascuna un sacchetto
di caramelle “para el avión”.
La sorpresa più incredibile?
M : La simpatia e la calda ospitalità delle persone della strada, che non lesinano mai un sorriso o un gesto di affetto, anche quando semplicemente ti riconoscono nei locali o nei negozi
dopo un concerto.
D: Tutto è stato mozzafiato: dal signore che il
primo giorno sul pullman ci ha svelato i segreti di Buenos Aires, alla casa di Che Guevara a
Rosario, a quella dove sono stati presi gli accordi per la Costituzione a San Nicolás. Personalmente, visitando il Teatro Colón, altro storico
teatro di Buenos Aires, sono rimasta meravi-
gliata dal fatto che in sala esista un lampadario
così enorme da poter ospitare al suo interno
fino a quindici musicisti suonanti, allo scopo
di creare particolari effetti acustici! Per non
esagerare con le sviolinate, però, vi avverto: se
non siete soliti eccedere nel consumo della carne, state alla larga dall’Argentina!
Qualche delusione, a contatto con la realtà urbana e sociale del Sud America?
M : Più che di delusione, forse si deve parlare
di tristezza per il “disagio sociale” che si percepisce soprattutto fuori dai grandi centri urbani
e dalla loro apparenza di benessere
D: Al di là della banale delusione legata al cibo
che ho scherzosamente citato, sono rimasta
molto toccata dal vedere con i miei occhi le
favelas, che in Argentina si chiamano villas. Si
tratta di realtà che, a parole, da sempre conosciamo, tuttavia il fatto di passarci vicino, poco
dopo essere usciti dal centro, curato e per certi
versi sfarzoso, fa riflettere su come la società sia
totalmente spaccata tra chi può spendere migliaia di pesos per un concerto e chi non ha un
tetto integro sopra la testa. A San Nicolás anche
la realtà dei cani randagi mi ha molto scossa: ce
n’erano a decine e avrei voluto adottarli tutti.
La tournée è stata anche un’occasione di
scambio e di crescita sul piano umano, oltre
che professionale, beninteso. Cosa vi portate
in Italia tra i ricordi più vivi? ...dai ristoranti
ai locali notturni, e non diteci che siete andati
a dormire subito dopo i concerti...
M : La cucina è molto semplice e “ruspante” ma
vale la pena di essere gustata nelle sue proposte più tipiche, e la vita notturna latina è forse
una delle esperienze più indimenticabili, e fa
cogliere come il ballo e le tradizioni popolari
siano vissute come un mezzo per superare le
difficoltà di una società dai grandi contrasti;
rimarranno per sempre con noi il suono della
lingua parlata, quello della musica di strada, il
profumo dell’aria, il colore degli edifici, l’amaro sapore del mate.
D: A dire il vero tra il fuso orario e il fatto che
scarpinavamo da mattina a sera per esplorare la
città, concludendo ogni giornata con un concerto, non abbiamo frequentato i locali notturni tanto quanto ci eravamo ripromessi di fare.
Dopo ogni concerto, però, siamo andati tutti
a festeggiare mangiando e bevendo insieme, e,
anche se a volte siamo rimasti scioccati dall’abuso di carne o dall’enormità delle porzioni (e
lo dice una che non mangia proprio come un
passerotto...) ci siamo divertiti molto e siamo
tornati in Italia carichi di ricordi e di esperienze umane che non dimenticheremo.
Ripartireste domattina?
M : Oh! sicuramente sì, d’altro canto le valigie
non le abbiamo ancora disfatte…
D: Quanto tempo ho per preparare la valigia?
Ad un vostro collega italiano consigliereste
di accettare una tournée come quella che vi è
stata offerta dalla Camerata Ducale?
M : No, certamente no! Faremmo di tutto per
convincerlo che - per suonare tre concerti non è proprio il caso di sobbarcarsi un viaggio
interminabile all’andata ed un altro al ritorno,
fiaccarsi due volte di seguito con un fastidiosissimo jet-leg, cibarsi di sole bistecche affumicate e massacrarsi in dolorosi trasferimenti in
pullman. Poi, sicuri di averlo convinto, partiremmo noi al suo posto!
D: Lo consiglierei senz’altro, d’altra parte io
stessa mi sono sentita esaltatissima fin dal
momento in cui si cominciava anche solo ad
ipotizzare l’idea di questa tournée. Penso che,
soprattutto per i giovani come me che, a parte
la necessità di studiare il proprio strumento per
migliorarsi costantemente, non hanno ancora
vincoli legati ad un lavoro fisso o a una famiglia
propria, si tratti di esperienze sane ed imprescindibili.
Da ultimo: secondo voi la Camerata Ducale
ne è uscita arricchita da quest’indimenticabile
esperienza?
M : Ogni esperienza, in quanto tale, arricchisce.
Questa ha certamente contribuito in maniera
notevole all’arricchimento della Camerata nel
suo insieme e potrete di sicuro accorgervene
anche voi partecipando alle sue prossime esecuzioni. Vi aspettiamo!
D: Lo credo fermamente. Esperienze come
questa servono non solo a cominciare la stagione musicale nel migliore dei modi, con l’entusiasmo e l’euforia di un recente successo, ma
anche ad affiatare il gruppo che, se già era unito, ora è ancora più saldo.
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O t t o b r e 2016 tournée in Argentina
Sabato 12 novembre 2016
Appuntamento
al
FOYER
Con il primo concerto prende il via
una nuova iniziativa dedicata dal
Viotti Festival al suo Fede,e pubblico:
“Appuntamento al foyer”. A partire dal
12 novembre, infatti, in occasione di
ogni appuntamento della sezione orchestrale del cartellone, gli spettatori
potranno trascorrere l’intervallo nello
splendido “Ridotto” del teatro Civico,
assistendo a incontri, presentazioni,
interviste e partecipando a degustazioni...e a molto altro, ancora da scoprire di volta in volta, sempre con inalterato gusto della sorpresa.
I personaggi che interverranno al primo appuntamento e con i quali si potrà
dialogare sono molto noti e rappresentano una vera eccellenza vercellese.
Sarà l’inizio di un viaggio lungo tutta
la stagione e..un motivo in più per non
perdere nemmeno un concerto.
Sabato 12 novembre Paola Piola, figlia del
grande Silvio Piola, e Massimo Secondo,
presidente della Pro Vercelli, saranno intervistati dal giornalista Enrico De Maria.
Il pubblico sarà coinvolto e potrà intervenire al dibattito con domande. Il tutto sarà
ripreso e messo in visione dal giorno seguente sul sito www.viottifestival.it.
Silvio Piola, con 395 gol all’attivo, di cui
290 in serie A, è tuttora il più grande attaccante della storia del calcio italiano. Campione del mondo con la Nazionale italiana
nella Coppa Rimet del 1938 disputata in
Francia, ha giocato nella Pro Vercelli, nella
Lazio, nel Torino-Fiat (durante il campionato di guerra), nella Juventus e nel Novara.
Vanta il record di sei gol segnati in una sola
partita nel campionato italiano di serie A:
Pro Vercelli-Fiorentina 7 a 2 del 28 ottobre
1933 allo stadio “Leonida Robbiano”.
La Pro Vercelli, con i sette titoli di campione d’Italia conquistati tra il 1908 e il 1922
è uno dei club calcistici più titolari d’Italia.
Vanta tra l’altro un record che rimarrà per
sempre imbattuto, avendo schierato in un
incontro della Nazionale con il Belgio (primo maggio 1913, a Torino: 1 a 0 per gli
Azzurri) nove giocatori, di cui ben otto nati
e residenti a Vercelli. Dopo 64 anni di tribolazioni nelle serie minori, alla fine del
campionato 2011/12, sotto la presidenza
di Massimo Secondo, la Pro è tornata nella divisione di serie B in cui milita attualmente.
Sabato 10 dicembre 2016
Concerto benefico straordinario
Due generazioni,
mille rinascite
Guido e Giulia Maria Rimonda
per la ricerca contro il cancro
L’iniziativa I Giorni della Ricerca® programmata
dall’A.I.R.C. e in svolgimento nel mese di novembre per il diciottesimo anno consecutivo, rappresenta un momento fondamentale per informare
e sensibilizzare il nostro Paese sui principali progressi compiuti nella lotta contro il cancro.
Un appuntamento decisivo per sostenere i migliori ricercatori di tutta Italia che con il loro lavoro stanno compiendo passi avanti verso una
migliore curabilità del cancro. I risultati delle loro
ricerche permettono una conoscenza sempre più
approfondita della malattia e della sua complessità aprendo la porta a nuove opportunità di cura
e di guarigione.
Ad oggi, oltre il 50% delle persone a cui è stato
diagnosticato un cancro è guarito!!
Questo percorso ricco di scoperte ma anche di
nuove sfide può continuare solo grazie al sostegno di migliaia di soci, sostenitori e volontari,
che attraverso il proprio contributo e la propria
presenza garantiscono la forza e le risorse indispensabili.
In prosecuzione delle esperienze passate,
quest’anno la Camerata Ducale e l’associazione
di volontariato Perché no? organizzano, al Teatro Civico, un concerto volto al reperimento di
risorse economiche da devolvere integralmente
all’A.I.R.C. (Associazione Italiana per la Ricerca
sul Cancro) e alla promozione di orientamenti
culturali e conoscitivi utili per la lotta a questa
temibile malattia.
In occasione di “i giorni
della ricarca” di A.I.R.C.
(Associazione Italiana per
la Ricerca sul Cancro)
Il concerto si terrà sabato 10 dicembre alle ore
21.00 al Teatro Civico di Vercelli. Protagonisti
Guido e Giulia Maria Rimonda che presenteranno
composizioni di G.B.Viotti, J.F.Mazdas, G.Tartini
e molti altri autori.
Il costo del biglietto è di € 15.00 poltrona e
€ 10.00 poltroncina.
Agli abbonati del Viotti Festival verrà riconosciuto
una riduzione pari al 20% del costo del biglietto.
Prevendite da lunedì 5 dicembre h 17 -19 nella
biglietteria del Teatro Civico.
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