Morte rapper Cranio Randagio, parlano gli amici

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Transcript Morte rapper Cranio Randagio, parlano gli amici

Morte rapper Cranio Randagio, parlano
gli amici
“Se in quella casa maledetta ci fosse stato un solo amico di Vitto quello non
avrebbe esitato a dare l’opportunità a mamma Carlotta di fare l’impossibile”,
si legge in un durissimo sfogo pubblicato sulla pagina Facebook del Cinema
America Occupato
“Noi, se Vittorio Andrei ci fosse morto davanti
avremmo subito chiamato mamma Carlotta. Se in quella
casa maledetta ci fosse stato un solo amico di Vitto
quello non avrebbe esitato a dare l’opportunità a
mamma Carlotta di fare l’impossibile, perché un
amico di Vitto sa che mamma Carlotta con i suoi
figli ha già fatto l’impossibile”.
A quel party notturno non c’erano, non hanno partecipato, ma rivendicano di
essere loro i veri amici di Cranio Randagio, il rapper 21enne morto, in
circostanze ancora da accertare, lo scorso sabato in un appartamento alla
Balduina, Roma. Con una lettera pubblicata su Facebook, i ragazzi del Cinema
America se la prendono con chi a quel party c’era. Loro, sostiene l’autore (o
gli autori) del durissimo sfogo, avrebbero due colpe: non aver risposto alla
mamma di Vittorio, preoccupatissima per non aver visto rincasare il figlio, e
aver chiamato i soccorsi solo un’ora dopo la scoperta del malore del rapper.
Per il momento si tratta di dettagli e accuse basate su ricostruzioni
elaborate da agenzie di stampa e sulle quali ancora non c’è certezza. Le
indagini sono ancora in corso e gli investigatori aspettano i risultati degli
esami tossicologici.
La mattina mi sveglio e vedo che Vitto sta poco bene, è pallido in viso,
si accascia all’improvviso davanti a me, non l’ho mai visto così in 21
anni. Sono spaventato, ho paura, corro al telefono e chiamo l’ambulanza,
poi attacco senza concludere e chiamo subito Mamma Carlotta, perché sono
amico di Vitto e so che Mamma Carlotta ha i super poteri, lei riesce a
fermare il tempo ed arrivare lì prima che io sia in grado di posare la
cornetta del telefono. Poi corro da Vitto, ecco la sirena, la sento si
avvicina sempre di più, l’ambulanza è sotto casa, apro la porta, entrano
i medici e subito dopo spunta dalla porta Mamma Carlotta, c’è lei, c’è
Carlotta.
La storia di quella notte sarebbe stata raccontata così se in casa,
sostengono i ragazzi del Cinema America, ci fosse stato un vero amico di
Vittorio. E invece, scrivono
quando Vitto si è accasciato a terra alle 14 circa, l’ambulanza è stata
chiamata solo alle 15.05 ed a Mamma Carlotta che chiamava e chiamava
nessuno ha mai risposto, ne prima ne dopo. Forse nessuno avrebbe potuto
salvarlo, ma in quell’ora dalle 14.00 alle 15.05 nessun amico avrebbe
messo il profumo e pulito la casa, nessuno amico avrebbe mai detto alla
Polizia “Noi fumavamo solo erba, Vitto invece faceva uso di
metanfetamine”, un amico sarebbe rimasto sporco con Vitto anche dopo la
fine della partita, anche se questa fosse stata persa.
Critiche alla lettera: “Chi siete voi per giudicare dei coetanei?”
Sotto al post (che non è firmato) sono tanti i messaggi di solidarietà, ma
anche le critiche. “Io rimango basito. Invece del ricordo di un amico, un
atto d’accusa verso altri vostri coetanei”, osserva un ragazzo. “Accuse
pesanti e non vi firmate”, scrive un altro. E ancora: “In questa lettera non
trovo nulla di commovente. Solo inconsapevolezza e superficialità”.
Di Enrico Tata
Fonte: http://roma.fanpage.it
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