Intervento delle classi terze della scuola secondaria di 1° grado

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Intervento delle classi terze della scuola secondaria di 1° grado “ Canova ” per la ricorrenza del 4 novembre: giornata dell’Unità Nazionale, delle Forze Armate ed in ricordo dei Caduti per la Patria (celebrata il giorno 12 novembre) 1 Oggi celebriamo molte cose insieme: l’Unità della Nazione, le Forze Armate d’Italia ed i Caduti per la Patria, a cominciare dai caduti nella Grande Guerra. Quando è stata istituita, questa festa celebrava la vittoria nella Grande Guerra ed il numero spaventoso di morti che quella guerra aveva fatto. Altre guerre hanno aggiunto altre morti ed altre sofferenze ai ricordi dei nostri nonni, che non sono stati illusi dalla parola “vittoria” e hanno cercato di costruire un mondo migliore con la Repubblica, la Costituz ione Repubblicana e l’Unione Europea.

2 Abbiamo cercato di sapere qualcosa di più sui caduti della Grande Guerra: siamo venuti a leggere i nomi sui monumenti davanti ai quali oggi celebriamo la festa ed abbiamo cercato qualche informazione sulle loro vite. Abbiamo trovato facilmente solo informazioni sulla loro morte, nell’Albo d’Oro dei Caduti nella Grande Guerra . Però qualcosa siamo riusciti ad immaginare: erano tutti molto giovani, sono stati fanti, alpini, bersaglieri, anche lavoratori militarizzati in condizioni che ci sembrano incredibili, sono morti per le ferite o per le malattie. Uno era nato in America, ma è tornato per combattere; un altro è stato ucciso pochi giorni prima della fine della guerra. Probabilmente non riusciremo mai a sapere quanta paura abbiano provato quando si sono trovati con un’arma in mano ed il pericolo di fronte.

3 Cento anni fa forse la vittoria nella guerra era un motivo valido per festeggiare. Nel tempo la festa ha cambiato un po’ volto. A scuola ci siamo chiesti che s ignificato ha per noi l’Unità Nazionale che oggi si celebra. La maggior parte di noi ragazzi di terza ha detto la stessa cosa: unità nazionale significa sostegno reciproco, collaborazione, aiuto nel momento del bisogno, rispetto, uguaglianza, assenza di pregiudizi in tutto il territorio italiano. È stato un po’ triste constatare che tutte queste cose sono state realizzate per la prima volta nelle trincee sul Carso e poi sul Grappa e lungo il Piave, triste perché sentirsi italiani non ha evitato a quei giovani la sofferenza. 4 Abbiamo così compreso un po’ di più le diverse facce di questa festa: le speranze di quei giovani che non hanno potuto vivere pienamente la propria vita sono diventate conquiste alle quali noi siamo abituati, che ci sembrano scontate. E se i nostri nonni, scrivendo la Costituzione Repubblicana, hanno scelto di ripudiare la guerra, questo vuol dire che hanno scelto la speranza invece che la paura, ci hanno invitato a ricordare la voglia di vivere che avevano tutti i giovani caduti di tutte le guerre e non solo che non ci sono più. 5 Per noi ragazzi le Forze Armate sono una cosa poco conosciuta. Le vediamo in televisione, qualche volta per le strade, più spesso le incontriamo sui libri di Storia. Sembrano qualcosa di distante da noi, assomigliano ad un videogioco; ma in realtà ne sappiamo poco. Però sappiamo che rispondono al bisogno di chi cerca aiuto, come sta avvenendo in questi giorni nell’Italia centrale e come è avvenuto tante volte in passato. Per noi questa festa non significa esaltare la violenza delle armi; significa invece riconoscere che gli uomini sotto le armi sono sempre uomini appassionati alla vita, come dovremmo essere tutti.

6 Diamo dignità a chi muore sui fronti di guerra per l ’ avidità di territori, denaro, potere di capi e governanti. Evitiamo che succeda di nuovo. Ripetendo questo gesto, alla nostra età, ogni anno, abbiamo la speranza che da adulti avremo la consapevolezza di non ripetere gli errori del passato. 7 Articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana “ L ’ Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.