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343. S. Alfonso. Tavola sobria anche con gli ospiti.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
343. S. Alfonso. Tavola sobria anche con gli ospiti.
♦ Anche quando capitavano personaggi di riguardo la mensa non cambiava. Da Alfonso, in S. Agata
o in Arienzo, venivano persone rispettabili ed egli faceva aggiungere all’ordinario un altro piatto: e
questo lo stimava già abbondante.
E quando talvolta il Mastro di Casa suggeriva per qualche altro piatto, egli risoluto rispondeva:
♥ “Signornò… tutto il superfluo che si dà a questi, lo si leva ai poveri, ed io non posso in coscienza”.
♥ Vescovi o altri Signori, che vi fossero, non faceva mancare a tavola la lettura dei libri devoti:
“Questi sono gli aromi che condiscono la tavola del Vescovo, e non già le chiacchiere inutili e Dio
non voglia con danno di terzi [critica o mormorazione verso terze persone]”.
♦ Un giorno si stava aspettando Monsignor Puoti, Arcivescovo di Amalfi, per la consacrazione della
Cattedrale. Alfonso, chiamato il cuoco, gli ordinò che, oltre la tavola ordinaria, avesse pensato per
altri due piatti. Il cuoco aveva servito altri Prelati e credette che nella venuta dell’Arcivescovo
bisognava farsi onore e banchettare. Ma sentendo ordinata una mensa parca e del tutto ordinaria,
con garbo gli rispose: “Monsignore, questo mangiare che mi avete ordinato, lo farò apparecchiare
dallo sguattero”.
♦ Disse Monsignore: “Tu che ti credi: anche in Nocera abbiamo avuto Personaggi di altra
soggezione e non li ho trattato altrimenti”.
Gli rispose temerariamente il cuoco: “V. S. Illustrissima poteva dargli anche pan cotto!” E
voltandogli le spalle e borbottando si ritirò in cucina.
A questa inaspettata reazione disse Monsignore: “Vedete mò… si ha preso collera! Va trova che
teneva in capo!”.
♥ Il Mastro di Casa, però, a sua insaputa fece fare un altro piatto di più. Monsignore, vedendolo a
tavola, fece finta di niente; ma dopo gli fece una forte ramanzina: “La tavola del Vescovo non è
tavola di Magnati; questo è stato uno scandalo; la povertà non fa ingiuria, ma onora il Vescovo!”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap.
71). – Leggi tutto nell’originale.
“La tavola del Vescovo non è tavola di Magnati; la povertà non
fa ingiuria, ma onora il Vescovo!”. E non faceva mancare a
tavola la lettura dei libri devoti: “Questi sono gli aromi che
condiscono la tavola del Vescovo e non già le chiacchiere
inutili”.