Monastero di Bose - Il regno di Dio è in mezzo a voi!

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Il regno di Dio è in mezzo a voi!
Mano di suonatore di campane, Porto (Portogallo)
Lc 17,20-25
In quel tempo i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio
non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: «Eccolo qui», oppure: «Eccolo là». Perché, ecco, il
regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno
solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: «Eccolo là», oppure: «Eccolo qui»; non
andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio
dell'uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione.
I farisei si chiedevano quando sarebbe avvenuta la liberazione di Israele, aspettavano un Messia potente per sbaragliare
il nemico, un Messia che si sarebbe annunciato con segni grandi e terribili. Vedevano sofferenza, angoscia, incertezza,
guerre, malattie, violenza … come oggi, come noi.
Gesù risponde a loro e a noi: “Il regno di Dio è in mezzo a voi”. Dove? Dove sono amore, gioia, pace, fedeltà, dominio di
sé (Gal 5,22)? Un luogo dove possono abitare già oggi è dentro di noi, nella nostra responsabilità di esseri umani.
Perché, se il regno di Dio è in mezzo a noi, Dio non impedisce il male? Dio permette il male perché desidera la
nostra libertà. Vuole essere amato da persone libere e non venerato da chi non ha alternativa. Il Signore non è venuto
per imporsi e dominare con potenza, per costringerci a credere con prove inoppugnabili alla sua Parola. Per questo è
stato necessario che camminasse tra di noi, come tutti noi.
Se non avesse accettato di soffrire come soffrono i giusti di questo mondo, se non avesse accettato di portare su di sé
l’ostilità di chi si crede potente e impone con violenza ad altri la sua visione del mondo, se quel giorno fosse sceso dalla
croce, di Lui non ci sarebbe memoria.
Invece è venuto a mostrarci che il regno di Dio tanto atteso, quel giorno di liberazione dalla morte, dal lutto e dal lamento
(cfr Ap 21,4) non viene nel clamore, ma è iniziato con passo lieve, in una mangiatoia ed è una via possibile per
amare, senza scorciatoie, senza seguire le lusinghe di un facile successo.
Il regno di Dio è in mezzo a noi già ora, ma nell’ultimo giorno, quando il Figlio dell’uomo tornerà, sarà come la folgore, e
come la folgore in un attimo illuminerà il cielo e in quel lampo capiremo. Capiremo con quella chiarezza che spazzerà via
ogni ambiguità, ogni doppiezza.
Finirà allora il tempo della fede e inizierà il tempo della pienezza e tutto sarà ricapitolato in Cristo (Ef 1,3-10). Fino ad
allora però ci è chiesto di camminare nella sequela della strada che Gesù ha tracciato, di far crescere in noi quel
seme del Regno che ci è stato affidato perché porti frutto.
Non è lontano e inarrivabile, ma nell’ordinario della nostra esistenza, nella qualità della nostra vita, nello
sguardo di chi incontriamo, dentro le nostre storie, lì dobbiamo cercare il Regno già oggi e attendere con speranza
che la promessa che il Signore ci ha fatto si compia.
sorella Elisabetta
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