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I COMMENTI
Venerdì 11 Novembre 2016
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Introvabili i politici
da società globale
Global society politicians
are hard to find
M
più sulle gambe di
arshall
DI CARLO VALENTINI
una vasta popolazione
McLuhan
che vedeva aumentare
è passato
alla storia della sociologia la propria capacità di spesa. E i ricchi
per avere teorizzato l’avvento del vil- sempre più ricchi non compensano i
laggio globale, prevedendo che le nuo- poveri sempre più poveri. Ovvio che le
ve, varie tecnologie avrebbero portato economie, se non c’è la corsa all’acquiall’inter-relazione tra le varie parti sto dei beni, faticano a crescere.
Il villaggio globale è diventato
del mondo. Non aveva però previsto
il terremoto che avrebbe scosso que- turbolento e, come succede con le
sto villaggio. Le due faglie che stanno formiche quando si avvicina un forprovocando le scosse sono, da un lato, il michiere, i gruppi scappano disordinaweb con tutto il mondo in connessione tamente, anche in direzioni opposte,
e la conseguente esplosione della socie- alla ricerca di un improbabile riparo.
tà dell’immagine e dell’informazione e, Gli inglesi colpevolizzano l’Ue, all’Est
si innalzano muri e i partiti nazionadall’altro lato, la robotica.
La rete informatica fa conoscere listi fanno incetta di voti, la Francia
ascolta Marine Le Pen,
tutto di tutti, ricchezze e
la Germania riscopre
povertà. Ne deriva una
maggiore invidia sociaIn grado di capire slogan di un passato da
brividi, in Italia vanno
le, la proliferazione delle
la complessità
all’arrembaggio Grillo e
proteste, una spinta alle
di questa crisi
Salvini, arabi e africani
emigrazioni dai paesi
scappano dalle loro terre
poveri a quelli ricchi.
Dal canto suo, la robotica consente di senza sapere cosa li aspetta, gli Stati
meccanizzare gran parte del proces- Uniti si affidano a Donald Trump.
Il fatto è che il terremoto ha troso produttivo sostituendo l’uomo, ne
conseguono disoccupazione, dequali- vato tutti impreparati. Gli economisti
ficazione e impoverimento del lavoro sono senza ricette, i sociologi alzano
operaio residuo ma anche di quello bandiera bianca, i politici sono ridotti
intermedio, la famosa classe media, in a imbonitori. C’è da meravigliarsi di
crisi d’identità, che ha perso il ruolo chi si meraviglia che gli elettori americani abbiano voltato le spalle all’icovitale di un tempo.
L’ovvia insofferenza alla pover- na dell’establishment troppo datata.
tà, le migrazioni di massa e l’automa- Le società annaspano, alla ricerca di
zione del lavoro stanno scuotendo le statisti capaci di governare il villagsocietà, colpite anche da un’economia gio globale. Peccato non se ne vedano
che non cresce poiché non cammina all’orizzonte.
M
arshall McLuhan went an increasing spending power. In addown in the history of soci- dition, increasingly rich people don’t
ology for having theorized compensate for increasingly poor
the advent of the global people. It is obvious that economies
village, forecasting that new and dif- struggle to grow if there is no rush to
ferent technologies would bring the purchase goods.
various parts of the world together.
The global village has become
However, he didn’t forecast the earth- stormy and, as it happens with
quake that was going to shake this ants when an anteater is approachvillage. The two faults that are caus- ing, groups flee in disorder, even in
ing the shocks are, on the one hand, opposite directions, searching for an
the Web with the whole world con- unlikely shelter. The British blame
nected and the consequent explosion the EU, the East rises walls and naof image and information society and, tionalist parties hoard votes, France
listens to Marine Le Pen, Germany
on the other one, robotics.
The computer network allows revives slogans of a creepy past, in
to know everything about everyone, Italy Grillo and Salvini attack, Arabs and Africans flee
wealth and poverty. It
causes greater social
from their lands withAble to understand
envy, the proliferation
out knowing what to
of protests, a boost to
expect, the United
the complexity
migration from poor to
States rely on Donof this crisis
rich countries. For its
ald Trump.
part, robotics allows
The fact is that
the automation of much of the produc- the earthquake has taken everytion process by replacing men, thus one by surprise. Economists have no
causing unemployment, discredit and remedies, sociologists raise the white
impoverishment of the remaining flag, and politicians are reduced to
manual work but also of the famous hucksters. We should be surprised by
middle class, which is undergoing an those who are surprised that Ameriidentity crisis and has lost the key can voters have turned their backs to
role it used to have in the past.
an outdated icon of the establishment.
The obvious intolerance of Societies are struggling, looking for
poverty, mass migration and work statesmen capable of governing the
automation are shaking companies, global village. Unfortunately, we can’t
also affected by an economy that isn’t see any of them on the horizon.
growing because it no longer stands
© Riproduzione riservata
on the feet of a large population with
Traduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
La rissa sull’olio di palma è come
quella sul prossimo referendum
Il ballottaggio farà
una brutta fine
DI
SERGIO LUCIANO
N
pratica. Quindi l’Italia continua
a votare con la pancia e anche
a consumare, con la pancia. E
questo non dovrebbe far stare
tranquillo il premier. Ma torniamo all’olio di palma.
La verità è che tutte le
questioni tecniche, tutte (siano esse comparazioni biologiche
del cibo di casa o delle riforme
costituzionali), possono essere seguite solo centralmente,
o comunque da chi ci capisce.
Le abbiamo viste tutti Gli altri, noi, o si astengono o
le pubblicità: uno dice «sono votano di pancia, come Salvini
palm-oil free» e se ne fregia come in Lega.
on c’è solo la rissa
sull’incomprensibile,
nuovo articolo 70 e
la rissa tra il «sì» e
il «no» al referendum costituzionale a far sorgere seri dubbi sulla capacità delle masse
(cioè di noi tutti, ahimè) a distinguere il vero dal falso: c’è
anche l’olio di palma. Quando
Gli esperti
colossi credibili e prestigiosi,
come Barilla e Ferrero, o Coop
dicono tutto
e Nestlé, si vantano di meriti
e il contrario di tutto
opposti, usare o non usare l’olio
di palma, il signor Rossi che
se fosse una medaglia d’oro al
deve pensare?
valore; l’altro dice che usa solo
Dovrebbe pensare che lui olio di palma buono, e difende
è un semplice esponente del la sua scelta. Il consumatore in
popolo bue e rassegnarsi a non mezzo, frastornato. L’Organizcapire, a non sapere, ciò che non zazione mondiale della sanità
ha mai studiato, limitandosi a (che dev’essere un carrozzone
sperare che ci sia qualcuno, fra intrallazzato e inefficiente che
i governanti che ha incauta- nemmeno le Asl della prima remente mandato al potere, vo- pubblica) a chiacchiere denuntandoli, che si faccia carico dei cia la nocività dell’olio di palma
suoi interessi e del suo bene e ma nei fatti non si sbilancia, nel
che si regoli di conseguenza e senso che non ha gli estremi per
non per rubacchiare voti qua alcun intervento intimidatorio,
e là o, peggio, quattrini. Ma il ed effettivamente il sostegno che
signor Rossi queste cose sagge al prodotto recano multinazionon le pensa o se le pensa non nali serissime come Ferrero o
le capisce o se le capisce non le Nestlé dovrebbe far testo…
Ma più in generale episodi del genere fanno pensare a quanto in Italia siamo in
balia della nostra stessa ignoranza, e non solo in materia
di business. Non percepiamo
forse con chiarezza quanto sia
importante dare «tappe italiane» alla catena del valore…
Renderci indispensabili al
mondo. Recuperando competitività, internazionalizzandoci,
digitalizzandoci. È il dilemma
cui si trova di fronte la democrazia: con la Rete, tutti sono
comizianti ma al di là delle
chiacchiere chi davvero capisce
e chi ha davvero gli strumenti per intervenire, sapendoli
usare? Nessuno di quelli che
in questi giorni si vedono nel
cantiere della più grande democrazia occidentale…
© Riproduzione riservata
DI
MARCO BERTONCINI
C’è un portato delle elezioni americane che sta provocando da noi una conseguenza così schiettamente
italiana che fuori dei confini
nazionali lascerebbe increduli. Del resto, molti aspetti
della politica di casa nostra
giungono incomprensibili
o grotteschi o inspiegabili
a tanti stranieri, compresi
quelli che professionalmente (ambasciatori, giornalisti,
studiosi) seguono le vicende
di qua delle Alpi. È l’accresciuta voglia di cancellare
dall’italicum il ballottaggio.
Per capirci: la vittoria
di Trump è stata segnalata
come un nuovo episodio dei
successi dell’antipolitica.
Non a caso Beppe Grillo
l’ha rivendicata, compiaciuto. Pure fuori del recinto
pentastellato si sono moltiplicati i timori (in questo
caso) di un rafforzamento
del M5s alle prossime elezioni. Se prima le preoccupazioni per un arrivo dei
grillini nel ballottaggio
erano frequenti, anche per-
ché molti ritenevano a quel
punto inevitabile il sorpasso del M5s sul Pd, dopo
l’affermazione di Trump si
è ancor più estesa quella
che appare una certezza:
a palazzo Chigi andrà un
designato da Grillo.
Di qui, la forte crescita
di quotazioni che involve
l’esigenza di cancellare il
ballottaggio. Il documento
del Pd, vistato da Gianni
Cuperlo, parla di superamento, aprendo la strada
a una revisione. A questo
punto sembra diventare
obbligata la sparizione del
secondo turno. Quale ne
sarebbe la conseguenza?
È quella che l’ideatore del
ballottaggio politico di lista, Roberto D’Alimonte, individua affranto da
qualche giorno: non vi sarà
certezza che una lista o una
coalizione si aggiudichi una
maggioranza di seggi. La
replica è semplice: meglio
che manchi una maggioranza sicura, piuttosto che
a conquistarla siano i cinque stelle.
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