TUTTE LE CRITICHE ALLA LEGGE DI BILANCIO 2017 (I parte)

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TUTTE LE CRITICHE ALLA LEGGE DI
BILANCIO 2017
(I parte)
8 novembre 2016
a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati
Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Forza Italia
EXECUTIVE SUMMARY
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Dal «degli attacchi dell’Italia me ne frego» del presidente della
Commissione Europea Jean-Claude Juncker alle coperture
incerte dell’Ufficio Parlamentare del Bilancio: la legge di
Bilancio 2017 del Governo non ha trovato molti sostenitori in
Italia e in Europa.
In Europa lo scontro tra Italia e Commissione Europea è ormai
arrivata a livelli insostenibili
In Italia le critiche sono arrivate in modo particolare da Ufficio
Parlamentare di Bilancio e Corte dei Conti, soprattutto in
relazione all’incertezza generata dalle coperture.
INDICE
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Commissione Europea
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Ufficio Parlamentare di Bilancio
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Corte dei Conti
COMMISSIONE EUROPEA
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La legge di Bilancio 2017 ha scatenato un’accesa polemica tra
l’Italia e la Commissione Europea, soprattutto per quanto
riguarda l’aumento del deficit richiesto dal governo italiano.
Dopo l’ennesimo attacco a Bruxelles da parte del presidente
del Consiglio, Matteo Renzi, il presidente della Commissione
Europea, Jean-Claude Juncker, ha dichiarato che «l’Italia ci
attacca a torto, ma io me ne frego».
COMMISSIONE EUROPEA
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Partiamo dai fatti. La legge di bilancio presentata dal governo
italiano è in netto contrasto con le regole scritte nei trattati
europei, in particolare nel Patto di Stabilità.
 Bruxelles ha fatto sapere che, così come è scritto, il testo non
può essere approvato.
 a maggior ragione pensando che il prossimo 9 novembre
la Commissione presenterà le nuove previsioni economiche
che, presumibilmente, saranno viste al ribasso per
l’economia italiana.
Incalzato dai sondaggi sfavorevoli sul referendum del prossimo
4 dicembre, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha più
volte attaccato l’Europa per non avergli concesso la flessibilità
di bilancio richiesta sulle spese per sisma e migranti.
COMMISSIONE EUROPEA
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La Commissione Europea ha risposto che l’Italia ha già
beneficiato dall’Europa di una ampia flessibilità.
 in cambio di questa flessibilità, l’Italia si era impegnata a
ridurre il rapporto deficit/Pil all’1,7% nel 2017;
 in seguito, violando gli impegni presi, il governo italiano
ha però aumentato tale valore al 2,4%.
Matteo Renzi ha risposto a Juncker dicendo che: «noi non
facciamo polemica. Perché una cosa è il rispetto delle regole,
altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle
scuole dei nostri figli. Si può discutere di investimenti per il futuro
ma sull’edilizia scolastica non c’è possibilità di bloccarci: noi quei
soldi li mettiamo fuori dal Patto vogliano o meno i funzionari di
Bruxelles».
UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO
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In Italia, le critiche sono arrivate soprattutto dall’Ufficio
Parlamentare del Bilancio, per quanto riguarda le coperture
della legge di Bilancio.
«L’effetto sull’equilibrio dei conti non è privo di rischi», ha
denunciato il presidente dell’UPB, Giuseppe Pisauro, audito in
Parlamento.
 «Non tanto per l’incremento delle spese in conto capitale in
disavanzo, quanto per l’assunzione di impegni permanenti dal
lato delle spese correnti (in particolare per le pensioni e il
pubblico impiego) compensati solo in parte da entrate
permanenti e certe».
UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO
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L’UPB si riferisce in particolare alle misure una tantum, dalla
voluntary disclosure alla rottamazione delle cartelle di
Equitalia, dalle altre misure di contrasto all’evasione al rinnovo
delle concessioni sulle frequenze, che «costituiscono circa metà
delle maggiori entrate nette (complessivamente 6,3 miliardi)».
 si tratta di entrate tutt’altro che certe:
 il gettito della voluntary disclosure, infatti «rischia di essere
sovrastimato, tenuto conto che i criteri di adesione risultano
sostanzialmente invariati rispetto alla prima edizione,
mentre dalla sanatoria sono esclusi i soggetti che hanno ne
hanno già usufruito».
CORTE DEI CONTI
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Critiche sono venute anche dal presidente della Corte dei
Conti, Arturo Martucci di Scarfizzi.
«Superata la fase di avvio - ha sottolineato Scarfizzi, nel corso
dell’audizione in Parlamento - è da auspicare che si possa
contare su un quadro informativo più approfondito, anche per
consentire una costante opera di monitoraggio e di efficace
controllo successivo».
Il contesto macroeconomico generale entro il quale si iscrive la
legge «continua ad essere connotato da elementi di incertezza
interni ed internazionali» denuncia la Corte, evidenziando che,
sulle coperture della manovra, «emergono taluni elementi di
problematicità che inducono a qualche approfondimento» e che
«il ruolo assegnato alla riduzione della spesa è limitato».
CORTE DEI CONTI
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In particolare, precisa la Corte, «le maggiori spese sono
compensate per meno della metà da tagli di precedenti
autorizzazioni» e nel 2018 «a fronte di aumenti di spesa di
oltre 15 miliardi solo 4,5 provengono da corrispondenti
riduzioni».
Critiche anche sulle norme relative all’ISEE: «I limitati margini
finanziari per interventi a sostegno delle famiglie e delle
situazioni di disagio consiglierebbero un più esteso riferimento,
nella definizione delle misure, alle condizioni economiche
complessive» indicate dall’Isee «uno strumento importante per
consentire di orientare al meglio le risorse disponibili».
CORTE DEI CONTI
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«Oltre il 30% delle maggiori entrate» a copertura della Legge
di Bilancio, denuncia la Corte, deriva da «misure una tantum
quali la voluntary disclosure e l’asta per i diritti d’uso delle
frequenze a banda larga: rispettivamente 1,6 e 2,1 miliardi nel
2017».
«Le scelte operate con la legge di bilancio si muovono su un
terreno oggettivamente difficoltoso poiché nel passato non
sempre i risultati» delle misure della lotta all’evasione «sono
stati all’altezza delle aspettative», osserva la Corte,
suggerendo di «prevedere prudentemente un esame in corso
d’anno» che può dare «consapevolezza del progredire di un
processo di revisione del rapporto tra amministrazione e
cittadini» con «adeguati momenti di messa a punto e verifica».
CORTE DEI CONTI
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«Occorre chiedersi – prosegue la Corte - quali saranno le
modalità di copertura delle spese di funzionamento della 'nuova
riscossione' (circa 1 miliardo, per metà rappresentate dal costo
dei circa 8 mila dipendenti), fin qui coperte dal sistema di aggi e
rimborsi che tanto peso ha avuto nello scioglimento di Equitalia».
 Per la Corte bisogna «verificare in quale misura la nuova
funzione di riscossione potrà contare sugli 'adeguati poteri in
linea con le migliori pratiche internazionali auspicati da Ocse
e Fmi, considerato che gli ultimi anni hanno portato ad un
progressivo ridimensionamento dei poteri assicurati ad
Equitalia».
CORTE DEI CONTI
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Sulla questione delle clausole di salvaguardia, la Corte
denuncia che queste continueranno a «esercitare i propri effetti,
riproponendo la questione di future sterilizzazioni. Quella che
riguarda l’Iva, presenta dimensioni crescenti nel 2018 e nel
2019 (rispettivamente poco meno di 20 miliardi e oltre 23
miliardi) a seguito della sterilizzazione prefigurata per il 2017
dal ddl bilancio».
 ad essa si aggiunge l’eventualità di un nuovo intervento,
previsto dall’articolo 86 del disegno di legge del bilancio,
nel caso in cui dalla voluntary disclosure non dovesse
arrivare il gettito atteso.
CORTE DEI CONTI
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Sulla questione dei contratti pubblici «l’onere a regime dei
rinnovi contrattuali risulterebbe di circa 1,7 miliardi» calcola la
Corte, spiegando che questo sarebbe il costo se si
applicassero le regole dell’accordo del 2009 sul pubblico
impiego, che ipotizzava incrementi retributivi pari
all’andamento dell’indice sull’inflazione armonizzata a livello
Ue (Ipca).
La Corte ha precisato, infine, come l’intesa del 2009 non sia
stata mai sperimentata finora.