Transcript Filarmonica
Stagione concerti 2016 SOCIETÀ FILARMONICA Trento Mercoledì 16 novembre Trento, Sala Società Filarmonica – ore 20.45 Quartetto Belcea Corina Belcea, violino ‐ Axel Schacher, violino Krzysztof Chorzelski, viola ‐ Antoine Lederlin, violoncello Sala Società Filarmonica,Via Verdi 30 ‐ 38122 ‐ Trento ‐ Inizio concerti: ore 20,45 0461/985244 ‐ e‐mail: info@filarmonica‐trento.it ‐ www.filarmonica‐trento.it Gli artisti C iò che scrive il Quartetto Bel‐ cea nell’introduzione alla sua registrazione dei Quartetti di Beethoven – superare i propri limiti e arrivare alla conoscenza nella ri‐ cerca costante della verità – può essere descritto come il credo arti‐ stico dell’ensemble, le cui diverse radici culturali lo rendono aperto, dinamico e libero nell’espressione. Fondato al Royal College of Music di Londra nel 1994, il Belcea risiede in Gran Bretagna, ma la violinista rumena Corina Belcea e il violista polacco Krzysztof Chorzelski, i due fondatori, vi trasmettono la tradi‐ zione musicale dei paesi d’origine, che si allarga ai colleghi francesi Axel Schacher (violino) e Antoine Lederlin (violoncello), e accoglie l’esperienza dei loro mentori, i Quar‐ tetti Alban Berg e Amadeus. L’en‐ semble fonde le diverse influenze in un linguaggio musicale omogeno. Queste diversità, unite alla raffina‐ tezza e intensità espressive, si ri‐ flettono nel repertorio, che spazia dalle grandi opere classiche e ro‐ mantiche fino alle novità, sovente commissionate dal Belcea. Dal 2010 il Belcea Quartet divide con l’Arte‐ mis Quartet il titolo di Quartetto in Residenza alla Konzerthaus di Vien‐ na. Recentemente i musicisti hanno creato il “Belcea Quartet Trust”, il cui scopo è sostenere i giovani quar‐ tetti attraverso intense masterclass e la commissione di nuovi lavori ai principali compositori. Il Belcea vanta una vasta discografia con EMI e per ZigZag Territoires, la nuova etichetta del Belcea. Programma F. Schubert (1797‐1828) Quartetto n. 13 D 703 „Quartettsatz“ (“Movimento di quartetto”) Allegro assai D. Šostakovič (1906‐1975) Quartetto n. 8 in do min. op. 110 Largo – Allegro molto Allegretto – Largo – Largo ___________ F. Schubert Quartetto n. 15 in Sol magg. D 887 Allegro molto moderato Andante un poco mosso Scherzo. Allegro vivace e Trio Allegro assai Note al programma U n’aura particolare avvolge le opere incompiute di ogni epoca, pagine ‘sospese’ che spesso lasciano ai posteri numerose questioni aperte, tese tra il dubbio e il rammarico di un discorso in‐ terrotto per fatalità o per volontà. Nel catalogo e nella vicenda bio‐ grafica di Schubert, i frammenti assumono un posto di prim’ordine, cristallizzandosi in opere quali l’Ot‐ tava Sinfonia (l’Incompiuta per an‐ tonomasia), la Sonata per pianoforte D 840 e il Quartetto D 703. Compo‐ sto nel settembre 1820, questo “mo‐ vimento di quartetto” si colloca a metà strada tra i lavori giovanili e le opere della maturità. Una scrit‐ tura densa, in cui le atmosfere in‐ quiete si contrappongono ai mo‐ menti lirici – “le celestiali lunghez‐ ze”, per dirla con Schumann. Un percorso che si concluderà con l’ul‐ tima pagina del genere, il Quartetto D 887, composto in una decina di giorni nel giugno 1826. A torto in ombra rispetto ad altre pagine ca‐ meristiche, quest’opera brilla per la sua scrittura di impronta orche‐ strale e per il ruolo di rilievo attri‐ buito al violoncello. Il primo mo‐ vimento fu eseguito a Vienna in un concerto dedicato al composi‐ tore nel marzo 1828, qualche mese prima della sua morte. Il Quartetto op. 110 fu scritto da Šostakovič a Dresda nel luglio 1960 durante le riprese del film Cinque giorni, cinque notti, per il quale compose la colonna sonora. La vi‐ sione di una città in macerie dopo gli orrori della guerra scosse note‐ volmente il compositore, che decise di dedicare quest’opera “alle vittime del fascismo e della guerra”. “Vorrei scrivere una composizione per cia‐ scuno dei caduti, ma non sono in grado di farlo, e questo è il solo motivo per cui io dedico la mia musica a tutti loro”, dichiarò in merito a questa pagina fortemente autobiografica, ricca di autocita‐ zioni. Una sorta di “lapide” musi‐ cale anche per Šostakovič stesso, che intese il quartetto come un re‐ quiem personale, che per suo volere risuonò durante i suoi funerali nel‐ l’agosto 1975. Barbara Babic Venerdì 25 novembre Alina Pogostkina violino Tamara Stefanovich pianoforte