In attesa della riforma, gli enti muoiono La desertificazione aziendale

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Transcript In attesa della riforma, gli enti muoiono La desertificazione aziendale

anno i - n° 0 martedì 8 novembre 2016
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E-mail: [email protected]
Pierpaolo Nagni
L’Oscar del giorno lo assgeniamo
a Pierpaolo Nagni. L’assessore
regionale ai Lavori pubblici è riuscito a mettere in bilancio e ad
avviare la fase realizzativa per la
riqualificazione e la risistemazione delle strade interne per un
importo pari a 34 milioni di euro.
Un passo in avanti.
L’Ardire
A Campobasso subito
il Polo della Salute
di Giuseppe Saluppo
L
e polemiche di questi ultimi
giorni sulla questione Cattolica, dicono che è giunto il
momento di affrontare seriamente serenamente e chiaramente la
questione per dare vita ad un vero e
proprio Polo della Salute a tutto vantaggio dei cittadini. Perchè, e questo
passaggio lo dimenticano in molti, in
troppi, al centro del sistema sanitario
regionale deve essere riposizionato il
cittadino-utente. A questo e solo a
questo bisogna pensare e non al mantenimento in piedi di sovrastrutture ed
apparati che costano e non producono
nulla. Chi si rivolge al sistema sanitario vuol dire che ha bisogno, ha una
patologia alla quale bisogna dare una
risposta e la si deve nel miglior modo
possibile con interventi di qualità. Si
abbia, allora, il coraggio di lanciare
una grande sfida della sanità molisana. Sapendo eliminare ciò che non
serve, integrare ciò che serve, pensare
a scenari futuri nuovi e diversi. Il Polo
della Salute potrebbe fare al caso con
una sola Unità coronarica complessa,
con una struttura di Ospedale donna e
con la serie di branche ospedaliere capaci di assicurare, nell'autonomia dei
singoli, la giusta e dovuta assistenza
ai cittadini. Smettiamola, allora, di
piangerci addosso, di iscriverci al partito della Cattolica o a quello del Cardarelli. Guardiamo in faccia la realtà,
poniamoci la domanda di cosa vogliamo dalla sanità molisana e muoviamoci visto e considerato che gli
pseudo politici che ci sono in giro non
si muovono con idee e proiezioni programmatiche. E' ora che il cittadino
molisano faccia sentire la sua voce,
che diventi l'unico punto di riferimento intorno al quale far ruotare il sistema, che chieda a viva voce servizi
e interventi di qualità che gli spettano.
Perchè quando si è soli dinanzi alla
sofferenza, quando si è deboli al cospetto della patologia si possano avere
le risposte mediche del caso senza
continuare ad essere i soggetti dei
viaggi della speranza.
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IL NOSTRO
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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
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Massimo Sabusco
Il Tapiro all'assessore al bilancio a Campobasso.In 30 mesi di attività, senza avere
prodotto alcun risultato tangibile a vantaggio della collettività, è costato 75mila
euro alle casse comunali. Un'opera, la sua,
di trascrittore di cifre e dati senza alcun
controllo o iniziativa di ridurre il peso fiscale sui cittadini. L’ultimo dato statistico
pone Campobasso tra le città più (tar)tassate d’Italia. E io pago…… le indennità.
In attesa della riforma, gli enti muoiono
La desertificazione aziendale
servizio a pagina 2
IL FATTO
pagina 3
Centri per l’Impiego,
parcheggiati e dimenticati
Che fine faranno i Centri per l’Impiego? I contratti di solidarietà e la cassa integrazione vanno a picco, non avendo il riferimento dei Centri per l’impiego. Nel
Molise tutte le voci appena elencate sono accompagnate da situazioni di difficoltà a vivere di centinaia di famiglie in cui non c’è più reddito di lavoro.
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I Consorzi industriali nel Molise sono l’emblema del fallimento delle politiche riformatrici della Regione
Consorzio per lo Sviluppo industriale Campobasso - Boiano: un
guazzabuglio indescrivibile, cui
ha tentato di porre mano la giunta
regionale il 13 ottobre 2016 deliberando di diffidare il Consiglio
generale ad eliminare, nel termine di 20 giorni dalla notifica
della deliberazione (tempo scaduto? – ndr) , “le cause oggetto di
contestazione, così come esposte
e ricondotte negli atti e nelle relazioni dell’Organo di Revisione
contabile dello stesso Ente”, pena
lo scioglimento. A leggerle le
cause e le contestazioni si rimane
allibiti per la vastità dei problemi
e del perché si sono generati.
Diamo alcuni brani della relazione dei revisori dei Conti: “…
l’assoluta mancanza di equilibrio
tra ricavi e costi di gestione anche
in relazione alla elevata componente di costi fissi costituiti dal
personale e dagli altri costi di gestione della struttura, le ripetute
perdite operative, l’insufficienza
del capitale circolante, flussi di
cassa negativi dell’attività operativa, eccessivo volume di debiti
ed incapacità di rimborsarli,
fanno presumere al Collegio che
non vi siano i presupposti per la
continuità aziendale”. Oltre ad
esprimere un giudizio negativo
sul bilancio, il Collegio ha invitato gli amministratori, ma soprattutto la Regione Molise che
sui Consorzi esercita il controllo,
“a predisporre con somma urgenza un analisi dei centri di
costo dei diversi servizi erogati,
una revisione delle tariffe applicate ed un dettagliato piano strategico per il risanamento
economico e finanziario dell’Ente
da condividere con tutti i soci e i
competenti organi regionali, tenuto conto che il patrimonio netto
Il Consorzio di Boiano
è sulla soglia
dello scioglimento
Quello di Isernia/Venafro vegeta in regime commissariale, e quello di
Termoli va a ruota libera, con possibile botto finale
a causa delle ingenti perdite maturate nei vari anni è inferiore al
fondo di dotazione iniziale, ad
adottare i provvedimenti previsti
dallo statuto e dalla normativa vigente”. Il consorzio, insomma
esiste sulla carta, ma è praticamente finito. Le cause del suo
progressivo decadimento sono
note da diversi anni ma, a conferma che la Regione Molise usa
il discernimento in modo capriccioso, bizzarro e bizzoso, è stato
lasciato impunemente scorrere il
tempo e il danno. Il Consorzio per
lo sviluppo industriale Campo-
L’intervento
di Susanna Pastorino*
Nel prendere parte agli incontri promossi
dalla Regione Molise diretti alla predisposizione del percorso finalizzato alla
stabilizzazione dei lavoratori precari della
Sanità Regionale, la Segretaria Generale
della FPCGIL Molise Susanna Pastorino
ha evidenziato che la procedura, così
come concepita, esclude alcuni dei lavoratori precari del Servizio Sanitario Regionale che hanno maturato più di 36
mesi di servizio presso le strutture sanitarie regionali.
Trattasi di lavoratori titolari di contratto
a tempo determinato, co.co.co, contratti a
progetto e/o altre forme di lavoro flessibile che hanno prestato la propria attività
lavorativa come tecnici e/o amministra-
basso – Boiano è riassumibile in
una vergogna politica, amministrativa e gestionale. L’Avvocatura regionale chiamata a dare un
giudizio oltre quello del collegio
dei revisori dei Conti, ha calcato
la mano e rincarato la dose: lo
scioglimento dell’ente consortile.
In fatti, il perdurante stato di crisi
strutturale del Consorzio determinerebbe l’applicabilità dell’articolo 14, comma 2 dello Statuto:
cioè lo scioglimento.
Conclusione che a parere dell’Avvocatura sembra ulteriormente avvalorata anche dalla
modalità di funzionamento degli
organi consortili che “suscita notevoli perplessità in ordine alla legittimità della costituzione e/o
permanenza in carica, nonché
della convocazione e validità
delle deliberazioni consortili, sia
sotto il profilo del quorum strutturale che del quorum funzionale
richiesti a tal fine dallo Statuto”.
Un disastro. Però tenuto in piedi
nonostante le relazioni, i richiami,
gli avvisi e le crisi di cui è stato
reiteratamente oggetto. La Regione di Frattura aveva annunciato una legge di riforma dei
Consorzi e su questa ipotesi ha
speculato parecchio sulla sua presunta carica innovativa e razionalizzatrice
delle
distorsioni
organizzative e gestionali lasciate
da chi il governo Frattura lo ha
preceduto. Parole, parole e parole, che ancora oggi sono la cifra
rinvenibile agli occhi e alle orecchie dei molisani che non hanno
ceduto alla fascinazione del renzismo/fratturiano e hanno presenti gli appuntamenti cui è
venuto clamorosamente meno il
presidente: la Sanità, l’Industria,
il Turismo, il Trasporto, la Viabilità, il Commercio; a mala pena si
salva l’Agricoltura avendo l’assessore Facciolla provveduto a
dotarsi di un Piano di sviluppo
che sta adoperando a colpi di
bandi e di … assunzioni. Il Consorzio di Boiano è sulla soglia
dello scioglimento; quello di Isernia/Venafro staziona in regime
commissariale, e quello di Termoli va a ruota libera, con possibile botto finale. La legge di
riforma è rimasta nella mente del
presidente e della giunta regionali. Come tante altre riforme annunciate e mancate.
Dardo
Precari sanità, evitiamo figli e figliastri
tivi presso le strutture sanitarie regionali
garantendo servizi essenziali quasi per
dieci anni. E, pertanto, la loro esclusione
dalla tutela della stabilizzazione è causa
di una forte diseguaglianza e ingiustizia
sociale. Tali considerazioni hanno portato
la segretaria della FPCGIL Molise a richiedere al Presidente della Giunta Regionale quale Commissario ad acta per il
rientro dal disavanzo sanitario la fissazione di un incontro per prevedere percorsi di tutela condivisi diretti alla
stabilizzazione delle dette posizioni lavorative.
Del resto, aldilà della normativa nazionale riportata nel protocollo sottoscritto
che consente la stabilizzazione del personale sanitario medico ed infermieristico
in presenza di determinati requisiti di
legge; la normativa europea, la giurisprudenza nazionale e alcuni provvedimenti
nazionali - Decreto del Presidente della
Repubblica 26/N/2016, l.107/2015 c.d.
Buona scuola - hanno garantito il diritto
alla stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno
prestato la propria attività
lavorativa oltre 36 mesi
presso le strutture amministrative pubbliche riconoscendo
l’”abuso”
perpetrato da queste ultime. Ebbene, la scrivente
sigla sindacale ritiene che
anche nel caso di specie ricorrano tutti i presupposti
necessari a garantire la stabilità delle posizioni lavorative in parola
attraverso, ad esempio, l’adozione di un
apposito provvedimento commissariale.
*Cgil Molise
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L’Ance Molise ha incontrato, presso la
sede della Scuola Edile, il Consigliere
delegato alla ricostruzione post-sisma
Salvatore CIOCCA.
L’incontro, al quale ha partecipato una
nutrita rappresentanza di imprenditori
edili molisani, unitamente ai Presidenti
della Cassa Edile e della Scuola Edile del
Molise, Giovanni BUCCI e Salvatore
VENDITTI, è servito per fare il punto
sulla situazione dei lavori ed ha evidenziato una serie di criticità la cui risoluzione è vitale per le imprese del settore
impegnate nei lavori della ricostruzione.
Nel corso della riunione, caratterizzata
da un clima serrato ma corretto, i rappresentanti delle imprese hanno riconosciuto al consigliere Ciocca di aver
profuso il massimo impegno per risolvere alcune questioni fondamentali,
quali, ad esempio, la riduzione della soglia di rendicontazione dei lavori effettuati dall’8 al 4%, sottolineando che si
tratta di un buon risultato, sollecitato con
forza proprio dall’Ance Molise, ma che
“Post sisma, i pagamenti devono essere certi”
L’Ance Molise ha incontrato il delegato regionale, Salvatore Ciocca, per fare il punto della situazione
da solo non basta a normalizzare la situazione. Secondo l’Ance Molise, “Occorre adoperarsi con la massima
determinazione per garantire la regolarità dei pagamenti e per superare alcuni
seri ostacoli che stanno creando non
pochi problemi alle nostre imprese. Il
comparto delle costruzioni – dice ancora
Uliano - è da anni in una situazione di
piena emergenza: bisogna attivare azioni
concrete volte a garantire alle imprese
tempi certi e rapidi per la liquidazione
delle spettanze arretrate contribuendo a
rimettere in moto il settore edile da
troppo tempo fermo al palo, in un territorio dalla debole struttura economica
come il nostro. Qualcosa si è mosso, ma
molto c’è ancora da fare”. In particolare,
l’attenzione degli imprenditori si è soffermata sulle difficoltà di finanziamento,
sulla carenza di personale soprattutto nei
Comuni dove le pratiche spesso si are-
nano, sulla mancanza di un elenco aggiornato relativo alle imprese creditrici,
su alcuni aspetti - che dovranno essere
meglio definiti - concernenti il funzionamento del fondo di rotazione attivato
dalla FinMolise, e su alcune questioni di
natura contrattuale, come, ad esempio,
l’accollo da parte delle imprese di una
quota delle spese tecniche che non trova
alcuna giustificazione e che danneggia
notevolmente le imprese già attanagliate
da una crisi gravissima. “L’attivazione
del fondo di rotazione – a giudizio dell’Associazione Nazionale Costruttori
Edili del Molise - anch’essa sollecitata
dall’Ance Molise, è giusta, ma vi sono
ancora alcuni ostacoli che ne rendono
difficile l’applicazione; mi riferisco, in
particolare, alle garanzie richieste dalla
FinMolise che, se non corrette, rischiano
di vanificarne il funzionamento. Persistono, inoltre, i problemi legati al livello
comunale che riguardano sia la carenza
di personale che l’istruttoria delle pratiche cha va snellita e semplificata”.
Ciocca, nel rimarcare l’importanza e la
significatività del dialogo con l’Ance
Molise che ha da sempre rappresentato
un valido e competente interlocutore per
la risoluzione concreta di molti problemi
che attengono alla ricostruzione, nel garantire la massima attenzione e la piena
disponibilità ad ogni forma di confronto
e di collaborazione, ha fornito circostanziate delucidazioni su diverse questioni
tra le quali l’imminente espletamento
della procedura di reclutamento del personale da parte della Regione, aggiungendo che si impegnerà sin da subito per
ottenere rapidamente l’aggiornamento
degli elenchi delle imprese creditrici e
l’innalzamento della soglia massima di
anticipazione da parte della FinMolise.
Le Forze sociali vanno riprendendo ruolo e funzioni
Cgil, Cisl e Uil a Roma hanno alzato la voce contro il Governo
per la paralisi in cui versano i Centri per l’Impiego, e il mancato rispetto delle
intese sulla stabilizzazione dei precari in servizio da anni presso le Province
Se la situazione nazionale è critica per colpa di un Governo che non rispetta gli impegni con
le Regioni e con i Sindacati, quella molisana è drammatica
Stanno riguadagnando quota,
quantunque a fatica e lentamente,
le forze sindacali, dopo essere
state messe all’angolo dal presidente del consiglio dei ministri
Matteo Renzi, svuotate di ruolo e
di funzioni nella dialettica tra il
mondo del lavoro e il Governo.
Ieri a Roma hanno dato una dimostrazione di vitalità protestando contro la paralisi in cui
versano i Centri per l’Impiego in
Italia, e il mancato rispetto delle
intese sulla stabilizzazione dei
precari in servizio da anni presso
le Province. Paralisi dei Centri e
mancato rispetto delle
intese: sono il vero e unico risultato della legge Delrio che ha
smantellato le Province e disarticolato le Politiche attive del lavoro (nazionali e regionali),
creando caos e malintesi sul sostegno all’inclusione attiva, sull’assegno di ricollocazione
occupazionale, sull’orientamento
permanente, sulla presa in carico
del disoccupato, sull’inserimento
mirato dei disabili e delle categorie protette, sulla certificazione
delle competenze, sulle nuove
modalità di funzionamento degli
strumenti di sostegno al reddito
come Naspi, Asdi, la Dis –Coll.
I contratti di solidarietà e la cassa
integrazione vanno a picco, non
avendo il riferimento dei Centri
per l’impiego. Nel Molise tutte le
voci appena elencate sono accompagnate da situazioni di difficoltà a vivere di centinaia di
famiglie in cui non c’è più reddito
di lavoro, e di centinaia di cittadini (disabili, emarginati, in povertà) che meritano di essere
assistiti e non lo sono dopo che la
Regione, per sovrappiù di caos,
ha deciso di trasferire alla direzione generale per la Salute le
competenze delle politiche sociali. Sull’inserimento mirato dei
disabili e delle categorie protette
s’è creato addirittura lo spazio per
l’intervento della magistratura!
Del tutto pleonastico sottolineare,
pertanto, che il presupposto di
base delle attività socio/assistenziali è l’efficienza operativa dei
Centri per l’impiego. Averli praticamente disattivati, e il personale
lasciato
nel
limbo
del’incertezza, è stata un pessima
scelta. Ma non è la sola, in questa
transizione riformista, a dare impulso al sindacato nel trovare il
bandolo della matassa. La manifestazione di Roma è un messaggio abbastanza chiaro sulla
necessita di una correzione di
rotta e di maggiore chiarezza.
“Se la situazione nazionale è critica per colpa di un Governo che
non rispetta gli impegni con le
Regioni e con i Sindacati, quella
molisana è drammatica”. Il virgolettato è la sintesi del pensiero
del consigliere regionale, già assessore alla politiche sociali, Michele Petraroia, su ciò che sta
succedendo nelle sedi romane e
molisane. Le annotazioni critiche
nei confronti della Regione sono
inappuntabili: la mancata pubblicazione del bando di 1 milione di
euro per passare tutta la banca
dati dei Centri per l’Impiego a un
sistema unico informatizzato sta
impedendo, di fatto, la realizzazione di una rete digitale per essere in costante contatto con
l’Inps, l’Inail, il ministero del Lavoro, gli Ordini professionali, i
comuni, patronati, eccetera eccetera. I precari utilizzati dalle Province nei Centri per l’impiego
versano in una situazione paradossale, peraltro all’esame di altri
organi dello Stato, e non è affatto
chiaro come si possa garantire
l’avvio del Sistema d’inclusione
attiva (Sia) per i
1.800 indigenti che
hanno l’obbligo in
assenza dell’interagibilità tra Piani di
zona e i Centri per
l’impiego. A rischio
quindi sono tutti gli
strumenti di sostegno al reddito di cui
si parla in queste
settimane per i lavoratori dell’Area
di crisi industriale
complessa e per
quelli dell’Area di
crisi industriale non
complessa. Infatti,
per chi l’avesse dimenticato, il presupposto di ogni
provvedimento passa per l’attività istruttoria, di monitoraggio,
profilazione, progettazione e supporto dei Centri per l’impiego.
Ma se sono nella condizione in
cui li abbiamo descritti, e per le
quali i sindacati a Roma hanno
alzato la voce, chi potrà mai erogare una cassa straordinaria o un
assegno di ricollocazione?
Dardo
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8 novembre 2016
Sanità, lunghe liste di attesa
Bisogna lavorare per cercare soluzioni al problema dei cittadini-pazienti
Il male delle liste d’attesa. Sembra
incurabile; anzi lo è. Diversamente
si sarebbe dovuto avere un miglioramento dopo la sequenza impressionante di denunce di casi limite
(mesi e mesi per un elettrocardiogramma; per una visita dall’endocrinologo in media dai quattro ai
cinque mesi; per un’ecografia ortopedica non meno di tre). Tempi
biblici, ai quali vengono sottomesse, al solito, le fasce sociali più
deboli. Chi può, s’avvale delle
strutture sanitarie private, anche
non convenzionate. E’ il frutto di
una accertata disorganizzazione
dei servizi ospedalieri e territoriali,
complice la flebile risposta ai bisogni e alle necessità anche del personale che a sua volta difetta di
numero e, spesso, di qualità. L’attenzione della gente sulla sanità è
tutta obbligata dai media sul Piano
di rientro dal deficit, mentre dalla
cronaca giornalistica restano fuori
i problemi veri, tra cui, ribadiamo,
l’abbattimento delle liste d’attesa e
la riorganizzazione della medicina
territoriale. E’ il caso che il sistema
dell’informazione allenti, dunque,
la presa sul deficit e sull’andirivieni di commissari e sub commissari, e si dedichi con maggiore
impegno alle faccende della sanità
regionale raccogliendo le doglianze, le preoccupazioni, le
paure, talvolta i drammi di gente
che in attesa di un esame, di un’indagine diagnostica ci lascia la
pelle. Una situazione che s’ag-
grava di giorno in giorno favorita,
lo ribadiamo, dalla disattenzione
generale e dalla capacità del sistema sanitario a coprire le proprie
magagne salvo quando, caso raro
però, non si levi una voce dall’interno a farsi sentire. E dall’interno
del sistema è tornata ad alzarsi la
voce contro le liste d’attesa e le insufficienze organizzative dando
anche conto del perché e del per
come. Abbiamo letto, infatti, con
attenzione, una delle cause e l’ostilità che trova ad essere rimossa. E’
buona regola dove la sanità è gestita con criterio e senso di responsabilità che i responsabili dei vari
poliambulatori ogni qualvolta che
si formano ritardi esagerati nelle
liste d’attesa trasmettono la richie-
sta all’Asrem regionale attraverso
il responsabile di zona. L’Asrem
provvede a pubblicare l’elenco di
queste richieste e nell’arco di
poche settimane gli stessi poliambulatori si avvalgono di specialisti
‘ingaggiati’ appositamente per aumentare il numero delle visite e
quindi ridurre i tempi di attesa. Nel
Molise invece le richieste dei poliambulatori si infrangono contro
un muro di silenzio e finiscono nel
nulla. Nella casistica delle richieste finite nel nulla c’è stato un
tempo in cui i Distretti sanitari
della provincia di Campobasso
hanno chiesto ore di medicina specialistica ambulatoriale nella misura
necessaria,
poi
responsabilmente ridotta in base
alla verifica delle risorse finanziarie disponibili, comunque ore sufficienti a coprire almeno in parte i
turni e a ridurre le liste d’attesa.
Tutto inutile. Il muro del silenzio
si sta dimostrando più tetragono
del muro di Berlino. Infatti, non
crolla. Per cui le liste s’ingrossano,
i tempi d’attesa si dilatano, le necessità dei pazienti restano inevase,
il malcontento si radica sempre più
a fondo nella coscienza collettiva.
Situazione cristallizzata sulla insensibilità di chi gestisce il sistema
sanitario nel quale - diciamolo
apertamente - in nessun Piano di
rientro del disavanzo è scritto di tagliare i servizi agli utenti. Eppure
accade. Ciò in quanto si preferisce
stare dietro alle polemiche della
politica, all’utilità o meno dei commissari ad acta, e alla fanfaluche
dei tanti soloni che s’improvvisano
maestri, e sono semplici apprendisti stregoni. Accade. Intanto non
viene sciolto il nodo degli errori, le
cui conseguenze ricadono solamente sulla pelle dei cittadini.
Mentre taluni assurdi privilegi economici continuano ad essere elargiti; taluni atteggiamenti incoerenti
con lo stato di salute della sanità e
delle risorse finanziarie continuano
a restare in piedi, contraltari insopportabili agli occhi di chi deve attendere mesi e mesi, e forse
morire, prima di un elettrocardiogramma, di un’ecografia, di una
visita dell’endocrinologo.
Frattura
“Vaccinarsi
è importante”
In prima linea, Asrem e Regione Molise, nella nuova
campagna vaccinale “Proteggi te stesso e gli altri, contro l’influenza scegli la
prevenzione”. “La vaccinazione rappresenta un mezzo
efficace e sicuro per prevenire l’influenza e le sue
complicazioni, soprattutto
nei soggetti più deboli. Non
possiamo lasciare spazio a
considerazioni senza valore
scientifico e facciamo nostro
l’appello lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a favore della
salute di tutti i cittadini”, dichiara il presidente Paolo di
Laura Frattura che il prossimo mercoledì 9 novembre,
assieme alla dirigenza
Asrem, si vaccinerà nel
Centro vaccinale distrettuale
di Campobasso, in via Toscana, 77. “Vaccinarsi è importante, utile e sano:
iniziamo con noi. Insieme
superiamo timori e resistenze che non hanno ragion
d’essere quando parliamo
della tutela della nostra salute”, sottolinea Frattura.
“Nolente o volente rimango sempre io il capitano”
di Massimo Dalla Torre
Qualche giorno fa, intervenendo in merito alla situazione venutasi a creare in
seno al partito che regge le sorti di questa malandata realtà, ci è venuta alla
mente una scritta che leggemmo su di un
portachiavi che anni addietro vedemmo
esposto in una vetrina di un negozio di
gadget a Londra. Scritta che riportiamo
tradotta testualmente: “nolente o volente
rimango sempre io il capitano”. Scritta
dalla quale si evince che nel Molise le
contrapposizioni di qualche “colonnello”
di minoranza non inficiano assolutamente l’azione del ponte di comando di
questa nave senza nocchiero, tant’è che
continua imperterrita nell’azione di “dissoluzione” ignorando le proteste da parte
degli ufficiali in seconda. Non accusateci
di usare metafore quando scriviamo, ma
le metafore e le similitudini rendono più
evidenti le situazioni. Ecco perché, abbiamo riportato la scritta che si sposa appieno con la situazione che si registra
all’interno del PD molisano. Il quale, nonostante la tregua, si fa per dire tregua,
siglata in occasione delle ripetute assem-
blee vede la cosiddetta branca forte del
partito armata di tutto punto facendo si
che la riappacificazione è un utopia. Un
qualcosa che, se vivessimo nell’Italia del
risorgimento, neanche Cavour, il tessitore per eccellenza, saprebbe raccordare
in un’unica linea di condotta. Come non
bastasse ad aggiungere brace al fuoco la
cronaca registra il silenzio di chi siede
nella stanza dei bottoni che, inspiegabilmente si è trincerato in un mutismo, forse
meditativo, Tibetano, anche se forte-
mente decisionista. Un qualcosa che lascia gli osservatori della politica locale
in trepidante attesa e che pone due interrogativi su tutto: è meglio aspettare che
l’avversario si stanchi delle sortite che
non apportano nessun beneficio e cede
definitivamente le armi? Oppure dare il
segnale definitivo di attacco? Quesiti che
allo stato delle cose non vorremo mascherino, il timore di rimanere “senza filipp’ e u’ panar’” come suggerisce un
detto popolare molisano poiché le fonda-
menta del palazzo scricchiolano da
tempo. Una sorta d’instabilità che contrappone volontà forti, radicate profondamente nei dettami che regolano la vita
del partito. Dettami che, allo stato attuale, fanno si che i proclami, i proponimenti, le promesse di rinascita del
Molise sono state accantonate causa
faide interne che non giovano assolutamente alla regione e ai suoi abitanti. I
quali, credeteci, sono stanchi di assistere
a dispute di pollaio in cui “i galli” si beccano senza esclusione di colpi ignorando
quelle che sono le esigenze della collettività. Fortunatamente o sfortunatamente
a seconda come si legge la notizia che è
stata pubblicata su di un network locale
pare che la soluzione sembra vicina, in
quanto c’è la volontà di allargamento
della segreteria con l’ingresso di chi fino
a questo momento pur sbattendo i pugni
sul tavolo è contato molto poco anche se
ha sempre rivendicato la propria rappresentatività; solo allora forse, ripetiamo
forse i dubbi saranno sciolti. Soltanto allora sapremo se la scritta riportata sul
portachiavi, è frutto di fantapolitica o realtà.
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8 novembre 2016
Tante sinistre, nessuna sinistra
Tante sinistre (Sinistra unita –
Sinistra italiana - SinistraDEm),
nessuna sinistra. Sinistra, dunque, cercasi. Nel Pd ormai è
“out”, è fuori. Non a caso al solo
nominarla, la platea della Leopolada di Firenze s’è lasciata andare al grido ultrà: “Fuori fuori”.
Fuori dunque D’Alema, Bersani,
Speranza. D’Attorre, Fassina e
Civati hanno preso per tempo
cappello. Cuperlo invece ha fatto
in tempo a rientrare nei ranghi
firmando la bozza della correzione della legge elettorale “Italicum”. In campo nazionale fuori
la sinistra; nel Molise (siano o
non siamo la regione delle singolarità storico/politiche?), il coordinatore di SinistraDem
Nicola Palombo, che presumiamo sia di matrice cuperliama
(ma non dichiarata, in attesa che
Cuperlo si ritagli uno spazio vitale e visibile all’interno della
maggioranza renziana), dopo
aver esordito da amico di Pippo
Civati, indossando i panni del
buon Samaritano, ha rotto il silenzio che durava da mesi, e se
n’è venuto con il solito pistolotto
sull’unità: il suo modo di essere
profeta. “Il Molise non può reggere la sfida del rilancio economico e sociale, dello sviluppo
industriale sostenibile e della ripresa di una sana occupazione,
senza il contributo delle forze
progressiste, di una sinistra che
sappia farsi carico del disagio
sociale e che risponda con
un’azione di governo che punti
prioritariamente alla giusta ed
Al solo nominarla, la platea della Leopolda
di Firenze s’è lasciata andare al grido ultrà: “Fuori
Il consigliere, Fusco Perrella, punta il dito sulla decisione così come assunta
equa redistribuzione delle risorse”.
Fissata la base del ragionamento,
ecco lo scopo: l’apertura di Micaela Fanelli, segretaria renziana del Pd regionale, ad una
segreteria più larga. “Non può
che essere accettata e presa in
seria considerazione – annota e
sottolinea Palombo nella sua
missiva di pace - da quanti tengono al Partito democratico e dal
Partito democratico vogliono il
rilancio del centrosinistra”. Il
giovane di Montenero di Bisaccia dimentica che la Fanelli,
come il Re Sole (“L’état c’est
moi: Lo stato sonno io”), è convinta che il Pd sia ella e sola ella.
Ne ha dovuto prendere atto
anche l’onorevole Venittelli che,
prima di riassociarsi, ha cercato
di mettere in discussione il metodo e il modo di gestire il Partito, di richiamare la promessa di
riprendere il dibattito assembleare interrotto a Isernia e mai
ripreso. Esempi di patetismo politico, di rigoroso rispetto delle
nuove regole (im)morali della
politica personalistica e personalizzata. Rischia grosso pertanto
Palombo, che della fantomatica
“SinistraDem – Assemblea
nazionale” dice essere il coordinatore, di fare l’ennesimo buco
nell’acqua. Cosa, e come, diversamente potrebbero produrre le
sue sollecitazioni, a fronte di una
segretaria regionale a ricalco
della segreteria nazionale, ostile
ed ostinata contro ogni ipotesi di
confronto, di spazi dialettici, di
elaborazione di proposte e di
pensiero? Renzismo puro. Contro cui, gli inviti alla moderazione sono destinati ad essere
cestinati. L’invito di Palombo
probabilmente non farà eccezione. Lo trascriviamo nella sua
ingenuità. Di ce Palombo: “ Si
lascino i personalismi e i tattici-
smi di corto respiro, si abbandonino i percorsi personali che
troppo spesso sono anteposti al
senso generale. Ci si renda
conto, dall’iscritto al dirigente,
dall’elettore all’eletto, che solo
con un Pd autonomo e funzionante nei suoi organismi si può
riacquistare quello slancio necessario per affrontare le sfide
future. La SinistraDem, dopo un
lungo percorso fatto soprattutto
di ascolto della base, di fronte ad
un momento così delicato, con
spirito di sacrificio, lealtà, e capacità di fare critica positiva,
non si tirerà indietro rispetto al
senso di responsabilità che do-
vrebbe investire
tutti. Con la
maggioranza, e
non in maggioranza, per apportare il nostro
contributo, secondo la nostra
prospettiva”. Parole da libro
“Cuore”,
ma
anche un sussulto di speranzosa fiducia: “La
costituzione immediata della dir e z i o n e
regionale, una maggiore autonomia dell’azione politica nei confronti del governo regionale e il
lavoro duro per rifondare un dialogo con le sinistre fuori e dentro il Pd per un nuovo
centrosinistra, sono le priorità
che abbiamo e a cui vogliamo
dare una risposta. Tante sono le
sfide da affrontare, potremo superarle solo riacquistando un po’
dello spirito di rispetto reciproco
e di unità d’intenti che i Padri
Costituenti ci hanno lasciato in
eredità”. Ma non sapevano in
che mano sarebbero finiti.
Dardo
In uno stadio desolatamente vuoto i rossoblù ritrovano la vittoria
Che senso ha giocare senza tifosi?
Deluso Perrucci che si trova in imbarazzo con Aliberti a cui aveva promesso una “bolgia”
di GENNARO VENTRESCA
Il Campobasso si è rialzato, col vigore di
una fiamma. E ha cancellato, almeno al
momento, le due brucianti sconfitte contro
San Nicolò e San Marino che, nonostante
tutto, non giustificano lo stucchevole comportamento dei suoi tifosi che hanno fatto,
col semplice passa parola, il più clamoroso
sciopero del tifo.
Non era mai capitato di vendere appena 67
biglietti, per una partita della nostra squadra. Che una volta indossava le maglie rossoblù. Come imponeva la logica e, oggi,
seguendo i dettami della moda, si è vestita
con uno stridente giallo, con pantaloncini
rossi. Mettendo insieme un piacevole binomio: giallo-rosso, lo stesso della Roma
che ha sfumature e qualità calcistiche ben
diverse.
Due gol uno per tempo (Fioretti prima e
poi Improta) gli autori delle reti della vittoria, contro la Civitanovese, storico av-
versario, tanto in D che in C2.
Ha aperto il rubinetto dello sconforto Giulio Perrucci, il presidente che ci mette di
suo passione, tempo e sistema nervoso.
“Sono sconcertato, nel ritrovarmi con lo
stadio vuoto. Ma andremo avanti lo stesso.
Sperando di far cambiare opinione a una tifoseria che ci ha voltato le spalle” ha spiegato il dirigente che si trova sempre più in
imbarazzato con Aliberti, al quale aveva
promesso, per convincerlo ad accettare l'invito campobassano, una folla “oceanica”.
Molto ci ha messo di suo Aliberti a non
farsi voler bene. Le promesse di ripescaggio andato a mare non sono piaciute. Così
la gente, sulla scorta dell'annuncio di un
campionato di transizione, si è tirata indietro. Dimenticando che nei 40 campionati
tra Quarta Serie e D, che sono equipollenti,
la nostra classifica è stata quasi sempre deficitaria.
Fioretti ha centrato il quinto bersaglio personale. Di questo passo può raggiungere le
15 marcature, cosa che non gli è mai riuscita prima. Ha ritrovato la via del gol su
azione anche Improta che si sfacchina,
senza risparmio. Bene nel complesso l'intera squadra a cui mister Novelli ha imposto come portiere Cotticelli, al posto del
disattento Capuano, sua la responsabilità
sul gol di San Marino. Ma sia sa che i portieri, specie quelli giovani, sbagliano qualche volta.
6
8 novembre 2016
Il naturalismo figurativo
di Angelo Ionta
TAaglio
lto
Al Circolo Sannitico di Campobasso in esposizione le opere del maestro
Nella suggestiva cornice dell’accogliente e storico Circolo Sannitico di Campobasso dal 4 al 12
novembre, dalle ore 10 alle 19, è
ospitata la grande rassegna di
opere d’arte di Angelo IONTA ,
genio assoluto della pittura contemporanea, interprete di una
nuova e più libera concezione
dello spazio dipinto. Nato a Formia (LT) l’11 agosto del1961
vive e lavora tra Campobasso e
Roma. Pittore autodidatta ha frequentato, tra gli altri, il corso di
pittura presso il Liceo Artistico
Giacomo Manzù di Campobasso
ed è attualmente allievo del maestro Rodolfo Papa. Tra l’altro una
sua opera si trova nella hall dell’omonimo hotel di Bruxelles. Ha
il merito di dipingere il naturalismo figurativo verso gli orizzonti
di una decorazione libera,dinamica e totale. Il percorso della
mostra conduce dalle origini alla
maturità artistica presentando per
la prima volta al grande pubblico
una cinquantina di opere , molto
richieste, e il cui ricavato sarà interamente devoluto alle popolazioni terremotate dell ‘Italia
centrale. All’ inaugurazione dell’evento, al numeroso e qualificato pubblico presente,
il
bravissimo e noto critico d’arte
Gennaro Petrecca così ha commentato le opere esposte dall’artista : “ La produzione
pittorica di Ionta risente di un romanticismo latente che costituisce una sorta di fil rouge,
romanticismo che trova espressione nel richiamo ad elementi
fonte di armonia universale quali
la luna,il mare, il volo dei gabbiani, il sentimento amoroso tipico di alcuni dipinti nei quali
l’amore sottende alla scena letta
dall’osservatore. La sua pittura risente
del
suo
essere
discreto,umile, quasi l’Arte fosse
“altro” da se,qualcosa che lo sovrasta,incutendogli una sorta di
rispetto reverenziale. In alcuni
quadri l’autore, usando degli
espedienti pittorici forse involontari,ingigantisce la prospettiva
dando l’idea di essere egli stesso
parte del dipinto che assume una
dimensione universale, planetaria
rispetto alla piccolezza dell’uomo
nel confronto con la natura. Mirabile è l’uso del colore nella ritrattistica di case fermate e
composte in una visione quasi
fanciullesca,nel senso della purezza della figura,con un riferimento alla minaccia della guerra,
all’atto eroico,a vite che si consumano nella cabina di un aereo da
caccia in visione dannunziana del
tutto. Belle le attese consumate in
una candela,festose le immagini
dei fuochi artificiali che contrastano con lo stato d’animo di un
momento incompiuto,evidente
l’allegria che traspare nei colori
di un concerto musicale dal sapore vagamente naif. In definitiva l’arte di Ionta è un’arte
delicata, di un figurativismo
quasi fotografico,non aspira ad
essere una produzione che pretenda interpretazione psicologica
o di retro pensieri, è la trasposizione su tela di emozioni forse
vissute, di scene di vita quotidiana,in alcuni tratti di un romanticismo quasi ottocentesco che
ben si mescola alla natura quasi
“pop” che caratterizza alcuni dipinti.” Il critico d’arte Petrecca,
poi, così ha concluso : “ Il compito di un bravo pittore,nello sterminato panorama dell’arte
contemporanea,è quello di creare
emozioni,di far riconoscere l’osservatore nella scena rappresentata ed in questo Ionta riesce
benissimo senza aggiungere pretenziosi virtuosismi, usando il
pennello come una penna per
scrivere versi dolci, di una vita
serena, vissuta positivamente,
rosea nella sua visione prospettica
ed intensa nella sua quotidianità.
Ed un artista che vive bene il quotidiano lascia, quanto meno , una
scia luminosa a testimonianza del
suo passaggio dell’Universo”.
Infine, il pubblico, almeno sulla
base di un ampio campionario
raccolto da che scrive , è entusiasta e conferma così il lodevole
giudizio espresso dal Maestro
Gennaro Petrecca.
Mons. Gabriele TETI
Raid alla “Petrone”, intensificati i controlli
La scuola media Petrone di Campobasso
è stata fatta nuovamente oggetto di razzia
e atti vandalici. “La mia amarezza e dell’intero Consiglio d’Istituto – sottolinea Nicola Simonetti – è il registrare un
nuovo raid vandalico. Abbiamo registrato, infatti, incursioni continue e sistematiche, tanto che esistono denunce di
almeno tre anni fa, dopo episodi che videro il furto di attrezzature scolastiche,
computer compresi. Abbiamo richiesto
all’amministrazione comunale quali fossero i provvedimenti tali da poter limitare le incursioni. Le risposte che oggi
registriamo le rinveniamo in una delibera
della Regione Molise riguardante la sicurezza con la video-sorveglianza, ma
non sappiamo quali saranno i tempi di
applicazione. La nostra paura è nella
scritta ‘colpiremo ancora’, che ci fa pen-
sare ad altri raid nelle scuole cittadine”.Intanto, a seguito degli episodi di
furto e atti di vandalismo recentemente
avvenuti presso alcuni istituti scolastici
di questo Capoluogo, la Polizia di Stato
di Campobasso, nelle vesti del Questore
Pagano, ha disposto un’ulteriore e più incisiva intensificazione dei servizi di controllo del territorio finalizzata a prevenire
e contrastare il compimento di tali tipologie di reati. I citati servizi, che avranno
come principali obiettivi i plessi scolastici in generale e quelli che, per la loro
ubicazione, sono ritenuti maggiormente
a rischio, saranno attuati con il contributo
operativo della Squadra Volanti – ordinariamente impegnata nell’attività di
controllo del territorio – e di personale
della DIGOS. Oltre a prevenire possibili
intrusioni di malintenzionati all’interno
delle scuole, il dispositivo di prevenzione
curerà l’esecuzione di mirati controlli ad
eventuali gruppi di giovani che, nelle ore
serali e notturne e facendo spesso uso di
alcol e droga, sono soliti stazionare nei
pressi di strutture scolastiche.
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