Cosa troverete in questo numero di Welfare Oggi

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Cosa troverete in questo numero di Welfare Oggi
Il numero si apre con un focus sui nuovi LEA e su una significativa evoluzione del Fondo per le Non
Autosufficienze curato da MOTTA e MAROCCHI; e poi il Piano di Azione e Coesione infanzia e anziani, una
storia incredibile di opportunità perdute e di altre che, si spera, si possano recuperare; il punto sullo Sprar,
con dati e numeri aggiornati, l’utilizzo dei Patti di collaborazione per interventi di welfare, una
sperimentazione del budget di salute e preziose indicazioni per chi si occupa di comunicazione sociale. E
poi, come sempre tante esperienze di valore esaminate nei loro punti di forza e criticità.
Focus Livelli Essenziali di Assistenza
Dopo 15 anni sono pronti per uscire i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza,
che definiscono anche le prestazioni socio sanitarie esigibili dal cittadino,
come ben evidenzia MOTTA; e negli stessi mesi, come scrive GIACOBINI, il
riparto del Fondo Non Autosufficienze segna una discontinuità con il
passato: divenuto strutturale da quest’anno, ambisce a porsi come punto
di partenza per un nucleo di diritti esigibili sul territorio nazionale. Grandi
novità, quindi, ma anche molti interrogativi: il timore, evidenziato da BREDA, che la formulazione dei LEA
possa costituire un arretramento nelle prestazioni assicurate alle persone non autosufficienti e qualche
riflessione sul fatto che questi due atti sembrino, almeno per ora, procedere per strade parallele; temi sui
quali si è discusso anche con l’assessore ai servizi sociosanitari di Genova FRACASSI.
POLITICHE
Oltre 27 mila posti per accogliere richiedenti asilo e rifugiati assicurando loro percorsi individuali di
inserimento sociale e economico grazie alla collaborazione tra Enti locali e terzo settore: questo è il Sistema
di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), che ha visto un notevole ampliamento in questi
ultimi anni nel nostro Paese, descritto da DI CAPUA e GIOVANNETTI.
FERROCINO racconta del Piano di Azione e Coesione: oltre 700 milioni di euro a disposizione per sviluppare
i servizi per gli anziani non autosufficienti e per l’infanzia nel Mezzogiorno; ma procedure di spesa disastrose
hanno reso sino ad ora di fatto inutilizzata una parte consistente di queste risorse. Alcune sono perdute
definitivamente, per altre è possibile ancora sperare in un recupero nella fase finale del programma. È il
risultato di una misura attuata senza conoscere modalità operative, procedure e competenze degli enti che
avrebbero dovuto attuarle.
ESPERIENZE
Per Due minuti MELZI ci parla di minori e giovani toccando vari temi: istruzione, circuito penale minorile,
servizio civile nazionale. E poi si parte con le esperienze.
BAUSANO racconta di una cooperativa che in provincia di Cuneo sceglie di investire l’utile di un anno in
ricerca: ricerca per individuare, nei settori connessi alle attività della cooperativa – i servizi per l’infanzia – le
aree di bisogno insoddisfatte. Ciò porta a nuovi sviluppi di impresa e a stimolare dinamiche partecipative che
coinvolgono cooperativa, insegnanti, operatori e famiglie. Scoprendo che, più che con bambini problematici,
spesso si ha a che fare con famiglie fragili.
In provincia di Torino una comunità territoriale – cooperative, associazioni,
istituzioni, artisti e cittadini – realizza lo Sghembo Festival, un festival teatrale
costruito insieme da operatori e ragazzi con disabilità, poi protagonisti
anche sul palco. L’arte accomuna, spiegano GAMBA e MORPURGO
BONDIOLI, le barriere si abbattono e resta a chi ha partecipato la
consapevolezza delle proprie potenzialità.
A Modena un’associazione propone il Tortellante, un laboratorio per
la produzione di tortellini cui prende parte un gruppo di ragazzi
autistici. I risultati sono molto positivi: aumenta l’autonomia,
l’autostima e la capacità di portare a termine i propri compiti.
PANINI, MORGILLO e ORLANDI spiegano anche come il progetto
riesca a coinvolgere la comunità locale: volontari e famiglie che
prendono parte ai laboratori insieme ai ragazzi, imprese che donano
materie prime e mettono a disposizione le attrezzature.
La costruzione di una nuova esistenza, nonostante la malattia mentale: questo l’obiettivo che Casa Satta di
Nuoro persegue con un lavoro orientato “oltre le mura”: non alla permanenza in comunità ma al suo
superamento, verso un’autonomia fatta di relazioni, casa e lavoro. Gli ospiti e le loro famiglie sono
protagonisti di un progetto che va oltre la custodia e la stabilizzazione, alla ricerca di opportunità di
integrazione, come spiega GUISO.
L’inserimento socio-lavorativo di persone con disturbo psichiatrico è un ambito di intervento intersettoriale
che richiede l’integrazione delle politiche sanitarie, sociali, formative e del lavoro e la collaborazione del
mondo aziendale e del terzo settore: questo evidenzia TORRIGIANI prendendo ad esempio il progetto
“Mente-al-Lavoro” della Regione Liguria.
Strumenti
I successivi 2 minuti di MELZI sono dedicati a povertà ed esclusione sociale con uno sguardo che passa dalla
povertà minorile in Italia ai 500 milioni di giovani che vivono con meno di 2 euro al giorno nel mondo. E poi
si apre la sezione degli strumenti.
Alleanze alla pari e di tipo nuovo per azioni inedite di Welfare: questo è quanto si sta sviluppando in
numerose città italiane a partire dal Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per
la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani adottato per la prima volta a Bologna nel 2014. CIAFFI
racconta di come attraverso questo strumento cittadini e organizzazioni della società civile possano proporre
interventi sul proprio territorio che si realizzano con il contemporaneo impegno dei cittadini proponenti e
del Comune.
Il Budget di Salute, afferma un articolo curato da TRIMARCHI e scritto da un gruppo di operatori dell’ASL
VCO, si conferma come strumento profondamente innovativo delle concezioni e delle prassi di intervento
sociosanitario. Tutelare la salute – che non è solo assenza di malattia ma benessere generale – di una persona
con bisogni complessi richiede di intervenire in modo integrato su una pluralità di aree quali casa,
formazione, lavoro, relazioni, affettività. L’ASL VCO ha iniziato a sperimentare il budget di salute nella presa
in carico di persone con disturbi dello spettro autistico.
Promuovere cambiamenti sociali attraverso la comunicazione significa sfidare abitudini consolidate, culture
avverse, inerzia. L’articolo di VOLTERRANI ci accompagna nei processi e nelle fasi della comunicazione
sociale, aiutandoci a cogliere come ciò richieda organizzazioni che sappiano uscire dalla dicotomia “fare” VS
“comunicare”, tipica di chi opera nel sociale e comporti invece investimenti e competenze per creare
narrazioni credibili, affascinanti e diffondibili.