Porsche Engineering, tra lavoro e formazione sindacati costruiscono

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mercoledì 9 novembre 2016

Porsche Engineering, tra lavoro e formazione sindacati costruiscono una proposta per l’azienda

Prima parte del workshop nazionale del Gruppo Volkswagen: giornata di lavoro e formazione con i rappresentanti sindacali delle aziende italiane per costruire una proposta per Porsche Engineering di Nardò. Non un convegno, ma una giornata di lavoro e di formazione sulle buone pratiche di contrattazione di secondo livello attuate nelle aziende italiane del Gruppo Volkswagen. La scelta di Lecce per il workshop nazionale di ieri, 8 novembre (in corso fino a questa sera nella sala Giotto dell'hotel Tiziano), dei rappresentanti sindacali metalmeccanici Fiom Cgil e Fim Cisl delle aziende del Gruppo non è casuale: l'obiettivo è infatti quello di costruire una proposta per Porsche Engineering di Nardò, sito in cui non sono stati ancora recepiti i punti fondamentali della contrattazione che caratterizza il Gruppo Volkswagen.

La contrattazione aziendale attuata in altri siti, come spiegato dai rappresentanti sindacali di Ducati, Lamborghini e Italdesign, ha permesso, in questi anni, di fare degli accordi di secondo livello particolarmente importanti per i lavoratori. Importanti perché vi sono stati recepiti principi come le Carte che regolamentano i rapporti con i fornitori, i rapporti di lavoro all'interno del Gruppo e l'utilizzo dei lavoratori in somministrazione.

La proposta costruita alla fine della giornata sarà poi presentata oggi ai lavoratori dell'azienda di Nardò Porsche Engineering durante un'assemblea sul posto di lavoro a cui parteciperà la delegazione sindacale nazionale del Gruppo Volkswagen. Hanno accolto l'invito a partecipare al workshop e ad ascoltare le proposte del sindacato metalmeccanico anche l'assessore regionale allo Sviluppo economico Loredana Capone e l'assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo. Queste istituzioni sono presenti a un tavolo vertenziale della Task force sul Lavoro della Regione, un tavolo aperto con l'obiettivo di trovare una soluzione che porti alla stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione della Porsche di Nardò: alcuni di questi infatti lavorano in stato di precarietà da oltre 15 anni.

Sono intervenuti alla prima parte della giornata di lavoro anche i segretari generali Valentina Fragassi (Cgil Lecce), Antonio Nicolì (Cisl Lecce), Annarita Morea (Fiom Cgil Lecce), Maurizio Longo (Fim Cisl Lecce), Daniela Campobasso (Nidil Cgil Lecce), Elena De Matteis (Felsa Cisl Lecce).

"Siamo qui per portare una testimonianza di aziende che lavorano in un gruppo molto importante

– ha spiegato Bruna Rossetti, vicepresidente del coordinamento nazionale dei rappresentanti sindacali del Gruppo Volkswagen, membro del comitato mondiale Volkswagen e delegata sindacale dell'azienda Ducati di Bologna e– e cercare di far capire quale può essere il tipo di contrattazione che stiamo portando avanti noi. È un modello contrattuale di tipo partecipativo, secondo la nostra filosofia".

"Si può lavorare insieme, non necessariamente in contrapposizione con l'azienda" - ha detto durante il workshop Luca Trisoglio, presidente del Coordinamento nazionale del Gruppo Volkswagen e rappresentante sindacale nella Italdesign di Torino. "La Charta vigente all'interno dell'azienda sancisce dei principi bene definiti: 1) il diritto di informazione: cioè le Rsu (rappresentanze sindacali unitarie, ndr) son tenute a essere informate tempestivamente su tutte le informazioni che caratterizzano la vita dell'azienda. 2) consultazione: con la possibilità di formulare degli accordi, in maniera tale da gestire il conflitto che a volte si crea tra la parte datoriale e la parte sindacale. Questo non significa che sindacato e azienda vanno sempre d'accordo, ma l'obiettivo comune è quello di arrivare a un accordo condiviso. 3) cogestione: applicata al massimo livello in Germania, in Italia si può parlare di contrattazione". Buone pratiche di contrattazione per una proposta che coinvolga tutti i lavoratori del sito salentino: "Il nostro intento è quello di dare alle lavoratrici e ai lavoratori della Porsche Engineering di Nardò l'opportunità di avere un contratto integrativo aziendale – hanno specificato la segretaria generale Fiom Cgil Lecce Annarita Morea e il segretario generale Fim Cisl Lecce Maurizio Longo che, considerando l'impegno e la professionalità, determini una migliore condizione di lavoro. Infatti il tipo di attività svolte all'interno della Porsche Engeneering sono molteplici e, alcune volte, molto distanti dalle normali attività di un'azienda prettamente metalmeccanica".

"La nostra proposta deve però tenere in conto del ricorso al lavoro interinale – continuano Morea e Longo - A nostro avviso occorre definire il bacino di lavoratori interinali occupati presso la Porsche Eng. (ex NTC) e stabilire un percorso di assunzioni che attinga da questo bacino. Il primo passo è sottoscrivere un accordo quadro tra le associazioni datoriali delle agenzie di somministrazione e le organizzazioni sindacali nazionali che seguono il lavoro in somministrazione, definendo dei criteri oggettivi nel registro delle stabilizzazioni (anzianità di servizio, carichi familiari, etc). Fatta questa operazione occorre definire come vengono regolamentati i rapporti di lavoro stabili e quelli ancora in somministrazione; chi viene assunto avrà un determinato piano carriera e chi rimane in somministrazione deve avere dei contratti di durata stabilita e deve sapere fino a quando rimarrà interinale con la prospettiva di essere stabilizzato a fine percorso. Noi riteniamo che, giunti a questo punto, sia più che mai auspicabile un'azione sinergica, tra le organizzazioni sindacali e le istituzioni: in Puglia ci sono già degli strumenti e delle misure, in capo ai due assessorati qui

presenti, che potrebbero consentire dei risultati soddisfacenti per tutti, in primis per i lavoratori e per il territorio".

"La proposta che oggi il sindacato sta costruendo – ha sottolineato Valentina Fragassi, segretaria generale Cgil Lecce - e, su cui attendiamo risposte dalle istituzioni e riscontri dall'azienda, punta alla stabilizzazione, anche graduale, di questi lavoratori. Nel sito di Nardò c'è, da troppi anni, in alcuni casi anche da 15-18 anni, un utilizzo smodato dei lavoratori in somministrazione. Una condanna a un precariato perpetuo per decine (in alcuni periodi, oltre un centinaio di lavoratori) che non è più concepibile in realtà importanti come queste. Il fatto che, come sottolineato dai sindacati di categoria, stiamo incontrando una difficoltà incredibile nell'ottenere un dato certo, dall'agenzia locale, sui numeri dei lavoratori effettivamente impiegati nel sito di Nardò, la dice lunga su quanto sia tuttora in salita il percorso per il superamento di una condizione che nega certezze e diritti a una platea vastissima di lavoratori del nostro territorio. Da diversi mesi abbiamo ottenuto l'apertura di un tavolo vertenziale alla Task force della Regione. Un tavolo su cui ci aspettiamo sia scritta una pagina di svolta nella storia della contrattazione in questa importante azienda, sito di interesse strategico per l'economia del nostro territorio. La nostra richiesta è quella di seguire l'esempio degli altri stabilimenti italiani. A nostro avviso, infatti, questa azienda ha tutte le potenzialità per poter attuare i principi previsti dagli accordi vigenti nel gruppo Volkswagen di cui fa parte".

"Occorre tenere conto della diversa missione produttiva che esiste nei vari stabilimenti. – ha sottolineato Antonio Nicolì, segretario generale Cisl Lecce – Il sistema stesso che è stato qui illustrato e che muove su un livello per noi apprezzabile, fatto di partecipazione e di contrattazione, è un sistema che dobbiamo adattare a una realtà territoriale che è diversa, per quello che circonda la realtà produttiva aziendale e quindi quello che c'è nel mercato del lavoro locale, quello che si muove dal punto di vista di crescita e di sviluppo della formazione delle competenze. Perché comunque l'azione della contrattazione che noi dobbiamo sviluppare e l'azione del sostegno che la Regione Puglia deve fornire allo sviluppo di un'azienda debbano comunque muovere in direzione di uno stesso obiettivo che è quello della buona occupazione". "Ritieniamo l'iniziativa di oggi molto utile, - hanno dichiarato Daniela Campobasso, segretaria generale Nidil Cgil Lecce e Elena De Matteis, Felsa Cisl Lecce - una formula innovativa per il nostro territorio. Alla luce di quanto emerso durante i lavori di oggi, non capiamo perché le buone pratiche applicate nelle altre aziende del gruppo non possano essere recepite anche nel sito di Nardò. Non vogliamo creare aspettative eccessive nei lavoratori in somministrazione, ma l'impegno anche della nostra organizzazione sindacale è di determinare, attraverso tavoli concertativi, le condizioni per una graduale stabilizzazione, sulla base di criteri oggettivi. Si tratta di lavoratori che hanno acquisito negli anni un alto grado professionalità che l'azienda stessa dovrebbe avere interesse a non

disperdere".