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Fonte: Corriere Imprese Trentino Alto Adige | Data: 07/11/2016 | Pagina: 10 | Autore: di Massimiliano Boschi |
Categorie: EURAC
«Fotovoltaico, crollo delle installazioni »
Moser (Eurac): «Pesa la fine degli incentivi, ma conviene ancora». Moduli, prezzi giù del 70%
di Massimiliano Boschi
«I
l costo dei moduli
solari si è ridotto
del 70% negli ultimi
quattro anni ed è
previsto un ulteriore taglio del 26% ad ogni raddoppio della potenza cumulativa installata. Parallelamente,
il rendimento del fotovoltaico
è aumentato del 50% nell’ultimo decennio». Questo è
quanto si legge nel rapporto
«GreenItaly 2016», una relazione che, anche in altri passaggi, sembra far ben sperare
rispetto al futuro dell’energia
solare nel nostro paese: «L’Italia può vantare il record mondiale — tra i paesi industrializzati — del contributo del
solare fotovoltaico al mix elettrico: l’8%. Ma possiamo davvero essere ottimisti? E qual è
lo stato dell’arte del fotovoltaico? Lo abbiamo chiesto a David Moser, dell’Istituto per le
energie rinnovabili dell’Eurac.
Il rapporto GreenItaly
sembra dirci che dal punto
di vista energetico, l’Italia è
più «verde» del previsto. È
così?
«I dati sono quelli citati,
siamo abbastanza fortunati e a
oggi siamo in grado di fare
una previsione piuttosto certa
sui costi futuri del fotovoltaico. Sappiamo, per esempio
che se si raddoppiano gli impianti installati, diminuisce
del 20% il costo dei moduli
per il fotovoltaico, e i moduli
sono la fetta più consistente
del costo finale. Il costo a unità di potenza attuale è sui 40

Lo scenario
Per
sostituire
l’energia
fossile
servirà un
mix
energetico
Nelle
giornate
estive
la
produzione
solare
raggiunge
persino
il 40%
La media
annua
è invece
dell’8%
centesimi, nel 2010 era sui 2
euro. È una riduzione dovuta
all’economia di scala».
Un abbassamento dei costi
locale o globale?
«In Italia beneficiamo di
quello che accade a livello
mondiale. Perché in Europa,
terminati gli incentivi in paesi
chiave come il nostro, il numero di installazioni è in forte
rallentamento. La fine degli
incentivi ha avuto anche un
altro effetto, è molto più difficile fare stime, soprattutto locali, perché prima le installazioni finivano in un unico database che permetteva di valutare la crescita anche a livello
regionale, provinciale e locale,
ora non è più così. È chiaro,
però, che il mercato italiano
ha subito un rallentamento
considerevole. Nell’anno in
corso verrà installato un ventesimo di quanto è stato investito nel 2011. Ed è un peccato
perché installare fotovoltaico è
ancora conveniente».
Gli incentivi hanno «drogato» il mercato?
«Probabilmente sì, ma è
stata una fase necessaria perché ha permesso che i costi
scendessero ad un livello tale
per cui ora il fotovoltaico risulti conveniente anche senza
incentivi. Il problema è che
prima il modello di business
era evidente, c’era un flusso di
cassa positivo che entrava,
ora, invece, si ha solo un risparmio sulla bolletta elettrica. È un guadagno meno evidente, e quindi risulta più difficile convincere le persone
che ne vale la pena».
In Trentino Alto Adige le
cose vanno meglio?
«Le due province sono state
all’avanguardia per molto tempo. Come ho detto ora è più
difficile valutare i dati a livello
locale. In un recente studio
sull’Alto Adige ho sottolineato
come il fotovoltaico potrà e
Documento generato da EURAC press il 07/11/2016 alle 09:52:36
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dovrà giocare in futuro un
ruolo ancora più importante.
Ha le potenzialità per coprire
più del 30% del fabbisogno
elettrico provinciale, secondo
lo scenario più negativo, arrivando persino ad un valore
superiore al 100% nello scena-
Raggi
e cime
Un modulo
solare
realizzato
dall’azienda
altoatesina
Südtirol Solar
rio più ottimista».
A livello nazionale dobbiamo accontentarci del record
mondiale del contributo al
mix elettrico: l’8%?
«Io credo che questo dato
debba essere considerato un
punto di partenza. Ovviamente per sostituire l’energia fossile servirà un mix energetico
composto da varie rinnovabili,
ma il fotovoltaico in Italia deve
avere grande importanza. L’8%
di cui si parla è su base annuale, ma nelle giornate estive
di sole con massima produzione, raggiunge persino il
40%. Il fotovoltaico è quindi
già parte integrante del sistema energetico nazionale e ha
concorso ad abbassare il costo
dell’elettricità, principalmente
nelle ore centrali del giorno.
Per quel che riguarda il futuro, credo che la sfida più importante sia quella di installare fotovoltaico sulle infrastrutture esistenti, penso, per
esempio, ai tetti o alle barriere
antirumore e da questo punto
di vista, sono già previste detrazione fiscali perché il fotovoltaico viene riconosciuto all’interno delle ristrutturazioni
edilizie».
Spesso, però, si parla di
grandi impianti fotovoltaici
nel deserto, per esempio nel
Sahara. È una via percorribile?
«Sono progetti interessanti
e se vedo il costo per l’energia
prodotta noto i vantaggi, ma
se aggiungo il costo di trasmissione verso l’Europa mi
accorgo che non è più così
conveniente. Personalmente
preferisco una generazione distribuita con utenti che non
sono più solo consumatori ma
consumatori e produttori».
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