tutti gli imbrogli del decreto fiscale

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TUTTI GLI IMBROGLI
DEL DECRETO FISCALE
10 novembre 2016
a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati
Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Forza Italia
EXECUTIVE SUMMARY
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Gli ultimi sondaggi sul prossimo referendum costituzionale del 4
dicembre mostrano i «No» in grande vantaggio sui «Sì».
Nel tentativo di recuperare consensi, il Presidente del Consiglio
Matteo Renzi ha emanato un decreto fiscale contenente la
riforma di Equitalia, disposizioni recanti misure per il recupero
dell’evasione fiscale e numerose mance referendarie destinate
ad una folta platea di destinatari.
Nonostante il premier abbia presentato il decreto fiscale come
una novità molto favorevole ai cittadini, leggendo bene il testo
ci si accorge che la realtà è molto diversa: contribuenti,
professionisti e imprese subiscono un ulteriore aggravio in
termini di adempimenti burocratici e di limitazione della libertà
nei confronti dell’amministrazione fiscale.
INDICE
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1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Equitalia non viene abolita
Le vessazioni aumentano
La finta semplificazione dell’Iva
Aumentano le sanzioni
Cartelle esattoriali
La protesta dei commercialisti
La protesta delle partite IVA
1. EQUITALIA NON VIENE ABOLITA
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Non è vero, come dice il presidente del consiglio Matteo Renzi,
che Equitalia viene abolita.
 in realtà il Governo ha solo provveduto a cambiarle nome e
forma giuridica.
 per il resto, i poteri della nuova società di riscossione sono
persino diventati più invasivi.
1. EQUITALIA NON VIENE ABOLITA
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Nel decreto fiscale, infatti, all’art. 1, comma 3 si legge che: «Al
fine di garantire la continuità e la funzionalità delle attività di
riscossione, è istituito un ente pubblico economico, denominato
«Agenzia
delle
entrate-Riscossione»
sottoposto
all’indirizzo e alla vigilanza del Ministro dell’economia e delle
finanze. L’Agenzia delle entrate provvede a monitorare
costantemente l’attività dell’Agenzia delle entrate-Riscossione,
secondo principi di trasparenza e pubblicità.»
 La nuova società di riscossione, denominata Agenzia delle
Entrate-Riscossione, sarà quindi sotto il controllo diretto del
Ministero dell’Economia e Finanze.
1. EQUITALIA NON VIENE ABOLITA
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Non solo. Si legge anche che «Lo statuto è approvato con
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del
Ministro dell’economia e delle finanze. Lo statuto disciplina le
funzioni e le competenze degli organi, indica le entrate dell’ente,
stabilendo i criteri concernenti la determinazione dei corrispettivi
per i servizi prestati a soggetti pubblici o privati, incluse le
amministrazioni statali, al fine di garantire l’equilibrio
economico-finanziario dell’attività. Lo statuto disciplina i casi e le
procedure, anche telematiche, di consultazione pubblica sugli atti
di rilevanza generale, altresì promuovendo la partecipazione dei
soggetti interessati».
1. EQUITALIA NON VIENE ABOLITA
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
in pratica, d’ora in poi il Presidente del Consiglio avrà il
potere di plasmare la riscossione delle tasse secondo la sua
insindacabile volontà.
 In altre parole, la nuova società perderà la propria
indipendenza dall’Esecutivo, diventandone invece, un suo
braccio operativo.
2. LE VESSAZIONI AUMENTANO
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Non è vero, come afferma il presidente del consiglio, che con il
decreto fiscale appena emanato, cessano le vessazioni nei
confronti dei contribuenti.
 è vero invece che viene istituito una sorta di Grande Fratello
fiscale.
 Dal 1 luglio 2017 la nuova società di riscossione potrà,
infatti, «vedere» anche l’ammontare del conto del
contribuente, di quali rapporti finanziari è titolare,
l’ammontare del suo stipendio o della pensione, la
consistenza dei suoi patrimoni immobiliari. Una radiografia
completa per scovare saldi attivi sui quali imporre la
riscossione dei tributi.
2. LE VESSAZIONI AUMENTANO
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
il vero motivo dell’incorporazione di Equitalia all’interno
dell’Agenzia dell’Entrate sta proprio nel potenziamento
degli strumenti di indagine a disposizione dell’esattore, che
avrà accesso alle banche dati che erano possesso semiesclusivo dell’accertatore.
 tutto questo si pone come una evidente violazione del
diritto alla privacy del contribuente, del quale il nuovo
esattore, d’ora in poi, potrà sapere tutto.
2. LE VESSAZIONI AUMENTANO
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Come scrive Thomas Mackinson su Il Fatto Quotidiano, «gli
effetti del «potenziamento della riscossione», come titola
l’articolo della norma, si annunciano prodigiosi: solo nel 2017 e
solo per i pignoramenti, stando alla relazione tecnica che
accompagna il decreto, i volumi di riscossione dovrebbero
aumentare di 483 milioni di euro. Nel 2016 – da gennaio a
settembre – la produzione di volumi è aumentata di 300mila
procedure. «Potendo meglio indirizzare la disponibilità di
informazioni aggiuntive, si stima un sensibile incremento
nell’efficacia della riscossione, stimato in 483 milioni».
 quello che il Governo chiama «efficacia della riscossione» in
pratica, altro non è che un aumento dei pignoramenti fatti
sui beni dei contribuenti.
2. LE VESSAZIONI AUMENTANO
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La nuova società di riscossione avrà accesso a qualsiasi
informazione:
dall’Anagrafe
tributaria
ai
rapporti
previdenziali, di lavoro o di impiego contenuti nella banche
dati Inps e Inail, passando per i rapporti finanziari privati
trasmessi alla Agenzia delle Entrate da banche, poste,
intermediari, Sgr etc.
 grazie a questa prodigiosa macchina da guerra (500
milioni di informazioni pervenute all’Agenzia nel solo 2015),
la nuova società di riscossione potrà incrociare qualsiasi
dato economico e finanziario di tutti i contribuenti italiani.
3. LA FINTA SEMPLIFICAZIONE DELL’IVA
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Non è vero che con il decreto fiscale aumentano le
semplificazioni per i contribuenti.
Arriva, infatti, «l’obbligo di comunicazione dei dati delle singole
fatture emesse e ricevute, con un grado di dettaglio che giunge
sino alla necessità di indicare la tipologia dell’operazione».
 una norma che ha scatenato le ire dei professionisti.
 Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale
dei commercialisti, ha inviato una dura lettera al ministro
dell’economia Pier Carlo Padoan nella quale ha espresso
«il profondo rammarico del Cndcec e quello dei tantissimi
commercialisti italiani che proprio in queste ore ci stanno
manifestando il loro malcontento».
3. LA FINTA SEMPLIFICAZIONE DELL’IVA
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 Longobardi
ha accusato il ministro Padoan di aver fatto
svanire nel nulla una bozza di decreto di semplificazioni a
costo zero.
 Secondo l’allarme dei commercialisti, le nuove comunicazioni
trimestrali di dati Iva andranno inevitabilmente a gravare
sui carichi di lavoro degli studi professionali e, quindi, dei
clienti.
4. AUMENTANO LE SANZIONI
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Non è vero che con il decreto fiscale diminuiscono le sanzioni.
Almeno non tutte.
 il decreto, infatti, introduce quelle sullo spesometro
trimestrale, per il quale per l’omessa o errata
comunicazione di ciascuna fattura sarà punita con la
sanzione di 25 euro, senza cumulo giuridico e fino a un
massimo di 25 mila euro.
 Misura che ha scatenato le perplessità dell’Ordine dei
consulenti del lavoro, che tramite il consigliere Sergio
Giorgini hanno denunciato che «purtroppo nel decreto
sono mancate una serie di vere semplificazioni che erano
invece attese, dagli studi di settore al nuovo calendario
degli adempimenti tributari».
4. AUMENTANO LE SANZIONI
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 Sergio
Giorgini ha proseguito nella denuncia affermando
che «l’introduzione di nuovi oneri e adempimenti dimostra,
purtroppo, la sostanziale incapacità di progettare una vera
lotta all’evasione».
5. CARTELLE ESATTORIALI
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Per quanto riguarda le norme relative alla rottamazione delle
cartelle esattoriali, con un emendamento frutto della
mediazione tra Governo e maggioranza dell’8 novembre, la
norma del decreto fiscale ha riscrive il calendario per aderire
alla sanatoria agevolata dei debiti fiscali ampliando la platea
dei debiti che potranno essere rottamati (il tempo si allunga a
tutto il 2016).
 tra le novità principali, sono state ampliate le rate da 4 a
5, e saranno di pari importo a condizione che le prime 3
vengano pagate nel 2017 e siano pari al 70% del debito
dovuto e le altre 2 nel 2018.
 il termine per aderire è slittato dal 23 gennaio alla fine di
marzo.
5. CARTELLE ESATTORIALI
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Sulle problematiche derivanti dal sistema di rateizzazione
previsto dal decreto si era espresso anche il presidente dei
deputati di Forza Italia Renato Brunetta, che aveva più volte
chiesto al Governo di modificare delle norme particolarmente
penalizzanti per i contribuenti.
6. LA PROTESTA DEI COMMERCIALISTI
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Nel frattempo, contro il decreto si è assistito ad una levata di
scudi da parte di commercialisti, liberi professionisti e popolo
delle partite Iva.
 Per loro, il decreto fiscale aggiunge ben 8 nuovi
adempimenti fiscali e, soprattutto, prevede sanzioni
considerate «spropositate».
 La norma più criticata è quella che, con l’intento di porre un
freno all’evasione dell’Iva, prevede l’obbligo di comunicare
trimestralmente all’Agenzia delle entrate le fatture emesse
e ricevute, oltre che i dati sui versamenti periodici
dell’imposta.
6. LA PROTESTA DEI COMMERCIALISTI
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
il rischio è quello di pesanti conseguenze nel caso si
compiano errori, anche formali. Le sanzioni ammontano:
 tra i 5mila e i 50mila euro nel caso di comunicazione
omessa o infedele sui versamenti Iva,
 di 25 euro a fattura, con un massimo di 25mila euro e
senza cumulo giuridico, ovvero senza il limite di solito
previsto nel caso in cui venga ripetuto più volte lo stesso
tipo di errore per errori e omissioni relativi alle fatture.
6. LA PROTESTA DEI COMMERCIALISTI
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«Il decreto fiscale – hanno scritto in una nota congiunta le
associazioni dei commercialisti Adc, Aidc, Anc, Andoc,
Unagraco, Ungdcec e Unico – invece di semplificare un sistema
fiscale che occupa il 126esimo posto nel ranking annuale sulla
competitività̀ elaborato dalla Banca Mondiale, aggiunge ben
otto nuovi adempimenti a carico di professionisti e imprese».
«Un mero errore formale di 1 euro – continua la nota –
produrrà̀ una sanzione minima di 5mila euro».
«È singolare – accusano le associazioni - che mentre si
‘giustifica’ la rottamazione delle cartelle con l’eccessivo peso di
sanzioni e interessi di mora, allo stesso tempo si introducono
sanzioni ben più sproporzionate di quelle rottamande».
6. LA PROTESTA DEI COMMERCIALISTI
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I commercialisti accusano il governo di «logiche burocratiche
che hanno il solo effetto di pesare su professionisti e imprese
senza produrre alcun effetto nella lotta all’evasione», e
minacciano, riporta il Fatto Quotidiano, qualora il decreto non
venga modificato in Parlamento, di mettere nero su bianco tutti
i costi che le nuove regole e le nuove sanzioni comportano («di
fatto una nuova tassa occulta su tutte le categorie produttive del
nostro Paese»).
7. LA PROTESTA DELLE PARTITE IVA
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Anche il popolo delle partite Iva è sul piede di guerra.
 le associazioni di freelance e liberi professionisti, come Acta,
Alta partecipazione, Confassociazioni e Confprofessioni, si
sono infatti scagliate contro le 8 nuove comunicazioni fiscali
che si aggiungono «ai già numerosi adempimenti che
gravano su imprese, professionisti e contribuenti» e contro
quello che loro definiscono «un meccanismo sanzionatorio
che punisce l’errore formale e salva i grandi evasori».
7. LA PROTESTA DELLE PARTITE IVA
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«L’evasione fiscale – ritengono – si contrasta con le
semplificazioni, con meno burocrazia, con un migliore utilizzo
delle tecnologie informatiche, e non con l’evoluzione di strumenti
anacronistici che hanno già fallito in passato o con sanzioni che
mettono sul medesimo piano un errore formale da 5 euro e una
falsa fatturazione milionaria».