Introduzione - Apogeonline

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Introduzione
Questa guida nasce come un riassunto ordinato di quello che ho imparato e sto imparando da quando sono “sul Web”, come si diceva appunto ai tempi delle mie prime
esperienze online. Alla base c’è la volontà di condividere conoscenza, mia e altrui, e di
invitare a una riflessione concreta sulle opportunità che la Rete offre a chi lavora in
ambito giornalistico ed editoriale.
Ho avuto la grande fortuna di iniziare la carriera giornalistica in un quotidiano di carta,
con il caporedattore che disegnava l’ingombro del mio articolo su carta millimetrata e
poi mi dava la lunghezza esatta di quello che dovevo scrivere.
Subito dopo, l’altra grande fortuna di poter osservare l’evoluzione del Web, in Italia e
all’estero, molto da vicino. Dal lancio di Yahoo! in Italia, nel 1998, all’headquarter londinese sempre di Yahoo!, ai primi esperimenti editoriali per tradurre i periodici dalla
carta ai siti, fino ai social media e poi in aula a trasmettere ciò che avevo visto e imparato
ai colleghi “della carta” che si affacciavano all’online e agli studenti universitari troppo
frettolosamente apostrofati come “nativi digitali”.
Sono online da così tanto tempo da aver già visto chiudersi molti cerchi. Il momento
in cui le email erano la rivoluzione (e gli indirizzi erano quasi tutti nickname, perché
prima di Facebook il nome e cognome non si usava). Il momento in cui le email erano
sorpassate perché tutti dicevano “scrivimi sui social”. Il momento in cui le email sono
tornate utili perché in molti abbiamo detto basta al sovraccarico di informazione non
controllata, abbiamo iniziato a volere selezionare di più le notizie che riceviamo e lo
abbiamo fatto iscrivendoci a una o più newsletter.
Aver potuto osservare tutto questo è stato un privilegio. Certo non aiuta a immaginare
il futuro che verrà; nessuno avrebbe immaginato Facebook pochi mesi prima della sua
esplosione, per esempio. Può essere utile, però, a comprendere certi fenomeni e soprattutto a viverli e usarli professionalmente in modo più consapevole, ed è questo l’obiettivo
della mia guida.
Con una sfida in più. Scrivere per la “carta”, con i tempi che intercorrono tra stesura e
pubblicazione e i cambiamenti rapidissimi nella scena delle piattaforme sociali, è quasi
una follia. Si rischia che l’algoritmo di Facebook nel frattempo muti almeno due volte,
che qualche piattaforma analizzata in un capitolo sparisca, che ne emerga prepotentemente un’altra considerata marginale al momento di chiudere le bozze. È normale, è
quasi giusto. È il mondo in cui viviamo.
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xii Social Media Journalism
Così, in questa guida, accanto alla necessaria fotografia della situazione, che potrebbe
risultare ancora a fuoco per parecchio tempo oppure iniziare a sbiadire velocemente,
ho cercato di trasmettere un metodo che fosse valido per interpretare il cambiamento.
Un metodo per imparare a muoversi in un ambiente estremamente fluido, ma molto più
simile a quelli precedenti che già conoscevamo di quanto spesso non si voglia vedere. Un
metodo dettato principalmente dal buon senso e dal fare le cose nel migliore dei modi,
che possa risultare utile a lungo, anche quando lo scenario sarà diverso. Un metodo che
tenga sempre alta la curiosità, l’interesse, la voglia di sperimentare.
Pensare prima agli obiettivi e poi allo strumento. Chiedersi sempre, prima di aprire un
account e di dedicare del tempo a una piattaforma: a cosa mi serve? Cosa ci faccio?
Sono in grado di gestirla?
Non pensare che un tool funzioni da solo schiacciando un pulsante magico. Uno strumento, per quanto geniale, in sé non è né buono né cattivo, né stupido né intelligente.
È quello che sappiamo e vogliamo farlo diventare. Lo strumento non è la strategia; è,
appunto, un mezzo: abbastanza trasparente per mostrare che dentro ci siamo noi, con i
nostri valori, i nostri talenti, la nostra sensibilità, il nostro logo (che può essere quello di
una testata o oggi, spesso, il nostro nome e cognome).
Certo, ci sono anche dei consigli pratici. Dopo quasi dieci anni in aula so bene che chi
mi ascolta o, in questo caso, mi legge, vuole portarsi a casa dei trucchi, dei suggerimenti,
delle scorciatoie, ed è giusto. La conoscenza tecnica dello strumento, anche se sopravvalutata, è comunque importante per chi ne è totalmente a digiuno, per prendere la giusta
confidenza e iniziare a pensare a cose più importanti. Non troverete, invece, le regole
auree, le verità assolute (e se posso dare un consiglio, diffidate da chi ve le propone),
bensì un modo di procedere che spero vi aiuti a trovare le vostre, di regole auree, che
sono diverse da quelle di chiunque altro.
Infine, un’ultima nota per parlare del lato bello della Rete. Sono sempre stata convinta
dell’importanza del network. Delle persone che scegli di seguire, leggere, frequentare,
con le quali condividi idee e lavoro. Una delle cose che ripeto più spesso è che se i social
media sembrano pieni di stupidaggini è perché seguiamo le persone sbagliate. Scegliamone
altre, più rilevanti, più linea con i nostri interessi, e il quadro di riferimento cambierà.
A tale proposito, la raccolta di materiale per questo libro mi ha dato l’occasione di parlare con molti colleghi, in Italia e all’estero, che sono stati generosi, esaurienti, brillanti.
Pur in assenza di verità assolute, posso quindi confermare almeno due cose. La prima: la
Rete è un patrimonio inestimabile di spunti, contatti, aiuto, atti di gentilezza. Coltivate
bene il vostro network e ne riceverete in cambio molto di più di quanto avrete dato. La
seconda: il giornalismo sarà pure in crisi globalmente, ma è pieno di persone davvero
in gamba, con le idee chiare e molta voglia di metterle in pratica. Magari si potrebbe
ripartire da lì: dalle persone.
Buon lavoro e soprattutto buon divertimento.
Barbara Sgarzi
@barbarasgarzi
NOTA
Nel testo sono presenti diverse citazioni tratte da fonti e interviste originariamente in
lingua inglese. Tutte le traduzioni, se non diversamente segnalato, sono a cura dell’autrice.
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