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Mercati
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Giovedì 10 Novembre 2016
L’AMMINISTRATORE DELEGATO COMMENTA CON CLASS CNBC I RISULTATI DI BANCA IMI
Micillo: tutte le aree in crescita
Nei nove mesi risultato netto di 566 milioni (+20%). Il manager: il risultato è ancora più positivo perché
veniamo da due anni di miglioramento. Molto positivo il debt capital market, salgono i clienti stranieri
di Andrea Cabrini
Cohen lascia Zurich per Axa Italia
B
anca Imi ha chiuso i nove
mesi con un risultato netto
di 566 milioni di euro, in
aumento del 19,7% rispetto ai 473 milioni al 30 settembre
2015. Il margine di intermediazione consolidato si è attestato a
1,2 miliardi (+6,8%), mentre il
risultato della gestione operativa
è salito a 898 milioni (+9,2%).
Particolarmente positivo il cost/
income ratio, attestato al 26,7%
In miglioramento anche la solidità patrimoniale, adeguati ai
requisiti di Basilea: total capital
ratio al 12,6% dal 10,7% di fine
dicembre, grazie all’emissione
a settembre di un’obbligazione
perpetua da 500 milioni di euro,
sottoscritta dalla capogruppo.
Ai ricavi consolidati hanno contribuito l’area Global Markets,
(920 milioni) e l’area Corporate
& Strategic Finance, (305 milioni). Sotto controllo i costi di struttura, pari a 327 milioni di euro e
in linea con i 325 milioni di euro
del 30 settembre 2015.
L’ad di Banca Imi, Mauro Micillo, commenta con Class Cnbc i
risultati del gruppo.
Domanda. Dottor Micillo, i
primi tre mesi dell’anno sono
stati molto difficili per l’Italia:
borsa in picchiata e petrolio a
25 dollari, mentre il terzo trimestre ha visto la crescita a ze-
di Anna Messia
atrick Cohen sarà il nuovo amministratore delegato di Axa
P
Italia. Il manager, 43 anni, porta nella compagnia francese
20 anni di esperienza acquisita in realtà multinazionali. Cohen
prenderà il posto di Antimo Perretta, il ceo di Axa Winterthur
che un mese fa era stato chiamato ad interim in Axa Italia. Il
nuovo amministratore delegato lascia la guida dell’area personal
lines di Zurich nel Regno Unito e in passato ha avuto ruoli di
responsabilità in Ferrero, Ge Capital e McKinsey. Con la sua
nomina prosegue il valzer di poltrone di top manager tra i principali gruppi assicurati europei: dopo il passaggio di Mario Greco
da Generali a Zurich, a inizio 2016, c’è stata la migrazione in
Generali dell’ex amministratore delegato di Axa Italia Frederic
de Courtois. (riproduzione riservata)
Mauro
Micillo
ro. Da dove arriva un risultato
così per Banca Imi?
Risposta. Prima di tutto dal lavoro di tutti i 900 dipendenti di
Banca Imi, che ringrazio. Ovviamente c’è anche la strategia
complessiva di Intesa Sanpaolo,
all’interno della quale Banca Imi
è una fabbrica prodotto, o competence centre, a disposizione
dei clienti del gruppo. Il segreto
dietro ai risultati è aver creato sinergie tra i clienti del gruppo e i
prodotti e i servizi di una banca
d’affari sofisticata come Banca
Imi. I numeri sono ancora migliori se pensiamo che seguono
due anni a loro volta di crescita.
D. Quali sono i filoni che sono cresciuti di più in questo
periodo?
R. Molto dipende dalla situazione dei mercati. Tutte le mattine, a seconda dell’andamento
delle piazze finanziarie, noi
dobbiamo essere pronti a dare
al cliente i migliori suggerimenti per, ad esempio, accedere ai
mercati dei capitali. Se devo fare un’analisi del trend di questi
ultimi mesi, allora il settore più
brillante ed effervescente è stato quello del debt capital market. Nelle aree dove la nostra
presenza è più forte, Italia ed
Eurozona, siamo però riusciti
anche a intercettare importanti
operazioni sul fronte azionario.
Benché le finestre disponibili
per questo mercato siano state
poche. Vorrei poi sottolineare
la crescita delle nostre attività
con clienti esteri: nella divisione Corporate & Investment
Banking rappresentano ormai
il 45% dei ricavi.
D. Si tratta di clienti esteri che
investono in Italia?
R. Una buona metà di questo
45% è costituito dalle divisioni
italiane di società estere. L’altra
parte sono clienti stranieri che
investono fuori dall’Italia, attraverso le nostre 29 filiali in tutto
il mondo.
D. E in Italia, quale settore è
più dinamico?
R. Sul mercato interno stanno crescendo molto anche le
IL GRUPPO PRESENTA LA CARTOLARIZZAZIONE E IL NUOVO PIANO
Per Creval una Gacs da 1,5 miliardi
di Elena Dal Maso
I
l cda del Creval ha approvato l’Action
Plan 2017-2018 presentato dal direttore
generale, Mauro Selvetti. Il progetto prevede una riduzione del ratio Npl lordo dal
27,2% atteso per quest’anno al 18,4% entro
il 2018 e la conseguente copertura del coverage ratio dal 41,1 al 42,5%. Il cda si propone
di raggiungere un rote al 3,3% nell’ambito
di uno «scenario particolarmente sfidante»,
con i tassi bassi, il pil in limitata espansione
e «pressioni sui margini reddituali». Il piano è stato redatto tenendo in considerazione
una crescita del pil italiano pari allo 0,8%
quest’anno, allo 0,9% nel 2017 e all’1% nel
2018. La banca presieduta da Miro Fiordi
ha inoltre previsto il taglio di 230 posti di
lavoro, la chiusura di 70 filiali e la trasformazione di 25 sportelli in filiali digitali, in
relazione anche a «mirate iniziative commerciali che potranno dare benefici di marginalità nei prossimi trimestri». La banca intende
spostarsi sempre più sul modello di servizio
digitale così come richiesto, fra l’altro, dagli
organismi europei. Il focus sarà sulla «generazione di ricavi fee based attraverso l’incremento del cross selling sulla base clienti
detenuta, la revisione mirata dei modelli di
servizio in ambito corporate, retail e private
banking e la continua evoluzione della multicanalità integrata».
Il consiglio di amministrazione, come anticipato ieri da MF-Milano Finanza, ha inoltre
approvato un’operazione di deconsolidamento dei crediti in sofferenza del gruppo Creval
per un controvalore lordo fino a un massimo
di 1,5 miliardi attraverso un’operazione di
cartolarizzazione, con emissione di titoli e
possibile utilizzo della garanzia dello Stato
sioni per 300 milioni di euro nel biennio. La
banca prevede «la liberazione di 340 risorse»,
230 delle quali potranno avere accesso al fondo di solidarietà per il settore del credito, con
un costo one-off pari a 61 milioni (al lordo
delle tasse), corrispondente a 19 milioni di
risparmio sui costi del personale a regime.
Per le restanti risorse prevede la riallocazione,
per lo più in rete, anche attraverso i interventi
di formazione.
Creval ha chiuso i nove
mesi con una perdita di
CREVAL
136 milioni contro l’utile
quotazioni
in
euro
0,44
di 62,74 milioni del pari
IERI
periodo dell’anno scorso. I
0,40
0,38 €
risultati «restano condizio+0,48%
nati dalla debolezza della
0,36
ripresa economica e dalle
pressioni sui margini opera0,32
tivi, anche in conseguenza
della politica ultraespansi0,28
Mauro
va della Bce. Sul risultato
Selvetti
9 ago ’16
9 nov ’16
del periodo incide inoltre
il sensibile incremento
delle rettifiche su crediti, con l’obiettivo di
(Gacs) per la componente senior con rating innalzare i livelli di coverage del complesso
investment grade. La complessiva strategia di delle attività deteriorate, incorporando altresì
gestione dei non performing loan comprende le evidenze preliminari dell’ispezione della
«un miglioramento dei tassi di recupero, il Banca d’Italia appena conclusa». Il margine
progressivo miglioramento della qualità del di interesse netto cala inoltre del 10% a 316
credito» con una riduzione dei passaggi a milioni, le commissioni nette del 2% a 205
non performing e il deleveraging parziale del milioni e i proventi operativi del 15% a 559
portafoglio unlikely to pay, con ulteriori ces- milioni. (riproduzione riservata)
attività che Banca Imi mette
a disposizione della Banca
dei Territori. Abbiamo creato
una struttura che si occupa di
seguire le imprese di minori
dimensioni, ma con grandi potenzialità e capacità inespresse,
per portarle sul mercato dei capitali e dotarle di strumenti più
sofisticati.
D. Che cosa serve alle aziende
italiane per crescere e che cosa
vi aspettate a livello di numero
di operazioni di investimento
dall’Italia verso l’estero e viceversa?
R. Entrambi i trend, ovvero le
acquisizioni italiane all’estero e
gli investimenti stranieri in Italia sono a mio avviso destinati
a continuare, salvo turbolenze
geopolitiche poco prevedibili. L’interesse nei confronti
dell’Italia continua a esserci e
molte aziende italiane stanno
anche oggi lavorando per internazionalizzarsi con M&A
all’estero.
D. Le aziende italiane sono
davvero troppo piccole per
andare alla conquista dei
mercati esteri e investire in ricerca e sviluppo? L’M&A sta
andando meglio o continua a
ristagnare?
R. I segnali sono incoraggianti, ma si tratta di cambiamenti
culturali, indotti da sconvolgimenti nei modelli di business
tradizionali, e richiedono molto tempo. Mi sembra di poter
dire che da questo punto di
vista la strada giusta è stata
intrapresa. In particolare aiutano le misure intraprese dal
governo per stimolare il mercato dei capitali.
D. Come vede l’economia italiana in prospettiva? Quali segnali si cogliete dai vostri molti
contatti con le aziende?
R. Il nostro governo ha messo
in campo iniziative che stanno
incentivando gli investimenti,
sia italiani sia esteri. Però serve
tempo, veniamo da tanti anni di
difficoltà e le riforme sono state
appena avviate. Ma io sono ottimista. (riproduzione riservata)