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giovedì 03 novembre 2016, 18:00
Dall’Africa la rivoluzione energetica
Solar Home System e Micro Grid favoriranno la rivoluzione industriale
di Fulvio Beltrami
Kampala - Il principale problema per lo sviluppo industriale in Africa è il deficit energetico. Le infrastrutture per la
distribuzione della elettricità hanno conosciuto due fasi di sviluppo. La prima nell’epoca del colonialismo europeo. La
seconda negli anni Settanta – Ottanta. Se la prima fase si è concentrata unicamente negli insediamenti urbani dove i coloni
erano presenti, la seconda fase ha esteso la distribuzione nelle zone rurali prossime alle città. Durante il periodo di
instabilità e guerre civili tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila in molti Paesi sono state distrutte le reti
di distribuzione di energia elettrica, individuate non come patrimonio comune ma come simbolo dei regimi oppressivi.
L’esempio più emblematico lo si osserva a Juba, la capitale del Sud Sudan. Tutte le infrastrutture elettriche costruite
dal governo arabo di Khartoum sono state distrutte durante il periodo di transizione all’indipendenza (2005 –
2011) in quanto considerate simbolo della oppressione islamica del nord sulla popolazione cristiana del sud. Questo delirio
ha provocato un passo indietro nello sviluppo urbano. Negli anni Ottanta l’intera città di Juba era elettrificata. Nel 2016
l’energia elettrica pubblica non esiste più nella capitale del Sud Sudan. L’elettrificazione è totalmente privata
tramite l’utilizzo di generatori a gasolio con alti danni ambientali. L’elettricità a Juba è la più cara del continente e la sua
erogazione è garantita per un massimo di 12 ore giornaliere. Un serio ostacolo per lo sviluppo industriale e artigianale. La
maggioranza dei Paesi africani utilizza il diesel per alimentare le centrali elettriche, contribuendo a danneggiare
l’ambiente e diminuire la qualità dell’aria con relative ripercussioni sulla salute pubblica. In molti Paesi l’elettricità stabile
erogata 24/7 è assicurata solo nelle capitali e nelle principali città. In altri Paesi, come la Repubblica Democratica
del Congo o la Repubblica Centrafricana, l’elettricità non è nemmeno assicurata omogeneamente nelle capitali. Solo alcuni
quartieri (industriale e per i ricchi) godono di questo privilegio. Dal 2010 si sta tentando di risolvere il deficit
energetico con il graduale abbandono dei combustibili fossili sostituiti da fonti energetiche alternative: gas
metano, energia eolica, geotermica, idrica e solare. Se nei centri urbani l’erogazione elettrica è nettamente migliorata, le
zone rurali e le piccole cittadine rimangono ancora al buio. Troppo elevati i costi per costruire un network energetico
nazionale su territori immensi. Il Congo, per esempio, ha la stessa superficie dell’Europa Occidentale. Dal 2012 si assiste ad
una interessante collaborazione tra l’imprenditoria privata africana e straniera e l’amministrazione pubblica per
la diffusione dell’energia solare. Ingenti investimenti sono stati collocati per la realizzazione di gigantesche centrali di
accumulo energetico grazie a centinaia di ettari dove sono stati installati pannelli solari di ultima generazione. In Ghana, Mali
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/dallafrica-la-rivoluzione-energetica/
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e Rwanda queste centrali di accumulo energetico sono già una realtà. La dinamica interazione tra pubblico e privato sta
creando una rivoluzione energetica unica al mondo per risolvere il deficit di copertura nelle zone rurali. Questa rivoluzione
energetica è frutto di varie iniziative non collegate tra loro dove non esiste un monopolio specifico. Le ditte che offrono
interessanti soluzioni provengono da svariati Paesi: Italia, Germania, Norvegia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada,
Cina, India, Russia, Malesia, Indonesia, Giappone, Brasile, Argentina. La diffusione dei pannelli solari ha fatto scendere il
costo per Chilowatt, aumentando la durata di erogazione elettrica grazie a batterie di accumulo più preformanti. Questa
diffusione si è orientata verso il singolo consumatore, senza un piano nazionale, riscontrando un vero boom delle vendite
nelle zone rurali dove i contadini comprano le attrezzature necessarie per fabbricare la propria energia ad uso domestico. Ad
esclusione dei progetti nazionali di diffusione di energia solare in Ghana, Mali e Rwanda, di regola non esiste una rete di
distribuzione nazionale di questa fonte pulita di elettricità. La rivoluzione energetica in atto in Africa si basa sul concetto dei
Solar Home Systems – SHS (singole unità di produzione a uso domestico). Una scelta appropriata che ha fatto esplodere
le vendite. Trattasi di piccoli sistemi di accumulo e distribuzione di energia solare completamente autonomi, sufficienti per il
consumo domestico quotidiano. Le aziende all’avanguardia nella SHS sono: Off-Gridd:Electric, M-Kopa, d.light, Mobisol. Si
contendono un mercato in continua crescita con un giro d’affari di 14 miliardi di dollari. Le previsioni di crescita
sono incoraggianti. Entro il 2030 le SHS risolveranno il deficit domestico rurale per circa 336 milioni di persone con un giro
d’affari valutato attorno a 1,4 trilioni di dollari. I sistemi singoli di energia solare sono stati protagonisti di una intensa e
lungimirante ricerca tecnologica compiuta in Africa. Pannelli solari sempre più leggeri e preformanti, batterie a
maggior potenza di accumulo energetico. Anche i costi di produzione e di vendita sono praticamente crollati favorendo
la distribuzione di massa. Il concetto è di guadagnare sulla quantità delle SHS vendute. Questo sta creando una espansione
del mercato a livello continentale paragonabile solo a quella dei telefonini del primi anni del Duemila. Secondo gli esperti le
SHS tra 15 anni saranno un gadget comune e la maggioranza della popolazione si potrà permettere l’elettricità autonoma
con la stessa facilità finanziaria attuale per comprare i cellulari. Le aziende leader del settore stanno già pensando alla
seconda fase della rivoluzione energetica africana. Partendo da dato di fatto che la diffusione delle SHS è un trend in
continua crescita senza pericoli di calo delle vendite, le aziende in collaborazione con i governi, stanno pensando di creare le
Micro Grid (micro centrali elettriche) nei villaggi e quartieri capaci di accumulare l’eccesso di energia prodotta dalle singole
unità domestiche. Questo eccesso energetico, invece di essere disperso, servirà per sostenere la produzione agro alimentare
nei villaggi e le piccole industrie artigianali. Le micro centrali permetteranno lo sviluppo di mulini, piccole fabbriche
agro alimentari, supermercati con finalmente la birra fresca nei frigo. Un proliferarsi di attività produttrici di reddito
e fonti di impiego fino ad ora impedito dalla mancanza di energia o dal suo costo elevato. Le micro centrali distribuiranno
energia a costi ridottissimi. Anche i proprietari delle singole unità energetiche domestiche trarranno enormi benefici. È
previsto l’acquisto della energia in eccesso delle singole SHS. Non si parla di cifre elevate ma sufficienti con il tempo per
recuperare il costo iniziale della installazione della unità domestica o per accumulare il capitale sufficiente per acquistare
attrezzature solari ‘upgraded” tecnologicamente avanzate per una migliore produzione energetica. Come in una benefica
catena di Sant’Antonio, le micro centrali solari doneranno a loro volta l’energia in eccesso al network energetico
nazionale, aumentando la potenza e la capacità di erogazione di energia elettrica ai consumatori e diminuendo
contemporaneamente i costi energetici per la gran gioia dei bilanci familiari. I piani concordati con i singoli governi
prevedono due settori autonomi di diffusione energetica. Il primo a livello individuale composto dalla SHS. Il secondo a livello
nazionale composto dalle classiche centrali energetiche e destinato alle realtà urbane e all’industria. I secondo livello
riceverà potenziamenti di energia dalle SHS grazie alle Micro Grid sparse sul territorio nazionale. SHS e Micro Grid non sono
una esclusiva per le zone rurali. Il mercato si sta ampliando nelle zone urbane. Molti consumatori preferiscono dotarsi
di un unità di energia domestica per rendersi autonomi dalla rete elettrica statale. Vari governi, come il Rwanda,
incoraggiano questa scelta con facilitazioni e prestiti bancari agevolati. La ragione è semplice da comprendere: maggior
numero di consumatori dirottati verso le SHS solari si traduce in maggior disponibilità energetica pubblica da destinare allo
sviluppo industriale. I singoli clienti SHS contribuiranno a loro volta a potenziare il network energetico pubblico tramite le
micro centrali ad energia solare. Nell’Africa Orientale la PowerGen è la prima azienda che sta investendo sulle Micro Grid
con successi e profitti invidiabili. L'iniziativa diminuisce il costo generale della energia, favorendo lo sviluppo della piccola e
media impresa. In vari villaggi del Kenya, Rwanda, Tanzania, grazie alle SHS e alle Micro Grid sono stati aperte nuove attività
produttive e commerciali: officine meccaniche, falegnamerie, mulini, aziende artigianali, ristoranti, bar, cinema,
contribuendo alla prosperità delle comunità e favorendo lo sviluppo economico e l’industria ludica del tempo libero. Studi
commissionati dai tre Paesi della East Africa dimostrano che la diffusione delle SHS e Micro Grid hanno un forte impatto
ambientale. Dove questa tecnologia è già diffusa si registra una diminuzione del 48% dell’utilizzo del carbone tratto dal
legname e del 62% del cherosene per illuminazione contribuendo alla salvaguardia del patrimonio forestale e alla
diminuzione dell’inquinamento atmosferico. La rivoluzione energetica contribuirà allo rivoluzione industriale
(Primaria e di Quarta Generazione) oltre a migliorare la qualità di vita di 500 milioni di africani. Investitori privati e governi
sono determinati a rendere irreversibile questa rivoluzione energetica e già c’è chi pensa di esportarla in altre realtà
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asiatiche, medio orientali e latino americane. Sul tema si sta tendendo un summit a Marrakech, Marocco: dal 2 al 4
novembre 2016. Il Africa Renewable Energy Forum è patrocinato dal Ministro della Energia, Miniere, Acqua e Ambiente
del Regno del Marocco e dalle Nazioni Unite sotto l’ombrella della COP22 Climate Change Conference. A Marrakech si
incontreranno i rappresentanti dei governi africani e imprenditori continentali e stranieri per discutere di questa rivoluzione
energetica divenuta realtà in Africa e di altre tecnologie strettamente legate alle fonti rinnovabili e pulite. SHS e Micro Grid
sono l’ultimo regalo africano all’umanità che, se riprodotto, può rappresentare un valido contributo alla protezione
ambientale e al miglioramento della qualità di vita. Un altro segno tangibile di un Continente in crescita, proiettato nel
futuro.
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