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Giardino d’inverno e giardino delle essenze: tante le novità architettoniche della RSA Fondazione Bellora
GALLARATE, 5 novembre
2016- Una questione di spazi, ma soprattutto di qualità della vita degli ospiti, del lavoro dei medici, degli operatori e dei parenti che vengono in visita. La
RSA di via Agnelli, dopo un cantiere durato 12 mesi, oggi si presenta profondamente rinnovata e con un ampio e luminoso giardino d’inverno multifunzionale e un giardino delle essenze molto accogliente,
entrambi fruibili sia dagli ospiti, sia dal personale medico e assistenziale, sia dai famigliari. L’intervento, che ha comportato un investimento significativo in termini finanziari, è stato fortemente voluto dalla Fondazione Bellora, che gestisce anche la RSA di piazza Giovine Italia.
«Oggi tutti possiamo ammirare la bellezza architettonica ed emozionale di questi spazi – ha commentato il presidente di Fondazione Bellora Enrico Colombo – I lavori fatti ci restituiscono un ambiente in cui è bello vivere, lavorare e venire in visita ai nostri ospiti. Siamo, infatti, convinti che il bello di questo luogo insieme all’alta professionalità di tutti i nostri collaboratori contribuiranno a migliorare la già elevata qualità dei nostri servizi e consolidare la nostra RSA quale struttura d’eccellenza nel panorama provinciale e non solo».
«Ho l’onore di dirigere una struttura che nel corso degli anni ha saputo consolidare la propria autorevolezza e distinguersi per la qualità del servizio offerto agli utenti e per la capacità di progettazione e innovazione dello stesso – ha dichiarato il direttore Vanna Barca – Oggi inauguriamo gli
spazi ristrutturati, che sono il frutto di una vision articolata, fondata sulla qualità della vita che i nostri anziani trascorrono nella nostra struttura».
Il giardino d’inverno, ricavato da quello che un tempo era un cortile interno inutilizzato, è il cuore dell’edificio. Su di esso si affacciano, infatti, tutte le camere e le tante aperture consentono una miglior comunicazione tra gli ospiti anche su livelli differenti.
con l’intero contesto.
stato l’architetto Armando De Falco:
quali lavorare: spazi inclusivi, anche innovativi, tecnologici e trasparenza: sia nella fase di progettazione, avvenuta tenendo in Non solo, perché nell’ampio salone si svolgono quasi tutte le attività sociali e il soppalco che sovrasta la moderna agorà facilita il coinvolgimento di tutti gli anziani, anche quelli con difficoltà motorie e che si trovano al piano superiore. L’assenza di barriere architettoniche e di tutti i dislivelli, i materiali utilizzati e gli accessi al giardino d’inverno rendono l’ambiente sicuro e famigliare. Accanto al salone, diviso solo da un’ampia vetrata, si apre il giardino delle essenze. Uno spazio protetto e altrettanto sicuro, che permette agli ospiti di vivere all’aperto durante le belle giornate di sole.
Una struttura curata nei minimi dettagli e in perfetta armonia architettonica «I lavori ci hanno permesso di recuperare superficie vivibile – ha spiegato Vanna Barca – ora abbiamo spazi adeguati sia per la vita e la convivenza interna degli ospiti, ma anche per i famigliari, che quando sono in visita possono godere di una permanenza più rilassante e al contempo condividere questi momenti con il parente con maggior serenità. Non è stata una semplice ristrutturazione. Il nostro obiettivo, fin dalle fasi di progettazione, era creare un ambiente in grado di migliorare la già elevata qualità dei servizi, delle cure, dell’assistenza e del benessere di chi vive qui da noi».
Tutto ciò è stato possibile anche grazie a un metodo di progettazione
condivisa. A cogliere le esigenze degli anziani, dei medici, dei fisioterapisti, degli infermieri, degli educatori e del personale assistenziale è
«Avevo una serie di linee guida sulle accoglienti, comunicanti, luminosi, ma all’avanguardia. Lo stile architettonico al quale mi sono ispirato è quello della considerazione lo svolgersi della vita e delle attività, ma anche i suggerimenti e le esigenze delle professioni, sia in quella di realizzazione dove i vuoti danno l’essenza dello spazio architettonico, rafforzata proprio dalla centralità di questi spazi che permettono la circolazione semplice ad anello e fa di questo spazio il vero cuore della struttura. La Fondazione Bellora ha avuto grande coraggio nell’affrontare questo progetto ingegneristico, ora a disposizione di tutti
coloro che vivono e lavorano in questa struttura».